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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

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Lun 30 Giu 2008 13:26:37 CEST


Ecco il consueto resoconto sul rugby, tratto dal Gazzettino di oggi.
Ciao.
Franco (TV)

Mischia, qualità delle riserve e capacità di chiudere in crescendo
hanno permesso agli azzurri l'impresa con i Pumas. Garcia rivelazione,
bene Reato
L'Italia dei rincalzi torna consacrata dal tour
Mallett promuove McLean, ri-boccia Marcato apertura e dice: «In 7
partite con me sempre competitivi tranne un tempo in Galles»

Missione compiuta. L'Italia ritorna dal tour estivo, affrontato come
tutte le nazionali zeppa di seconde scelte, con l'importante vittoria
sull'Argentina terza potenza mondiale (13-12), la sconfitta con meno
punti subiti di sempre contro il Sudafrica campione del mondo (0-26) e
alcune interessanti indicazioni sui singoli. «È un tour positivo, per
certi versi va al di là delle aspettative - commenta il citì Nick
Mallett - Abbiamo tenuto bene il campo contro la prima squadra al
mondo, battuto a casa propria chi ci precede di otto posizioni nel
ranking e trovato atleti in grado di inserirsi stabilmente nel giro
della Nazionale».
Il dato più importante emerso è la tenuta fisico-mentale per 80' degli
azzurri, con finale in crescendo. Contro gli Springboks hanno chiuso
in attacco, pur non segnando. Contro i Pumas la meta decisiva è venuta
all'80'. È la conferma della competitività internazionale già vista
nel Sei Nazioni. Dove con Irlanda, Scozia e Inghilterra si è chiuso in
crescendo, dopo essere stati sempre in partita. Lo conferma Mallett,
tirando il bilancio dei primi sette match alla guida dell'Italia:
«Abbiamo battuto Scozia e Argentina, che ci precedono nel ranking. Se
tralasciamo il secondo tempo contro il Galles, siamo sempre stati
competitivi».

C'è poi l'altra conferma della mischia, principale arma del gioco
azzurro insieme alla difesa. Con un plusvalore rispetto a quanto si
sapeva: le riserve. Fuori i piloni titolari Castrogiovanni, Perugini,
Lo Cicero. Fuori le seconde scelte Cittadini, Aguero. Le terze scelte
(Rouyet, Moreno) hanno dimostrato di saper schiantare con l'aiuto
della coppia di ferro Ongaro-Ghiraldini, l'uso del coaching e l'uomo
in più (giallo a Roncero) una mischia di grande tradizione come quella
dei Pumas. Mischia argentina a corto di seconde scelte di qualità,
anche perchè gliele abbiamo soffiate quasi tutte noi (nel conto
oriundi vanno messi anche Dellapè e Nieto). Ha fatto impressione
vedere la prima linea Ledesma-Tejeda-Gomez annientata in occasione
della meta decisiva.

Infine l'esame ai talenti per l'Italia del futuro. «McLean si è
rivelato un'ottima apertura, la migliore su cui possiamo contare in
questo momento - continua Mallett - È la nota più positiva del tour.
Garcia, tra i centri, ha giocato due partite di ottimo livello e può
dare profondità alla rosa: è un grande placcatore. Sono rimasto
soddisfatto di Pratichetti. Marcato è stato una conferma nel ruolo di
estremo e interessante è vedere Canavosio mediano di mischia». Da
aggiungere Reato, usato poco, ma capace di catturare la touche da cui
è poi scaturita l'azione della meta di Ghiraldini. Perplessità,
invece, per il giudizio su McLean. In attesa di Fraser, la miglior
apertura è Marcato, ma il citì ci ha messo una croce sopra. Quindi
dopo quello fallito di Masi rassegnamoci ad altri esperimenti.

Ivan Malfatto
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 Ancora nuove regole ma il gioco non migliora

