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[RUGBYLIST] Notizie della domenica - 1 (a tarda sera)

allrugby allrugby a gmail.com
Dom 21 Dic 2008 23:12:09 CET


Riporto dal Gazzettino (anche se qualche articolo è già stato inoltrato).
Ciao.
Franco (TV)

RUGBY Fa discutere la decisione della Fir, anche se non tutto è
chiaro: previsto l'ingresso di due o quattro squadre per lanciare gli
azzurri
Svolta Celtic, campionato "ucciso" per la Nazionale
Solo con le selezioni e la partecipazione a un torneo europeo si
ritiene siano possibili il professionismo e la crescita

Squadre italiane in Magners Celtic League e campionato addio. Come
avverrà la rivoluzione del rugby di vertice italiano varata venerdì
dal consiglio federale? I passaggi sono ancora poco chiari. Manca un
progetto, ci sono solo una volontà politica e alcune direttive. C'è
chi dice anche che alla fine non se ne farà nulla. Ma il dado in
realtà è tratto e si può abbozzare un percorso.
I consiglieri Alfredo Gavazzi e Fabrizio Gaetaniello hanno ora la
delega a trovare l'accordo con i dirigenti della Celtic, presentando
il progetto che questi ultimi chiedevano. Sarà accolto? Veddremo. A
grandi linee esso prevede dal 2009/10 l'ingresso di 2 o 4 squadre
italiane con ognuna massimo 5 giocatori stranieri, cioè non eleggibili
per la Nazionale. Due saranno selezioni (centro-sud a Roma, nord da
destinare) formate con staff tecnico, management, contratti a spese
della Fir e con la partecipazione di sponsor privati per un budget di
8 milioni di euro. L'obiettivo è ottenere due "sotto nazionali" che
facciano stare 60-80 azzurri o azzurrabili insieme tutta la stagione.
Ovvero 22-26 turni di Celtic (a seconda che vengano accettate 2 o 4
italiane), eventuali 2-3 di play off (la Celtic li introdurrà l'anno
prossimo), 6 di coppe europee e 11 di Italia (Sei Nazioni+test). In
tutto 40-50 potenziali match di alto livello (il limite ideale è
ritenuto 33-35) nei quali impegnare gli uomini nell'orbita del ct Nick
Mallett.

Le altre due squadre italiane in Celtic saranno composte da singoli
club come Treviso, Calvisano, Viadana (hanno sempre dichiarato di
voler andare nella competizione da soli) o da aggregazioni di essi. Se
verranno accettate le 4 italiane, sarà inserito un meccanismo di
promozione-retrocessione con il Super 10, che viene snaturato rispetto
a oggi e relegato a torneo di dilettanti, giovani e atleti di terza
fascia. Assegnerebbe cioè uno scudetto senza più valore. Il meccanismo
prevede che la peggior classificata delle 4 italiane in Celtic sia
sostituita l'anno dopo dalla vincitrice del Super 10. Domanda: se
quarta delle italiane in Celtic arriva una delle "sotto nazionali"
retrocede anch'essa e gioca lo svalutato campionato? Quello ucciso
perchè non forma i giocatori all'alto livello? Mah!

Per questo e altri motivi (uno su tutti: non ci sono abbastanza
italiani per 4 squadre) l'ipotesi più realistica è che in Celtic
vadano almeno per ora solo due italiane. Potrebbero essere una "sotto
nazionale" e un club (Treviso è il più pronto), oppure entrambe le
selezioni guidate dagli staff della Fir e nessun club, che
disputerebbero anche l'Heineken Cup se l'Erc darà l'ok.

L'obiettivo principale della rivoluzione Celtic, oltre a gestire il
professionismo con il modello delle selezioni, è infatti il controllo
totale dei giocatori per la Nazionale. Riportandone in Italia il
maggior numero di quelli che giocano nei campionati esteri. La Fir si
è accorta, dopo aver incentivato l'esodo fin dai tempi di George Coste
perchè nei club inglesi e francesi gli azzurri elevavano il loro
livello tecnico, che ora non può più averli sufficientemente a
disposizione ai raduni dell'Italia. Con la nuova regola dell'Irb i
club li lasceranno liberi solo 5 giorni prima dei test e per massimo 3
raduni l'anno. Inoltre Francia e Inghilterra hanno raggiunto accordi
con le loro società per avere a disposizione di più i nazionali e
lasciarli riposare nelle soste del Sei Nazioni. Chi usano al loro
posto? La «carne da macello» degli italiani (parole ora usate anche da
quei dirigenti Fir che in passato accusavano di disfattismo chi le
pronunciava). Così quando arrivano in Nazionale non rendono più al
meglio.

