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[RUGBYLIST] Edizione straordinaria

allrugby allrugby a gmail.com
Dom 18 Mar 2007 22:06:13 CET


opio ed incollo dal Gazzettino di oggi.
Ancora un grazie sentito a chi ci permette di riportare notizie che,
mi auguro, siano apprezzate dai più.
A domani per le altre novità.
Ciao.
Franco (TV)

L'INIZIATIVA Presto inizieranno i lavori per aumentare la capienza
Per il prossimo anno un Flaminio da 30mila spettatori


(im) Un Flaminio da 30mila posti per il prossimo Sei Nazioni. Dotato
di servizi al passo con i tempi che oggi lo stadio romano non ha.
Conclusa la sfida in campo, la partita del torneo si sposta fuori. Un
summit alla vigilia di Italia-Irlanda fra i massimi responsabili di
Comune, Coni Servizi e Fir ha stabilito di far partire entro giugno i
lavori di sistemazione del Flaminio. Lavori attesi da anni e finora
mai decollati.
Tanto che avevano portato il presidente Giancarlo Dondi(foto) a
ventilare l'ipotesi di trasferire il Sei Nazioni altrove come
strumento di pressione sulla giunta di Walter Veltroni. La pressione
ha avuto effetto, insieme alla rugbymania scoppiata in Italia dopo i
successi con Scozia e Galles. Tanto da far dichiarare al sindaco: "La
città di Roma non perderà il Sei Nazioni".

E da fargli fissare l'inizio lavori, che saranno completati entro
l'inizio del torneo 2008. "Il nostro obiettivo - dice Dondi - è
installare tribune mobili che aumentino la capienza di 4-5 mila posti
circa, portandola vicino ai 30mila posti. E' un intervento fattibile.
Si tratta ora di vedere come".

All'aumento di capienza si affiancheranno i restauri di sala stampa,
tribuna stampa, tribuna vip e area ospitalità. "Nell'era degli sponsor
- diceva Diego Dominguez a Murrayfield - non è possibile a Roma essere
privi di strutture dove accogliere alle partite i finanziatori".

A febbraio 2008 strutture e tribune più ampie ci saranno. E la Fir
rinsalderà il legame indissolubile con Roma per il Sei Nazioni. Con
buona pace di chi pensa ancora che il torneo possa emigrare.
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Francia, vittoria brivido Parigi: decide la moviola


ROMA - La gioia è diventata amarezza e disperazione. L'onda verde dei
tifosi irlandesi era pronta a travolgere piazza del Popolo, dove in 30
mila si erano dati appuntamento per assistere sul maxischermo dapprima
al match tra Italia-Irlanda, e successivamente a quello tra Francia e
Scozia.
Dopo il successo contro gli azzurri, con 27 punti di scarto, gli
irlandesi pregustano un successo che ormai sembra cosa fatta, dato che
la Francia dovrebbe battere la Scozia di 22 punti. Comincia il match
della Francia. I galletti fanno subito sul serio e a 5 minuti dalla
fine sono avanti 39-12. Quando la disperazione compare sulle facce dei
30 mila 'verdi', un'inaspettata meta dello scozzese Murray,
trasformata da Paterson, fa esplodere piazza del Popolo dove gli
italiani festeggiano insieme agli irlandesi contro i non troppo amati
cugini francesi.

Tutto sembrava far pensare ormai ad un successo dell'Irlanda, ma nei
secondi di recupero, con la forza della disperazione, la Francia si
buttava in avanti ottenendo solo grazie all'aiuto della moviola la
meta decisiva. L'amarezza scendeva sui volti dei 30 mila irlandesi a
cui non restava altro che affogare i dispiaceri nella birra. A
festeggiare ieri sera sono stati i francesi.

L'ULTIMA GIORNATA - Italia-Irlanda 24-51, Francia-Scozia 46-19,
Galles-Inghilterra 27-18.

LA CLASSIFICA FINALE - FRANCIA e Irlanda 8; Inghilterra 6; Italia 4;
Scozia e Galles 2. Francia campione.
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NEGLI SPOGLIATOI
Berbizier: «La differenza l'ha fatta lo scontro fisico»


Roma
NOSTRO INVIATO

(I.M.) - "A breve termine sarà utile che altri italiani si
trasferiscano a giocare in campionati esteri, ma non sarò certo io a
spingerli. A lungo termine, invece, è necessario trovare una soluzione
per il campionato italiano se vogliamo garantire competitività della
Nazionale e del rugby italiano. La federazione sta lavorando bene,
sono sicure che individuerà la formula giusta".