Nuove regole in vigore da agosto. Dodici mesi di sperimentazione
planetaria prima di decidere quali adottare stabilmente. L'intento del
legislatore è di accrescere lo spettacolo e la comprensione delle
situazioni di gioco.
In sintesi: i giocatori che difendono possono far crollare il maul per
il quale cessa anche il divieto di tenere testa e spalle più basse del
bacino. In mischia ordinata viene introdotta la linea del fuorigioco:
i trequarti devono stare a 5 metri dal piede del giocatore più
arretrato del pacchetto. E il mediano di mischia della squadra che non
conquista il pallone deve rimanere a non più di un metro dal pack,
oppure indietreggiare con gli latri. La touche: se una squadra fa
entrare il pallone nella propria area dei 22 metri e lo calcia
direttamente fuori, non ottiene alcun guadagno territoriale. Non vi è
alcun limite massimo di giocatori in touche: ciascuna squadra può
metterne quanti crede indipendentemente dagli avversari. Il numero
minimo è invece di due. Il giocatore opposto al lanciatore deve stare
nel corridoio dei 5 metri e a 2 dall'allineamento, 2 metri di distanza
dallo schieramento anche per il ricevitore. Infine una rimessa rapida
può essere eseguita all'indietro verso il proprio campo. Altre novità
riguardano la possibilità per i guardalinee di assistere l'arbitro in
ogni modo richiesto da quest'ultimo, mentre i paletti delle bandierine
d'angolo non vengono più considerati touche (se le tocca un giocatore
non è fuori ma lo è il pallone schiacciato contro di essi).

Dalla sperimentazione effettuata nell'ultimo Super 14 non sono stati
notati significativi miglioramenti di spettacolarità. Anche se, in
prospettiva, la mischia chiusa potrebbe diventare una piattaforma
interessante per nuovi lanci di gioco. Per ora a beneficiarne sembrano
essere semmai le difese e la fisicità del combattimento individuale
(da touche più difensori lungo l'asse orizzontale). Un effetto analogo
di riduzione degli spazi rischia di essere prodotto dal crollo del
maul che però vedremo applicato per la prima volta da agosto e per un
anno senza nemmeno essere stato sperimentato nel Super 14. Un modo di
procedere assolutamente contraddittorio (prima no, poi sì e al buio),
così come si è verificato a proposito della più interessante delle
regole studiate: la possibilità di contendere il pallone nelle ruck.
Forse la sola del mazzo che poteva liberare spazi al largo assorbendo
difensori in raggruppamenti appetibili. Peccato che questa proposta
sia stata del tutto ignorata.Bocciata dopo i tre mesi di prova
nell'emisfero sud invece la norma che sanzionava con un calcio libero
al posto di uno piazzato tutti i falli in ruck che rendevano il
pallone ingiocabile (con l'eccezione dell'off-side, dell'entrata
laterale e dell'antigioco). I legislatori pensavano che avrebbe
portato più azioni alla mano, ma si è visto che ha finito per
rafforzare le difese incentivandone la fallosità, ha aumentato le
mischie ordinate (grazie alla linea del fuorigioco) e persino i calci
lunghi. Senza contare l'incremento ulteriore di fisicità.

A conti fatti non si può nemmeno dire che il rugby sia più semplice e
chiaro. Forse lo sarà per l'arbitro. Ma per lo spettatore diventa
ancora più complicato. Purtroppo inutilmente.
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 Quando la disciplina fa la differenza: 28 calci e due gialli

Cordoba. (H.C.) Una delle chiavi del match è stata la disciplina.
L'Argentina è stata punita più del doppio dell'Italia (28 calci di
punizione contro) e ha dimostrato di non rispettare le nuove regole
del gioco. Era successo anche nella sconfitta patita nel secondo test
contro la Scozia (26-14). Altra importante similitudine è l'espulsione
temporanea dei capitani, Felipe Contepomi contro gli scozzesi, Rodrigo
Roncero contro gli italiani. E se sono nervosi i leader della squadra,
figuriamoci gli altri. Contro gli azzurri i cartellini gialli per
antigioco affibbiati ai Pumas sono stati due contro uno agli italiani
(Dellapè, parziale nei 10' 3-0). Se il primo giallo a Gomez (pt 38')
non ha prodotto effetti sul risultato (0-0), quello di Roncero a 6'
dal termine è stato determinante (0-7).
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Parisse: «Brutto match, bel successo». Pichot: «Ciclo finito»

Cordoba
NOSTRO SERVIZIO

«Non è stata una bella partita, ma una bella vittoria». La frase che
sintetizza l'importante successo per 13-12 conquistato dall'Italia a
Cordoba contro l'Argentina,davanti a 38mila spettatori, è di capitano
azzurro Sergio Parisse.

«È stato un match duro - spiega Parisse - La mischia ha fatto un
grande lavoro, concretizzando all'ultimo minuto il suo piano di gioco.
I trequarti, anche se sono ancora un po' deboli, hanno risolto alcuni
dei problemi. Nick Mallett è un allenatore che parla molto con noi,
spiega a ognuno come si deve giocare e trasmette agli atleti i
concetti che devono usare in campo».

