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[RUGBYLIST] R: Re: I: R: Nazionali

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Mer 25 Giu 2014 09:57:56 CEST


Caro Marco, quest'anno ero DT a Vercelli ed ho potuto constatare il lavoro fatto dal CRP nella persona di Porrino.
Purtroppo i suoi interventi erano assistiti da allenatori delle società che sembravano osservare un marziano. E si lavorava su passaggio,  2 contro 1 e sostegni....

Non posso che confermare quanto detto in precedenza: il 70% dei club insegna un altro sport e la federazione invece di selezionare il livello è costretta a insegnare l'ABC....

Anche per questo non posso nemmeno dare un giudizio sulle capacità dei tecnici federali (a parte Marco veramente scarso!!!!!  )
 
Salvatore Messina


Il Mercoledì 25 Giugno 2014 9:25, "tonotto a libero.it" <tonotto a libero.it> ha scritto:
 



Solo x mettervi a conoscenza di alcune cose.
da quest'anno lavoro per il comitato piemontese e mi occupo dell'area elitè sud piemonte (u. 16-15) siamo 3 tecnici per quegli anni ed altrettanti per la u.14.
il nostro DT ha individuato oltre al lavoro da fare con i "ragazzi di interesse", anche un giorno a settimana dove noi 6 giravamo a turno per le società della nostra area.
personalmente ho attuato questo tipo di programma:
1/2 intervento con allenamento mio (riunione tecnica prima e dopo)
dal 3° incontro allenamenti condotti da tecnici del club ed io osservavo il metodo chiedendo poi il perchè di alcune cose che magari mi apparivano poco chiare rispetto al metodo.
in parallelo ho avuto contatti coi presidenti ed alcuni DT cercando di mettermi a disposizione (mai come quest'anno la nostra resp. scuole ha girato il piemonte) x la crescita di qualsiasi club. nei mesi invernali dove era a rischio l'allenamento ho indetto 3 incontri con l'arbitro. due per i ragazzi ed uno per i tecnici.
non prendo 40.000 €, questo per precisare che con i pochi soldi a disposizione, il piemonte ha cercato veramente di far lavorare al meglio i propri tecnici. ovviamente tutto è migliorabile (compresa la qualità di noi tecnici) ma mi sembra che già avere un interlocutore esterno al club sia bella cosa.
saluti ovali
Rossini Marco
ps quando dico piemonte si intende con l'avvallo fir nella persona del responsabile della formazione

