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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 5 Nov 2007 13:19:44 CET


Riporto quanto oggi pubblicato dal Gazzettino in tema di rugby.
Ciao.
Franco (TV)

Parisse e i Bergamasco cedono al Tolosa

COPPE EUROPEEAl via venerdì le Coppe europee. Benetton e Montepaschi
in Heineken Cup, Carrera, Cammi, Overmach e Gran in Challenge. Primo
turno. Heineken Cup: London Irish-Benetton, Montepaschi-Biarritz.
Challenge Cup: Bayonne-Carrera, Cammi-Dax, Overmach-Albi,
Montauban-Gran.
SERIE CElite: Casale-Alpago 15-14, Monselice-Villadose 16-5,
Belluno-Montereale 59-5, Oderzo-Montebelluna 33-12, Vicenza-Jesolo
5-11, Lemene-Conegliano 28-28. Casale 23, Belluno, Monselice 19,
Oderzo 16, Jesolo 13, Lemene 11, Conegliano 10, Montebelluna 9,
Vicenza, Villadose 6, Alpago 2, Montereale -4. Civ: SudTirolo-Ped.
Livenza 7-53, Pordenone-Monsters 36-10, Lido-Trento 57-0,
Valpolicella-Valdagno 22-24, Valsugana-West 8-10, Cus Verona-Valeggio
36-0, riposava Frassinelle. Ped. Livenza, Pordenone 19, Lido, Monsters
16, Valdagno 14, Valsugana 12, West 9, Cus Verona 8, Valpolicella 2,
Frassinelle 1, Valeggio 0, Trento -4, Sudtirolo -8.

UNDER 19 Girone 1: Arix-Benetton 0-36, Capitolina-Cammi 29-8,
Tarvisium-Benevento 17-17, L'Aquila-Carrera 15-13, Noceto-Overmach
18-18. Benetton 25, Capitolina 23, Tarvisium 20, Carrera 18, L'Aquila
16, Cammi 14, Benevento 13, Noceto 10, Parma 8, Arix 0.

TOP 14Toulouse-Stade Français (Parisse 80', Mauro e Mirko Bergamasco
40') 28-9, Bayonne-Dax 27-0, Auch-Bourgoin 16-18, Albi-Perpignan
21-16, Brive-Biarritz (Masi 80') 7-12, Montauban-Castres 15-12,
Clermont Auvergne (Canale 80')-Montpellier 33-20. Bayonne, Toulouse 9,
Bourgoin 8, Albi, Biarritz 6.

Ennio Grosso
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 Montgomery, da dandy a eroe del Sudafrica


Il capocannoniere del mondiale è l'ex dandy del rugby sudafricano:
Percy Montgomery, diventato a 33 anni il simbolo della nazione
arcobaleno dopo esserne stato a lungo il ragazzo viziato, crudelmente
preso di mira dal tifo boero. Con i 105 punti segnati in Francia, ha
portato suo record con la maglia degli Springboks a quota 873.
Trequarti creativo ed elegante ha esordito in nazionale nel '97 contro
i Lions. E ha bruciato tappe e record a cominciare da quello del mito,
Naas Botha. «Ma lui 312 punti li ha segnati in 27 partite, io in 53»
ammise dando prova di modestia. Era solo l'inizio: è stato il primo
sudafricano a infrangere la barriera dei 500 punti in test
internazionali e quello a collezionare il maggior numero di presenze
(94).
Il suo stile di vita rifletteva quello di gioco. E fu un problema. I
tour nei locali notturni, gli abiti griffati e i foulard di seta
cominciarono a far discutere più delle sue prodezze sul campo. I
supporter di lingua afrikaans, specialmente a Nord di Pretoria, dove
era cresciuto, non gli perdonavano il suo passaggio agli odiati nemici
della Western Province, e presero a bersagliarlo per le sue scarpe da
gioco argentate o per i capelli ossigenati. Un rapporto di odio-amore
che nel '99 sfociò nella clamorosa contestazione durante la partita
con gli All Blacks: 80 minuti di fischi. Per la stampa e il pubblico
era ormai "Fool Monty". Divenne nervoso. Molto. Sbagliò qualche
partita e si beccò le rampogne del ct Straeuli. Cominciò a circolare
la voce che fosse razzista. Fu troppo: «Sono cresciuto in una terra a
maggioranza afrikaner dove gli abusi e le discriminazioni erano
all'ordine del giorno - spiegò-. Per questo i sospetti di razzismo mi
infastidiscono».Se ne andò dal Sudafrica. Nel 2002 si trasferì in
Galles, a Newport, su consiglio dell'ex springbok Teichmann. Gli inizi
furono duri. In Celtic League con i Dragons aggredì un guardalinee: i
6 mesi di squalifica gli costarono la partecipazione alla Coppa del
mondo 2003.«Un gesto stupido» ammise. Ma nelle vallate gallesi a
contatto con il rugby delle radici, cominciò la sua metamorfosi umana.
Ha migliorato la personalità, imparato a concentrarsi solo sul gioco.
Sotto la guida dell'ex ct del Galles Mike Ruddock, ha perfezionato la
precisione dalla piazzola, accorciando i tempi di concentrazione. La
sua corsa si è fatta più essenziale. I rilanci hanno acquisito ritmo.
Quando nel 2004 si è accorto che che non gli importava più nulla delle
polemiche sul colore dei capelli, ha capito che era giunto il tempo di
tornare in patria.

