Reply: RI: Re: [RUGBYLIST] Il caso Bortolami

Gio 4 Ott 2007 09:46:03 CEST

Vi giro la bella intervista con Mallet del solito bravissimo Stefano Semeraro pubblicata sulla stampa

Gli errori ai Mondiali visti da lui:
«Contro la Scozia vi è mancato
il killer instinct. L’haka si affronta,
cattiva idea chiudersi in cerchio»
STEFANO SEMERARO
A guardarlo - sopracciglioni e collo da supereroe - sembra lo zio di Lou Ferrigno, l'incredibile Hulk dei telefilm. E in effetti Nick Mallett, da ieri ufficialmente il nuovo ct della nazionale di rugby, verde lo è diventato spesso: con la maglia degli Springboks sudafricani. Prima da giocatore, due presenze nell'84. In seguito, per 4 anni, da allenatore. Dietro l'apparenza burbera si nasconde un gentiluomo cordiale, con due lauree, in Inglese e Storia a Città del Capo, in Politica, Economia e Filosofia a Oxford, dove ha giocato a rugby e a cricket. Un erudito del rugby e un combattente, 8 di handicap a golf, che ha girato il mondo vincendo da allenatore il campionato francese e assaggiando da giocatore quello italiano, nel 1982-'83 a Rovigo, dove lo ricord
ano ancora per la 127 rossa e scassata con cui partiva per le città d'arte. Il più latino degli anglosassoni, che per noi ha rifiutato la panchina del Galles. Contratto di 4 anni, 2 più 2, stipendio di 300 mila euro l'anno, casa a Roma.

Obiettivi, Mr Mallett? «Sarebbe arrogante dire che vinceremo i Mondiali o il Sei Nazioni - ci ha risposto ieri, appena sbarcato a Parigi dal Sud Africa -. L'obiettivo mio e della Fir è di rendere la Nazionale competitiva in ogni singola partita. Di far sudare qualsiasi avversario. Ho allenato squadre che puntavano ai Mondiali, come il Sud Africa, o al campionato, come lo Stade Français. Arrivare fra i primi 8 o 4 di un Mondiale è una sfida altrettanto dura, che mi attrae». Giusto l'obiettivo fallito a St-Etienne. «Ho visto il match contro la Scozia, avete avuto anche sfortuna. E' mancato il killer instinct, ma quell'ultimo calcio è uscito di poco. Il problema secondo me è stato il match perso così male contro gli All Blacks. Una botta dura per le vo
stre aspettative, che ha condizionato la squadra per il resto del torneo».

Lei, da sudafricano, l'haka l'avrebbe affrontata? «Sì. Ho sempre invitato i miei giocatori a fronteggiarla, dimostrando di non avere paura. Chiudersi a cerchio non è stata forse la soluzione migliore». Il Sei Nazioni è quasi alle porte, da dove partirà? «Prima di rispondere voglio parlare con lo staff, che conosco e apprezzo, con il manager Checchinato. Avete buoni giocatori: Castrogiovanni, Mauro Bergamasco che ho allenato a Parigi, Parisse, Lo Cicero, l'estremo Bortolussi. Sicuramente l'addio di Troncon apre un grande vuoto. Il primo obiettivo sarà colmarlo e trovare un n. 10 all'altezza delle ambizioni mie e della federazione». Da filosofo e da allenatore vincente, ha già un'idea del gioco che vuole dare al nostro XV? «Per allenare una squadra 
di rugby bisogna essere un po' filosofi - dice ridendo -. Da studente amavo John Stuart Mill e Rousseau, sono convinto che bisogna partire dai giocatori che abbiamo e dai punti di forza. L'Italia ha un ottimo pacchetto di mischia, quindi bisognerà fare in modo che i tre-quarti giochino di più per e con gli avanti. Un esempio è l'Argentina di questo Mondiale: partendo da una base ridotta di praticanti, come quella italiana, sa sfruttare le proprie individualità puntando su quello che sanno fare meglio, con intelligenza». Si dice nell'ambiente che porterà con lei giovani sudafricani da naturalizzare, è vero? «La Fir vuole puntare molto sui giovani, italiani innanzitutto. Secondo me, anche nella prospettiva di costruire il n. 10 del futuro, non è una c
attiva idea portare promesse straniere a vivere e studiare qui. Magari a sposare un'italiana! Non solo dal Sud Africa, ma anche dall'Australia, dalla Nuova Zelanda, da Tonga». Che ricordo ha dell'Italia? «La gente, stupenda. Camminavo per Rovigo e tutti mi sorridevano e parlavano di rugby». Sa che troverà un ambiente depresso per la storica occasione persa? «Anche a Rovigo era così: esaltati dalle vittorie, depressi dalle sconfitte. Ma non drammatizzerei. E' stato solo un incidente di percorso, ci rifaremo».

