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[RUGBYLIST] R: R: Re: Malagò e la Scuola

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Mer 30 Lug 2014 14:49:10 CEST


Parole giustissime in specie quelle relative agli insegnanti che dovrebbero essere più vicini possibile agli allievi e responsabilizzati per obiettivi. Purtroppo siamo in periodo di taglio indiscriminato dei fondi alla scuola salvo concessione da parte del Ministero istruzione di singoli finanziamenti per progetti molto speciali. I fondi ministeriali allo sport ed in particolare all’attività motoria sono stati tutti tagliati, non vengono abitualmente ripresentati per gli stessi alunni e si procede in molte scuole al ridimensionamento continuo dei progetti motori favorendo poi in uscita verso il liceo le discipline sportive di maggioranza. Talvolta per conservare un’attività motoria va affiancato all’insegnante un esperto del CONI ed assicurare con il comune il trasporto degli alunni etc.. Purtroppo in Italia non c’è quasi mai una soluzione complessiva alle cose ma tanti pezzetti di soluzione alcuni dei quali tu stesso Jeppo descrivi. Oltre alla difficoltà di rifinanziare i corsi per insegnanti guardiamo anche ai compensi. Se confrontiamo i compensi dei nostri insegnanti di specialità rispetto agli altri paesi europei nessun paese come il nostro ha professionisti (comunque essi siano) così mal pagati e che lavorano troppo poco. Una scure sulla spesa pubblica per la scuola come quella calata per l’Italia secondo me non c’è stata in nessun altro paese. Certo, l’organizzazione delle attività è molto importante  ma a mio parere si devono anche cercare nuove fonti di finanziamento e di manutenzione delle strutture, persino il microcredito, e comunque occorre coinvolgere i genitori. I contributi debbono venire anche da loro ma soprattutto da ditte locali e dal credito cooperativo che per statuto (ma non solo per statuto) deve investire a piccole dosi sul territorio, sulle sue strutture e quindi in primo luogo sulla scuola. In Toscana, per esempio, questo mi sembra assai diffuso. Ma in tutta Italia per esempio nelle belle arti e nella cultura si sta cercando di bypassare (nel caso specifico, con la nuova legge di Franceschini) gli ostacoli alla buona gestione locale coinvolgendo i privati sui monumenti e sui musei.      

 

Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Andrew
Inviato: mercoledì 30 luglio 2014 11.34
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: Re: Malagò e la Scuola

 

Uno dei principali problemi che ho incontrato nelle scuole elementari è che i docenti responsabili per l'educazione motoria non sono sempre a tempo pieno presso la scuola. A meno che questi responsabili particolari sono disponibili, le classi non possono prendere parte di educazione motoria. Il 75% di questi 'responsabili' non fare altro che sedersi e guardare, in genere correggere compiti, ecc..

ad esempio; Ho accettato di collaborare con una delle nostre scuole elementari locali per insegnare 5 lezioni per classe di attività motorie utilizzando Tag Rugby in alcune lezioni. Ci sono un totale di 14 classi. Gli insegnanti responsabili per educazione motore non sono sempre a scuola a tempo pieno, in modo che le lezioni sono 2 o 3 il Lunedi mattina; 2 o 3 il Mercoledì, un po’ il Giovedì, ma con una pausa per il pranzo e poi ultima lezione nel pomeriggio, e alcune lezioni di Venerdì mattina e Sabato mattina. La scuola non è in grado di essere flessibili nella pianificazione calendario, come esiste lo stesso caos con altri soggetti; ossia italiana; matematica, lingua, ecc.

Aggiungete a questo situazione un altro in cui il dirigente scolastico non solo "comande" questa scuola, ma anche un altro nello stesso circolo didattico aggiungendo l’obbligo visitare anche l'altra scuola elementare nel villaggio vicino. Stessa situazione calendario con gli insegnanti che vanno e vengono.

In genere questa situazione è gestibile se un club può trarre profitto da un insegnante (si ricordi che nelle scuole elementari il 'coach' deve essere un insegnante di educazione fisica laureata/qualificata) chi è disoccupato o pensionato. Molto pochi club possono trovare questa persona in particolare e dei fondi per consentire loro di lavorare con un programma così incoerente.

Questa è quindi una situazione in cui F.I.R. dovrebbe rivedere i propri obiettivi e il finanziamento che è dedicato a questi piani, e di offrire un supporto professionale e spese decente a quelli personale qualificato trovati dai club?

E il momento di rivedere le qualifiche attuale del personale a tempo pieno in F.I.R., e di imporre anche ‘indicatori di performance’? A meno che non ci sono obiettivi specifici controllati da un organismo indipendente, allora come possibile che la gente può essere ritenuti responsabili? Nella storia della F.I.R. quanti dipendenti sono stati effettivamente licenziato perché semplicemente non hanno raggiunto i loro obiettivi?

Invece di pagare per i dipendenti a viaggiare per il mondo alla ricerca di talenti da importare, forse è il momento di credere che 'la beneficenza comincia in casa'.