Negli spogliatoi di Italia-Irlanda si guarda oltre lo splendido Sei
Nazioni azzurro. E Marco Bortolami risponde così, da vero capitano che
ha ben presente i problemi del suo sport, alle domande dei giornalisti
stranieri. Domande che toccano il nervo scoperto del nostro rugby. Al
di là dell'euforia per le vittorie su Galles e Scozia, serve infatti
investire sul movimento e dare impulso all'alto livello se si vuole
che questi risultati abbiano una continuità.

Bortolami, autore di una meta che dice "ho cercato dall'inizio della
partita e ha segnato il riscatto dell'Italia", è lucido anche
nell'analisi del match: "Sapevamo che sarebbe stato duro. L'Irlanda
produce il miglior gioco d'Europa e noi non eravamo al 100\% per
contrapporci. Dopo un primo tempo equilibrato abbiamo subito nei primi
20' della ripresa. Quando non si riesce a placcare e l'avversario ti
sovrasta fisicamente i risultati sono questi. Il nostro Sei Nazioni,
però, è stato molto positivo. Con tale atteggiamento dobbiamo pensare
alla Coppa del Mondo".

Sulla dimensione fisica del match pone l'accento anche il ct Pierre
Berbizier: "Oggi questo ha fatto la differenza per l'Irlanda. Quando
perdi sempre nell'uno contro uno è finita. Anche giocatori come Mirco
Bergamasco e Parisse oggi erano stanchi e non sono riusciti a incidere
come in passato".

Nello sviluppo del risultato il tecnico non si nasconde un rammarico:
"Abbiamo avuto una sola possibilità di andare in vantaggio nel primo
tempo e non l'abbiamo sfruttata sbagliando il calcio di Pez al 37'.
Due minuti dopo loro hanno allungato nel punteggio con la meta di
D'Arcy, viziata da un sospetto passaggio in avanti e lì il risultato è
girato".

Berbizier non risparmia comunque critiche alla squadra: "Le prima due
mete le abbiamo concesse su nostri possessi, abbiamo giocato troppo
individualmente. La prestazione della mischia nel primo tempo non mi è
sembrata la migliore del torneo". Ma la stanchezza di un torneo duro
ha condizionato la prestazione. Complimenti riserva ai rivali: "Li
ringrazio per aver mostrato al Flaminio il gioco più bello che si
possa oggi mostrare". Infine concede una rivelazione scaramantica:
"Dopo la sconfitta con la Francia ero a pezzi. Nel captain run's del
match successivo a Twickenham ho trovato nell'erba un numero 7
staccatosi da una scarpa. Da allora abbiamo segnato 7 punti
all'Inghilterra, 37 alla Scozia, Mauro Bergamasco (numero 7) ha
siglato al 37' la meta decisiva con il Galles. Il 7 era il numero più
amato dal mio maestro Jacques Fouroux, ha portato bene. E il Mondiale
inizierà il 7 settembre..."
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Roma
NOSTRO INVIATO
L'Italia ...


Roma
NOSTRO INVIATO

L'Italia resiste un tempo e poi cede alla marea verde. Con uno scatto
d'orgoglio finale (2 mete) si toglie però lo sfizio di far perdere
all'Irlanda l'Rbs Sei Nazioni più thrilling della storia e conquista
il quarto posto finale, record degli azzurri.

A Parigi, infatti, due ore dopo la Francia contro la Scozia segna la
meta contestata del sorpasso sugli irlandesi nella differenza punti in
classifica (+69 Francia, +65 Irlanda, entrambe 8 punti) all'ultimo
minuto. Grazie alla prova tivù. E chi è il tmo (television match
officer) deputato al giudizio? Simon McDowell, un irlandese! Pazzesco.
Neanche Andrea Camilleri avrebbe saputo inventare un finale migliore
per il suo Montalbano. Lo ha scritto invece un torneo più affascinante
che mai. Nel quale dopo le due vittorie di quest'anno anche l'Italia
assume il ruolo di protagonista. Un ruolo per nulla oscurato dal
pesante 51-24 (8-2 le mete) subito ieri al Flaminio.