<----Messaggio originale:---->
Da:	d.massimi a iol.it <rugbylist-bounces a rugbylist.it>
Inviato:	giovedì 4 ottobre 2007 9.43
A:     allrugby <allrugby a gmail.com>
Cc:     rugbylist <rugbylist a rugbylist.it>
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Il caso Bortolami

Vero, Mallett dovrebbe avere un contratto quadriennale; ma anche Johnston e Kirwan li avevano e penso anche che abbiano avuto il rispettivo compenso per tutti e quattro gli anni di contratto. Ma dal momento che hai deciso, spero, ponderatamente, che il tecnico è quello, devi creargli intorno le condizioni che gli permettano di lavorare al meglio e per tutti e quattro gli anni. Io ho idea che sia vero il vecchio detto che il pesce comincia a puzzare dalla testa.
Ciao,
Dario
---------- Initial Header -----------

>From      : "allrugby" allrugby a gmail.com
To          : "Dario Massimi" d.massimi a iol.it
Cc          : rugbylist a rugbylist.it
Date      : Thu, 4 Oct 2007 08:55:44 +0200
Subject : Re: [RUGBYLIST] Il caso Bortolami

> Mallet dovrebbe avere un contratto quadriennale, quindi un lasso di
> tempo abbastanza ampio per poter sviluppare dei programmi seri.
> Bisognerà vedere chi e come programmerà tutto ciò, in base alle
> esigenze del movimento ed al parere del tecnico.
> Poi, se dopo, per esempio, un anno, Mallet non sarà più in sintonia
> con i vertici (o viceversa, ma è sempre la stessa cosa), o troverà chi
> gli offre il Paradiso terrestre e vorrà andarsene, beh, noi saremo
> ancora qui a scrivere parole su parole per cercare di capire e di
> capirci.
> Le premesse sembrano buone per continuare a sviluppare e, soprattutto,
> migliorare il buon lavoro già svolto da Berbizier, rovinato dagli
> ultimi incresciosi episodi.
> Ciao.
> Franco (TV)
> 
> 
> Il 04/10/07, Dario Massimi<d.massimi a iol.it> ha scritto:
> > Adesso che i nostri mondiali sono finiti, possiamo parlare apertamente
> > anche dei problemi. Penso che anche altri di voi abbiano saputo del
> > clima di tensione che c'è stato tra giocatori e allenatore e tra gli
> > stessi giocatori nel "tranquillo" ritiro in Provenza. Amici che
> > assistevano agli allenamenti hanno riferito, ad esempio, di uno scazzo
> > tra Bortolami e Berbizier, accusato dal capitano di essere indifferente
> > ai destini della Nazionale, perchè tanto lui stava per andarsene. Allora
> > mi chedo se la circostanza che Berbizier fosse in scadenza non possa
> > essere annoverata tra gli elementi decisivi del nostro insuccesso. In
> > questa luce avebbe quindi un senso diverso anche la dichiarazione del
> > presidente Dondi che censura Bortolami, cioè il senso di una autodifesa
> > preventiva di una scelta scellerata compiuta dai vertici della nostra
> > Federazione: non si può affrontare un mondiale con un tecnico già
> > scaduto e con un nuovo tecnico in pectore che si permette di lanciare
> > critiche in corso d'opera. Lasciando, comunque, lasciar perdere il
> > passato, mi chiedo quand'è che riusciremo a dotarci di un tecnico che
> > possa lavorare finalmente e tranquillamente per un intero ciclo di
> > almeno quattro anni. Quanto durerà anche Mallet? Il tempo di svoltare
> > una o due partite al prossimo Sei Nazioni? E chi si peoccuperà di
> > cominciare a costruire una squadra per il prossimo mondiale?
> > Saluti,
> > Dario
> >
> > allrugby ha scritto:
> >
> > >Anche i più intelligenti, in vita loro, possono aver detto, ogni
> > >tanto, qualche fesseria bella e buona.
> > >Per contro, anche il più scemo degli esseri umani, preso da un barlume
> > >di lucidità, avrà detto sicuramente una cosa intelligente.
> > >A nessuno piace trovarsi addosso responsabilità che non ha o che crede
> > >di non avere.
> > >Quando l'acqua tocca il culo, tutti cominciano ad agitarsi e ad
> > >arrampicarsi dove capita; se poi l'acqua arriva alla gola, calpestano
> > >anche i loro affetti più cari pur di trarsi d'impaccio.
> > >Quello che si mormorava nei corridoi, è esploso con le dichiarazioni
> > >di Bortolami che, alla luce dei fatti, non sembrano essere dettate nè
> > >dall'"acqua alla gola", nè da uno sprazzo estemporaneo di luce
> > >cerebrale, ma solo dalla voglia di far chiarezza su ruoli e
> > >competenze.
> > >Piuttosto, il buon Dondi, che di spogliatoio, forse, non ne ha fatto
> > >abbastanza, prima di tirare in ballo il giocatore con critiche palesi
> > >quanto inopportune, avrebbe dovuto chiudere il caso "lavando i panni
> > >in casa", senza continuare a dare in pasto alla stampa inutili
> > >congetture.
> > >Inutile mettere alla berlina chi, su questa strada, ci dovrà
> > >accompagnare ancora per lungo tempo, rischiando di scatenare gelosie e
> > >rivalità assurde (con Mauro Bergamasco, nella fattispecie).
> > >Di Bortolami ne avremo bisogno, avremo bisogno del suo carisma e del
> > >suo talento (gli inglesi staranno ridendo a crepapelle vedendo i
> > >nostri piagnistei!); ma, soprattutto, abbiamo estrema necessità di
> > >un'ambiente sereno e di uno spogliatoio veramente unito.
> > >Tutto qua, credo.
> > >Ciao.
> > >Franco (TV)
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