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R: Re: I: R: R: [RUGBYLIST] Scozia Italia

Antonio Mangano antoniomangano1962 a libero.it
Lun 24 Giu 2013 17:14:19 CEST


Il problema è consolidare una sorta di metodo. Ma l'investimento Deve essere soprattutto sui tecnici e sui formatori di infanzia. Dicono gli scout mettete i migliori capi con i lupetti. Le accademie vanno bene anzi benissimo dovrebbero anzi di più. Ma all'università si arriva dopo avere fatto buone scuole dalla primaria alle secondarie. 
Inviato da Samsung Mobile Luca Bonisoli <qso a libero.it> ha scritto:Interessante cascata di opinioni.

In funzione di ciò che state dicendo vi chiedo un vostro giudizio sul Mondiale U20 appena concluso. Ho visto la finale tra Inghilterra e Galles, e, per quanto riguarda la competenza e la conoscenza del gioco, non ho visto una grande differenza tra questi ragazzi e la loro Nazionale maggiore. Sia l'Inghilterra che       il Galles U20 giocano nello stesso modo delle loro rispettive nazionali maggiori, almeno a me è sembrato.

Vostre opinioni?

Grazie

Luca momia Bonisoli



Il 24/06/2013 15.06, Salvatore Messina ha scritto:
Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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I "valori" sono la base della vita civile.... e non parlo di euro.... 
Che poi il rugby sia forse lo sport più completo tra quelli a grande diffusione non ci piove.

Cominciamo ad insegnare ai nostri ragazzi i valori importanti nella vita ed anche a giocare a rugby.
Ma impegniamoci tutti. Sopratutto dalla base. Dimentichiamoci le partite, i risultati e gli annessi e connessi. Magari sarà anche noioso ma anche Emingway ha imparato a scrivere facendo le aste....
 
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: "antoniomangano1962 a libero.it" <antoniomangano1962 a libero.it>
A: rugbylist a rugbylist.it 
Inviato: Lunedì 24 Giugno 2013 13:21
Oggetto: R: R: [RUGBYLIST] Scozia Italia

Salvatore il problema vero lo sai qual è? E' che non si ancora capita una cosa il rugby è uno sport!!! Certamente ricco di valori, ricco di opportunità, ricco di verve, utile ai bambini. Ma è uno sport. Il saluto, l'inizio, lo spogliatoio,  la partita-combattimento a squadre sono atout importantissimi in mondo dove c'è chi dice che Falcone è un fango e nessuno pensa di dire mezza parola di condanna. Ma prima del terzo tempo non bisogna dimenticare che se giocano altri 2. Ai giovani bisogna vendere lo sport, per fargli capire quali sono i valori. Bisogna essere preparati. tutto ciò "macroeconomicamente" nello specifico credo che avere un to numero di under 21 obbligatoriamente in campo per 50 minuti in eccellenza sia una buona soluzione. 

----Messaggio originale----
Da: totorugby a yahoo.it
Data: 24/06/2013 11.45
A: "rugbylist a rugbylist.it"<rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: I: R: [RUGBYLIST] Scozia Italia

Il problema BASE è che in Italia non si conosce affatto il rugby, inteso come tecnica individuale/collettiva e come strategia di gioco.
I molti e bravi allenatori stranieri hanno                         lasciato nulla o molto poco.

A parte un tentativo con Coste e, più indietro nel tempo, con Villepreux non si è mai costituita una "scuola tecnica" vera.
Come possiamo insegnare a giocare bene se chi lo insegna (salvo rare eccezioni) non conosce nemmeno lui i gesti tecnici?
Come si fa a capire se un ragazzo di 17/18 anni può diventare un campione (e quindi inserirlo in un programma di preparazione specifico in modo da averlo pronto per l'alto livello internazionale a                       20/21 anni) se chi osserva non sa nemmeno cosa sono i parametri di accrescimento corporeo e sviluppo psico/fisico?

E sto parlando di nazionale....
Figuriamoci a livello di rugby di base!!!!!

L'altro giorno ho visionato insieme ad un genitore una serie di filmati relativi ad un torneo U8 a cui                       partecipava il figlio (molto promettente). Su circa 10 minuti di registrazione di ogni partita l'80% era relativa al saluto iniziale ed a quello finale. Mentre queste erano in presa ravvicinata le riprese relative al gioco erano a campo largo e distante (persino il genitore faceva fatica a riconoscere il figlio). In sottofondo si sentiva l'allenatore che urlava consigli del tipo: "su, su!", "avanza", "aiutalo", "spingi".... Con critica finale al ragazzo perché, grande e grosso, non entrava nei "raggruppamenti" (quelle masse informi di bambini tipiche del propaganda).
Io ho giocato qualche anno e, sinceramente, avrei fatto fatica a capire il soggetto di riferimento delle indicazioni di un siffatto "allenatore".
Parlando con il bambino sul fatto che non entrasse nelle "mischie" (il suo allenatore ai genitori aveva detto che "è grande e grosso ma ha paura", facendoli preoccupare) questi mi ha risposto: "tutti i miei compagni erano dentro il raggruppamento e se la palla usciva io ero pronto a placcare od ad attaccare". Io allora gli ho chiesto come mai, essendo lui il più, forte non prendesse la palla per primo così da non aver bisogno di mettere nel raggruppamento tanti altri compagni e lui mi ha risposto: "io volevo ma l'allenatore/arbitro non mi dava ma i la palla perché ero il più grosso e la dava ai più piccolini che hanno paura a giocare per primi".

In Italia non siamo alla carenza di basi tecniche ma alla carenza di coerenza in assoluto....
 
