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[RUGBYLIST] Notizie dall'Italia e dal mondo

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 11 Set 2006 15:23:46 CEST


Copio ed incollo dal Gazzettino di TV.
Ciao.
Franco

L'Australia lancia il campionato, l'Italia lo affossa


(im) La Federazione australiana ha annunciato nei giorni scorsi il
varo di un nuovo campionato nazionale di rugby .
Una rivoluzione per il Paese due volte campione del mondo ('91, '99),
che non ha mai avuto in passato una simile competizione. E che ha
deciso di puntare su di essa per il suo sviluppo. Al contrario
dell'Italia, che in fatto di campionato nazionale ha quasi 80 anni di
tradizione, ma che sta affossando il Super 10. Rendendo sempre più
deboli i club, l'offerta spettacolare del torneo e il suo livello
tecnico. Con la conseguente, e inevitabile, sacrosasanta emigrazione
all'estero dei migliori giocatori. Che solo in Francia e Inghilterra
hanno la possibilità di crescere ed essere pronti per gli impegni
della Nazionale.

In Australia la pensano diversamente. Dal 2007 otto squadre con i 224
migliori giocatori australiani si sfideranno in una competizione lunga
undici settimane. Il Super 8, o comunque verrà chiamato, inizierà a
metà luglio. Due formazioni saranno associate a club già esistenti
(Brisbane e Sydney), le altre saranno create nelle aree
rugbisticamente meno forti. La federazione nel nuovo campionato
nazionale investirà circa sette milioni e mezzo di dollari (oltre
cinque milioni di euro) in quattro anni. Nell'arco dei quali prevede
che il torneo raggiungerà l'attivo, o il pareggio economico. Gli
obiettivi più importanti che si è data sono la crescita del livello
tecnico e la diffusione del rugby . Si possono riassumere in tre
punti.

1) Creare una competizione di alto profilo nazionale che, concentrata
in tre mesi, si collochi fra i due livelli attraverso i quali si
sviluppa oggi il rugby australiano: internazionale (Nazionale, Super
14) e locale (campionato di club).

2) Mantenere in Australia i migliori giocatori all'interno di una
competizione di elevato livello tecnico.

3) Portare pubblico allo stadio attraverso la crescita di qualità,
equilibrio e spettacolo, visto che il torneo dei club ormai ha scarso
appeal: 1000 spettatori a match di media, 8000 alla finale, solo tre
squadre in finale negli ultimi 8 anni.

Numeri incredibilmente simile a quelli del Super 10 italiano. Solo che
in Australia si sta provando a incrementarli, da noi no. Strategie di
sviluppo opposte. I risultati diranno quale sarà la migliore.
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SUPER 10 Nonostante la sconfitta nel derby il presidente è soddisfatto
del nuovo Carrera: «Stagione da protagonisti, ma Treviso resta la
squadra da battere»
Lorigiola promuove il Petrarca: ha fame di vittorie
Attacco all'obbligo dei 12 italiani nella lista dei 22: «Fa a pugni
con gli obiettivi dei club, anche in Europa ne sono stupiti»

Rovigo
NOSTRO INVIATO

«Prima del match con Treviso avrei messo la firma per portare a casa
il punto di bonus. Dopo mi resta il rammarico. Giocando più sereni
l'avremmo vinta noi».

È un Fulvio Lorigiola mogio ma soddisfatto quello che lascia il
"Battaglini" di Rovigo. Campo neutro del 14-13 con cui il Benetton ha
battuto il Carrera Padova nella prima di campionato. Mogio per
l'occasione perduta (da 10 partite, 5 anni, il Petrarca non vince il
derby). Soddisfatto perché stavolta squadra, gruppo e struttura per il
rilancio sembra ci siano.

Presidente, per Padova sarà l'anno buono?

«Dalla prima uscita - spiega Lorigiola - mi pare sia una squadra che
può dare soddisfazioni. Ha fame di vittorie. Dove potrà arrivare lo
dirà il campo».

Più che in campo la novità per voi è fuori: Alejandro Canale è il
primo dirigente professionista del club.

«L'eccellenza nel rugby si può fare solo strutturandosi, a livello
societario prima che tecnico. Non potevamo più gestire la nostra
attività senza una persona a tempo pieno che coordinasse tutto,
dall'under 7 alla prima squadra. Abbiamo puntato su Canale».

E i giocatori?