Jeppo

 

From:  <mailto:ilfalco7 a libero.it> ilfalco7 

Sent: Wednesday, July 30, 2014 7:30 AM

To: mailto:rugbylist a rugbylist.it 

Subject: [RUGBYLIST] R: Re: Malagò e la Scuola

 

 

Jeppo ha compreso appieno il nostro disastro educativo. Se non si riforma in modo profondo compreso la parte architettonica la scuola non ne veniamo fuori. Si salvano le scuole dei piccoli centri che spesso si appoggiano ad impianti vicini ma nelle città è un disastro. E personalmente penso che le societa e la fir non sanno entrare nel mondo della scuola e non spendono risorse e conoscenze x un progetto strutturato che possa essere adattato a diverse realtà territoriali.

 

Inviato da Samsung Mobile.






-------- Messaggio originale --------

Da: Andrew 

Data:28/07/2014 09:45 (GMT+01:00) 

A: rugbylist a rugbylist.it 

Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Malagò e la Scuola 

 

Non credo che stiamo discutendo la scelta dello sport, ma cercando invece di sottolineare l'importanza del gioco (play) come veicolo per migliorare le abilità motorie e di coordinamento. Bambini in età prescolare non dovrebbero mai essere messi in una situazione in cui vi è un accesso limitato alle molte esperienze, in particolare quando la possibilità di interagire con gli altri e imparare l'importanza della condivisione e lavoro di squadra. Questa dovrebbe essere una priorità in gruppi pre-scuola, asilo ecc., anche se ci possono essere pressioni dei genitori di partecipare ad altre attività più specifiche. Sarebbe difficile negare un bambino di 6 anni di età la possibilità di provare uno sport come il rugby quando suo fratello o sorella sono in campo divertendo in maniere meraviglioso osservato dal bambino più piccolo.

Personalmente ritengo che non ci sia abbastanza enfasi in Italia per quanto riguarda l'insegnamento semplici abilità motorie, e la mancanza di impegno dimostrato da insegnanti e infatti pianificatori è evidente; cioè l'autorità locale ha costruito una nuova scuola elementare nel nostro paese, senza alcuna disposizione per giocare all'aperto. I bambini passano quindi il loro tempo di ricreazione mattina e il pomeriggio seduti nella loro aula.

Questo è forse dove il problema comincia ...

Jeppo

 

From:  <mailto:jxcira a tin.it> Giovanni Ciraolo 

Sent: Saturday, July 26, 2014 1:24 AM

To: rugbylist a rugbylist.it 

Subject: [RUGBYLIST] R: R: R: Re: I: Re: Malagò e la Scuola

 

Il vostro dibattito è a tratti molto interessante ma, mi chiedo, non è che state sottovalutando l’aspetto psicologico – imitativo nell’apprendimento e scelta di uno sport?

In molti casi, i bambini e gli adolescenti nell’orientarsi verso una disciplina sportiva lo fanno per imitare qualcuno o tutti: c’è sempre qualche “fico”che ha una personalità più attraente e autorevole e che genera il bisogno di fare come lui. Questo è evidentissimo a partire dalle classi pre – liceali dove i nostri adolescenti giuocano a calcio non perché necessariamente sia lo sport più piacevole ma in quanto … così fan tutti! Poi se invece ho uno zio-cugino che stimo moltissimo e che gioca a rugby sarò chiaramente invogliato anch’io a giocare a rugby. Non sempre in modo lineare in una situazione socio-sportiva come la nostra che ha forti contenuti di dispersione e insufficiente responsabilità.  

In età infantile la scelta di uno sport invece di un altro può essere semplicemente il frutto di un consiglio prettamente medico. Ad una bassissima età può essere consigliato lo sci per l’ottimo contributo che dà allo sviluppo neuro-muscolare e successivamente si può proporre il nuoto per altre ragioni. A mio parere non si deve parlare di una pluralità di sport ma piuttosto di discipline adatte a sviluppare qualcosa in un certo momento oppure no. Per quella che è poi  la scelta sportiva principale oltre l’adolescenza vanno, ripeto, presi in grande considerazione gli aspetti imitativi. L’agonismo per essere soddisfacente richiede guide e sacrifici ma questi devono essere dosati nel tempo altrimenti si creano dei piccoli mostri che soddisfano non il giovane ma i suoi genitori (e forse nemmeno loro).

g.ciraolo      

 

Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Andrew
Inviato: venerdì 25 luglio 2014 20.58
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: R: Re: I: Re: Malagò e la Scuola

 

Abbiamo bisogno di mettere le cose in prospettiva.


I bambini all'età di pre-scuola; cioè 3/4/5 anni, non sono in grado, e quindi non capirà; un gioco così complesso come il rugby. 
Essi non sono in grado di comprendere qualsiasi gioco che richiede l'attività di squadra, sono solo in grado di percepire le competenze orientati a motore individuali. 

Fino a quando sono circa 8/9 anni; il loro mondo è intrinseca. Non dobbiamo essere portati via da l'idea che ci porteremo RUGBY in gruppi pre-scuola. 

