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[RUGBYLIST] Pour parler, intanto che il tempo asciughi e passino i reumatismi.....

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Mer 5 Set 2012 10:54:04 CEST


La scorso week-end è ripartita la stagione di rugby ed il Pro12 (o Celtic League), campionato fra le massime squadre di Irlanda, Galles e Scozia, a cui l'Italia partecipa dal 2010 con due franchigie. Fino a ieri erano la storica Treviso e gli Aironi di Viadana (comune lombardo alle porte di Mantova). Ma da quest'anno si cambia: addio agli Aironi, spazio alleZebre. O meglio, alla 'Squadra del Presidente'. Un soprannome che circola da settimane sul web ed è davvero calzante: perché la nuova compagine italiana (che avrà sede a Parma, ma senza alcun radicamento geografico) è in tutto e per tutto gestita dalla Federazione Italiana Rugby, vive interamente di soldi provenienti dalle casse federali. E quindi pubblici.
Una stagione in Celtic League costa all'incirca tra i 7 e gli 8 milioni di euro, e solo una minima parte di questi saranno coperti da sponsor privati. Il resto dovrà garantirli la Fir, che investirà sulle neonate Zebre quasi un quinto dell'intero budget annuale; quando invece c'è tutto un movimento (specie al Sud) che vive di stenti e piange miseria. E così facendo certo non risparmia in polemiche. Con l'inizio del campionato finisce una lunga querelle cominciata lo scorso aprile, quando proprio la Fir decise di togliere la licenza agli Aironi. A suo dire per ragioni economiche, perché il consorzio lombardo non garantiva i requisiti necessari per iscriversi al campionato. Peccato però che daViadana cadessero quasi dalle nuvole, respingendo al mittente le accuse di "fallimento": "Gli Aironi avevano chiesto un semplice aiuto alla Federazione per sostenere i contratti", aveva dichiarato il presidente Melegari. Un aiuto che però non è mai
 arrivato. Dopo aver sostenuto anche economicamente l'ingresso nel Pro12 delle due franchigie, la Fir ha deciso di chiudere i rubinetti dei finanziamenti.
E ha preferito indire un bando per riassegnare la licenza. Requisito minimo: una disponibilità di 14 milioni di euro per i prossimi due anni. Cifra assolutamente fuori portata per il rugby italiano. E infatti pian piano tutti i possibili candidati - da Roma ("fatta fuori" nel 2010 in favore di Treviso per ragioni geopolitiche e fallita lo scorso anno) alla stessa Viadana (che sperava in un ritorno) - si sono defilati. Situazione paradossale, a dir poco: e il bando alla fine è andato deserto. Per risolvere la situazione - a questo punto davvero complicata, perché in base agli obblighi stipulati nel 2010 l'Italia, volente o nolente, deve presentare due franchigie ai nastri di partenza del Pro12 - è scesa in campo in prima persona la Federazione. Ed è così che sono nate le Zebre.
Adesso, però, ci si interroga sulla bontà della scelta. La Fir ha negato agli Aironi un contributo quantificabile in 1-2 milioni di euro, ma per gestire le Zebre ne spenderà almeno 6 solo nel prossimo anno. Senza contare i fondi che sono stati necessari per ampliare lo stadio Moletolo di Parma (scelta un po' a sorpresa come sede della franchigia), e adeguarlo ai parametri richiesti dal Pro12. E poi c'è l'aspetto tecnico della vicenda, e non è cosa secondaria. Venerdì scorso, al debutto, le Zebre hanno rimediato una sonora scoppola (37-6) sul campo dei gallesi dei Newport Dragons(quart'ultimi l'anno scorso, non propriamente una corazzata). E il futuro non promette meglio: la squadra appare ancor meno competitiva di Viadana (che in due anni era riuscita a vincere appena 5 partite, chiudendo entrambi i campionati all'ultimo posto), assemblata più per soddisfare le esigenze federali che quelle sportive. In rosa ci sono 18 reduci degli Aironi, e i
 circa 40 giocatori provengono tutti (eccezion fatta per pochi stranieri) da una nazionale azzurra (maggiore, "B" o juniores). Ma con giovani (più o meno) futuribili e vecchie glorie in cerca di un contratto è difficile sfidare l'elite del rugby europeo. Mentre la figuraccia a livello internazionale è servita.
A tre anni dall'ingresso nel Pro12, che avrebbe dovuto rappresentare la svolta per il rugby italiano, ci ritroviamo con una sola vera franchigia iscritta, e con un posto vacante che nessuno vuole e che la Fir deve colmare alla bene e meglio. E' questa la cruda realtà. Adesso si giochi pure, auguri all'allenatore Chrisian Gajan e a tutto lo staff delle Zebre: li attende un compito non facile. Sempre aspettando la nazionale, impegnata nei test match autunnali e poi nel VI Nazioni 2013. Ma a febbraio, prima di chiedere miracoli al povero Brunel, sarà meglio ripensare a questo pasticcio in salsa tricolore.
Cose risapute ma l'articolo, ripreso da Fumero e pubblicato on-line da Il Fatto quotidiano, riassume la vicenda da un'ottica esterna (?). Il tutto per fornire un biglietto da visita dell'uscente presidente F.I.R. (e futuro auto"eletto" presidente delle Zebre) e del futuro presidente F.I.R. (e attuale designato organizzatore delle Zebre).

Pare che qualcuno abbia anche fatto notare che i soldi spesi non siano pubblici ma "della F.I.R."...... Evidente lapsus froidiano....  

Purtroppo il nuovo statuto CONI ha introdotto un inasprimento del regime di governo federale, riducendo i consiglieri e, di fatto, eliminando la pur misera minoranza d'opposizione. Quello che necessita in una democrazia non è tanto l'alternanza (anche se importante) quanto il controllo democratico sull'operato del governo. Che tradotto per i piloni significa: Dondi potrebbe rimanere in eterno, a condizione che il consiglio bocci a maggioranza i provvedimenti palesemente dannosi e clientelari.

Salvatore Messina
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