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[RUGBYLIST] I: R: Nazionali

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Mar 24 Giu 2014 09:23:48 CEST


Esattamente!

Ritorniamo quindi ai clubs, i quali devono INVESTIRE (non tanto e non solo economicamente) nella formazione di qualità, magari anche lasciando perdere le attività giovanili in proprio quando non ci sono "forze" sufficienti, unendosi con altre società della zona sulla base di progetti comuni e programmi documentati. Allargare numericamente la base è fondamentale ma non è tanto il numero dei tesserati quanto delle realtà societarie l'obbiettivo dell'espansione. Tanti piccoli centri sportivi in un'area raggiungibile da tutti ma abbastanza vasta da sostenere congiuntamente un'attività sportiva giovanile di qualità, con i migliori tecnici della zona.
Cambia molto avere una decina di bambini seguiti da un "volontario" piuttosto che 30/40 seguiti da un tecnico specializzato, professionale ed economicamente sostenuto in questa attività.

Compito di una federazione sarà poi quello di monitorare l'attività, coordinare le varie zone all'interno di un'area più vasta e gestire le selezioni dei migliori profili a livello provinciale/regionale. Per poi metterli in competizione con altre regioni e poi a livello internazionale.

Ma è la base che deve reperire i fondi locali, le strutture e i tecnici. Magari con contributi allo sviluppo. Sicuramente attraverso organismi che provvedano al censimento delle strutture sportive disponibili e magari raccolgano i potenziali sponsor locali partendo dal livello nazionale (magari nella zona interessata ha sede una grossa azienda nazionale/multinazionale che potrebbe sponsorizzare su due livelli, un po' come avviene con la Micheline nell'area di Clermont-Auvergne).

Tutto questo che oggi può sembrare di difficile comprensione nascerebbe naturalmente nel momento in cui si uscisse dalla visione del rugby come sport e non solo come terzo tempo/attività ludico-ricreativa.

 
Salvatore Messina


Il Lunedì 23 Giugno 2014 20:06, Antonio Mangano <antoniomangano1962 a libero.it> ha scritto:
 


Io posso portare la mia esperienza. Il mio club che quest’anno inizia il V
anno di attività. Ha integralmente sposato il rugby scolastico. Lo scorso anno
con la collaborazione di 3 enti scolastici ma fondamentalmente 2 siamo passati
dalla under 12 del prmo anno e un 14 con 6 concentramenti a una 18 una 16 una 14
e 3 12 con una media di tesserati frequentati nelle categorie più vecchie di
circa 20/25 atleti abbiamo più sofferto con la 16 perchè avevamo un buco di
reclutamento con i 1998. Si può anche parlare della qualità. ma non è questo il
punto. Ma per andare nelle scuole occorre una professionalità notevolissima se
si vogliono ottenere risultati. E la scuola deve essere coinvolta in un processo
dove percepisce che la società non sta razziando i suoi atleti ma sta offrendo
qualcosa che possa aumentare la sua appetibilità e perseguire i suoi obiettivi
dai GSS alla possibilità di aumentare le sue entrate.
 
From: Salvatore Messina 
Sent: Monday, June 23, 2014 6:36 PM
To: rugbylist a rugbylist.it 
Subject: Re: [RUGBYLIST] I: R: Nazionali
 
Diciamo che qua non si tratta
della mia o della tua opinione, si tratta di logica.
Hai ragione ma....
 
Purtroppo,
se si parla di promozione del rugby a livello scolastico, i dati sono
peggiori.
 
Se
per allenare i ragazzi al pomeriggio servono allenatori part-time, per operare a
scuola servono allenatori full-time. Andare a scuola per fare una dimostrazione
di rugby serve a nulla. Bisogna stabilire un programma, concordarlo con la 
direzione didattica e poi applicarlo. Diciamo una media di 5/6 lezioni di un
paio d'ore a classe. Su tre classi medie per 3 sezioni (di media) abbiamo un
totale di 90 ore di lezione. Questo solo per un paesino di poche migliaia di
abitanti. Immaginiamoci una cittadina con 4/5 scuole medie, con relative classi
e sezioni. Il monte ore totali comincia ad arrivare a qualche mese di lavoro!!!!
Da svolgere entro un periodo ben preciso (non posso iniziare con una scuola a
settembre e finire con un'altra a giugno). Senza contare le elementari e,
volendo, le superiori....
 
Non
basta certo un tecnico federale. Ce ne vorrebbe uno per ogni progetto
scolastico.
 
