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Re: Reply: RI: [RUGBYLIST] rugby ed età

Luigi Bocchino giggibocchino a yahoo.it
Lun 23 Maggio 2011 17:06:54 CEST


E' vero però che nella maggioranza dei casi le visite mediche sono ridicole ed 
assolutamente inutili.
Mi è capitato diverse volte di farle "in batteria" assieme a tanti altri 
compagni di squadra: si saliva sulla cyclette, si pedalava due minuti, nemmeno 
sudando, un elettrocardiogramma di un minuto e via, abile e arruolato, sotto un 
altro.
Da un paio d'anni infatti ho deciso di farle seriamente, per conto mio, senza 
affidarmi alle "scorciatoie" a cui spesso le società ricorrono in questi casi.
Come sempre, è una questione di serietà.
A mio avviso i controlli dovrebbero essere seri ed affidabili, a quel punto il 
limite di età non avrebbe più senso.

Qualcuno sul blog in questione sosteneva che le assicurazioni non coprirebbero 
gli infortuni se il giocatore avesse più di 42 anni, ma è una stupidaggine, è 
solo una questione di premio.



________________________________
Da: Gaetano Palmiotto <gaetano.palmiotto a fastwebnet.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Lun 23 maggio 2011, 11:14:45
Oggetto: Reply: RI: [RUGBYLIST] rugby ed età

Nota – Il messaggio inoltrato è stato allegato.

Squadre e aziende di rugby in Italia - 
http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Marco,
pur capendo le tue motivazioni, vorrei solo puntualizzare che all'estero i 
controlli medici sono praticamente inesistenti. Tre anni fa a Monza arrivò un 
giocatore scozzese (che all'epoca aveva 26 anni) che non aveva MAI fatto una 
visita medico-sportiva nonostante giocasse nella Serie B scozzese, tant'è che 
gli fu trovato un problemino al cuore (di quelli non gravi e gestibili). Nei 
paesi anglosassoni c'è - purtroppo - un numero molto più alto (in proporzione) 
di giocatori deceduti sui campi per problemi di salute non rilevati per mancanza 
di screening preventivi.
Se l'Italia è arretrata in moltissimi campi, nel settore sport, salute e 
prevenzione è invece all'avanguardia nel mondo e sono molti i paesi che si 
ispirano all'Italia come esempio.
Detto ciò, concordo che a fronte di un certificato medico sportivo, l'età si può 
innalzare; ma sul discorso controlli nei paesi stranieri, ti garantisco che non 
sono poi così bravi.






Ho trovato questo articolo sul Bloggatore : avete risposte in merito ?
In Italia un rugbista smette di essere tale a 42 anni. Già, a quell'età deve 
appendere gli scarpini al chiodo, che sia in ottima forma o meno. E' una regola 
decisa dalla Federazione Italiana Rugby. Ed è una regola assurda. Talmente 
assurda che nel resto dell'Europa ovale non esiste. E, infatti, in Inghilterra 
c'è un pilone di 70 anni! 

 Dalla Scozia all'Inghilterra, dalla Francia al Galles fino all'Irlanda. In 
tutto l'Europa ovale non vi sono limiti legali per smettere di giocare. Se c'è 
il certificato medico che attesta che il giocatore può giocare, allora può 
continuare. Senza problemi. Senza dover dire addio alla propria passione, 
potendo dare il suo contributo d'esperienza ai più giovani. E se chiedi a un 
dirigente scozzese se loro hanno un limite d'età, beh, la risposta sono due 
occhi sgranati e lo sguardo di chi si chiede se tu sia pazzo.
Da noi, invece, no. La Federazione italiana è l'unica che pone un limite d'età 
per chi vuole giocare a rugby. Perché? Non vi sono motivazioni mediche reali per 
questa scelta, visto che annualmente i rugbisti devono avere il nullaosta medico 
per scendere in campo e, quindi, se non sono idonei vengono fermati, a 20 anni 
come a 40. Non ci sono motivazioni di alcun genere, tranne la follia burocratica 
della nostra Federazione. La Fir, con la sua politica sulle categorie giovanili, 
già allontana tanti ragazzini dal rugby, quando si trovano a dover giocare in 
categorie con ragazzi troppo più grandi di loro. E allontana tanti rugbisti che 
a 42 anni devono smettere. E che, invece, potrebbero ancora dare tanto alla 
palla ovale.
Come dà John Goldman, arzillo settantenne che ancora oggi gioca a rugby. E non 
in una squadra old, ma in un campionato minore inglese. Gioca nel Mill Hill e la 
sua storia viene raccontata nel numero attualmente in edicola di World Rugby, il 
più importante mensile di rugby al mondo (grazie a Stefo per la segnalazione!). 
Non contento, nonno John non si limita a pascolare sul campo, magari come 
estremo o all'ala. No, lui fa il pilone e in campo si fa valere. Ma, vabbé, 
siamo in Inghilterra. Cosa volete che ne capiscano i british di rugby! Meglio da 
noi, dove a 42 anni si va in pensione! 
Link della notizia : 
http://rugby1823.blogosfere.it/2011/05/affari-italiani---giocare-a-rugby-a-70-anni.html-Marco
 Santucci
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