Ha sposato un'ex modella di Città del Capo ed è andato a vivere tra i
boschi, nel Nord del Natal, dove ha aperto una casa degli Springboks e
ospita squadre di ragazzi per vacanze che mescolano rugby e natura.
«Il Percy che pensava solo a divertirsi è una storia vecchia, ora vive
felice con la moglie e i figli al riparo dalla gente e dai clamori» ha
raccontato il suo capitano John Smit. Una maturazione anche tattica,
confermata dall'allenatore degli Sharks, Grant Bashford: «Ha lavorato
duro, ha preso il comando della linea arretrata. Ed è un modello per i
giovani, a cominciare da Styeyn e Pietersen».

La freddezza sfoderata nella finale di Coppa del mondo contro
l'Inghilterra, il 100\% al piede, non sono che lo specchio di questa
trasformazione. Montgomery si è preso la rivincita, è l'icona degli
Springboks con Habana. Ma non si esalta. Sa che i ragazzi di
Bloemfontein o di Pretoria che ora lo incensano sono gli stessi che
prima lo bersagliavano. Tanto che ha già pronte le valigie. Stavolta
per Perpignan. La sua avventura umana continua.
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QUI TREVISO
Smith: «Abbiamo tanta gente nuova Ci vuole un po' di pazienza»

Treviso
(e.g.) Era dall'aprile 2003 che il Benetton non subiva due sconfitte
consecutive in Campionato. Allora furono Roma e Calvisano ad imporre
il doppio stop ai trevigiani. In casa biancoverde comunque non si
fanno drammi e in società regna la massima fiducia. «E' una cosa che
poteva anche essere prevista sostiene l'allenatore Franco Smith la
rosa è composta da 45 giocatori, molti dei quali nuovi, pertanto non
si può pretendere che tutto riesca al meglio subito. Io sono
tranquillo anche se dispiace perdere, per i ragazzi, per i tifosi, per
la città. Quello che stiamo giocando è un campionato equilibrato,
vediamo che le sorprese non mancano, gara dopo gara». Sabato
cominciano le coppe europee: due sconfitte in Campionato non sono un
bel biglietto da visita. «E' vero, ma non mi spavento - dice il
tecnico -. Oltretutto disputeremo una competizione in cui non siamo
favoriti e questo potrebbe aiutarci». Intanto mercoledì verrà eletto
il giocatore della Currie Cup 2007, tra i candidati anche Corniel Van
Zyl del Benetton.
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QUI PADOVA
Emergenza infortuni al Carrera: fuori Galatro, Patrizio e Dallan

Padova
(a.z) Il Carrera Petrarca è uscito dal campo del Calvisano con le ossa
rotte. A parte la pesate sconfitta (24-10), nel corso della partita si
sono infortunati Galatro (probabile distorsione ai legamenti del
ginocchio), Patrizio (colpo alla testa) e Dallan (stiramento a una
coscia). E già mancavano - oltre all'infortunato 'storico' Little-
giocatori del calibro di Mercier, Grimes, Lorenzetti e Padrò.