«La squadra è equilibrata in ogni reparto, con due soli azzardi: Nicky
Little e Manuel Dallan. Se stanno bene sarà un Petrarca, se avranno
problemi fisici un altro (lo stiramento di Dallan è un campanello
d'allarme, ndr). Nel derby mi è piaciuto Cresten Davis. Più positivo e
parte del gruppo rispetto all'anno scorso».

Il Treviso sembra meno forte.

«Non ci credo. Gioca a nascondersi, giustamente, ma è lo stesso
dell'anno scorso. E' la squadra di riferimento».

Di Rovigo, capace nonostante i guai di sforare la vittoria in casa di
una semifinalista, che pensa?

«Non sono in grado di valutarla, ma Rovigo è un ambiente dove c'è
sempre qualcosa in più di altre piazze. Io la metto sempre fra quelli
in corsa per i play-off, quest'anno saranno 6 o 7».

Vede un Super 10 all'insegna dell'equilibrio?

«Sì, dove anche un punto di bonus può venir buono. E dove il livello
tecnico resta dignitoso, nonostante le regole imposte dalla Fir. Il
derby a me è piaciuto».

Si riferisce ai 12 italiani e all'under 19 obbligatori nella lista dei
22 giocatori?

«E all'assenza di regole, invece, per i comunitari. Nei giorni scorsi
a Bordeaux, alla riunione dell'Erc, i club stranieri erano allibiti
della nostra situazione. Disposizione del genere fanno a pugni con
l'obiettivo dell'eccellenza. Già c'è un gap con il resto d'Europa,
così lo ampliamo. E poi che non si lamentino se in coppa le italiane
non vincono».

In questo modo, però, avranno più spazio i giovani.

«Bisogna distinguere. Un conto è la formazione, un altro l'eccellenza.
Noi al Petrarca le perseguiamo entrambe, con un vivaio di 400 persone
e una squadra in Super 10. Devono darci le regole giuste per farlo».

Ma non c'era stato un miglioramento nei rapporti fra Petrarca e Fir?

«Sì, fra la federazione e un club importante come noi deve esserci un
buon rapporto. Solo che talvolta perseguiamo obiettivi diversi. Come
succederà in futuro sul nuovo fondo rischi per i grandi infortuni. Per
istituirlo la Fir farà pagare 5 euro a tesserato dall'under 19 in su,
poi lo darà da gestire all'Air, una sua emanazione. Ma se i soldi ce
li metto io club, perché devi poi gestirli tu? Sarebbe giusto che lo
facesse la Lire. Invece in questo, come su altro importanti temi
relativi all'eccellenza, non le viene dato spazio».

Ivan Malfatto
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Il Veneto e il futuro dei settori giovanili


È bastata una battuta del presidente della Fir Giancarlo Dondi durante
un incontro con la stampa veneta a sollevare una polemica d'altri
tempi. La frase in questione riguarda i settori giovanili della
regione. Che a giudizio del massimo dirigente federale non
lavorerebbero più con lo stesso impegno di un tempo.
Le società venete di tradizione, praticamente la filiera storica del
rugby italiano, si sono sentite chiamate direttamente in causa. E da
qualche giorno non si parla d'altro. Dice Giacomo Lorello, presidente
del "Petrarca Junior", 300 ragazzi, 18 tecnici, un centro modello alla
Guizza: «Noi per la verità lavoriamo con maggior impegno di prima e
riusciamo a mettere in campo anche due squadre nella stessa categoria.
Nulla a che vedere con la realtà di alcuni club del Super 10 che
trascurano i settori giovanili o, come l'Overmach Parma, vengono a
fare shopping in Veneto».