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: "antoniomangano1962 a libero.it" <antoniomangano1962 a libero.it>
A: totorugby a yahoo.it; "rugbylist a rugbylist.it"                             <rugbylist a rugbylist.it> 
Inviato: Lunedì 24 Giugno 2013 10:02
Oggetto: R: [RUGBYLIST] Scozia Italia

Concordo su molte cose soprattutto sul punto 3 e sul 2. Ma bisogna fare anche un'analisi diversa. A giugno si può anche staccarsi dalla singola partita e guardare ad altro. Mi spiego. E' vero che la Scozia aveva i migliori con i Lions ma noi ne                               abbiamo cambiati un "tot". Ora bisogna intendersi su chi sono i cosiddetti "titolari" e chi "le cosidette seconde scelte". Il problema sta qua. C'è in qualcuno un affaticamento notevole che va                               oltre ma anche un certo utilizzo                               eccessivo. Contratti? mancanze di alternative? boh. Comunque bisogna ricordarsi che solo qualche anno fa se non giocavamo con la Scozia con i 15 "quelli giusti" erano c...amari e quando vincevamo era perché quei 15 li avevamo gestiti negli incontri precedenti. Oggi possiamo giocarci cambiando buona parte dei                               senatori. Prima fatta salva una vittoria con l'Inghilterra con la A erano dolori. Oggi bene o male mettiamo in campo una dignitosa "Emergenti". Il problema è come dice Salvatore bisogna far giocare i giovani quelli veri. Che da noi maturano dopo. Forse occorre che si metta mani prima ancora dell'eccellenza o TopX che dir si voglia al campionato under 18/20 e all'utilizzo in eccellenza dei migliori prospetti. Il campionato 18/20 è il nostro ventre molle. 

----Messaggio originale----
Da: totorugby a yahoo.it
Data: 23/06/2013 17.54
A: "rugbylist a rugbylist.it"<rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: I: [RUGBYLIST] Scozia Italia

Non volevo commentare nulla ma il fatto che ci sia qualcuno come Giandomenico che pare abbia visto la partita mi ha fatto cambiare idea.
 
Questo tour conferma alcune cose:
1. L'apporto di Brunel è minimo. Lontano dai tecnici di Treviso i nostri giocatori perdono concentrazione, automatismi e piano                                     di gioco. Non so se sia colpa del tecnico francese o dell'ambiente azzurro ma i risultati sono evidenti. Il Sudafrica in piena preparazione era evidentemente fuori dalla nostra portata ma Samoa e, sopratutto, la Scozia senza i migliori giocatori nazionali (mentre noi eravamo al completo a parte alcune scelte "scellerate") erano ampiamente alla nostra portata.
2. Se non si sperimentano i giovani (quelli veri) in questi                                     incontri con la scusa di dover fare il risultato e poi i risultati non                                     arrivano si è completamente fuori strada in prospettiva futura.
3. L'attaccamento alla mischia chiusa è condivisibile ma l'incidenza di questa nel rugby moderno è minima. A parte quando si gioca a 5 mt dalla linea di meta è solo un "esercizio di stile". Se devo impegare 8 uomini per fare spettacolo per poi non riuscire a giocare un pallone di qualità in avanzamento perché le terze avversarie non vengono coinvolte, l'unico risultato è di                                     avere 5 uomini che camminano e non                                     riescono ad essere incisivi nei punti d'incontro. Roba che nemmeno in serie C si vede (anche grazie ad un regolamento che favorisce l'azione oltre le rimesse in gioco).
4. Discorso diverso è la rimessa laterale, rimessa in gioco dinamica e strettamente collegata all'azione palla in mano. A quanto pare a noi italiani, però, questa non interessa e non l'alleniamo.
 
Che dire ancora?
Se fosse vero che la                                     stanchezza ha influito sulla                                     prestazione, come mai i Lions viaggiano a velocità stratosferiche? Forse che i samoani non erano                                     impiegati nei campionati inglese e francese?
 
Probabilmente però io non sono un esperto... Magari non ho osservato con attenzione gli inni nazionali...
 
P.S. Per favore Sigg. di SKY,                                     se volete invitare ancora a commentare le partite Bergamasco, fategli trovare le risposte già scritte da qualcuno con un po' di esperienza. O al massimo che faccia                                     solo gli stacchetti musicali come a "Striscia la Notizia" fanno le veline... 
 
Salvatore Messina
----- Messaggio inoltrato -----
Da: Gian Domenico Mazzocato <giandoscriba a giandomenicomazzocato.it>
A: RUGBYLIST <rugbylist a rugbylist.it> 
Inviato: Domenica 23 Giugno 2013 17:15
Oggetto:                                         [RUGBYLIST] Scozia Italia

Scusatemi, io ho visto una squadra molle (Italia) contrapposta ad una Scozia dai punti deboli evidenti, ma non presi di mira. Nel contesto delle durissime sconfitte da SA e Samoa (questa davvera una                                                 bastonata nei modi e nelle misure) non vedo che ci sia da vedere in termini di progresso.
Certo, il passo più lungo della gamba.
All ItalTreviso si chiede Heineken, Celtic, 6 Nazioni, tour vari.
Che si                                                 vuole, anche un polmone?
Quella sconfitta con la Scozia è l'immagine di un gigante (un gigantino toh) dai piedi di argilla che si regge su alcuni paradossi: un solo club a dare il                                                 nucleo della squadra, qualche senatore che sta spendendo le ultime monetine, quel club allenato da una scuola con cui Brunel non va certo d'accordo.
Il gigantino cade spesso e si fa un mare di male.
gian domenico
 
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