Ecco perchè la Fir ha ritenuto necessaria la svolta epocale,
rivoluzionaria e innovativa della Celtic. Su spinta anche del ct
Mallet. Ha seguito quanto fatto da Galles, Scozia e Irlanda (ma loro
su basi storiche e di popolazione diversa) invece di provare a far
crescere l'alto livello attraverso lo strumento da 70 anni a
disposizione, il campionato (come Inghilterra e Francia, che hanno il
nostro stesso numero di abitanti). Avrà avuto ragione? Il tempo darà
la risposta. Intanto scudetto e sfide stracittadie addio, la parola
magica per il futuro è diventata solo selezioni.

Ivan Malfatto
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 La santa alleanza contro i giganti

(a.l.)La Celtic League è il campionato professionistico annuale al
quale partecipano Galles, Scozia e Irlanda. In sostanza una santa
alleanza dei paesi economicamente più deboli del Sei Nazioni ai ricchi
campionati inglese e francese.
Attualmente vi prendono parte dieci formazioni, con un girone unico e
partite di andata e ritorno da metà settembre a maggio. Le irlandesi
sono quattro: Munster, Leinster, Ulster e Connacht; quattro le
gallesi: Llanelli, Cardiff, Ospreys (Swansea e Neath) e Newport Gwent
Dragons; due le scozzesi: Edimburgo e Glasgow. Per ragioni di sponsor
il nome ufficiale attualmente è Magners League, dal nome di una marca
irlandese di sidro. Delle otto edizioni finora disputate dal 2001,
quattro le ha vinte l'Irlanda (due il Leinster) e tre il Galles
(doppietta dell'Ospreys). La Scozia non solo non ha mai vinto ma non è
mai riuscita a piazzarsi neppure al secondo posto e rappresenta
l'anello debole del gruppo. Ma quest'anno, dopo sette partite il
Glasgow è secondo mentre al comando c'è il Munster.

La nascita della competizione, che ha cambiato più volte format e
dalla prossima stagione introdurrà i play-off, è stata accompagnata da
forti polemiche interne. In sostanza è stata un'operazione guidata
dalle federazioni a spese di club (Scozia e Galles) e delle vecchie
province (Irlanda) per alzare il livello tecnico delle competizioni
(concentrando i giocatori di interesse nazionale in pochi team) e
razionalizzare le risorse economiche. M i segni della crisi non sono
mancati: sia la Scozia che il Galles hanno dovuto rinunciare a una
squadra.
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SUPER 10
Benetton sconfitto, Viadana s'impone a Padova Venezia crolla, Rovigo
vince a Roma ed è terzo

L'ottavo turno del Super 10 di rugby registra un nuovo cambio al
vertice e la riapertura della lotta salvezza dopo la prima vittoria in
campionato dell'AlmavivA Capitolina sul campo del Casinò di Venezia.
Al Plebiscito di Padova il Montepaschi Viadana batte 21-18 il Carrera
Petrarca e conquista la vetta della classifica: per il Carrera
Petrarca doveva essere la giornata del riavvicinamento alle prime
posizioni. Invece la sconfitta di misura con il Montepaschi Viadana,
che arriva in concomitanza alle vittorie di Calvisano e Rovigo,
allontana ancor più i bianconeri dalla zona play off. È stata una
partita decisa da due accellerazioni della freccia Robertson, figlie
di altrettanti errori della difesa petrarchina. Il Cammi Calvisano
supera 28-26 la Benetton Treviso e si avvicina ulteriormente alla zona
playoff. Importante successo esterno della FemiCZ Rovigo che si impone
27-23 sulla Futura Park Roma allenata dal rodigino ed ex giocatore
rossoblu Bordon, raggiungendo l'Overmach Cariparma al quarto posto.
RISULTATI: Cammi Calvisano-Benetton Treviso 28-26 Carrera
Petrarca-Montepaschi Viadana 18-21 Casinò di Venezia-Almaviva
Capitolina 19-23 Futura Park Roma-Femi Cz Rovigo 23-27 Plusvalore Gran
Parma-Overmach Cariparma (oggi).