Altro centro di eccellenza nazionale è Treviso. Con gli splendidi
impianti della Ghirada dove calcano i terreni 360 ragazzi, seguiti da
una cinquantina di dirigenti e tecnici. Il bilancio quest'anno ha
superato i 400 mila euro con l'arrivo di due tecnici australiani che
si occuperanno della formazione degli allenatori all'interno del
progetto "Rugby di Marca". «A Treviso, e non parlo solo degli impianti
della Ghirada realizzati tutti con fondi privati, le società sono
abituate a fare con i propri soldi, ciascuno a seconda delle
possibilità - dice Vittorio Munari, il general manager del Benetton -.
Se poi il presidente della Fir pensa che non abbiamo fatto abbastanza
farebbe meglio a venircelo a spiegare di persona. Per quello che mi
riguarda da quattro anni non perdo occasione per chiedere a Dondi di
convocare una sorta di stati generali per un confronto che ci aiutasse
a trovare una via comune per il rugby italiano».A Rovigo Antonio
Aretusini da giugno è alla testa del "Rugby Rovigo junior" dopo aver
guidato per 8 anni la Lotario Monti. Complessivamente sono circa 200 i
ragazzi coinvolti dalle due società, con una spesa di circa 240mila
euro. E dalla scorsa stagione, con gli altri club del Polesine, è
stata creata un'Academy che si occupa delle promozione nelle scuole.
«Ultimamente nelle nazionali giovanili c'è una certa prevalenza del
centrosud - dice Aretusini - ma se guardiamo i titoli vinti la
leadership del Veneto non è in discussione. Da parte nostra c'è una
costante disponibilità a lavorare in sintonia con la federazione.
Purtroppo di collaborazione dalla Fir ne abbiamo ricevuta, per ora,
poca. Non è solo questione di soldi. Se si sente l'esigenza di un
salto di qualità per integrare l'alto livello, il grosso problema è la
formazione dei tecnici». Le proposte insomma non mancano. «Dal Duemila
siamo entrati nel Sei Nazioni - dice Lorello - ma le società sono
aiutate sempre alla stessa maniera. La Fir destina all'attività dei
settori giovanili in Veneto 100mila euro, un terzo di quanto spende
per i vivai in tutta Italia. Ma anche un terzo di quanto investe il
Petrarca, da solo, in un anno. Chi lavora con impegno sul territorio
andrebbe sostenuto meglio sia economicamente sia attraverso la
collaborazione tecnica e i programmi. Certo così si può perdere un po'
di potere di controllo ma il ritorno in termini di radicamento,
passione e sviluppo è assicurato».

Non sembra una polemica sterile. Sarebbe straordinario se il rugby
italiano sapesse coglierne e approfondirne gli stimoli. Purtroppo ha
sempre sofferto l'assenza di dialogo. E questo è uno dei suoi
principali limiti.
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C'è amarezza ma anche molto ottimismo tra i rossoblù dopo la ...


C'è amarezza ma anche molto ottimismo tra i rossoblù dopo la sconfitta
di Parma per 23-17 contro l'Skg. Partiti con tutti i pronostici
contrari, i ragazzi di Zanella hanno iniziato con il piede
sull'acceleratore, per poi subire la rimonta dei padroni di casa,
complici anche un paio di errori difensivi. Nel finale i bersaglieri,
sotto di 23-10, non hanno mollato e anzi hanno segnato la meta e
conquistato un meritato punto di bonus. Nonostante questo tecnico e
giocatori tornano a casa delusi per una partita che con un po' più di
convinzione avrebbero potuto vincere.
«Abbiamo giocato un bel primo tempo - commenta l'allenatore Alessandro
Zanella - siamo andati in vantaggio con un calcio e con la meta di
Calanchini. Il Parma poi è cresciuto, ma sono andati in meta su nostri
banali errori difensivi. Poi ci siamo mangiati due mete praticamente
già segnate, che avrebbero completamente cambiato l'incontro».

Partendo da sfavoriti comunque la prestazione della squadra è stata
buona, ha saputo reggere a una delle maggiori candidate ai play-off.
«Sì per questo siamo dispiaciuti. Dobbiamo continuare ancora a
lavorare sui nostri errori».

Com'è andata la mischia? «Ha tenuto bene. Abbiamo sbagliato un paio di
touche perché ancora manca la giusta sintonia fra lanciatore e
saltatori». E i trequarti? «Non bene come al solito. Però quando
riusciamo a giocare palloni in velocità e all'altezza siamo sempre
pericolosi». La difesa ha fatto qualche errore? «Nel complesso la
difesa è andata bene, però c'è stato qualche errore che alla fine è
risultato decisivo. Abbiamo preso una meta in prima fase per una
mancata copertura da touche , uno sbaglio banalissimo ma che ci è
costato sette punti».

Fiducioso per il prosieguo il capitano Marco Barion. «Abbiamo avuto
molte più occasioni dell'Skg. Il morale della squadra è positivo,
anche se c'è da dire che, per come è andata la partita, avremo anche
potuto vincere noi. Loro hanno calciato l'ottanta per cento dei
palloni avuti, noi abbiamo provato a fare più gioco, a spostare
l'ovale alla mano».

Sabato al Battaglini arriva il Treviso che oggi ha faticato a battere
il Petrarca Padova. «Ci impegneremo al massimo per cercare di
batterlo. Quest'anno ce la giochiamo alla pari con tutti. Il Gran
Parma ha fatto cinque amichevoli per amalgamare bene la squadra e fare
gruppo ma io non ho visto la differenza nei nostri confronti».
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