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I: [RUGBYLIST] Dove vogliamo andare?

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Mer 17 Apr 2013 08:02:05 CEST


Ah, ah, ah, non sono drastico... semmai riduttivo ma la mia era una semplificazione come in premessa.

Partiamo dal Da Vinci: Ser Piero aveva già lavorato a Firenze e nel 1462, a dire del Vasari[7], vi ritornò con la famiglia, compreso il piccolo Leonardo. Il padre Piero avrebbe mostrato all'amico Andrea del Verrocchio alcuni disegni di tale fattura che avrebbero convinto il maestro a prendere Leonardo nella sua bottega; in realtà è alquanto improbabile che un apprendistato iniziasse ad appena dieci anni, per cui l'ingresso di Leonardo nella bottega del Verrocchio viene oggi ritenuto posteriore[4].
Si pensa infatti che Leonardo restasse in campagna nella casa dei nonni, dove avvenne la sua educazione, piuttosto disordinata e discontinua, senza una programmazione di fondo, a cura del nonno Antonio, dello zio Francesco e del prete Piero che l'aveva battezzato[8]. Il fanciullo imparò infatti a scrivere con la sinistra e a rovescia, in maniera del tutto speculare alla scrittura normale[8]. Vasari ricordò come il ragazzo nello studio cominciava «molte cose [...] e poi l'abbandonava», e nell'impossibilità di avviarlo ormai alla carriera giuridica, il padre decise di introdurlo alla conoscenza dell'abaco, anche se «movendo di continuo dubbi e difficultà al maestro che gl'insegnava, bene [che] spesso lo confondeva»[7].
In riassunto: un genio fin dalla nascita che, educato in maniera pessima, si è autocostruito.

La Cina è "formalmente" comunista. In realtà è passata da tempo al modello 1. Al pari della Francia "repubblicana" del Bonaparte.

Sulla scelta dei leaders europei non entro in discussione. 

Per quanto riguarda la socialdemocrazia, almeno di principio, attiene al 3° modello e con questo chiudo anche con le "aberrazioni criminali" degli anni '30 (ma allora Sparta, la Roma cesarea sono esempi negativi o positivi nella storia?). Dico solo che l'affermazione "Il mondo intero si è unito per annientare il modello della stirpe" è falsa in quanto la dittatura staliniana continuava l'eccidio ebraico, in Yugoslavia continuava la "pulizia etnica", in Sudafrica permaneva l'apartheid e negli USA il KKK era in pieno auge (il Voting Rights Act è del 1965, ben 20 anni dopo la fine della guerra).

Rimango perplesso sul concetto che si scelgano e, sopratutto, si formino gli uomini politici. Non mi risulti esserci una linea di produzione in tal senso. Gli uomini diventano "politici" nel momento in cui decidono di dedicarsi alla vita attiva della gestione della "res publica". Nelle democrazie passando prima dall'approvazione formale dei cittadini. 

Per il rugby mi trovi d'accordo ed in effetti è quanto esposto nella mia tesi.

Infine, la differenza reale tra Rovigo e Castres è tutta qui: 
1 European Shield  
3campionati francesi 
1coppe di Francia 
Stadio
Stade Pierre-Antoine
(11.500 posti) 
Stadio Pierre-Antoine 11.500 posti! Ai francesi del sud il rugby piace.... 


Salvatore Messina


----- Messaggio inoltrato -----
Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it>
A: rugbylist a rugbylist.it 
Inviato: Mercoledì 17 Aprile 2013 0:45
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Dove vogliamo andare?
 

Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Mi sembri un pochino drastico in 
alcune tue affermazioni. Anche nello sport il richiamo non può mai 
essere ad un unico modello. La Cina è politicamente comunista (modello 
Hood?) ma miete medaglie in ogni sport (e nelle imprese) con piena 
filosofia competitiva (che nel tuo scritto sarebbe da terzo modello). Le nostre 
società occidentali creano i propri leaders scegliendoli allo stesso tempo 
socialdemocratici (2° modello) ed efficienti (3° 
modello): nella formazione e selezione degli uomini politici c'è poi 
anche l'individuazione di personalità forti capaci di reggere gli urti 
della storia. Nelle società umane un unico modello non è mai consigliabile. 
Il puro darwinismo sociale nelle società liberali e socialdemocratiche non ha 
senso, non funziona, viene respinto, è in contrasto con la meritocrazia. 
Purtroppo è successo quello che è successo nell'Europa del secolo scorso, 
negli anni trenta: ma si è trattato di una aberrazione criminale, naufragata in 
una capitolazione senza condizioni. Il mondo intero si è unito 
per annientare il modello della stirpe.
Nel campo dello sport non 
credo agli atleti "puramente" forti. La forza è una qualità che si 
costruisce con il sacrificio, con l'abnegazione, con la scienza applicata e 
persino con un elemento di altruismo. Basti citare Mennea: era tutto meno che un 
atleta forte dall'inizio. Si sottoponeva ad allenamenti incredibili. Non credo 
che il rugby faccia eccezione rispetto all'esigenza del lavoro duro. Anche 
un Wilkinson, se si vedono bene le cose, si è notevolmente "costruito" 
anche se ha esordito giovanissimo nella nazionale inglese (adesso ha firmato per 
un altro anno al Tolone). Non credo ai fisici esplosivi per natura, e non credo 
assolutamente ai genietti naturali. Dubito che Leonardo da Vinci fosse "genio" 
alla nascita, sicuramente anche lui lo è diventato con fatica. Nel campo 
dell'umanità, per costruire qualcosa bisogna sempre pagare di persona (lo dice 
anche il Vangelo!) e sappiamo tutti che per costruire occorre tempo, invece per 
distruggere bastano pochi secondi (guarda un grattacielo fatto saltare per 
aria). Riflettevo a questo pensando ad un parallelo a me sempre caro tra rugby 
francese ed italiano. Il parallelo riguarda Rovigo e Castres. Piccole città 
queste, del tutto comparabili come abitanti, e che hanno avuto entrambe momenti 
di gloria, in parte anche adesso soprattutto per quanto riguarda Castres. Quali 
sono i fattori che hanno reso grande o mediocri le proprie squadre? Credo che il 
fattore dirigenza locale e fare piani a lungo termine abbia avuto la sua 
importanza.   
g.ciraolo                 
----- Original Message ----- 
>From: Salvatore  Messina 
>To: rugbylist a rugbylist.it 
>Sent: Tuesday, April 16, 2013 2:21  PM
>Subject: [RUGBYLIST] Dove vogliamo  andare?
>
>
>
>________________________________
> 
>Senza  tirare in ballo teorie filosofiche e politiche, a mio modesto parere, la  società umana si regge su tre modelli.
>	1. Modello Darwin o della "selezione  naturale" (da alcuni chiamato anche Capitalismo) in cui il più forte (ricco)  domina il più debole (povero). Chi riesce a sopravvivere significa che è più  in gamba ed ha le capacità necessarie per diventare più forte anche di  quelli che sono già forti. E' un sistema che funziona fin dalla preistoria  ed è quello attualmente in uso al genere umano. E' valido per il singolo,  almeno finché ha capacità ed energie per dominare gli altri. Non funziona  così bene per la collettività ma, al momento, non è mai stato messo in  discussione in quanto non esiste una specie vivente in grado di essere più  forte del genere umano (forse gli alieni ma non si ha prova concreta della  loro esistenza). Qualcuno dice che sarà la causa dell'estinzione della razza  umana anche se una longevità di qualche milione di anni da garanzia di  affidabilità. 
>	2. Modello Hood (chiamato anche Comunismo) in  cui si ruba ai ricchi per dare ai poveri. Purtroppo la storia insegna che  non è un modello efficace perché, a parte che non si è ancora capito qual'è  il soggetto che effettua il prelievo, una volta effettuato questo, i poveri  diventano ricchi ed i ricchi si impoveriscono e si ritorna daccapo. E' stata  sperimentata una variante "virtuale" in cui si convincono i poveri di essere  ricchi ed i ricchi di essere poveri ed il soggetto tramite (non ancora ben  identificato) preleva ai poveri (reali ma ricchi virtuali) per dare ai  ricchi (reali ma poveri virtuali). In questo caso non cambia nulla e l'unica  conseguenza è che i benestanti devono far finta di vivere male, nascondendo  i soldi in edifici chiamati "banche" e gestiti sempre dallo stesso soggetto  ignoto. Alla fine il modello implode e viene restaurato il modello di cui al  punto 1. 
>	3. Modello delle 3 C: Competenza,  Competitività e Costanza (o Coerenza). Al momento rimane un modello teorico  in quanto i suoi benefici si riversano solo sulla collettività e,  sopratutto, sulle generazioni future. Non prevedendo un tornaconto  individuale, i suoi principali fautori sono stati eliminati fisicamente  (martiri) o sono dovuti passare al modello di cui al punto 1. per non  estinguersi. Questo modello prevede investimenti in cultura per far gestire  la società a persone preparate (competenza), prevede che i migliori prendano  il posto dei meno capaci (competitività) e che si proceda sempre con lo  stesso modello fino al raggiungimento degli obbiettivi di benessere  collettivo desiderati (costanza e coerenza). Nella storia questo modello ha  avuto delle brevi applicazioni entrando sempre in conflitto con il modello  di cui al punto 2. in quanto l'intermediario (detto anche soggetto sociale  ignoto) convinceva l'opinione pubblica che i
 migliori fossero in realtà i  peggiori e viceversa (chi prendeva 10 a scuola veniva definito con il  termine dispregiativo di "secchione" e chi l'insufficienza con il termine  benevolo di "soggetto da tutelare"). Anche in questo caso si tornava  rapidamente al modello darwiniano che, almeno, garantiva che alcuni  secchioni in gamba, sopratutto in materie economiche, diventassero ricchi e  quindi dominanti.
>I modelli sopra esposti possono anche essere utilizzati per la società  rugbystica.
>In questo caso il terzo modello potrebbe essere definito come delle 3 G  dal nome dei suoi principali sostenitori: Geppo (competenza), Gaetano  (competitività) e Gianni (costanza/coerenza).
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>Per la definizione dei primi due modelli rapportati al rugby lascio  spazio a quelli competenti....
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>Scusate la prolissità ed il fuori tema ma con una bella giornata come  oggi la vita sembra più sorridente....
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>Salvatore  Messina
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>P.S.  Per quelli che di rugby non ne capiscono un beep di rugby vale l'invito in  quel di Vercelli alla giornata del rugby giovanile (ALL DAY RUGBY) che si  terrà il giorno 20 di aprile al campo YKK (sì, quella delle cerniere  lampo).
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