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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 3 Lug 2006 13:24:34 CEST


Come consuetudine, copio ed incollo dal Gazzettino di oggi.
Ciao.
Franco (TV)

Il leader delle Federugby al "Cenacolo" per festeggiare i nazionali
del vivaio petrachino parla di strategie e striglia l'Italia: «Mai più
sconfitte come quella con le Figi»
Dondi: «Voglio un campionato di livello europeo»
Il presidente progetta un asse con il Petrarca: «Deve tornare ai
vertici». A Padova un'Accademia giovanile e un test azzurro

«Io sono il presidente della Fir, non della Nazionale. E il compito
della Fir non è di occuparsi solo dell'Italia. Ma anche di far
diventare il nostro campionato, attualmente con problemi di pubblico e
risorse, uno dei migliori d'Europa».
Sogno di una notte di mezza estate. Sentir parlare di rilancio del
Super 10 e dei club, uno dei problemi più gravi del rugby italiano.
Mentre in Francia Lega e federazione firmano uno storico accordo (12
milioni di euro alle società in cambio della disponibilità dei
nazionali) il presidente federale Giancarlo Dondi promette che il
massimo torneo italiano crescerà di livello. Lo annuncia al Cenacolo
di Padova, un'associazione che dibatte i grandi temi dello sport ed è
presieduta dal consigliere nazionale Coni Sergio Melai. In questo modo
una bella serata di fine stagione, organizzata per celebrare i
rugbisti padovani che hanno vestito la maglia azzurra, si è
trasformata in un'interessante carrellata su temi e strategie della
palla ovale. Insieme a Dondi c'erano il ct Pierre Berbizier, il
manager Carlo Checchinato; i giocatori Marco Bortolami, Michele Rizzo,
Leonardo Ghiraldini; Arturo Bergamasco e la moglie Lorenza in
rappresentanza dei figli (impegnati a Milano come testimonial di
Armani). Ad ascoltare le buone intenzioni su campionato e Nazionale
c'erano tante vecchie glorie come i fratelli Luise, Silini, Cosi,
Baraldi, Covi; campioni di altri sport del calibro di Silvio
Martinello e Marco Marin; i rappresentanti delle società padovane e
tante altre persone. In tutto circa un centinaio.

«Padova è la provincia più rappresentata in nazionale - ha detto Dondi
servendo sul piatto, insieme alla cena, un altro argomento forte - Ci
sono Mauro e Mirco Bergamasco, Bortolami, Ghiraldini e Marcato, più
c'è Barbini. Dovete essere orgogliosi, anche se non giocano più qui.
Una società che produce tanti talenti deve tornare grande. Deve
tornare a essere un punto di riferimento del rugby». Come? Con la
promessa fatta all'assessore comunale Claudio Sinigaglia di un
test-match azzurro, che manca a Padova da dieci anni (Italia-Australia
18-40). Con l'ipotesi di ospitare al centro "Geremia" una delle future
accademie giovanili del rugby italiano. Con l'auspicio di un Petrarca
da play-off grazie alla nuova gestione manageriale. «Con programmi
comuni - ha continuato Dondi - nei quali la Fir può essere accanto ai
club».

Forse stanno cambiando i rapporti Padova-Fir, da anni conflittuali (il
no al Sei Nazioni in Veneto, l'opposizione di Lorigiola e Innocenti, i
fischi a Dondi alla finale scudetto '03, la bocciatura di Rinaldo alle
ultime elezioni). Le parole di Remigio Sturaro, dirigente petrarchino
che ha fatto gli onori di casa, vanno in tale direzione. «Dondi è il
presidente ideale - ha detto - Gli va riconosciuto il merito di averci
portato nel Sei Nazioni, conducendo la Fir all'autonomia economica».
Capitan Bortolami ha completato l'idillio: «Sarebbe davvero speciale
giocare in maglia azzurra per la prima volta a Padova. Dove sono
cresciuto e dove sogno di chiudere la carriera dopo Gloucester».

Meno idilliaco, ma sacrosanto, è stato invece il giudizio di Dondi
sull'ultimo tour dell'Italia. «Sconfitte come quella con le Figi mi
fanno male. Con avversarie del genere non possiamo più perdere. Ne va
della nostra immagine». Una chiara indicazione a Berbizier e agli
azzurri in vista della stagione mondiale di Francia 2007 (primo raduno
ad Aosta, 30 luglio-4 agosto). Il Cenacolo ha avuto il privilegio di
lanciarla.

Ivan Malfatto
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 Più chance alla difesa nella zona di placcaggio

 Le regole introdotte nel Duemila con la creazione della linea del
placcaggio hanno favorito la continuità dell'azione. Ma non lo
spettacolo. Le situazioni placcato-placcatore sono diventate difficili
da gestire per le difese. Sull'impatto chi ha il possesso lo mantiene
9 volte su 10 e più. A determinare questo squilibrio sono stati
l'obbligo di rientrare al di qua della linea del pallone prima di
intervenire e la tolleranza di due o tre secondi da parte degli
arbitri affinché il placcato liberi l'ovale.
Tempo un anno e i guru dei sistemi di opposizione avevano già capito
la musica. Pochissimi difensori vengono impiegati nei punti d'impatto.
Idealmente un paio. E chi davvero vuole avere qualche chance in più di
recuperare la palla mandava tre giocatori legati tra loro per cercare
di spuntarla nell'unica maniera possibile: in spinta. E se va male si
ritarda la liberazione. Gli attaccanti naturalmente si sono adeguati.
I sostegni hanno cominciato un po' alla volta a disinteressarsi della
palla: anziché mettersi sopra per proteggerla, vanno volontariamente
al di là del vantaggio a placcare, senza la minima esitazione, i
difensori in arrivo per recuperare. Una "pulizia tecnica" al limite,
nella quale il campionato inglese ha fatto tendenza, che ha
trasformato la zona di placcaggio in luogo di combattimento fine a se
stesso, orientato all'usura fisica. La palla è diventata secondaria.

