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[RUGBYLIST] R: R: Chi possiede e chi sfrutta meglio

tizianotaccola1 a alice.it tizianotaccola1 a alice.it
Lun 15 Feb 2016 15:51:40 CET


Tratto da BLOGO:

Chi ha fatto, per lunghi tratti, la partita? L'Italia, lo dicono i numeri. 61% di possesso, 63% di territorio raccontano un match che l'Inghilterra ha faticato a lungo a fare suo. L'Italia ha costruito il suo gioco dalle rimesse laterali, vincendone 17 su 18 lanciate dai nostri tallonatori e rubandone 4 su 13 agli inglesi. Anche sui punti d'incontro, per quasi un'ora, è stata l'Italia a farla da padrona con 102 raggruppamenti vinti rispetto ai 55 britannici. E, dunque?Il problema si riassume in altre due statistiche. La prima riguarda la capacità azzurra di tradurre il possesso in guadagno territoriale, in corse che fanno male alla difesa avversaria. Nonostante il dominio nel possesso, infatti, l'Italia ha guadagnato solo 265 metri palla in mano, contro i 432 dell'Inghilterra, con gli ospiti che hanno trovato 7 volte il break, mentre gli azzurri ci sono riusciti una sola volta.Gli inglesi hanno placcato di più (134 vs 79) e meglio (92% vs 86%), ma soprattutto hanno riconquistato 17 volte il pallone in queste occasioni. In tutto i turnover subiti dall'Italia sono stati 21 e torniamo, qui, all'errore commesso dopo pochi secondi di gioco. L'Italia ha perso, sicuramente la meta regalata a Joseph grida vendetta, ma l'Italia la sconfitta l'ha maturata prima, quando aveva il pallino del match in mano.

----Messaggio originale----

Da: jxcira a tin.it

Data: 15-feb-2016 13.03

A: <rugbylist a rugbylist.it>

Ogg: [RUGBYLIST] R: 	R: R: R: fragilità emotiva degli azzurri







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E’ verissimo, noi italiani sentiamo spesso l’errore di regalo come
qualcosa di catastrofico. I nostri avversari di fronte ad una meta di
intercetto aumentano di tono e massimizzano la “defiance” verso l’avversario.

Ma non sono solo i giocatori ad afflosciarsi. Ieri per gran
parte del nostro pubblico, curve in testa, il secondo tempo è passato nel più
completo letargo, salvo forse qualche ridottissimo sprazzo conclusivo. Ero in
bassa monte mario ed ho lasciato la mia poltroncina per sgolarmi sulla
balaustra di separazione degli ingressi. Forse mi hanno preso per un pazzo perché
ero l’unico tra centinaia che gridava, ma intorno c’era una specie di silenzio tombale
di migliaia di italiani. Ragazzi non c’è solo l’inno di Mameli! Inventiamoci un
nostro sweet chariot perché così all’Olimpico sembra di stare in un funerale!

Sulla carriera rapida di Canna non riesco ancora a capire. Forse
i miei emisferi cerebrali perdono colpi, ma: cosa potrebbe avere Carlo Canna di
più alla sua età? E c’è qualcuno alla sua età per il quale si possa dire che possiede
già tutto l’essenziale? Canna è il simbolo di una squadra che non riesce a
creare una vera differenza fisico-mentale o di potenza motoria (che è comunque
anch’essa mentale) con l’avversario. Anche se Socrate dal cielo mi ripete ogni
giorno che sono un ignorante, non vedo cosa c’entri qui la federazione o le
accademie, qui conta in primo luogo il processo intelligente di allenamento dei
giocatori (che deve avere molte entrate ed uscite), il lavoro di procuratori
che siano realmente professionalizzati e sappiano seguire in modo totale i
propri assistiti (pochissimi nella realtà) e la non interdisciplinarietà dei
tecnici che è spesso una realtà cronica nello sport italiano (ad ognuno basta e
avanza il proprio orticello e le proprie conoscenze). Da noi quanti agonisti escono
dal campo per un gap fisico-mentale? Moltissimi, e ieri la Francia ha giocato peggio
dell’Irlanda, ma dopo un’ora aveva di fatto creato un gap fisico-mentale ed i migliori
irlandesi erano usciti dal campo oppure non funzionavano più. E’ inutile, nel
rugby devi creare qualcosa di incolmabile: nel calcio no, puoi addormentare il match.
Un po’ alla Troncon, sempre svegli anche se brutti, i francesi hanno anche colpito
nel finale, prendendo in parola Shakespeare: tanto rumore (cioè rugby
controllato) per nulla!