----Messaggio originale----
>Da: jeppo678 a virgilio.it
>Data: 24/06/2014 10.04
>A: <rugbylist a rugbylist.it>
>Ogg: Re: [RUGBYLIST] I: R:  Nazionali
>
>
>Forse è ora per la Federazione a scendere dal suo 
piedistallo e tornare in contatto con le persone 'a terra'.
>La visita di un tecnico regionale F.I.R. è spesso 
una scusa per osservare promettenti giocatori per un'accademia. Quante volte la 
Federazione vieni a visitare l’allenamento Mini Rugby; dare consigli educativo e 
suggeriscono come gli educatori possono migliorare? L’offerta di un 'allenamento 
esempio'? (Ho visto un allenamento da un tecnico regionale F.I.R., bambini ha 
partecipato a una sessione di placcaggio indossando orologi, e quando hanno 
fatto un errore sono stati mandati ad fare 2 giri del campo. Per me.. 
incompetente, ma il tecnico avevo giocato per Italia, allora tutt’ o.k. 
....).
>L'investimento federale dovrebbe essere in 
materiali dedicati alle scuole; cioè palloni, connetti, pettorine ecc. Se la 
Federazione ha a cuore la crescita e lo sviluppo del gioco alle base, allora 
parte del suo bilancio sarà di produrre aggiornamenti dvd / via internet (sito 
web, F.I.R.? YouTube) (una volta al mese; minimo?) per gli educatori. 
Partecipare ad un aggiornamento una volta in 2 anni per mantenere una tessera 
allenatore non basta. Forse è il momento per la montagna a venire a Mohamed, non 
il contrario come esistente al momento. Sono convinto, tuttavia, che Decathlon 
sono molto felice, come le loro vendite di palloni da rugby deve essere 
eccezionale.
>La Federazione è venuto incontro con il nostro 
club, a dirci che tutto ciò che facciamo è sbagliato. In nessun momento si 
suggeriscono cosa dovremmo fare, tranne per il fatto che dobbiamo cercare di 
tesserare più Under 14 e Under 16 possibile. Presumo che questo è quello di 
mantenere C.O.N.I. felice.
>Come una 
persona ‘vero ItalRugbyman’ estremamente saggio mi ha detto; 'Abbiamo bisogno di raccogliere i frutti quando è ancora sulla pianta, non 
quando è già caduto a 
terra'.
>Jeppo 
>From: Salvatore Messina 
>Sent: Tuesday, June 24, 2014 9:23 AM
>To: rugbylist a rugbylist.it 
>Subject: Re: [RUGBYLIST] I: R: Nazionali
>  Esattamente!
>
>
>Ritorniamo 
quindi ai clubs, i quali devono INVESTIRE (non tanto e non solo economicamente) 
nella formazione di qualità, magari anche lasciando perdere le attività 
giovanili in proprio quando non ci sono "forze" sufficienti, unendosi con altre 
società della zona sulla base di progetti comuni e programmi documentati. 
Allargare numericamente la base è fondamentale ma non è tanto il numero dei 
tesserati quanto delle realtà societarie l'obbiettivo dell'espansione. Tanti 
piccoli centri sportivi in un'area raggiungibile da tutti ma abbastanza vasta da 
sostenere congiuntamente un'attività sportiva giovanile di qualità, con i 
migliori tecnici della zona.
>Cambia 
molto avere una decina di bambini seguiti da un "volontario" piuttosto che 30/40 
seguiti da un tecnico specializzato, professionale ed economicamente sostenuto 
in questa attività.
>
>
>Compito 
di una federazione sarà poi quello di monitorare l'attività, coordinare le varie 
zone all'interno di un'area più vasta e gestire le selezioni dei migliori 
profili a livello provinciale/regionale. Per poi metterli in competizione con 
altre regioni e poi a livello internazionale.
>
>
>Ma 
è la base che deve reperire i fondi locali, le strutture e i tecnici. Magari con 
contributi allo sviluppo. Sicuramente attraverso organismi che provvedano al 
censimento delle strutture sportive disponibili e magari raccolgano i potenziali 
sponsor locali partendo dal livello nazionale (magari nella zona interessata ha 
sede una grossa azienda nazionale/multinazionale che potrebbe sponsorizzare su 
due livelli, un po' come avviene con la Micheline nell'area di 
Clermont-Auvergne).
>
>
>Tutto 
questo che oggi può sembrare di difficile comprensione nascerebbe naturalmente 
nel momento in cui si uscisse dalla visione del rugby come sport e non solo come 
terzo tempo/attività ludico-ricreativa.
> 
> 
>Salvatore Messina
>
>
>
>Il Lunedì 23 Giugno 2014 20:06, Antonio 
Mangano <antoniomangano1962 a libero.it> ha 
scritto:
>
>
>
>Io posso portare la mia esperienza. Il mio club che quest’anno inizia il V 
anno di attività. Ha integralmente sposato il rugby scolastico. Lo scorso anno 
con la collaborazione di 3 enti scolastici ma fondamentalmente 2 siamo passati 
dalla under 12 del prmo anno e un 14 con 6 concentramenti a una 18 una 16 una 14 
e 3 12 con una media di tesserati frequentati nelle categorie più vecchie di 
circa 20/25 atleti abbiamo più sofferto con la 16 perchè avevamo un buco di 
reclutamento con i 1998. Si può anche parlare della qualità. ma non è questo il 
punto. Ma per andare nelle scuole occorre una professionalità notevolissima se 
si vogliono ottenere risultati. E la scuola deve essere coinvolta in un processo 
dove percepisce che la società non sta razziando i suoi atleti ma sta offrendo 
