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[RUGBYLIST] R: R: R: mi dispiace ma a me l'Italia non convince e non piace

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Lun 12 Ott 2015 15:17:51 CEST


Svegliarsi, sempre, certamente. Ma non sono le scosse che determinano i cambiamenti! Nel campo sportivo chi vuole innovare deve proporre delle specifiche e dei modelli tecnici sempre più chiari ed accettabili da tutti, e se una minoranza innovativa vuol diventare maggioranza, la prima cosa che deve fare è di non apparire presuntuosa e di non chiamare allo scontro. Il rugby Under in Italia vale poco? Nella U20 siamo più o meno a livello Samoa: qualcuno potrà dire che è un livello bassissimo perché la nostra posizione in classifica nell’ultimo anno non è né migliorata né peggiorata, ma allora con questi criteri assurdi perché non affermare (come peraltro molti fanno) che gli psichiatri sono tutti pazzi semplicemente perché curano i pazzi! 

Siamo parenti poveri del rugby e del resto anche un certo rugby epico è alle nostre spalle? Ho letto il bellissimo testo di Rino Francescato … ma io sarei più prudente perché nel 2008 il sistema super liberista delle grandi imprese e banche mondiali sembrava (come il super rugby aggressivo e trionfante) definitivo, modernissimo, progressivo ed imbattibile ed è stato invece salvato solo per un pelo e solo dal … capitalismo di stato, cioè esattamente dal suo opposto di sinistra!

Diffido sempre di chi vuol cambiare il mondo con una mano o con un dito (faccio una eccezione per quello di Michelangelo): prima di cambiare gli altri, si è in grado di cambiare sé stessi? Prima di dire che nel mondo c’è una imbattibile modernità di manager pronti a rendere i rugbisti (non italiani) una macchina di soldi, guardo sempre alla condizione umana: i manager del futuro senza curriculum li metterei solo a raschiare i barili di fagioli. E forse nemmeno quello.      

Non servono le scosse. In un terremoto finché dominano le scosse non ci sono veri programmi, c’è angoscia. Non vedo perché iniettare angoscia nel nostro rugby, 4 anni fa per certi versi (aldilà delle nostre illusioni tecniche di allora) eravamo messi anche peggio di ora e siamo stati sbattuti fuori dagli irlandesi in ben altro modo. Siamo in un periodo di difficile transizione e ci sono ancora degli ingenui che gridano che in 20 anni si possono raggiungere le culture anglosassoni del rugby. Ragazzi mi siete simpatici, ma prenderete legnate tutta la vita! Sicuramente serve un profondo miglioramento nel modo con cui vengono gestiti e sviluppati i giocatori (partendo da professionisti veri e non da gente infarinata) ed è indispensabile una minore approssimazione nell’insegnare i fondamentali nelle varie scuole. Secondo me alcuni vogliono migliorare il rugby isolatamente dagli altri sport, e penso sia un errore nella fase attuale (il Giappone non è assolutamente cresciuto in questo modo). Ma anche in Francia c’è una crisi, la si leggeva ieri chiarissima negli occhi dei suoi giocatori, soprattutto Bastareaud. Segnalo con l’occasione che nel territorio esagonale d’oltralpe ci sono più buchi regionali di rugby che non in Italia. Il calcio attira, il rugby deve convincere. Questo dappertutto. Sono sempre delle minoranze ad accendere (e tenere accesa) la miccia ovale. Talvolta poi la minoranza sembra diventare forte nell’opinione pubblica. Per periodi molto limitati. Perché nessuno ti può imporre una passione. Si cresce solo con chi ha voglia di crescere!

g. ciraolo         

 

Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Gian Domenico Mazzocato
Inviato: lunedì 12 ottobre 2015 10:46
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] R: R: mi dispiace ma a me l'Italia non convince e non piace

 

Con franchezza.

SVEGLIA!!!!!SVEGLIA!!!!!!!!!!!!
Come si fa a disquisire su motivazioni tecniche quando il problema (e il dramma) è un altro?

Abissalmente più di fondo, più di radice.
Quello di restituire identità ad una nazionale la cui crisi (di identità, appunto, ormai perdurante) è specchio e conseguenza della crisi del sistema rugby Italia e dell’intero movimento.

Tradotto significa leadership, crescita tecnica, allargamento reale della base, riscoperta del territorio (dove sono finite Sicilia e Sardegna?), restituzione di autonomia agli arbitri nella stagione in cui producono gioielli come Mitrea e Blessano.

Tradotto significa: abbiamo dirigenti all’altezza? Vogliamo entrare in una visione manageriale del nostro sport?

Poi, che Parisse sia al capolinea o no, conta un piffero.

È il vuoto che ha dietro che spaventa.

Gian domenico mazzocato

 

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Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di tizianotaccola1 a alice.it
Inviato: lunedì 12 ottobre 2015 09:48
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: [RUGBYLIST] R: mi dispiace ma a me l'Italia non convince e non piace

 

Abbiamo chiuso la nostra partecipazione al mondiale con quella classifica che ci aspettavamo.

Devo dire che questo non vale per tutte le squadre che hanno partecipato fino ad oggi al mondiale.

Prima di tutte l'Inghilterra, a seguire il Sudafrica e in misura minore anche la Francia.

L'Irlanda, che era stata designata come nostra antagonista al traguardo della qualificazione, ha sfoderato

una magnifica prestazione contro i galletti, battuti nel secondo tempo da una immensa marea verde.

