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[RUGBYLIST] Stanojevic ????

Pier Luigi Maciocia plmaciocia a mclink.it
Ven 6 Ott 2006 18:34:33 CEST


Come ho gia detto, conosco Marko meglio di chiunque altro 
qui in Italia. Se gli arriva la palla in mano, di sicuro è 
mèta.  Non è una battuta, corre rasoterra il "napoletano", 
ma corre davvero.
Io se lo prendo gli stacco le braccia (pulmino, e qualche 
altra cosetta)

plm


----- Original Message ----- 
From: "Fiorenza Preda" <fionah a tiscali.it>
To: <rugbylist a rugbylist.it>
Sent: Friday, October 06, 2006 3:38 PM
Subject: Re: [RUGBYLIST] Stanojevic ????


>----Messaggio originale----
>Da: ninorhodigi a virgilio.it

>Non c'è niente da dire:la tua risposta sull'argomento 
>Stanojevic (
per me
>slavo e basta:se non lo sappiamo quì nel Veneto quanto 
>bravi so' a
rubare
>tutto ciò che capita sotto tiro:magari un pulmino od un 
>..bazooka ) .


A parte il fatto che mi pare di cattivo gusto generalizzare 
(italiani
tutti mafiosi, tedeschi mangia krauti, ecc...), ecco un 
articolo di
Francesco Volpe pubblicato sul Corriere dello Sport di 
mercoledì
scorso, che ci racconta un pò chi è Marko Stanojevic.... 
questo
sconosciuto.
Saluti,
Fiore

"Ecco l'ala del Bristol che corre i 100 in 10'7 e dovrebbe 
debuttare
sabato a L'Aquila contro il Portogallo"
STANOJEVIC, UN PENDOLINO PER L'ITALIA
Madre di Caserta papà serbo, scuola inglese. La F1R l'ha 
scoperto
quando giocava in serie B
di Francesco Volpe

Il pendolino di Bristol fa scalo a L'Aquila. Viene 
dall'Inghilterra
l'ultimo grido del rugby azzurro. Ma ha sangue italiano. 
Meglio,
casertano. «Mia madre è nata a Valle Agricola, un paesino di 
mille
anime in provincia di Caserta. E lì torno tutti gli anni a 
trovare mia
nonna e gli altri parenti». Chi si racconta è Marko 
Stanojevic, il
pendolino di cui sopra. Un figlio del mondo, come si addice 
all'era in
cui viviamo. Madre italiana, padre serbo, scuola inglese e 
un personale
di 10"7 manuale sui 100 metri. Un Lomu versione "light", 
insomma, su
cui il et. Pierre Berbizier punta per dare efficacia ai 
tre-quarti
azzurri.
Un'avventura, quella di Stanojevic in azzurro, cominciata... 
in serie
B. «Tre anni fa giocai una stagione a Colle/erro - racconta 
Marko, 26
anni compiuti domenica - Così, giusto per fare 
un'esperienza. Lì mi ha
scoperto Marco Gabrielli, il coach della Seven, e da allora 
per me
tutto ha viaggiato molto in fretta». L'Italia A, il raduno 
estivo in
Val d'Aosta, ed ora le qualificazioni mondiali con la 
Nazionale
maggiore. Sabato potrebbe debuttare contro il Portogallo al 
"Fattori",
«e mamma è già pronta a prendere l'aereo per venirmi a 
vedere con tutti
i parenti  italiani.   Trascorrerò quaran-tott'ore con le 
dita
incrociate. Non avrei mai immaginato di entrare nel gruppo 
della
Nazionale, ed ora ho la. prospettiva dì giocare!». Parla 
perfettamente
l'italiano, conosce poche parole di serbo, «perché quand'ero 
piccolo a
Belgrado c'era la guerra e non ci andavo spesso». I suoi 
genitori si
conobbero per caso, a Birmigham. Papà Milan studiava 
ingegneria
meccanica alla Aston University, mamma Bruna era lì per la 
classica
vacanza di studio. Oggi gestiscono un albergo presso 
Stratford-upon-
Avon, il paese natale di William Shakespeare, il più grande 
drammaturgo
inglese. Marko è cresciuto a Birmingham, giocando a pallone, 
facendo lo
sprinter e saltando in lungo. «Poi a scuola ho scoperto il 
rugby e mi
hanno subito messo all'ala: ero il più veloce». Si è 
laureato in
informatica tre anni orsono e da allora gioca professionista 
nel
Bristol di Walter Pozzebon, ex azzurro del Treviso. Un 
infortunio in
avvio di stagione gli è costato tanta panchina. Il coach 
Richard Hill
gli ha preferito il samoano-Lamy e l'inglese Robinson.
«La chiamata in azzurro mi regala una grande opportunità. 
Qui il
livello è molto alto, ma l'ambiente è ideale. Ci attende una 
stagione
durissima, 14 partite fino alla Coppa del Mondo, e dobbiamo 
crescere il
più possibile. Per me è tutto incredibile. Se penso che otto 
mesi fa
ero in tribuna a Lan-sdowne Road a tifare Italia... 
(Jessica, la sua
ragazza, è invece per metà irlandese; ndr). Quel giorno 
perdemmo per
due mete molto dubbie, ma lo spirito di questa squadra è 
fortissimo.
Sono convinto che ci manca poco per vincere partite come 
quella».
Chissà, magari manca un pendolino che recapiti l'ovale in 
meta. Magari
manca Marko Stanojevic.



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