Sul sua doppia veste di capitano azzurro, nato da genitori italiano,
ma cresciuto e formatosi rugbisticamente in Argentina, Parisse è
chiaro: «Mi sento più italiano che argentino. Fino a 16 anni ho
vissuto qui, dove ho amici e parenti, ma per il legame con mio padre e
mia madre mi sento totalmente italiano».

Deluso il tecnico dei Pumas Santiago Phelan, ancora un po' lontano
dalla capacità di conduzione dimostrata dal predecessore Marcelo
Loffreda. Tanto da essere molto criticato per aver lasciato giocare a
7 la mischia decisiva (giallo a Roncero) invece di portarla a 8
inserendo un trequarti. Per lui è la seconda sconfitta in tre match
sulla panchina. «Avevamo un piano nel quale l'uomo che doveva prendere
le decisioni era Juan Martin Hernandez. Il suo infortunio (frattura
del pollice della mano destra, ndr) ha fatto cambiare tutto». Per
Fabian Turnes, assistant che bene conosce l'Italia avendo giocato tra
l'altro a San Donà, «l'Argentina non ha fatto niente di buono rispetto
a quanto pianificato. Ha subito troppe punizioni e mostrato una
mischia debole. Ma questo non giustifica la sconfitta. Vedo bene il
futuro dell'Italia. Ha dimostrato personalità preferendo giocare tutte
quelle punizioni in touche, invece che piazzare, nel momento di
massima pressione del primo tempo».

Augustin Pichot nel suo debutto da commentatore tivù ha sentenziato:
«Questa sconfitta è troppo dura per noi. È finito un ciclo, dobbiamo
ricominciare da capo».

Hugo Condoleo
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 Perugini e il Tolosa campioni di Francia, bene i Wallabies


VECCHI MARPIONI -Titolo numero 17 per il Tolosa che allo Stade de
France ha sconfitto 26-20 il Clermont in finale (la maledizione
continua, è la 9. finale su 9 perse!). Salvatore Perugini dunque
campione di Francia, per infortunio non era in campo, Canale è entrato
al 52' nel Clermont. Dopo 7 anni i rossoneri tornano così a sollevare
il Bouclier de Brennus grazie a una gara tatticamente perfetta dove
nelle fasi di conquista, rimesse laterali in primis, hanno dominato
lasciando all'esperienza la gestione dei momenti topici. La gara si è
risolta a metà ripresa: botta e risposta con le mete di Servat e
Rougerie, piazzato di Elissalde al 56' e meta di Médard al 60' che
hanno permesso l'allungo decisivo ai tolosani, a cui si sono aggiunti
i cp di Kunavore e Courrent negli ultimi 10'
VINCE L'AUSTRALIA -A Sydney la Francia orfana dei migliori giocatori
tiene solo un tempo contro l'Australia prima di crollare sotto le mete
di Sharpe, Elsom e Mortlock. Finisce 34-13 per i Wallabies. Nella
Francia meta all'esordio dell'ala Palisson e solida prestazione di
Trinh-Duc al centro.

CAPRE E MUCCHE -Va a Western Province la sfida di Currie Cup contro i
Blue Bulls. A Newlands i "Goats" beffano nel finale le "Cows" segnando
le mete del sorpasso con Aplon e Bobo ben supportati dal preciso piede
di De Waal. L'ex-Bok Chris Rossouw segna tutti e 22 i punti con cui i
Cheetahs battono i Lions (22-18). Dopo 2 anni tornano alla vittoria i
Valke che battono i Griquas 36-28 (mete Smit, Kruger e Basson).
Sharks-Boland 38-13.

NYON ELIMINATO -Fresco di titolo nazionale il favorito Nyon perde
22-18 con l'Yverdon nella semifinale di Coppa di Svizzera. Altra
semifinale Hermance-Stade Lausanne 46-3.

MEYER A LEICESTER -Il tormentone-Carter finalmente è stato svelato:
l'apertura ha scelto Perpignan «perché disputerà l'Heineken Cup»
abbandonando la pista Tolone, neopromosso in Top14. Quest'ultimo si
consola con l'arrivo di Jerry Collins e Tiaan Liebenberg. Greg
Somerville firma con Gloucester mentre a Leicester arrivano il centro
Tobie Flood ed il tecnico sudafricano Heyneke Meyer. Due piloni Boks
in Irlanda: BJ Botha all'Ulster e CJ van der Linde al Leinster.

Giampaolo Tassinari



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