qualcosa che possa aumentare la sua appetibilità e perseguire i suoi obiettivi 
dai GSS alla possibilità di aumentare le sue entrate.
> 
>From: Salvatore Messina 
>Sent: Monday, June 23, 2014 6:36 PM
>To: rugbylist a rugbylist.it 
>Subject: Re: [RUGBYLIST] I: R: Nazionali
> 
>Diciamo che qua non si tratta 
della mia o della tua opinione, si tratta di logica.
>Hai ragione ma....
> 
>Purtroppo, 
se si parla di promozione del rugby a livello scolastico, i dati sono 
peggiori.
> 
>Se 
per allenare i ragazzi al pomeriggio servono allenatori part-time, per operare a 
scuola servono allenatori full-time. Andare a scuola per fare una dimostrazione 
di rugby serve a nulla. Bisogna stabilire un programma, concordarlo con la 
direzione didattica e poi applicarlo. Diciamo una media di 5/6 lezioni di un 
paio d'ore a classe. Su tre classi medie per 3 sezioni (di media) abbiamo un 
totale di 90 ore di lezione. Questo solo per un paesino di poche migliaia di 
abitanti. Immaginiamoci una cittadina con 4/5 scuole medie, con relative classi 
e sezioni. Il monte ore totali comincia ad arrivare a qualche mese di lavoro!!!! 
Da svolgere entro un periodo ben preciso (non posso iniziare con una scuola a 
settembre e finire con un'altra a giugno). Senza contare le elementari e, 
volendo, le superiori....
> 
>Non 
basta certo un tecnico federale. Ce ne vorrebbe uno per ogni progetto 
scolastico.
> 
>Quindi 
allenatori, educatori scolastici, tecnici formatori federali, formatori di 
club.... Esiste un progetto simile: quello francese! 
> 
>Con 
la piccola differenza che in Francia l'attività sportiva è a livello scolastico 
(gestita quindi dagli insegnanti/tecnici federali).... e pare pure che nemmeno i 
francesi se la stiano passando bene a livello di risultati della 
nazionale....
> 
>Il 
fatto è, signori, che nessuno ha voglia e tempo per mettere in piedi un progetto 
come quello di Andrew. Costa fatica e soldi e TANTA PROFESSIONALITA'  e 
competenza.
>E 
torniamo alla base che piange miseria ma non si cerca un lavoro serio per 
campare....
>Salvo 
eccezioni, fortunatamente non pochissime.
> 
>Salvatore Messina
>Il Lunedì 23 Giugno 2014 17:02, Oliver63 
<lucaoliver63 a gmail.com> ha scritto:
>
>
>
>
>
>
>Non discuto le tue cifre, forse per gli educatori è sufficiente un 
contributo più basso, non è detto che sia per tutte le categorie e in parte 
ovviamente deve essere sostenuto dalle società con le quote di iscrizione.
>Parlo però di aiuto al reclutamento.
>Qui secondo me la 
Federazione può fare tanto con tecnici specializzati (e pagati dalla FIR, 
ovviamente) mandati in giro per le società a fare formazione agli educatori e a 
fare essi stessi attività presso le scuole o altre situazioni in cui è possibile 
fare reclutamento (eventi, campi estivi, grest).
>Non si tratta di 
numeri "finti", bensì di numeri "veri" da regalare al movimento: bambini/ragazzi 
che poi vengono con le famiglie al campo e si tesserano. 
>Aumentando il numero di tesserati "veri" fai "massa critica", 
consenti di avere maggiore competizione nei momenti di confronto/crescita 
(concentramenti propaganda, campionati regionali) per avere poi campionati elite 
più selezionati. 
>Da tutto questo ottieni più qualità.
>E' una mia idea eh, per carità, può pure essere sbagliata, ma non 
credo sia molto lontana da quello che pensano in contesti più qualificati.
>
>Ciao.
>Luca 
>
>
>Il 23/06/2014 12:57, Salvatore Messina 
ha scritto:
>
>Sarebbe bello ma.... Facciamo due conti. Quanti sono i club in Italia?  Ipotizziamo circa 500 club. Le categorie giovanili sono 7 e ciascuna ha bisogno di un allenatore qualificato (laurea in Scienze Motorie più brevetto FIR almeno di 1° livello) stipendiati con almeno 500 euro al mese ciascuno. Fanno solo di tecnici giovanili 35.000,00 euro all'anno, che per TUTTE le società italiane ipotizzate vengono 17.500.000,00 euro. I soldi ci sarebbero anche... il problema è un altro conteggio: li abbiamo in Italia 3.500 tecnici laureati in S.M. con il brevetto di 1° livello in grado di campare con un'attività part-time di 500 euro al mese (o di avere un altro impiego mattutino da arrotondare con il rugby)? La risposta è: ASSOLUTAMENTE NO! Qui sta tutto il problema...  Cosa può fare allora la FIR se non raggruppare i ragazzi in un certo numero di centri gestiti dagli UNICI tecnici qualificati (o comunque con una certa esperienza e capacità
 comunicative/formative) disponibili?
Che è la strada appena intrapresa.
Il problema sono i 10 anni di deretani incipriati e stadi riempiti..... E' ovvio condividere l'allargamento della base ma teniamo presente che far crescere il rugby in Italia è come seminare. Prima di tutto serve il seme, poi dalle piantine che crescono bisogna tenere da parte altra semente selezionata e solo dopo anni di questo processo si può cominciare a macinare il grano per fare la farina. Oggi come oggi aumentare il numero dei tesserati è una pratica dispendiosa ed inutile. Serve innanzitutto individuare impianti e formare "formatori" che poi insegnino agli allenatori. Ma tecnici veri e non appassionati/dopolavoristi/buontemponi/con la panza....
