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[RUGBYLIST] torniamo a parlare di tecnica!

Giovanni Ciraolo jxcira a tin.it
Sab 2 Feb 2008 17:12:53 CET


Anche oggi con la nostra nazionale maggiore ho visto delle cose che mi lasciano perplesso. Nel rugby moderno c'e' uno sviluppo della forza statica di mischia, ed il nostro pack nazionale ne ha certamente beneficiato, ma anche un'incapacita' di trasformare questa forza in un vantaggio competitivo in ogni area di contatto con l'avversario e in opportunita' di contrasto istantaneo e dinamico. C'e' molto impatto inerziale e scarsa sincronia. Ecco quello che intendevo esprimere nel sottolineare l'inadeguatezza di una strategia totalmente incentrata sul pack (la critica, veramente, non era mia, ma di Johnny Wilkinson). Antonio Mangano ed Antonio Zibana mi hanno fatto notare come il possesso, nel rugby, rimanga elemento fondamentale. Concordo, ma osservo, anche vedendo il match di oggi con l'Irlanda, che non basta il possesso e la conquista se rimangono statici ed inerziali. In mischia, come in maul, la forza che non si trasforma in sincronia puo' rivelarsi controproducente e produrre dei piazzati per ostruzione, fuorigioco etc.. a proprio svantaggio, che spesso pregiudicano la vittoria per le nostre squadre. Anche nei placcaggi il problema e' immutato, perche' se il difensore non ha capacita' di movimento simili all'attaccante, e non e' in grado di compiere azioni istantanee che 'rompono' l'attacco avversario e generano il contrattacco, la possibilita' di 'disingaggiare' l'avversario e' modesta. Si placca ma non si ferma l'azione avversaria. Cio' e' avvenuto anche oggi con l'Irlanda. L'opposto avviene nel gioco di piede. Le nostre concatenazioni non avvengono in tempo reale. Calciamo ma non acceleriamo, perche' manca un gioco di piede specifico e preciso, ed e' mancato anche contro la Scozia in World Cup. Dominguez ha eseguito per anni degli up-and-under perfetti nel 6 Nazioni, ma nessuna di queste azioni ci ha mai favoriti, anzi il nostro gioco ne rimase quasi annientato in cerca dell'impossibile, mentre spesso un'azione semplice, istantanea, un semplice switch in opposizione passiva o ad altissima velocita' (con 3 giocatori) o un altrettanto semplicissimo back-row passing permettono di raggiungere risultati letali per l'avversario spendendo energie abissalmente inferiori a quelle che abitualmente buttiamo sul campo. A costo di essere criticato, giustamente magari, osservo come nel rugby italiano esistano problemi generali di sensibilita' tecnica da superare per stabilizzarci sui paesi leaders. Occorre innovare di piu'. Suggerirei a Mallet meno insistenza sul gioco di mischia, e piu' concentrazione sul gioco istantaneo, dinamico, di rottura e di precisione perfetta nelle trasmissioni che ancora manca. Occorre anche privilegiare l'inserimento di giocatori piu' dinamici rispetto ad alcuni 'senatori' attuali che fanno troppe cose all'estero, inclusi calendari, in formazioni ben strutturate che glielo consentono. I nostri giocatori contribuiscono di piu' alla strutturazione delle formazioni estere di quanto gli stranieri da noi non contribuiscano a strutturare il nostro gioco italiano. E' chiaro che da noi c'e' un difetto di strutturazione e di immediatezza del gioco. Suggerirei anche alcuni nomi da inserire stabilmente nel giro maggiore: Ferraro, Staibano, Reato, Barbieri, Benatti, Patelli, Rubini e Buso in apertura, Talotti, Pratichetti, Nitoglia, Spadaro, Accorsi, Pedrazzi, Sepe. E molti altri emergenti, che occorre 'stanare' dal nostro vivaio. Il rinnovato Petrarca ed il vicino Rovigo tornino ad essere leader in Italia nello sviluppo dei giovani.   
giovanni     

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