Quello che possiamo fare però è strutturato e specifiche attività di competenza motore con una varietà di strumenti che possono includere una palla ovale (e magari una rotonda, una forma quadrata, un ostacolo, un frisbee, una pallina da ping pong ecc;) 
Se la scuola o il gruppo per bambini è fortunato ad avere un gruppo disposto e preparato di educatori, da un club di rugby; per aiutare, poi è l'offerta.

Jeppo 

 

From:  <mailto:totorugby a yahoo.it> Salvatore Messina 

Sent: Friday, July 25, 2014 7:51 PM

To: rugbylist a rugbylist.it 

Subject: Re: [RUGBYLIST] R: R: Re: I: Re: Malagò e la Scuola

 

Non sono assolutamente d'accordo! Iniziare a 6 anni con una sola disciplina è un gravissimo errore e crea grossi problemi. I bambini DEVONO iniziare con psicomotricità e poi multidisciplinare. Solo DOPO aver praticato vari sport sceglieranno quello che più gli piace e sopratutto quello che più si adatta alle proprie caratteristiche.

Continuare su questa strada non solo ci troverà contro l'intero mondo scolastico ma ci porterà a fare lo stesso errore commesso dalla attuale gestione delle accademie FIR.

 

Su M.O. di questa settimana c'è una bella intervista a Skrela, l'attuale capo della scuola di formazione della Federazione Francese che affronta le stesse tematiche confrontandosi con il sistema anglosassone.

 

Salvatore Messina

 

Il Mercoledì 23 Luglio 2014 18:42, "gima_g a libero.it" <gima_g a libero.it> ha scritto:

 

ecco la verità !!!!!!!  

vedete che in molti la PENSIAMO NELLO STESSO MODO ?

Adesso dovremmo cercare di far dire la loro anche a chi legge ma non vuole esternare pubblicamente. Probabilmente potrebbe crearsi un gruppo per far sentire la propria voce anche ai piani alti e chissà che dopo le cose, con persone diverse, possano cambiare.

Un abbraccio a tutti

 

Giorgio

----Messaggio originale----
Da: solorugby a libero.it
Data: 22/07/2014 11.48
A: "rugbylist rugbylist"<rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R: Re: I: Re: Malagò e la Scuola

L'attuale progetto scuola non serve al rugby italiano. Serve solo all'ideatore del progetto , che per mantenerlo viene pagato profumamente dalla FIR. I risultati sono pessimi. Un serio progetto scuola federale deve avere il suo massimo sviluppo  a partire dalla prima elemenatare, se no addirittura dalla scuole materne. Solo così si potranno avere dei risultati superiori a quel minimo 3% attuale. Il progetto FIR dovrebbe prevedere un protocollo d'intesa con il MIOR nel quale la FR si dovrebbe impegnare , in collaborazione con le società, a fornire gli insegnanti/educatori alle scuole primarie e dell'infanzia a titolo gratuito e così, statene certi , che quel 3% supererebbe almeno il 20%.

Saluti GA

----Messaggio originale----
Da: giorgioxt a email.it
Data: 21/07/2014 19.11
A: "rugbylist rugbylist"<rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: Re: [RUGBYLIST] I: Re: Malagò e la Scuola

Ciao da Giorgio

Il giorno 21/lug/2014, alle ore 17:22, Salvatore Messina ha scritto:






Quantificare la riuscita o meno di un progetto di sport scolastico con quanti ragazzi vadano poi a praticare uno sport agonistico presso il club è sbagliato e fuorviante.

 

C'è un malinteso : i dati che ho fornito, presi in un convegno del CIV , si riferivano quanti ragazzi coinvolti nel "Progetto Scuola" - che và avanti da oltre 5 anni - diventavano poi tesserati (e quindi a giocare sul serio per un club qualsiasi) risultato , meno di 3 su 100 - chiedersi se funzioni, soprattutto visto i costi , mi pare il MINIMO.

 

I club (almeno quelli veneti che conosco) NON sono coinvolti nel  "progetto scuola" FIR; quasi tutti fanno interventi nelle scuole di proselitismo ed informazione.

 

Ripeto : io sono completamente scettico sul fatto che la scuola possa risolvere i problemi del nostro sport, soprattutto visto l'offerta che hanno avuto i miei 3 figli , hanno fatto 

licei diversi o istituto tecnico , in tutti i tre casi le ore REALI di E.F. sono state meno di un terzo di quelle ad orario, vuoi perché serviva il bus per andare alla palestra, vuoi perché alcuni supplenti facevano solo TEORIA, vuoi per pura e semplice poca volontà.

 

Io vedo il problema da due aspetti : 

- Da genitore , se potessi non li avrei per nulla mandati ad E.F. ! il lavoro che hanno fatto nel club, dal minirugby in poi è stato MOLTO ma MOLTO PIU' SERIO, ATTENTO E BEN FATTO

- Da appassionato di rugby , il mio obiettivo è di avere quanti più bambini e ragazzi possibile ad allenarsi e giocare sui nostri campi, anche perché l'approccio al rugby è MOLTO semplice : non può lasciare tiepidi, il ragazzino o bambino o lo rifiuta del tutto subito o si innamora . Credo poi che sia veramente impossibile costringere qualcuno al rugby se non lo ama .






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