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[RUGBYLIST] Italia u.18 sconfitta dalla Georgia

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Gio 28 Mar 2013 00:46:30 CET


Mi permetto di porre una domanda alla list: siamo sicuri che esista linearità tra i risultati dell'U18 e gli sviluppi delle rappresentative maggiori? Non è un pò forzato trarre da una sconfitta (o anche da più di una) delle conclusioni universali sulla nostra situazione? Pur concordando con alcune analisi dei problemi del nostro bacino giocatori e delle insufficienze scolastiche di formazione, dubito della generalizzazione dei giudizi. Per esempio gli U18 giapponesi attualmente in torneo europeo in Francia sono andati bene, hanno superato i nostri, ma dovremmo forse concludere che il Giappone sia rugbisticamente superiore all'Italia? Mi sembra un pò azzardato evincere giudizi di larghissimo respiro in questo campo minato che è lo sviluppo psicofisico dei giocatori. In molti sport certamente le graduatorie U18 si rovesciano negli anni successivi. Questo avviene anche in discipline dove abbiamo una tradizione olimpica rilevante. E' certamente ottimo affidarsi ad una diversa e migliore educazione motoria: ma rimaniamo ben consci che il passaggio da un buon giocatore ad un grande o grandissimo giocatore non è un processo pienamente razionalizzabile, perché la trasformazione dello sportivo contiene un elemento prevalente di mistero, di crescita del proprio sé e di assorbimento assolutamente non lineare delle conoscenze. Non vorrei andare nella pura filosofia, ma il mistero della trasformazione e crescita di un atleta c'è tutto e dipende a mio avviso dalla storia e dalla cultura di un movimento. Ogni nazione ha i suoi codici e non sono del tutto spiegabili. Questo a maggior ragione se (come dimostrano le visite militari) la fragilità anche psicologica dei giovanissimi di oggi è maggiore che non nel passato. Francamente non drammatizzerei il significato di un match! I georgiani hanno vinto forse perché erano più in forma dei nostri! D'altra parte, qualche dubbio sugli attacchi massicci ai nostri formatori e preparatori ce l'ho. L'Italia ha una cultura scientifica-sportiva di rilievo. Evidentemente questa cultura agisce su una élite invece che su una massa di sportivi. Ma che io sappia l'Irlanda si trova in una situazione molto simile alla nostra (vedi anche numero di tesserati e concentrazione in pochi clubs).  
g.ciraolo         
  ----- Original Message ----- 
  From: athos.fba 
  To: rugbylist a rugbylist.it 
  Sent: Wednesday, March 27, 2013 8:59 PM
  Subject: Re: [RUGBYLIST] Italia u.18 sconfitta dalla Georgia


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  Concordo anche io con Salvatore, fatto salvo che nelle piccole e medie e grosse società rugbystiche italiche non credo sia più sufficiente "serietà e coerenza, da buoni padri di famiglia, magari senza grandi capacità  ma con molta umiltà  (vera) e voglia di crescere e, sopratutto, imparare mettendosi in discussione"  ma ci voglia professionalità programmazione e scelte drastiche sulle scelte dei formatori. 
  Purtroppo anche in questo le risorse economiche sono totalmente insufficienti...soprattutto per il rugby di base...

  Piccola provocazione, siamo stati battuti dalla Georgia U18, magari con il tempo anche la Nazionale Georgiana diverrà ultra competitiva, allora mi chiedo / vi chiedo che sistema formativo scolastico-motorio adottano ?

  O vengono tutti dalle campagne come da noi fino agli anni '50/'60 che si viveva infanzia e adolescenza all'aria aperta in qualsiasi stagione sviluppando autonomamente schemi motori di base e complessi e relazioni non sempre pacifiche ???  

  Quali sono i percorsi formativi rugbystici e i programmi di formazione atleti/allenatori che adotta la loro Federazione ? 
  Sono tutti tecnici IrB ? 
  O francesi ?? 
  O altro ???

  Grazie per le risposte_

  Fabio_



    ----- Original Message ----- 
    From: ilfalco7 a libero.it 
    To: rugbylist a rugbylist.it 
    Sent: Wednesday, March 27, 2013 7:56 PM
    Subject: R: [RUGBYLIST] Italia u.18 sconfitta dalla Georgia


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    Mi tocca concordare con l'amico Messina edd aggiungere poche cose.

    Il confronto con gli anni passati perchè anche le altre nazionali non avevano la struttura delle accademie anzi lo junior anglosassone era molto legato al rugby scolastico.

    Oggi le nazionali juniores sono di livello assolutamente superiore in particolare dal punto di vista fisico anzi strutturale.

    Il percorso formativo della fir nella costruzione dei tecnici è migliorato moltissimo a mio parere creando un percorso serio e di qualità ma non sufficente da solo a preparare i tecnici.

    Serve per dare un'attestazione del livello e per la formazione in alto e per i seniores ma per la formazione dei tecnici dei bambini più piccoli fino a 14 anni serve un maggior approfondimento sulle qualità motorie sulla fisiologia sul saper trasmettere e sulla psico pedagogia, insomma quello che una volta facevano i laureati in scienze motorie ex isef che erano in gran numero ed oggi pochi.

    ma credo che il problema maggiore è delle capacità motorie con cui arrivano i ragazzi alle accademie.

    E' assolutamente insufficente e nettamente inferiore a tutti gli altri ragazzi perchè il nostro sistema scolastico è l'unico nei paesi civili dove nella scuola l'educazione motorie e completamente assente.

    Nelle scuole primarie non c'è e i maestri non hanno nessuna competenza. Nelle secondarie ci sono gli insegnanti ma non le strutture poche e brutte palestre zero campi da gioco.

    I notri ragazzi arrivano con troppe lacune che a 15 anni sono oramai incolmabili.

    La base motoria troppo stretta non permette di alzare una piramide adeguata , le fondamenta sono fragili.

    Insomma non tutte le colpe sono di chi lavora sul rugby, forse si dovrebbero inserire dei lavori...rivoluzionari........... per esempio l'acrobatica che permette una rapido aumento degli schemi motori.

    Insomma qualcosa che nessuno fa e che ci permetta di anticipare gli altri.













     



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