Che sarebbe stata dura lo si sapeva da una settimana. Mauro Bergamasco
fuori per squalifica, Andrea Lo Cicero per infortunio. Due assenze che
si aggiungevano alle 8 già subite per guai fisici. Anche chi ha
giocato era alla frutta di energie. E dopo soli 3' ha dovuto fare a
meno pure di Zaffiri (distorsione al ginocchio sinistro con
risentimento nel bicipite femorale).

Ce n'era abbastanza per abbattere un toro. Dal punto di vista morale
oltre che fisico. Invece l'Italia si è aggrappata alle residue risorse
mentali, a una touche rivale disastrosa (3 perse, quasi tutte
sporcate) e ai piedi di Pez per restare a galla nel punteggio. C'è
riuscita in pieno. Nonostante una mischia non all'altezza della fama e
due mete subite su proprio possesso. Al 16' su punizione per crollo in
mischia, dal quale gli strepitosi trequarti in maglia verde sono
partiti per la sventagliata Stringer-D'Arcy-Hickie-O'Driscoll che ha
mandato a segno Dempsey. Al 16' su palla rubata in chiusa da Wallace,
che dopo l'allargamento di fronte e una ruck ha lanciato la cavalcata
di Shane Horgan sostenuta da Simon Easterby.

Due lampi di genio della cicala Irlanda, magistrale nei ricicli che
mantengono per lunghe fasi la palla viva, a cui risponde la pressione
difensiva e la concretezza della formica Italia. Un drop (12')
costruito dopo più fasi senza che la palla cada in avanti; un calcio
(14') per tenuto sui 40 metri dopo touche irlandese disastrosa che
frutta l'unico sorpasso (6-3); un secondo calcio (24') dai 22 nato
dall'arma dei poveri, il maul; un secondo drop (26') che suggella
l'azione simbolo della difesa azzurra, visto che nelle grinfie finisce
Brian O'Driscoll commettendo un tenuto. L'Irlanda domina in possesso,
occupazione, brillantezza dell'attacco, ma è solo a un punto dagli
azzurri (12-13). Che falliscono con Pez ('37, unico errore)
addirittura il calcio del nuovo sorpasso assegnato per un muro in
maul.

Nell'azione successiva la partita gira. Da un tenuto a terra di
Perugini nasce un'altra cavalcata ubriacante
Stringer-O'Gara-Hickie-D'Arcy. Il passaggio decisivo dell'ala sembra
in avanti, ma l'arbitro non fischia e l'Italia crolla. Al rientro
dagli spogliatoi senza il suo salvadanaio di punti Pez (botta alla
spalla sinistra) gli azzurri beccano l'intercetto in attacco su
Parisse che solo Bergamasco salva miracolosamente su Hickie. E'
l'avvisaglia delle tre mete da coltello nel burro dei minuti
successivi. Potrebbe essere l'inizio di una batosta storica, visto che
l'Irlanda è chiamata a segnare più punti possibili per sperare. Invece
dal grave infortunio a Brian O'Driscoll (ginocchio sinistro) gli
irlandesi si spengono e l'Italia pur con le energie al lumicino (fuori
per stanchezza Parisse) s'installa nella metà campo rivale (32' a 16'
l'occupazione nella ripresa) per le 2 mete che decidono il torneo. Una
di Bortolami su accorto cambio di fronte al piede di De Marigny, sul
quale il capitano raccoglie nei 5 metri saltando più alto di Hickie,
protegge palla con una veronica e schiaccia. L'altra dello stesso De
Marigny all'ultimo secondo dopo percussione di Staibano, ruck e
apertura all'ala. L'estremo segna, l'arbitro chiede la prova tv e
conferma. La prova tv che resterà nella storia, però, è quella di due
ore dopo a Parigi. Dove un arbitro irlandese onesto toglie all'Irlanda
un Sei Nazioni atteso da 22 anni. Complimenti mister McDowell. Nel
calcio (e non solo) tutti dovrebbero imparare da lei.

Ivan Malfatto
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