Tutti gli altri giocatori, troppi, non impegnati nella conservazione o
nel recupero si ripartiscono sulla larghezza. Dove, a liberazione
avvenuta, è diventato più difficile attaccare alla mano a causa degli
spazi intasati. Ricordo lo sfogo di Laporte al rientro dalla tournée
in Sudafrica nel 2001: «Hanno talmente ridotto l'incertezza nel
recupero del pallone che tutti si mettono in difesa - osservò il ct
della Francia-. Dobbiamo dare ai difensori le stesse opportunità degli
attaccanti. Perchè oggi un pallone lo si può conservare anche con un
solo sostegno».

Ecco perché da più parti è stata indicata la necessità di rivedere la
regola che obbliga a rientrare nel proprio campo per contendere la
palla al placcato. Si propone di disputare immediatamente l'ovale,
senza essere sui propri appoggi. O in alternativa di impedire al
sostegno offensivo di posizionarsi sopra il compagno a terra.
Obiettivo: ricreare incertezza, dando più possibilità ai difensori e
dunque incentivandoli ad intervenire più numerosi nelle ruck.
Liberando così spazi al largo utilizzabili per il gioco alla mano. In
buona sostanza il rilancio delle fasi collettive a terra finalizzate
al pallone.

Secondo le teste d'uovo che stanno sperimentando questa modifica
all'Università di Stellenbosch, la possibilità di utilizzare le mani
per liberare da terra sarebbe allo stesso tempo un incentivo per gli
attaccanti a trasformare l'azione rimanendo in piedi, velocizzando
così il gioco. Perché se andranno giù rischieranno di perdere il
possesso.

Tuttavia non tutte le previsioni sono unanimi. C'è chi prevede che la
modifica della regola renderà la liberazione più rapida ma che gli
attacchi manterranno un tempo di vantaggio, potendo così contare su
una maggiore difficoltà delle difese nel ripiazzamento. Vedremo. Ma se
così fosse l'opposizione sarebbe ancora più riluttante a farsi
assorbire nei punti d'impatto. E si tornerebbe al problema di
partenza. O anche peggio.
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 Rovigo insegue Lobrauco. Umaga a Tolone

 MERCATO ITALIANOSettimana tranquilla per i trasferimenti. Il Carrera
si è assicurato Leaega e Rondinelli, centro e pilone del Rovigo. Lo
stesso Rovigo si sta contando: Pellielo, nuovo tecnico e Brizzante,
nuovo ds, stanno facendo la conta dei giocatori rimasti, Intanto, alla
corte rossoblù potrebbe tornare il mediano Lobrauco, così come Furin
da Piacenza, Dolcetto invece andrà a Badia. Il Venezia Mestre ha
ingaggiato Wium dal Benetton ed Edoardo Candiago dal Calvisano. Marco
Coletti, pilone sandonatese dell'Overmach, giocherà la prossima
stagione a Pau in Seconda Divisione. Buone notizie da L'Aquila la cui
squadra è stata salvata grazie all'intervento di 14 imprenditori che
hanno raccolto 1,8 milioni.
MERCATO ESTEROTana Umaga, ex capitano All Blacks, giocherà a Tolone.
Il club sarà allenato da Gilbert Doucet, ex di Calvisano, mentre
direttore generale sarà Alain Teixidor, ex tecnico del Benetton. Col
Tolone giocherà anche il pilone sudafricano Muller. Stade Francais
scatenato: Il club parigino ha ingaggiato la 2. linea australiana
Samo, l'estremo Jeanjean dal Toulouse e il mediano Albouy dal Castres.
Lo stesso Castres, prossimo avversario del Benetton in Heineken Cup,
ha ingaggiato la 3. linea Tabacco dal Pau.

CURRIE CUP Secondo turno e Cheetahs solo al comando. Risultati:
Falcons-Cheetahs 9-66, Lions-Blue Bulls 24-39, Western Province-Sharks
25-28, Griquas-Pumas 60-26; Cheetahs 10, Blue Bulls, Sharks 9, Western
Province 6, Griquas 5.

TRI NATIONSScatta sabato il Tri Nations con la sfida di Christchurch
Nuova Zelanda-Australia; Il resto del programma: 15.07
Australia-Sudafrica; 22.07 Nuova Zelanda-Sudafrica; 29.07
Australia-Nuova Zelanda; 5.08 Australia-Sudafrica; 19.08 Nuova
Zelanda-Australia; 26.08 Sudafrica-Nuova Zelanda; 2.09 Sudafrica-Nuova
Zelanda; 9.09 Sudafrica-Australia.

PACIFIC 5 NATIONS 5. turno: Samoa-Tonga 36-0, Giappone-Fiji 15-29; All
Blacks Junior 20, Samoa 11, Fiji 10, Tonga 9, Giappone 0.

Ennio Grosso
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