Obbligando le società a fornire un servizio sportivo e non alcool al terzo tempo.   Salvatore Messina Il Lunedì 23 Giugno 2014 12:26, Oliver63 mailto:lucaoliver63 a gmail.com ha scritto: Condivido parecchie cose di quelle che ha scritto Salvatore.
Una cosa su tutte la voglio aggiungere, ed è mia personale: - si parla molto di processo di selezione: perfetto, sicuramente va migliorato, reso più efficiente, meno clientelare, sicuramente affidato in parte anche ai privati e non necessariamente gestito tutto dalla FiR, però se non si allarga la base un buon processo di selezione può portare a buoni risultati, ma non eccezionali
- solo se si allarga la base e si migliora il processo di selezione si ottengono risultati di eccellenza Il concetto di "allargare la base" vuol dire occuparsi del movimento dal punto di vista dei club, e non solo da quello dell'alto livello: se fossi il presidente federale, andrei dai club e chiederei loro: di cosa avete bisogno ? soldi, tecnici, formazione, strutture ? di tutto un pò ? E cercherei, nei limiti del possibile, di fornirglieli ... Qualcuno lo chiama "clientela", io lo chiamo "supporto allo sviluppo" ... Ciao.
Luca Il 23/06/2014 11:41, Salvatore Messina ha scritto: Rispondo un po' a tutti... GIAPPONE
Pensare di battere il Giappone a casa sua con questi giocatori, con questo spirito, con queste indicazioni tecniche, in questo momento sportivo, considerando i progressi dei nipponici, i giocatori che stanno "formando", il peso politico, le aspettative di una nazione in vista della RWC del 2019, è pura incompetenza. BENETTON
Sono state dette un po' di inesattezze e qualche sciocchezza. Per quello che ne so io non avendo avuto la società le garanzie richieste per l'attività futura (PRO12 e Coppe) ha dovuto fare delle scelte strategiche basandosi solo sulle sue forze e sull'eventuale campionato italiano. Il che ha significato per Smith interrompere un rapporto per un ingaggio in S.A. con il conseguente esonero anticipato da parte della società vista la posizione in classifica (inutile spendere soldi e perdere tempo per un allenatore a fine ciclo che non avrebbe più influito, nemmeno volendo, sulla classifica di PRO12). Il campionato italiano di Eccellenza poi non avrebbe necessitato di profili internazionali ed i giocatori che potevano ancora spendersi all'estero era giusto lasciarli andare.
E qui mi domando cosa sia successo ad un giocatore come Zanni... NAZIONALE
Ormai anche i pali del campo hanno capito che, dietro questa armata Brancaleone di pensionati, giovani promesse anziane, allenatori d'antan, staff tecnici di amici/parenti/conoscenti (con tanta buona volontà ma ancora fermi alla 3a elementare del rugby), ci sono almeno 10 anni di vuoto tecnico e mentale. Si sono già da tempo tirati i rami in barca e ci si lascia trasportare dalla corrente. Senza un movimento di base che produca soldi e passione vera (oltre che buoni giocatori) l'Italia non potrà mai competere con le isolane, il Giappone, USA, Canada. La Scozia ed il Galles galleggiano in quanto appartenenti al Regno Unito. Il resto è ormai lontano anni luce in fase di accelerazione in iperspazio. E noi siamo con la bicicletta con la cartolina attaccata ai raggi per farla sembrare una moto. CULTURA
Ho la fortuna di condividere un po' dell'esperienza di uno dei migliori tecnici formatori italiani. Nel tentativo di migliorare il mio bagaglio ho cercato un po' di libri da studiare per l'estate. Ho fatto passare almeno una trentina di titoli e, a parte un vecchio libro sulla mischia chiusa (che già possiedo) ma ritornato d'attualità e qualche traduzione (su argomenti base), il resto è solo folklore. Bello, divertente, appassionante, un po' nostalgico ma che serve ad imparare a giocare a rugby come una barzelletta sui carabinieri ad arrestare un delinquente.
Poi naturalmente i "puristi" diranno che per giocare a rugby devi essere un rugbysta dentro. E' vero... ma molto di più saper centrare un bersaglio a 10 mt con la palla (sia da dx che da sx) e non discostarsi troppo dai 15 min sul test di Cooper...
Il fatto è che nel calcio, per quanti mister da poltrona ci siano, se uno non centra la porta lo capiscono tutti. Nel rugby vorrei sapere quanti tifosi sanno distinguere uno bravo da un mediocre (ma anche da un brocco). Ragazzi... in N.Z. hanno tirato le orecchie a McCaw per UN placcaggio sbagliato!!!!!!!!!!!!!   Salvatore Messina Il Sabato 21 Giugno 2014 13:22, ilfalco7 mailto:ilfalco7 a libero.it ha scritto: Inviato da Samsung Mobile. -------- Messaggio originale --------
Da: ilfalco7
Data:21/06/2014  11:57  (GMT+01:00)
A: Silvio
Oggetto: R: [RUGBYLIST] Nazionali  Non è il modo di risolvere i problemi.
Pensate di avere una grande squadra x le mani e un manico sbagliato?  Inviato da Samsung Mobile.
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