 





Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it
[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per conto di Luigi Bocchino

Inviato: lunedì 15 febbraio 2016 11:17

A: Luca Oliver; rugbylist a rugbylist.it

Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: R: R: fragilità emotiva degli azzurri





 





Per me era giusto giocarla
veloce, ma Bellini doveva calciare, visto che non aveva per niente pressione.





Comunque li sbagli li
fanno tutti, anche gli Allblacks.





La differenza la fa come
si reagisce all'errore: noi li drammatizziamo, ci abbattiamo, smettiamo di
giocare. Per le altre culture sportive sono semplicemente parte del gioco,
esattamente come una prodezza.





Io credo che su questo
aspetto mentale si giochi non solo il futuro del rugby ma di tutti gli sport di
squadra in Italia.





 

















Da: Luca
Oliver <lucaoliver63 a gmail.com>

A: rugbylist a rugbylist.it 

Inviato: Lunedì 15 Febbraio 2016 10:17

Oggetto: Re: [RUGBYLIST] R: R: R: fragilità emotiva degli azzurri





 





Personalmente ritengo che
l'Italia sia crollata fisicamente e mentalmente dopo la meta di intercetto di Joseph
(Giovanni, l'autore delle tre nete inglesi è il secondo centro, non
l'apertura).

Un errore imperdonabile a certi livelli: forse Canna non doveva giocarla
veloce, sicuramente Bellini e Sarto non dovevano giocarla in quel modo. 

Quando giochi "fuori giri", basta un episodio per imballare il
motore, e questo ahimè è successo. 

Ora è facile dire: eh se Canna buttava dento il calcio del sorpasso ... Certo
sarebbe stato un'altro secondo tempo, ma sempre giocato sull'abbrivio del 110%
dato da tutti, e sempre con il rischio dell'incidente a determinare il crollo
... 

Leggo che Gega e Fuser sono out per la Scozia, ma che recupereremo Ghiraldini
... Bene, quello che serve sono forze fresche ... Il rugby è uno sport che si
gioca sulle ali dell'entusiasmo, ma che richiede forze fresche ed energie ...

Meglio un asino vivo che un dottore morto, anche se all'asino qualcosa
bisognerà insegnare ... ;-) 



Ciao a tutti.

Luca  



Il 15/02/2016 09:11, tizianotaccola1 a alice.it ha scritto:







La mia analisi sulla partita:  



Parto dal presupposto che la partita di rugby è come una
battaglia: ad armi pari è importante





la tattica giusta che viene applicata dai giocatori in campo
attraverso una attenta lettura sul





gioco e sui giocatori avversari. 





Questo ad armi pari.





Ma ieri in campo non c'erano due squadre ad armi pari come al St.
Denis, ma c'era una superiorità





nei pacchetti di mischia. Quello inglese era più forte ed i nostri
per i primi 40 minuti lo hanno contenuto. 





Poi nel secondo tempo, dopo il 50' , piano piano, e poi sempre più
velocemente, gli inglesi hanno preso il





sopravvento sia in mischia chiusa, che nel gioco di sfondamento,
che nelle rucks e contro rucks.





Una volta vinta la battaglia degli avanti, i bianchi della rosa
hanno fatto il bello ed il cattivo tempo anche con i trequarti,





tra l'altro i nostri, messi sotto pressione, hanno iniziato a
leggere male la partita e c'hanno messo del suo





per agevolarli. Quella touche rapida forse non andava tirata, ma
comunque c'era il tempo per calciarla.





Calciandola avremmo ridato la palla a loro e forse nemmeno molto
lontano, per questo dico che non





andava fatta la veloce. Biagi in touche le stava vincendo, per cui
non c'era motivo di velocizzare.





Tra le cause anche gli infortuni ai nostri, in primis Garcia, vero
baluardo delle linee arretrate.





E mentre la loro panchina è di livello, purtroppo la nostra non lo
è altrettanto.





Presa la meta d'intercetto, tutto è stato più difficile per i
nostri che sono sbandati paurosamente.





Per loro invece la gara è diventata in discesa, tutto più facile.





Per me Canna ha giocato bene, è l'apertura migliore che ci sia in
Italia. Deve crescere in esperienza e tecnica. E' giovane





e ha tutta la carriera davanti. Ha visione di gioco, attacca la
linea, trova sempre le soluzioni che il gioco richiede,





spirito di intraprendenza, coraggio, un istinto innato per essere
sempre al posto giusto.





Ha carattere, deve affinarsi, ha solo 23 anni e non possiamo
caricargli addosso tutte le responsabilità della squadra. 





Infatti vedo un solo pericolo: bruciarlo! Quasi quasi lo manderei
un po' in Francia a giocare. Là i giocatori li





sanno far crescere senza bruciarli in critiche sterili.





