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[RUGBYLIST] R: un dubbio su Brunel

ilfalco7 ilfalco7 a libero.it
Gio 27 Feb 2014 22:57:06 CET


Solo per precisare. .... lo sparo del cannone è dal gianicolo


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-------- Messaggio originale --------
Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it> 
Data:27/02/2014  11:01  (GMT+01:00) 
A: rugbylist a rugbylist.it 
Oggetto: [RUGBYLIST] un dubbio su Brunel 

Pierre Berbizier ha rilasciato un intervista sull'attuale CT della nazionale francese (Philippe de Saint-André) che trovo interessante. A mio parere ci riguarda. Berbizier si chiede se il suo pupillo di una volta (appunto Saint-André) oggi CT dei "bleus" sia all'altezza del suo incarico. Si chiede se il CT francese si stia comportando come allenatore o come manager della Nazionale. Nei primi anni novanta Saint-André era un  giocatore leader mentre adesso sembra abbandonarsi a commenti sterili sui propri giocatori. Non stimola. Sembra che si stia comportando da manager, non da allenatore.
E' anche il caso di Brunel? E' indubbio che Brunel dovrà scegliere il suo ruolo. Attualmente penso che sia a metà tra un manager ed un allenatore. Un allenatore deve coltivare il suo giardino, deve riservare le sue critiche allo spogliatoio, non può pubblicizzare messaggi che causano insofferenza. Deve motivare parlando agli occhi ed al cuore dei suoi. Deve cercare nuovi talenti anche dove vi sia al momento solo qualche elemento di interesse. Deve essere inflessibile sulla forma fisica: o ci sei o non ci sei!         
Adesso c'è l'Irlanda alle porte, ma io aspetto l'Inghilterra! Chi ha dimenticato l'incontro di 2 anni fa all'Olimpico, con un ghiaccio forte che chiedeva un cuore da scaldare? Si può dimenticare l'intercetto e la libertà del nostro giocatore che corre verso la meta e poi il regalo finale concesso ai bianchi su una mancata liberazione? Come dimenticare le comitive provenienti da tutta Italia che hanno superato un maltempo storico sotto lo sguardo tollerante ma costante degli educatori? In quell'occasione mi sono convinto che il rugby italiano non è solo chiacchere, non è solo pellegrinaggio in pochi luoghi (sia pur rispettabili) vicini alla Repubblica di Venezia. In quel giorno mi sono convinto che un futuro per il rugby italiano esiste. Il 15 marzo all'Olimpico non ci saranno oltre cinquantamila persone come nel 2012, ma prevedibilmente oltre settantamila. Sarà come una finale di campionati del mondo di calcio! I biglietti di curva sono già esauriti da molto tempo e tre miei amici (non appassionati di palla ovale) che non vengono mai insieme con me allo stadio hanno scelto quest'anno di chiedermi, con grandissimo anticipo, di acquistare il biglietto di Italia-Inghilterra anche per loro.
Perché l'Inghilterra e non la Scozia? Il kilt è molto più bello della rosa!
Diciamocelo francamente...il fascino del God save the Queen non lo possiede nessun altro inno nazionale. Ma il 15 marzo, esattamente all'ora di pranzo e poco dopo lo sparo del cannone del Quirinale, sessantamila persone canteranno come se ognuno fosse Goffredo Mameli.
I giocatori inglesi saranno confrontati, credo, ad una spinta di volontà collettiva forse superiore ad ogni loro match del 2014.
Non so come andranno le cose, non faccio pronostici, ma in ogni caso l'Olimpico per la prima volta assolutamente completo vivrà una giornata memorabile!
giov.           
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