Chiaro che in queste condizioni era molto difficile giocare per il XV
allenato da Pasquale Presutti. Ma al di là delle attenuanti dovute
alle assenze, c'è da dire che il Carrera ha fatto troppo poco. Nelle
rimesse laterali non c'è stato sincronismo, la mischia non è quasi mai
riuscita ad imporsi ed in fase difensiva è mancata quell'aggressività
che da sempre rappresenta il marchio di fabbrica del Petrarca. Anche a
livelli di disciplina i padovani hanno lasciato a desiderare, con
l'inutile cartellino giallo rimediato da Sisa Koyamaibole per
placcaggio alto.
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QUI ROVIGO
La Femi Cz si gode il trionfo Cuore e tattica la formula vincente

Rovigo
NOSTRA REDAZIONE

Se non avesse inopinatamente gettato al vento il successo di Catania
la FemiCz sarebbe seconda in classifica in compagnia dell'Almaviva e
alle spalle del Montepaschi. Ma il meritato successo nel derby con il
Benetton a Rovigo "basta e avanza".

Dopo tre giornate i rossoblù hanno dimostrato che la squadra c'è e che
può solo crescere. Infortuni e contrattempi hanno sin qui condizionato
il lavoro di Massimo Brunello, coach debuttante, che sta plasmando una
squadra che accumuna il proverbiale carattere rodigino a
un'impostazione tattica eccellente interpretata da giocatori di
qualità.

La conferma si è avuta sabato contro Treviso con un primo tempo
eccellente (16-3) e una ripresa giocata con i denti per i tanti
infortuni e giocatori fuori ruolo. Il 24-23 ha premiato "il cuore"
rossoblù e la serietà di una società e una squadra che stanno facendo
enormi sforzi per riportare Rovigo in prima fila.
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QUI MESTRE
Casellato: «Un vittoria che fa bene al morale, ora pensiamo al gioco»

Mestre
(m. sal.) Il Casinò di Venezia si schioda dal fondo della classifica
dove lascia Catania. Una prima vittoria stagionale meritata contro
l'Overmach. Incoraggianti le soluzioni tattiche messe in campo da
Umberto Casellato e Giuseppe Zanatta, che hanno schierato il "mestrino
doc" Lucas Lambrè mediano di mischia e l' ex gialloblù Alejandro
"Magoo" Canale apertura, con Harley Crane centro e Ryan Bambry in
panchina. Gli spostamenti dell' ovale al piede e la spinta nei
raggruppamenti hanno permesso al Casinò di avere la meglio contro un
Overmach incapace di alzare il ritmo, in una gara inframmezzata da
falli nel gioco a terra. «Ho visto maggiore predisposizione nei
placcaggi e un approccio generale più convinto - ha commentato
Casellato -. Era importante fare morale e punti in classifica, adesso
dobbiamo mettere mano al gioco». Possibile il prossimo arrivo in
laguna dall' altro emisfero, di un paio di giocatori tra cui un pilone
destro.
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L'INTERVISTA Parla Pablo Calanchini, che con la meta dell'ex ha deciso
la sfida di Super 10. Sulla Nazionale: «Usi i giovani del vivaio e non
gli stranieri»
«Rovigo re dei derby, Benetton deludente»
Sui rossoblu: «Si vede che Brunello e Brizzante indossano ancora
questa maglia» Sui trevigiani: «Tanti bei nomi non fanno una squadra»