Una Francia, caparbia, forte in tutti i reparti, che ha lottato fino all'ultimo contro una squadra che del

possesso e del volume di gioco ha fatto la sua arma vincente. I galletti hanno forse sprecato un paio di calci

di punizione, forse tre (non scordiamo il palo), hanno rubato qualche touche, ma poi nel gioco aperto sono stati battuti 

dagli irlandesi, specie nelle ruks, come ammesso dallo stesso Saint-André.

 Vittoria strameritata per O'Connel e compagni, che hanno sostituito dei campioni come Sexton 

e lo stesso capitano con altrettanti campioni che non hanno certo fatto rimpiangere i titolari.

La partita Irlanda-Argentina sarà di quelle da non perdere assolutamente: va guardata!

Tornando agli azzurri va detto che il primo tempo è stato giocato con impegno, concentrazione,

acume tattico e peccato per qualche sbavatura che ci ha impedito un paio di segnature pesanti.

Bene la nostra mischia che ci ha regalato i soliti calci di punizione e occorre tener conto che il 

pacchetto rumeno è stato dato con circa 50 kg di scarto, superiore al nostro. Un po' confusionario Benvenuti nel 

secondo tempo, dove si è fatto portare via l'ovale qualche volta di troppo. I rumeni, come contro gli USA,

hanno reagito veementemente nell'ultima mezz'ora, complice anche la girandola delle sostituzioni, a mio avviso alcune

affrettate ed altre non azzeccate, oltre ad un rilassamento generale. Avrei fatto restare ancora qualche minuto Manici e McLean. Intanto il

tallonatore avrebbe avuto il tempo per alcuni lanci e per amalgamare meglio i due piloni appena entrati, e 

Palazzani messo subito alla mischia avrebbe fatto una figuraccia in meno. Quando Brunel se ne è accorto

(della difficoltà di Palazzani ad estremo) ha mandato in quel ruolo un'apertura (quasi esordiente) che non

avevamo mai visto nella veste di "arrière". Incomprensibile! Il francese già era stato criticato per aver lasciato Mauro in tribuna

e credo che abbia toccato il fondo con queste cervellotiche sostituzioni. Peccato perchè Jacques lascia l'Italia nel peggiore dei modi.

In questi ultimi venti minuti del mondiale si è rimangiato tutto quello che ha predicato per 4 anni.

Tant'è! Adesso occorre voltare pagina e ricominciare a pensare al prossimo 6 Nazioni che , a scanso di equivoci, gli

azzurri hanno dimostrato di meritare. Vedremo chi verrà chiamato per portare avanti l'Italrugby. Fino ai prossimi

test ( quando ci saranno?) seguirò le formazioni della Guinness. 

Un caro saluto da 14Cavallopazzo

 

 

----Messaggio originale----
Da: Paolo.Familiari a eni.com
Data: 12-ott-2015 3.57
A: "rugbylist a rugbylist.it"<rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: [RUGBYLIST] mi dispiace ma a me l'Italia non convince e non piace

Mi dispiace andare forse controcorrente ma ieri ci siamo trovati di fronte una squadra alquanto mediocre che ci ha lasciato spazio alle facili illusioni.

Mi dispiace ancora di più constatare che del professionismo abbiamo acquisito i valori più beceri e vergognosi.

Come ha scritto Massimo (Giovannelli, il vero capitano visto degli ultimi 30 anni) non convocare per scelta tecnica Bergamasco alla sua ultima partita in Nazionale è stato ridicolo, ci stiamo appiattendo come il calcio dove conta di più la forma che la sostanza!!!!!!

 

Grande Giovannelli, un amico fuori e dentro il campo.

 

Paolo

 

 

 

 

 

From: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] On Behalf Of Giovanni Ciraolo
Sent: Monday, October 12, 2015 4:45 AM
To: rugbylist a rugbylist.it
Subject: [RUGBYLIST] la guerra del tifo è finita

 

La domanda che mi pongo è: come ha fatto questa Italia, tutto sommato produttiva nel suo gioco anche oggi contro la Romania, battuta con il minimo sforzo, a perdere 32-10 da questa Francia rivista oggi? E’ evidente che quel primo nostro match è stato completamente dominato dall’arbitro, ma del resto Joubert aveva un enorme debito precedente di errori verso i francesi …. 

La dietrologie previsionali a mio parere si possono archiviare. Abbiamo una squadra discreta, abbastanza regolare, fisicamente da registrare ma mi sembra grottesco sostenere che il rugby azzurro sia al terminal finale. Questa squadra ha ormai un leader indiscutibile che non è assolutamente Parisse, e nemmeno Allan, ma Gori. Questo ragazzo ha l’età giusta, ha l’intelligenza, ha la volontà, del resto è questo il nostro destino: il leader della nostra nazionale è sempre stato il mediano di mischia. Qui abbiamo una scuola di vecchia data e forse la prevalenza del ruolo dipende anche dalle nostre caratteristiche fisiche e morfologiche, e dalla nostra tendenza all’astuzia come uno dei motivi dominanti del nostro gioco.

Sono rimasto senza parole nel seguire Francia-Irlanda. Un’Irlanda quasi esclusivamente fisica, errori di passaggio elementari da entrambe le parti, galletti totalmente sterili e depotenziati: francamente poteva andarci molto meglio in questa coppa del mondo. Le distanze si riducono, del resto è un fenomeno generale. Dire che oggi siamo giunti al terminal dei giocatori pensionabili, scusatemi ragazzi, ma significa vivere in una dimensione intellettualistica e sterile come la Francia vista oggi. Va bene che la provincia italiana culturalmente ricca consente anche di rimanere nel mondo di Platone, ma caliamoci un po’ nella realtà concreta dei nostri giovani. Penso che non sopportano le nostre litanie e i nostri dogmi. 

g. ciraolo           


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