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[RUGBYLIST] Coppe europee

allrugby allrugby a gmail.com
Sab 28 Ott 2006 22:10:02 CEST


Credo di non dire nulla di nuovo ribadendo il fatto che il divario tra
il ns. rugby e quello dei paesi tradizionalmente più evoluti, in
questo sport, è abissale.
La facilità con la quale i club europei ci impartiscono lezioni di
gioco (e di tenuta psicologica) è disarmante.
Mi chiedo che senso ha continuare a girare l'Europa per poi tornare a
casa con un groppone carico di punti e ... di botte.
Eccezioni positive ce ne sono poche: per contare le vittorie delle
formazioni nostrane non serve il pallotteliere, nè tantomeno un
computer. Bastano le dita di una mano.
Non abbiamo la mentalità atta a creare qualcosa che, invece, avrebbe
prospettive di crescita inimmaginabili.
Pensiamo alla "propaganda" (brutta parola, per me), ed a quello che
potrebbe fruttare se fosse oggetto d'investimenti primari.
Non si tratta solo di mandare un incaricato in giro per le scuole a
distribuire volantini e a raccomandarsi agli insegnanti: questo, ormai
lo fanno anche le altre entità sportive e quando si entra in
concorrenza con sport come il calcio, la partita è persa in partenza.
Bisogna promuovere lo sport, farlo conoscere, prima di chiedere di
parteciparvi attivamente. Bisogna stimolare la fantasia dei giovani,
parlarci assieme, farseli amici, affascinarli e dare un esempio sempre
positivo: i bambini s'innamorano di chi da un'immagine sempre positiva
di sè: bisogna fare un grosso lavoro "ai fianchi".
Pensiamo al settore giovanile già costituito, ricco di belle speranze,
ma che il sistema non è capace di mantenere e sostenere e che, per
contro, si trova a dover fare i conti con un fuggi fuggi di atleti
che, per motivi diversi, si allontanano dal rugby.
Non so se esista, ma uno studio sul perchè, ad un certo punto, le ns.
giovani promesse trovino alternative al rugby, potrebbe dare molti più
risultati di tante altre - sterili - iniziative.
Alcuni cambiano sport, altri sono fatalmente attratti dalla morosa,
altri ancora scoprono che, in fin dei conti, perchè fare fatica?
Se si riuscisse a capire e a tamponare il fenomeno sarebbe già un
ottimo risultato.
Pensiamo anche ai quattrini, che arriverebbero molto più copiosi dagli
sponsor se solo una parte di quanto ho scritto più sopra si avverasse.
Pensiamo ad una pubblicità mediatica, interessata, anche faziosa, ma
convincente e, soprattutto, sincera.
Certo, non si risolverebbe il problema in qualche giorno, ma un
approccio sistematico e la diffusione di una vera "cultura" rugbistica
a partire dai più giovani, altro non farebbe che accelerare il
fenomeno che ci porterebbe a non essere solo comparse in Europa, a
livello di club, ed a stentare più del lecito con una nazionale che,
volente o nolente, è figlia del ns. atteggiamento nei riguardi del
rugby.
Con speranzoso ottimismo.
Ciao.
Franco (TV)



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