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[RUGBYLIST] Galles e tradizione rugbystica

Luca Oliva luca.oliva a katamail.com
Dom 24 Feb 2008 17:52:57 CET


Scusa, condicido in molto la descrizione che fai dell'ambiente rugbystico 
gallese, ma dov'è che noi dovremmo ancora imparare le "buone maniere" ?
Credo che dovremmo pretendere più rispetto, invece, soprattutto da un 
arbitro come Pearson  cui faceva bene Mauro Bergamasco a mettere le mani 
addosso a fine partita perchè è stato veramente ver-go-gno-so, oltre che 
indisponente ...

Ha scientificamente distrutto il gioco degli avanti italiani ... Guarda, 
lasciamo stare che ce ne sarebbero miliardi da dire ... e non è vittimismo 
...

----- Original Message ----- 
From: "allrugby" <allrugby a gmail.com>
To: <rugbylist a rugbylist.it>
Sent: Sunday, February 24, 2008 8:25 AM
Subject: [RUGBYLIST] Galles e tradizione rugbystica


Siamo stati gli ultimi a bussare alle porte della galassia rugbystica,
ma, probabilmente, dobbiamo ancora "imparare" le buone maniere per
rimanervi all'interno stabilmente. Ogni tanto, infatti, qualcuno tenta
di sbatterci fuori con la solita frase: "impara l'educazione". Ma poi
succede sempre qualcosa che fa ricredere l'educatore di turno perchè
vede che, un po' alla volta stiamo imparando.
Galles, in antica lingua anglosassone, vuol dire straniero, a
significare, se ricordo bene, quel popolo che si era lì rifugiato a
causa delle conquiste romane.
I Gallesi hanno combattuto, e difeso il loro territorio.
Oggi, dentro di loro, quello spirito è rimasto, seppur sotto sembianze 
diverse.
Fino a qualche tempo fa, i lavoratori delle miniere uscivano dai loro
buchi ed andavano ad allenarsi per giocare a rugby. Sacrificio è
tradizione.
Il professionismo ha cambiato questo sacrificarsi per il rugby, ma la
tradizione che accompagna storia e leggenda del popolo gallese è
consolidata.
Nei pub, nei ristoranti, nelle scuole, negli uffici e forse anche
nelle chiese. si parla della "partita" già molti giorni prima che essa
venga giocata: c'è uin clima particolare nelle strade e l'aria profuma
di quell'essenza che solo in Galles sanno essere "odore di rugby".
Anche chi non segue il rugby con passione, pur anche straniero, si
accorge di questo "qualcosa" che c'è nell'aria e lo fiuta, lo gusta
fino a capirlo.
Non ci dobbiamo spaventare di questi "cappotti" che ogni tanto ci
arrivano sul groppone: saranno sempre più radi, ma continueranno ad
esserci.
Infatti, per non beccare più la tariffa, dobbiamo crearci una storia,
una tradizione, un solido piedistallo dal quale nessuno potrà più
cacciarci via perchè non conosciamo le buone maniere.
"Veterani si nasce" diceva un buontempone: beh, forse noi abbiamo
creduto di diventare "grandi" senza essere cresciuti, ma ci stiamo
accorgendo che per riuscire ad arrivare, da soli, a prendere il vaso
della marmellata che stà in alto, bisogna cadere, prima, molte volte
dalla sedia facendosi qualche livido.
Ciao.
Franco (TV)
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