Il tecnico Massimo Brunello l'aveva detto alla vigilia. «Gli ex del
Treviso in questo derby vorranno dimostrare qualcosa in più. Punto
sulla loro voglia di riscatto». In campo è stato accontentato.
Gianluca Faliva ha puntellato per oltre un'ora la mischia rossoblu.
Gabriel Pizarro è stato eletto uomo del match. Pablo Calanchini ha
propiziato la prima meta, fallo di Goosen mentre schiacciava dopo il
calcetto a seguire, e segnato quella decisiva, al 3' di recupero. Con
la quale la FemiCz ha vinto 24-23 il derby contro il Benetton nel 4.
turno di Groupama Super 10. Rompendo un digiuno lungo 8 anni e
gettando in crisi (2 ko consecutivi) i campioni d'Italia a 7 giorni
dall'atteso debutto in Heineken Cup. Insomma, il vero "hombre del
partido", come si direbbe dalle sue parti, è stato proprio Calanchini.
Ala-estremo argentino di 34 anni proveniente da Santa Fe, club di
Charoca, che nella sua carriera italiana ha sempre giocato in Veneto:
Mogliano, Petrarca, Treviso e ora Rovigo.
Calanchini, cosa le hanno detto gli ex compagni trevigiani?

«Ora per colpa tua ci attende una settimana dura. Erano un po' arrabbiati...»

E quelli del Rovigo?

«La cosa più bella sono state le facce di Brunello e dell'altro
tecnico, Flaviano Brizzante, al rientro nello spogliatoio. Parlavano
da sole. Si vede che loro portano ancora sul corpo la maglia rossoblu,
come quando giocavano».

Più bravo Rovigo o più deludente Treviso?

«Noi in campo ci abbiamo messo il cuore e il 100\% fino alla fine.
Anche quando si sono infortunati il tallonatore, la terza linea, il
mediano di mischia e sembrava che la partita finisse male. Il Benetton
non l'ho visto in forma. Risentiva ancora del 33-0 del turno
precedente. Non era la squadra forte dell'anno scorso. O imbattibile
dell'anno in cui c'ero io, quando 2 infortuni mi hanno lasciato fuori
le prime 8 partite e poi non sono mai riuscito a conquistarmi un posto
da titolare».

Eppure il Benetton ha allestito una rosa stellare, che punta
addirittura a far bene in Europa.

«Se giocano così è meglio che in Europa non ci vadano nemmeno... Ci
sono 44 giocatori e tanti grandi nomi in rosa, ma questo non fa
necessariamente una squadra. Comunque è presto per dare giudizi,
aspettiamo più avanti».

E sul campionato, che dopo 4 turni fa la prima sosta, quale giudizio dà?

«È un torneo duro ed equilibrato. La prima può perdere dall'ultima,
come ha dimostrato il bel successo del Casinò di Venezia sull'Overmach
Parma. Meglio così. La lotta per arrivare nei play-off sarà più
avvincente».

Rovigo finora è stato il re dei derby, visto che ha battuto anche il Petrarca.

«Non mi sorprende. Ho giocato il derby nelle tre le piazze storiche,
ma come si vive qui non si vive da nessuna parte. Sarà l'aria, la
gente, lo stadio "Battaglini" non so... Sta di fatto che mi sono
divertito di più a Rovigo, anche quando l'ho perso, che altrove quando
l'ho vinto».

In passato ha fatto tre presenze con la Nazionale seven. Mai fatto un
pensierino alla maglia azzurra?

«A 34 anni è difficile. Meglio che la Nazionale punti sui giovani
italiani, piuttosto che su stranieri che giocano una Coppa del Mondo e
poi spariscono. I Pumas fanno così e guardate dove sono arrivati al
Mondiale. Come argentino ne sono davvero orgoglioso».