CLASSIFICA: Montepaschi Viadana 28 punti; Benetton Treviso 27;
Overmach Cariparma* e FemiCZ Rovigo 23; Cammi Calvisano 21; Carrera
Petrarca 17; Futura Park Roma 14; Plusvalore Gran Parma* 13; Casinò di
Venezia 12; AlmavivA Capitolina 7.

* Una partita in meno.
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 (a.l.) «Il Benetton non intende rinunciare all'Heineken Cup ...

(a.l.) «Il Benetton non intende rinunciare all'Heineken Cup e da tempo
si è candidato a partecipare alla Celtic League». La Fir è avvertita.
Amerino Zatta presidente del Treviso non si farà da parte. «Ma delle
intenzioni della Fir si capisce poco. Due o quattro squadre? Da
quando? Con quali regole? C'è la consueta confusione. Mentre per fare
un passo del genere bisogna programmare. E poi ci sono mille
problemi». Uno riguarda i diritti di partecipazione alla Heineken Cup
e i contratti dei giocatori: «Se andremo in finale del campionato
rivendicheremo il diritto di partecipare alla Coppa Europa. Abbiamo
fatto investimenti per questo obiettivo, ci siamo impegnati con gli
sponsor. In ogni caso i giocatori italiani sotto contratto la Fir non
può convocarli come fa con la nazionale. Poi se gli stranieri saranno
solo 5 si farà un passo indietro perchè non ci sono tanti italiani
all'altezza. E il campionato che fine farà? Diventerà di serie C».
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«Non sono d'accordo con la soluzione della Celtic League, perchè
affossa il campionato - afferma Susanna Vecchi, presidentessa del Femi
Cz Rovigo - Il potenziale per fare quattro squadre non ce l'abbiamo,
quindi al massimo ne manderemo due. A questo punto valeva la pena
andare avanti nell'ipotesi intermedia delle due selezioni solo in
Heinkenen Cup, che io ritengo ancora la migliore. I giocatori in
questo caso sarebbero rimasti legati ai club e, una volta tornati
dall'Europa, avrebbero portato la loro esperienza nel Super 10
alzandone il livello. Con la Celtic invece il campionato e il
movimento non ne avranno nessun beneficio. Dico movimento perchè anche
molti giocatori sono spaventati da questa ipotesi e sono venuti a
dirmelo. Anche per qualche tecnico la soluzione della Celtic non
porterà beneficio, o lo farà solo a lungo termine, come avrebbe fatto
anche l'ipotesi di due selezioni in Heineken. Allora era meglio
scegliere quella».
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«Sembra che per rendere competitiva la Nazionale l'unico modo sia
penalizzare il campionato. Io credo il contrario - dice Tommaso
Pipitone del Casinò di Venezia - . Cioè che una Nazionale forte nasce
da un campionato forte. Ma se la Fir crede che questa sia la strada
giusta faccia pure. In fondo spetta a lei prendere le decisioni. Il
fatto è che non ho capito come davvero si farà questo passaggio in
Celtic League, e alla fine credo non lo sappiano nemmeno tanti dei
consiglieri federali che venerdì hanno votato a favore. Come si
finanziano le selezioni? Chi le gestisce? Come si pagano i giocatori?
Se quest'anno il VeneziaMestre arriva 6. in Super 10 (anche se ora
deve guardarsi più dalla retrocessione...) disputerà le coppe o no?
Avrà i soldi dell'Erc e dovrà farne a meno? Questa confusione,
incertezza e ambiguità mi sconcerta. Prima di fare le svolte epocali
bisogna spiegarle bene. Ni risulta che nessuno l'abbia fatto. O
perlomeno io non ho capito».



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