Se gli avanti cedono, lui è il primo a subirne le
conseguenze. 





Vedo diverse speranze nei trequarti, quel Campagnaro che gioca
all'estero è una forza, Sarto all'ala





si è reso pericoloso in diverse occasioni, Bellini mi è piaciuto,
ha delle buone mani ma è ancora inesperto.





Non vedo altrettante promesse invece fra gli avanti. Nel pacchetto
c'è bisogno di peso.





Ribadisco: per me la differenza dei 30 punti sta tutta nel
pacchetto di mischia.





Un caro saluto da 14Cavallopazzo





 





 







 

----Messaggio
originale----

Da: ilfalco7 a libero.it

Data: 15-feb-2016 8.17

A: "Rugbylist Rugbylist"<rugbylist a rugbylist.it>

Ogg: [RUGBYLIST] R: R: fragilità emotiva degli azzurri



 





Perdonami ma non condivido in nulla l analisi fatta su canna.





Abbiamo visto due partite diverse.





 





 







Inviato dal mio dispositivo
Samsung









-------- Messaggio originale --------

Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it>


Data: 2016/02/14 11:26 PM (GMT+01:00) 

A: 'Rugbylist Rugbylist' <rugbylist a rugbylist.it>


Oggetto: [RUGBYLIST] R: fragilità emotiva degli azzurri 





Come al solito quando
emerge un nuovo giocatore e soprattutto una apertura con delle qualità nel
timing delle azioni, nei calci ed in qualche modo anche nella tattica facciamo
il subito solito errore: lo carichiamo di responsabilità ed eleviamo le sue qualità
a cose che si è guadagnato da solo, un fatto logicamente impossibile per ogni
essere umano! (nessuno può imparare qualcosa che non gli viene insegnato).





Carlo Canna non meritava la
prestazione di oggi, che è stata assolutamente deficitaria ma non tanto sul
piano emotivo (perché non è responsabile dei regali alla squadra avversaria) ma
piuttosto perché sottende un’altra cosa: Carlo non è ancora un ispiratore, non
si trova sempre dove potrebbe essere, tecnicamente è un ottimo giocatore ma se
il match si fa arduo diventa una specie di Diego Dominguez ultima versione,
cioè up and under, un buon record di placcaggi e alla fine buonasera alla
prossima. Non più di questo. La differenza dei 30 punti con l’Inghilterra si
riassume chiaramente nei numeri 10: quello inglese che va due volte in meta ma
non solo e con una velocità tattica siderale ed il nostro numero 10 che in
fondo stecca l’incontro (gli applausi all’uscita sono stati di stima, non di
prestazione). Canna è stato caricato di responsabilità che ancora lui non può
addossarsi da solo.





La ragione di tutto questo
secondo me non è Gavazzi ma una tesi che in Italia è popolare da molti anni:
con la comparsa del rugby totale molti pensano che il ruolo dell’apertura conti
di meno. Il match di oggi falsifica questo pensiero. I CT che hanno governato
il rugby italiano negli ultimi 16 anni non hanno mai prodotto una apertura
stabile. Questo significa che in questo campo non hanno mai probabilmente
viaggiato a fondo nel paese, e che si sono attenuti ad estrarre le carte in
gioco del momento. 





 





G. Ciraolo





 





 









Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it
[mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
Per conto di anna maria

Inviato: domenica 14 febbraio 2016 19:27

A: Rugbylist Rugbylist

Oggetto: [RUGBYLIST] fragilità emotiva degli azzurri









 



















Ci siamo illusi che potesse essere la volta buona. Per circa 60'
"l'italietta" del Rugby è stata all'altezza dei più titolati
avversari. Pareva essere giunta la fatidica prima volta. C'erano
il cuore, il coraggio e la volontà. Però a mano a mano che passavano i minuti
ci accorgevamo che il tutto era come un miraggio. Più ci avvicinavamo alla meta
più essa era irraggiungibile. Il desiderio di recuperare i due punti di
svantaggio con i quali siamo andati al riposo ci hanno indotto a cercare
quei rischi che, se in vantaggio, non avremmo certamente corso. Cosi è giunta
la meta di Joseph che ha tagliato le gambe ai nostri azzurri, fragili
emotivamente e già indeboliti per il forzato abbandono di Fuser,
Zanni e Garcia.









Fra quindici giorni ci sarà la Scozia che, nonostante le due
sconfitte subite, ha dimostrato un grande carattere continuando a
crederci fino all'ultimo minuto contro il Galles. Sarà una gara
tutt'altro che semplice, ma sono certo che allora gli azzurri non si lasceranno
scoraggiare.









 









Romano Rambaldi    



















 



 









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