Ivan Malfatto
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STORIE E CURIOSITÀ DEL MONDO OVALE
Grav e lo scherzetto di Halloween

Invece del dolcetto Halloween ha portato al rugby un brutto
scherzetto: mercoledì scorso mentre era in vacanza a Maiorca con la
famiglia se n'è andato Ray Gravell, cinquantaseienne icona del rugby
gallese, vittima di un improvviso attacco di cuore. Ventitrè "caps"
con la nazionale gallese, in cui formò una coppia di centri d'acciaio
assieme a Steve Fenwick del Bridgend, 4 test con i British Lions
nell'80 in Sud Africa ed una militanza dal 1970 al 1985 con il
Llanelli (485 gare).
Questo è stato Ray Gravell, barbuto ed indomito trequarti che quasi
per un ventennio ha interpretato alla lettera quello spirito
amatoriale, generoso, infaticabile quanto deciso e granitico che ha
reso famoso il rugby gallese ovunque. E una volta appese le scarpe al
chiodo "Grav" ha continuato nella sua fedeltà assoluta agli Scarlets
di Stradey Park difendendo l'autonomia e la dignità della gente che il
Llanelli rappresentava ogni volta che scendeva in campo, ed
opponendosi strenuamente alla nascita della franchigia che milita
nella Celtic League nonché ad altre controverse decisioni assunte dai
dirigenti della Wru.

Gravell se ne va da Presidente in carica del Llanelli, una delle poche
persone che in vita ha addirittura avuto l'onore, nel 2003, di avere
intestata a lui la strada del paesino dove viveva, Mynyddygarreg. E
l'appuntamento con Halloween è davvero stato curioso: il 31 ottobre
del 1972 "Grav" con il Llanelli tramortì gli All Blacks in tournée nel
famosissimo 9-3 allo Stradey Park entrando per sempre nella storia del
rugby.

E trentacinque anni dopo, stesso giorno, il fato si è portato via
questo eterno amico del rugby e della gente gallese.

Giampaolo Tassinari
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Nuova Zelanda: l'Npc ha fatto flop

(Gia.T.) Dopo il danno, la beffa. Non è bastata la disastrosa campagna
al Mondiale degli All Blacks per amareggiare gli sconcertati
appassionati neozelandesi. E nemmeno lo storico successo dei Blue
Bulls nel Super14 nel segnalare il momentaneo declino degli squadroni
kiwi. Adesso ci si è pure messo il flop assoluto dell'edizione 2007
dell'Air New Zealand Cup, il famosissimo e celebrato Npc, che ha
registrato un preoccupante crollo di spettatori che hanno sentenziato
la condanna all'attuale formato del campionato.
Un torneo con troppe squadre sbilanciate nella qualità e nella forza,
con alti costi di ingaggio per giocatori non sempre all'altezza, con
troppe poche sfide "che contano" tra le province maggiori e con troppo
pochi campioni All Black impegnati al Mondiale ma anche rapiti a metà
cammino del Super14 dalla nazionale di Graham Henry che li ha voluti
risparmiare. E così molti appassionati hanno preferito restarsene a
casa decretando la figuraccia del Npc che mai si sarebbero attesi i
dirigenti della Nzrfu. Solo 7500 paganti per la semifinale
Canterbury-Wellington, mentre 2000 in più si sono scomodati per
l'altra semifinale Auckland-Hawke's Bay. Per non parlare della
finalissima dell'Eden Park dove la miseria di 16mila spettatori hanno
messo in crisi anche le riprese tv che non hanno potuto esimersi da
inquadrare ampi spazi vuoti sugli spalti. E già diverse union lanciano
urla di dolore con perdite economiche altisonanti: Bay of Plenty,
Southland e Tasman (amalgama di Marlborough e Nelson Bays'), ma anche
alcuni giganti come Canterbury hanno già chiesto di tornare a sole
dieci compagini. Eccezioni sonob Manawatu e soprattutto di Hawke's
Bay, che ha riempito oltre il lecito il suo storico Mc Lean's Park
arrivando addirittura in semifinale.

Se la storia insegna qualcosa allora i dirigenti federali, Jack Hobbs
ed il già discusso Steve Tew in testa, debbono ricordare che una
decina di anni fa proprio l'amalgama di queste due union nei Central
Vikings portò per un biennio problemi economici e disaffezione estesa
tra gli appassionati. Ad aprile prossimo la riunione annuale di tutte
ventisei le union locali sarà certamente bollente.
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