Quindi
allenatori, educatori scolastici, tecnici formatori federali, formatori di 
club.... Esiste un progetto simile: quello francese! 
 
Con
la piccola differenza che in Francia l'attività sportiva è a livello scolastico
(gestita quindi dagli insegnanti/tecnici federali).... e pare pure che nemmeno i
francesi se la stiano passando bene a livello di risultati della
nazionale....
 
Il
fatto è, signori, che nessuno ha voglia e tempo per mettere in piedi un progetto
come quello di Andrew. Costa fatica e soldi e TANTA PROFESSIONALITA'  e
competenza.
E
torniamo alla base che piange miseria ma non si cerca un lavoro serio per
campare....
Salvo
eccezioni, fortunatamente non pochissime.
 
Salvatore Messina
Il Lunedì 23 Giugno 2014 17:02, Oliver63
<lucaoliver63 a gmail.com> ha scritto:






Non discuto le tue cifre, forse per gli educatori è sufficiente un
contributo più basso, non è detto che sia per tutte le categorie e in parte
ovviamente deve essere sostenuto dalle società con le quote di iscrizione.
Parlo però di aiuto al reclutamento.
Qui secondo me la
Federazione può fare tanto con tecnici specializzati (e pagati dalla FIR,
ovviamente) mandati in giro per le società a fare formazione agli educatori e a
fare essi stessi attività presso le scuole o altre situazioni in cui è possibile
fare reclutamento (eventi, campi estivi, grest).
Non si tratta di
numeri "finti", bensì di numeri "veri" da regalare al movimento: bambini/ragazzi
che poi vengono con le famiglie al campo e si tesserano. 
Aumentando il numero di tesserati "veri" fai "massa critica", 
consenti di avere maggiore competizione nei momenti di confronto/crescita
(concentramenti propaganda, campionati regionali) per avere poi campionati elite
più selezionati. 
Da tutto questo ottieni più qualità.
E' una mia idea eh, per carità, può pure essere sbagliata, ma non
credo sia molto lontana da quello che pensano in contesti più qualificati.

Ciao.
Luca 


Il 23/06/2014 12:57, Salvatore Messina
ha scritto:

