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[RUGBYLIST] R: la crisi della dirigenza sportiva

ilfalco7 ilfalco7 a libero.it
Lun 11 Lug 2016 01:18:48 CEST


    
Mi ricordo quando qualcuno elogia il basket italico che era un immagine vincente e creava giocatori x andare in Nba. Al contrario delle strutture accademie e federali. Dopo questo risultato cosa resta da dire?


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-------- Messaggio originale --------
Da: Giovanni Ciraolo <jxcira a tin.it> 
Data: 10/07/2016  23:06  (GMT+01:00) 
A: 'Rugbylist' <rugbylist a rugbylist.it> 
Oggetto: [RUGBYLIST] la crisi della dirigenza sportiva 







La controprestazione del nostro basket che non va a Rio mi fa
pensare. Tra l’altro, il basket è tecnicamente parlando lo sport più vicino al
rugby. Il fatto che le nostre squadre nazionali perdano terreno rispetto a
nuovi paesi emergenti non è casuale. Questi paesi hanno dirigenze sportive (anche
di club) formate da persone che possiamo definire simili ai nostri nonni del
miracolo economico, i quali vinsero un numero incredibile di medaglie a Roma
nel 60. Organizzammo allora una Olimpiade che era un modello di realizzazione,
oggi  nella capitale sarebbe già complicato scavare e riempire i buchi intorno
al Foro Italico. Quali risorse c’erano allora in una Italia che emergeva agli
occhi del mondo? C’era innanzitutto la speranza, cioè grandi aspettative verso
il futuro come avrebbe detto Dickens. C’era poi un gap di capitale umano che progressivamente
si annullava rispetto alle nazioni di testa. E c’era la rassegnazione storica e
sociale del nostro popolo che si andava cancellando. Alcuni nipoti di quei
nonni di allora non sembrano oggi alla loro altezza. Forse in alcuni casi si
compra una società di club per fare uno, dieci, cento business plan in modo da
avere uno, dieci, cento finanziamenti da parte di banche a caccia disperata di
clienti in una economia a tasso zero dove tutto può nascere e talvolta può non essere
mai esistito. I budget ci sono, eccome, anche nei nostri club storici dell’ovalia!
Spesso non sono inferiori agli altri paesi. Ma talvolta non ci sono i ritorni, causa
l’ossessione della leva finanziaria che produce un aumento di perdite.

In questa economia dove molti progetti non riescono a vivere, c’è
una cosa interessante. Vedo che le nostre universitarie seven hanno battuto le
neozelandesi, ma ci sono stati altri eventi simili dello stesso tipo di recente;
ovviamente sarebbe ridicolo trarne considerazioni generali, visto che tra l’altro
nel caso specifico il Giappone ci è davanti, ma è certo che lo sport femminile
allargato al resto del mondo di lingua italiana ha tanta fame di vincere e
sembra possedere un numero di ottano più elevato. Per avere grossi successi sportivi
ci vuole la combustione di tante risorse. I nostri nonni/e le possedevano al
cento per cento. Troppo grande era il ricordo della guerra. I loro figli hanno
avuto la birra a metà. I nipoti di oggi talvolta hanno troppi business plan in
mente, e non sanno focalizzare completamente ciò che vogliono. 

g.ciraolo               





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