[RUGBYLIST] R: R: R: domanda

Gio 8 Ott 2015 00:04:21 CEST

Il 6 Nazioni non può essere un torneo à la carte nel quale si entra e si esce sulla base di valutazioni estemporanee anche se fondate sui risultati del periodo più recente. 

L’Italia non è entrata nel 6N solo per i risultati consecutivi positivi di un certo limitatissimo arco temporale. E’ entrata anche sulla base di una storia e tradizione anche vicina agli ambienti del rugby mondiale che non era di pochissimi dirigenti. Una tradizione di rugby italiano preesisteva. Ben conosciuta. Ma stiamo scherzando! Il rugby che Michael Lynagh trovò in Italia dopo aver vinto la sua World Cup in Australia era un ambiente tutto meno che secondario o collaterale come si dice oggi. Mi sembra assurdo che per valutare il rugby di un  paese si trascuri o addirittura si annulli la sua storia. E’ quello che si fa spesso oggi: giudizi brucianti, giocatori abbandonati al proprio destino, tecnici che vogliono cambiare il mondo ma non comunicano affatto, addio tradizione. Anche se forse il pendolo cambierà di nuovo, e da questo periodo di superficialità usciremo ancora rafforzandoci.

Se la tradizione del rugby romeno si consolida ci sarà un “momentum” verso l’allargamento del torneo 6 Nazioni che potrebbe continuare anche in altre forme. Potrebbe essere anche un torneo a 7 o ad 8 con promozione-retrocessione e/o eventualmente con un “campionato” interno più ristretto.

E’ sconcertante come oggi si svaluti la storia consolidata e la tradizione di un paese. Il metodo di classificazione dei rankings mondiali ha aspetti sconcertanti. Sembra seguire non la matematica della vita ma la teoria del caos.

g.c.    

Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di tizianotaccola1 a alice.it
Inviato: mercoledì 7 ottobre 2015 21:06
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] R: R: domanda

Se usciamo dal Sei Nazioni, per il nostro rugby è davvero finita.

Usciremo dalla PRO 12 e torneremo in pochi anni al rugby panino e frittata.

Spero che questo non avvenga e che i nostri giocatori, in barba ad una dirigenza 

catastrofica, trovino la concentrazione per vincere la partita. La tecnica e il fisico e

la capacità di portare a casa il risultato ce l'hanno.

Un caro saluto da 14Cavallopazzo

----Messaggio originale----
Da: giandoscriba a giandomenicomazzocato.it
Data: 7-ott-2015 18.53
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] R: domanda

Viste le dichiarazioni dopo la partita col Canada da parte dello staff azzurro direi:
La stura alle giustificazioni.
Perdere con la Romania non è un dramma, abbiamo giocato una partita buona ma sfortunata, l’infortunio di x e di y è stato determinante.
Non ci sarebbe nessuna autocritica, sprofonderemmo viepiù nel vischio di una melassa in cui nuotiamo (?) da anni, sempre più vicini al fondo.
Magari al ventesimo posto del ranking.
Nessuno si dimetterà, 
la Romania dirà: perché loro nel 6Nazioni e noi che li abbiamo battuti no?, 
cominceranno le schermaglie per aggirare gli inglesi che prenderanno le palle al balzo  per dire che gli italiani al massimo suonano bene il mandolino, 
di colpo riscopriremo che abbiamo grandi amiconi da donne e da ombre tra gallesi e scozzesi (magari con qualche amico degli amici tra gli irlandesi),  e al momento buono qualcuno spenderà una buona parola per noi,
innalzeremo peana a madama la marchesa.
E giocheremo con Spagna e Portogallo per tornare al mundial.

Gian domenico mazzocato

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Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di luciano37 a libero.it
Inviato: mercoledì 7 ottobre 2015 17:22
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] domanda

 Gli Azzurri si giocheranno contro la Romania il terzo posto nel girone D e quindi la qualificazione assicurata per il prossimo mondiale del 2019 in Giappone..
 Cioè quattro anni per "fare delle cose".
 Nel caso, apparentemente remoto, che dovesse invece andare male con la Romania e ci si dovesse perciò qualificare in altro modo, c'è qualche amico della List che "vede" qualcosa di positivo in questa prospettiva?  
 Un saluto 
Luciano Ravagnani

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