Sarebbe bello ma.... Facciamo due conti. Quanti sono i club in Italia?  Ipotizziamo circa 500 club. Le categorie giovanili sono 7 e ciascuna ha bisogno di un allenatore qualificato (laurea in Scienze Motorie più brevetto FIR almeno di 1° livello) stipendiati con almeno 500 euro al mese ciascuno. Fanno solo di tecnici giovanili 35.000,00 euro all'anno, che per TUTTE le società italiane ipotizzate vengono 17.500.000,00 euro. I soldi ci sarebbero anche... il problema è un altro conteggio: li abbiamo in Italia 3.500 tecnici laureati in S.M. con il brevetto di 1° livello in grado di campare con un'attività part-time di 500 euro al mese (o di avere un altro impiego mattutino da arrotondare con il rugby)? La risposta è: ASSOLUTAMENTE NO! Qui sta tutto il problema...  Cosa può fare allora la FIR se non raggruppare i ragazzi in un certo numero di centri gestiti dagli UNICI tecnici qualificati (o comunque con una certa esperienza e capacità
 comunicative/formative) disponibili?
Che è la strada appena intrapresa.
Il problema sono i 10 anni di deretani incipriati e stadi riempiti..... E' ovvio condividere l'allargamento della base ma teniamo presente che far crescere il rugby in Italia è come seminare. Prima di tutto serve il seme, poi dalle piantine che crescono bisogna tenere da parte altra semente selezionata e solo dopo anni di questo processo si può cominciare a macinare il grano per fare la farina. Oggi come oggi aumentare il numero dei tesserati è una pratica dispendiosa ed inutile. Serve innanzitutto individuare impianti e formare "formatori" che poi insegnino agli allenatori. Ma tecnici veri e non appassionati/dopolavoristi/buontemponi/con la panza....
Obbligando le società a fornire un servizio sportivo e non alcool al terzo tempo.   Salvatore Messina Il Lunedì 23 Giugno 2014 12:26, Oliver63 mailto:lucaoliver63 a gmail.com ha scritto: Condivido parecchie cose di quelle che ha scritto Salvatore.
Una cosa su tutte la voglio aggiungere, ed è mia personale: - si parla molto di processo di selezione: perfetto, sicuramente va migliorato, reso più efficiente, meno clientelare, sicuramente affidato in parte anche ai privati e non necessariamente gestito tutto dalla FiR, però se non si allarga la base un buon processo di selezione può portare a buoni risultati, ma non eccezionali
- solo se si allarga la base e si migliora il processo di selezione si ottengono risultati di eccellenza Il concetto di "allargare la base" vuol dire occuparsi del movimento dal punto di vista dei club, e non solo da quello dell'alto livello: se fossi il presidente federale, andrei dai club e chiederei loro: di cosa avete bisogno ? soldi, tecnici, formazione, strutture ? di tutto un pò ? E cercherei, nei limiti del possibile, di fornirglieli ... Qualcuno lo chiama "clientela", io lo chiamo "supporto allo sviluppo" ... Ciao.
Luca Il 23/06/2014 11:41, Salvatore Messina ha scritto: Rispondo un po' a tutti... GIAPPONE
Pensare di battere il Giappone a casa sua con questi giocatori, con questo spirito, con queste indicazioni tecniche, in questo momento sportivo, considerando i progressi dei nipponici, i giocatori che stanno "formando", il peso politico, le aspettative di una nazione in vista della RWC del 2019, è pura incompetenza. BENETTON
Sono state dette un po' di inesattezze e qualche sciocchezza. Per quello che ne so io non avendo avuto la società le garanzie richieste per l'attività futura (PRO12 e Coppe) ha dovuto fare delle scelte strategiche basandosi solo sulle sue forze e sull'eventuale campionato italiano. Il che ha significato per Smith interrompere un rapporto per un ingaggio in S.A. con il conseguente esonero anticipato da parte della società vista la posizione in classifica (inutile spendere soldi e perdere tempo per un allenatore a fine ciclo che non avrebbe più influito, nemmeno volendo, sulla classifica di PRO12). Il campionato italiano di Eccellenza poi non avrebbe necessitato di profili internazionali ed i giocatori che potevano ancora spendersi all'estero era giusto lasciarli andare.
E qui mi domando cosa sia successo ad un giocatore come Zanni... NAZIONALE
Ormai anche i pali del campo hanno capito che, dietro questa armata Brancaleone di pensionati, giovani promesse anziane, allenatori d'antan, staff tecnici di amici/parenti/conoscenti (con tanta buona volontà ma ancora fermi alla 3a elementare del rugby), ci sono almeno 10 anni di vuoto tecnico e mentale. Si sono già da tempo tirati i rami in barca e ci si lascia trasportare dalla corrente. Senza un movimento di base che produca soldi e passione vera (oltre che buoni giocatori) l'Italia non potrà mai competere con le isolane, il Giappone, USA, Canada. La Scozia ed il Galles galleggiano in quanto appartenenti al Regno Unito. Il resto è ormai lontano anni luce in fase di accelerazione in iperspazio. E noi siamo con la bicicletta con la cartolina attaccata ai raggi per farla sembrare una moto. CULTURA
Ho la fortuna di condividere un po' dell'esperienza di uno dei migliori tecnici formatori italiani. Nel tentativo di migliorare il mio bagaglio ho cercato un po' di libri da studiare per l'estate. Ho fatto passare almeno una trentina di titoli e, a parte un vecchio libro sulla mischia chiusa (che già possiedo) ma ritornato d'attualità e qualche traduzione (su argomenti base), il resto è solo folklore. Bello, divertente, appassionante, un po' nostalgico ma che serve ad imparare a giocare a rugby come una barzelletta sui carabinieri ad arrestare un delinquente.
Poi naturalmente i "puristi" diranno che per giocare a rugby devi essere un rugbysta dentro. E' vero... ma molto di più saper centrare un bersaglio a 10 mt con la palla (sia da dx che da sx) e non discostarsi troppo dai 15 min sul test di Cooper...
Il fatto è che nel calcio, per quanti mister da poltrona ci siano, se uno non centra la porta lo capiscono tutti. Nel rugby vorrei sapere quanti tifosi sanno distinguere uno bravo da un mediocre (ma anche da un brocco). Ragazzi... in N.Z. hanno tirato le orecchie a McCaw per UN placcaggio sbagliato!!!!!!!!!!!!!   Salvatore Messina Il Sabato 21 Giugno 2014 13:22, ilfalco7 mailto:ilfalco7 a libero.it ha scritto: Inviato da Samsung Mobile. -------- Messaggio originale --------
Da: ilfalco7
Data:21/06/2014  11:57  (GMT+01:00)
A: Silvio
Oggetto: R: [RUGBYLIST] Nazionali  Non è il modo di risolvere i problemi.
Pensate di avere una grande squadra x le mani e un manico sbagliato?  Inviato da Samsung Mobile.
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