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[RUGBYLIST] amarezza...

athos.fba athos.fba a fastwebnet.it
Lun 3 Ott 2011 18:57:44 CEST


Eccellente e condivisbile al 99%, solo su incatenare Gower potrei essere in parziale disacordo.

Ragionando in tale modo forse faremo diventare "normale" il nostro sport nel nostro paese...

ciao
fabio
  ----- Original Message ----- 
  From: Antonio Mangano 
  To: rugbylist a rugbylist.it 
  Sent: Monday, October 03, 2011 6:21 PM
  Subject: [RUGBYLIST] amarezza...


  Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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  Con tutto il rispetto per il nobile sentimento della delusione, (ma chi rimane deluso perdona?). Volevo guardare la questione degli ultimi 12 anni della ns nazionale da un altro punto di vista. Ogni volta che arriva il brusco ritorno alla realtà scattano le analisi, non della sconfitta, ma delle cause della presunta inferiorità del rugby italiano. E ogni volta con l'acqua sporca viene puntualmente buttato il bambino. Le analisi partono da considerazioni, che in questi tempi di crisi economica definirei macroeconomiche, ma si fermano lì. Come dire che la crisi della Grecia dipende dal fatto che non ha il PIL della Germania. Invece va analizzata anche la contingenza. Altrimenti si cerca sempre il taumaturgo che possa insegnarci qualcosa e magari imponendo le mani trasformi il bronzo in oro. Perché noi siamo dei paria. Non abbiamo campionati all'altezza, non abbiamo arbitri, non abbiamo allenatori, le ns accademie non servono un soldo etc. In fin dei conti non funzionano anche la scuola, gli ospedali e il mercato del lavoro. Insomma tutto fa schifo. Ma non è così. Come in Italia c'è gente che lavora così nel nostro orticello c'è chi coltiva rose. Si perde una partita non perché il movimento non riesce a partorire un'apertura degna di tal nome ma perché l'apertura buca 2 placcaggi 2 e non trova una touch neanche a 10 metri. Sembra lo stesso concetto ma non è così. Le partite si perdono perché l'avversario è più forte o perché io lo rendo più forte con i miei errori o la mia condotta. Le storie sulle competenze consolidate dell'Irlanda e delle Home Union lasciamole dire a Munari che fa tanto chic in telecronaca. Ma lasciamole lì. Perché se io ho in rosa un animale da catena come Cittadini non devo portare un in panchina un ex pilone che non ha fatto una ruck che Dio disse una, perché se io ho una terza come Derbyshire non devo schierare l'attuale Bergamauro ormai logoro e incapace come tutti gli "anziani" di gestire i colpi di testa, perché se io ho il problema all'apertura Gower l'incateno per tempo non lo lascio andare via, dopo averlo discutibilmente arruolato. Perchè se ho un'ira di Dio come Benvenuti lo schiero centro per rianimare con la sua verve i due San Giuseppe da presepe che attualmente ci giocano. E cosi via cantando. La partita è cambiata in quella rolling maul al 40' del primo tempo. L'irlanda ha capito che avrebbe rischiato grosso, guarda un po' contro questa Italia. Noi abbiamo pensato anche di farci girare la punizione. Tutto ciò non c'entra nulla con l'esperienza fallimentare delle accademie. Il rugby è cinico e scontato. Non si perde per caso di un punto con l'Irlanda e si si vince altrettanto con la Francia e 6 mesi dopo si diventa brocchi. Se si continua a guardare così la realtà fallirà anche Brunel. Se continueremo a sentirci inferiori come chissà quale gap da colmare allora faremo altri 12 anni di magre figure. Noi siamo questi. In casa ce la giochiamo, fuori casa ci manca la mamma, la sfogliatella e il mandolino. E lì che bisogna lavorare. Chiedendo al tecnico di schierare la gente in forma, motivata e nel ruolo, non chi ha ormai fatto il callo ai più improbalili proclami. E poi capire che il nostro target è il VI nazioni nessuno oggi fatte salve, NZ, Aussie, SA e inghilterra possono pianificare senza essere schiacciati il passaggio ai quarti mondiali. Basta con 'sta storia e un modo come un altro di non testare gli obiettivi



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