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I: [RUGBYLIST] Brunel: presentato a Bologna

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Gio 3 Nov 2011 18:17:59 CET


Ma una ventata di ottimismo, di rinnovamento, di progresso, anche solo per finta???????????????????
Nemmeno il più patetico dei politici fa un programma elettorale del genere.

Riassumendo: non cambieremo nulla, faremo le stesse cose che abbiamo sempre fatto ma questa volta vinceremo il 6N.....
E come?
Botta di cu... fortuna?

Questo signore ha un contratto di soli 4 anni, Dondi ha dichiarato che ogni 4 anni si deve cambiare allenatore, e fra 3 anni vedremo i risultati????????????????
Qualcuno mi spieghi dov'è il trucco....
 
PEACE & LOVE & PLAY RUGBY


Salvatore Messina

----- Messaggio inoltrato -----
Da: "14cavallopazzo a libero.it" <14cavallopazzo a libero.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Giovedì 3 Novembre 2011 17:36
Oggetto: [RUGBYLIST] Brunel: presentato a Bologna

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Da Rugby 1823
di Duccio Fumeri
 
 
L'appuntamento era per questa mattina, ore 11.30, a Bologna. Oggi, infatti, si è chiusa definitivamente l'era di Nick Mallett ed è iniziata quella di Jacques Brunel, il nuovo allenatore dell'Italrugby. Ecco le prime dichiarazioni da ct azzurro del tecnico transalpino. 
A presentare il nuovo coach è il presidente Giancarlo Dondi "Brunel non ha bisogno di grandi presentazioni, lo conosciamo tutti e conosciamo la sua carriera. L'ho cercato da anni, si è concretizzato oggi e credo che, viste le esperienza passate, la scuola francese sia la migliore per noi. Sono certo che Jacques ci porterà i risultati sperati". Poi Dondi allarga il discorso "Però per arrivare ai risultati Brunel non può lavorare da solo. Ha bisogno del sostegno di tutti, da me, ma anche da parte dei club, dei dirigenti, degli allenatori e di tutto il movimento che lo aiuti a creare non solo una nazionale vincente, ma anche una scuola rugbistica nuova".
Passa, così, la parola a Jacques Brunel "Buongiorno a tutti, il mio italiano non mi permette ancora di tenere un discorso intero, ma prometto di farlo al Sei Nazioni - l'esordio del nuovo coach, che poi prosegue, rispondendo alle prime domande -. La squadra che ho visto ha un potenziale importante e spero di far crescere ancora di più le qualità dell'Italia, arrivando a permettere all'Italia di arrivare al Sei Nazioni con l'obiettivo di vincerlo, giocando allo stesso livello delle squadre più titolate". Il discorso, poi, passa al rapporto con le franchigie celtiche, rapporto difficile durante la gestione Mallett"Credo che la struttura rugbistica italiana abbia tanti livelli importanti, dalle Accademie alle franchigie, dai club alla nazionale e tutti assieme dobbiamo lavorare collaborando per migliorare tutti assieme. Credo che il sistema sia ottimo e performante se lo si fa funzionare". Brunel poi passa ai suoi obiettivi sulla panchina azzurra "La
 nazionale è la vetrina del rugby italiano e quindi i risultati sono obbligati. Ma altrettanto importante è come si arriva a questi risultati, quindi creare un'identità di gioco, creare un collante tra i diversi livelli del movimento, lavorando tutti sulla stessa strada. Quindi risultati, ma non solo".
Poi si passa a parlare dello staff tecnico "Lo staff attuale è quello che meglio conosce i giocatori e il potenziale di questa squadra, quindi mi sembrava normale iniziare con loro e poi capire come muovermi". Un tema scottante, in Italia, è la mediana "Il livello del numero 9 è già buono, ci sono 3/4 giocatori di livello internazionale. All'apertura, invece, effettivamente c'è un problema nel trovare un giocatore molto forte. Serve dare la possibilità a chi c'è di giocare ad alto livello per migliorare, ma un 10 di livello mondiale è difficile da trovare ovunque".
Che gioco dobbiamo aspettarci dall'Italia di Jacques Brunel? "La difesa e l'attacco sono connesse l'una con l'altra. L'equilibrio tra i due momenti e se viene rotto c'è un problema. Un buon attaccante è anche un buon difensore e non si può puntare su una sola priorità rispetto all'altra. Se non c'è equilibrio allora i risultati non arrivano, nonostante un buon attacco o una buona difesa". 
La scelta dei giocatori sarà fatta guardando al livello cui giocano o verranno scelti i giocatori che più si adattano al suo gioco? "Non c'è un metodo. Sicuramente dobbiamo sfruttare al massimo il potenziale dei giocatori, avendo delle idee e facendole applicare ai giocatori stessi". Parlando del subito, cosa va subito cambiato in questa nazionale? "Come detto prima, bisogna trovare un equilibro. Tra difesa e attacco, tra mischia e trequarti", cioé quel problema esistito fino a oggi, dove si è pensato troppo a difendere e poco ad attaccare, dove tra pack e linea arretrata vi era una spaccatura, e non solo nel gioco.
Il Sei Nazioni è alle porte. Ci si deve aspettare subito una rivoluzione, o rivedremo il gruppo della RWC? "Sarà importante partire dall'ossatura del gruppo mondiale in questo primo momento, per poi allargare il gruppo e farlo crescere a partire dal tour di giugno. Servono giocatori pronti subito per il Sei Nazioni, che è un torneo troppo importante, poi ci sarà tempo per scoprire i giovani".
Un caro saluto da Cavallopazzo

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