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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

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Lun 10 Mar 2008 14:21:01 CET


Riporto quanto scrive oggi il Gazzettino in fatto di rugby.
Ciao.
Franco (TV)


SEI NAZIONI Gli azzurri, alle prese con una squadra di esordienti, non
riescono a incidere con i trequarti e pagano un «in avanti» fatale di
Canale
L'Italia non punge, la giovane Francia sì
Mallett: «È stata la nostra miglior partita da tanto tempo». E sabato
c'è la Scozia per evitare il cucchiaio di legno

Parigi
NOSTRO INVIATO

Una Francia sperimentale, giovane e zeppa di esordienti, basta a
regolare un'Italia volonterosa e valida intorno al pacchetto, ma
incapace di pungere con i trequarti. Il citì Nick Mallett non la pensa
così e afferma di essere molto contento della prestazione del reparto
arretrato. «I trequarti hanno avuto una buona occasione con Canale e
due con Robertson - afferma - Abbiamo finito la palla in mano per
oltre 3'. È stata la nostra miglior partita da tanto tempo». L'unica
meta, però, l'ha segnata sul maul conseguente a touche ancora
Castrogiovanni. Che sale a quota 3 (su 4 in tutto della squadra) e
diventa sempre più metaman azzurro. Lui, un pilone. Emblematico.

Ancora sul banco degli imputati Canale. Come a Cardiff al 21' si è
mangiato con un avanti una meta fatta, dopo che Ghiraldini l'aveva
liberato con una splendida corsa all'ala, nata da azione ripetuta con
gli avanti. La palla è caduta dalle mani del centro italo-argentino
sul più bello e ha fatto sobbalzare sulla sedia Mallet. Con quei 7
punti, sarebbe stata meta al centro dei pali, più i 3 regalati da
Canale per ostruzione su David al 26', il primo tempo sarebbe finito
13-7 per l'Italia e la ripresa avrebbe potuto avere un altro corso.
Proprio come in Galles. Bortolami lo difende dicendo: «Non è stato un
errore suo, ma un passaggio poco pulito di Ghiraldini». L'impressione
avuta è un'altra. Passi se errori così li fa gente non ritenuta matura
a livello internazionale. Ad esempio ali o aperture, ruoli nei quali
«non abbiamo dei Rougerie, Rokocoko, Hernandez o Montgomery», si sono
giustificati all'unisono il citì e capitan Parisse. Ma da Canale ci si
può aspetta molto di più. Anche in fatto di linee del vantaggio
conquistate.

La partita non è stata spettacolare. Si è sviluppata su ritmi non
forsennati e su folate. Quello che serviva all'Italia per stare a
galla fino al termine. La sconfitta è stata netta, ma si è evitata la
dura punizione e l'onta del -39 in Galles è stata in parte cancellata.
Proprio quello che si chiedeva alla trasferta di Parigi, da dove
nessuno si illudeva di tornare vincitori. Per completare l'opera ora
bisogna battere la Scozia ed evitare il cucchiaio di legno. Li sì che
si chiede all'Italia di vincere, o perlomeno di giocarsi le chance
fino in fondo.

Dopo un inizio equilibrato, gli azzurri potevano crollare sulla
meta-capolavoro siglata dai francesi al 13'. Un'azione capace di
alternare gioco del pack, al piede, rapidità dei trequarti e abilità
individuali come raramente si vede. Conquista a metà campo sul lato
destro, maul strepitosa di 30 metri, palla fuori a Trihn-Duc che
cesellato un calcio di spostamento del fronte per Malzieu sul lato
opposto, salto dell'ala e tap-in al volo stile basket per l'accorrente
Floch che entra in meta. Spettacolare e devastante, ma gli azzurri non
si piegano. Mettono in grave difficoltà la touche (4 rubate) e la
conquista dei francesi, difendono con aggressività, si portano nella
metà campo avversaria (possesso e occupazione quasi pari i primi 40')
e strappano i due calci per stare a galla. Entrambi per falli in
raggruppamento. A Marcato non trema il piede (100\%) e il primo tempo
si chiude a distanza di break.

A ripresa inoltrata c'è il secondo allungo della Francia. Per metterlo
a segno c'è bisogno ancora di una genialità al piede. Segno che la
difesa azzurra è ancora solida. Stavolta è il piede magico di Yachvili
(12') a concretizzare una serie di ripetute percussioni dentro ai 22
scodellando un millimetrico calcetto a scavalcare la linea sul quale
si avventa dentro l'area di meta il 19enne David. Miglior esordio per
lui non poteva esserci. L'Italia però reagisce ancora. Sostituisce
come previsto 2/3 della prima linea per dare dare il colpo di grazia
agli stanchi rivali con i freschi Ongaro, Perugini e alla prima touche
trovata nei 22 trova anche la meta. Lancio preciso, conquista sicura,
rolling maul, cambio di direzione e avanti oltre la linea.
Castrogiovanni si rialza per ultimo col pallone in mano. Azzurri
addirittura a -5.

I francesi vogliono però chiudere il discorso e scatenano la
cavalleria. Dopo essersi visti al 21' non assegnare dal tmo la meta
sulla galoppata irresistibile di Rougerie (Bergamasco e Sole lo girano
impedendogli di schiacciare), piazzano con l'ala il colpo del ko.
Mischia ai 10 metri, palla aperta in prima fase Yachvili, Trihn-Duc e
poi a Traille con quest'ultimo che fa il buco e dà all'interno per il
compagno libero. La difesa stavolta dorme, ma gli azzurri non muoiono
nemmeno qui. Sparano le ultime cartucce d'orgoglio con
un'interminabile azione di possesso nei 22 avversari. Rinunciano due
volte a piazzare per cercare la meta, ma non sfondano. Il -12 finale è
superiore solo di un punto del record azzurro a Parigi (-11 nel 2000).
Meritava di essere battuto, come quelli nei precedenti match con
l'Irlanda e l'Inghilterra.

Ivan Malfatto
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 La triplice corona del Piccolo diavolo


A Shane Williams bisognerebbe attribuire honoris causa un seggio tra i
potenti dell'International Board. Con il mandato di difendere i
diritti dei giocatori piccoli e creativi come lui.
Un fagotto di nervi e muscoli agili, la fantasia dispettosa del
folletto, il trequarti ala del Galles è l'ultima bandiera del rugby
sport per tutte le taglie fisiche nell'era dei Rambo. La sua
insostenibile (per le difese) leggerezza ha deciso al 51' la partita
con l'Irlanda a Dublino, che vale la diciannovesima triplice corona
dei Dragoni e la candidatura al Grande Slam sabato prossimo contro la
Francia. Il punteggio era sul 6-6. E Phillips era da poco rientrato
dopo l'espulsione temporanea che aveva costretto proprio a Williams
sostituirlo nella guida degli avanti. E anche da mediano di mischia
aveva inquietato assai i grossi irlandesi, costantemente in allerta a
causa del fastidioso ronzare di quella mosca rossa. Tanto che in un
paio di occasioni si era vista spuntare dal mucchio una mano seccata
pronta ad afferrarlo per il collo. Tornato a trottare nella prateria
al largo, Shane era rimasto nascosto in tutte le prime cinque fasi
dell'azione della meta gallese, nata da un recupero di Martin Williams
in un raggruppamento sulla linea dei dieci metri. L'attacco si era
subito giovato di una secca penetrazione di Shanklin sulla fascia
destra fino a ridosso dell'area dei 22. Poi la sequenza si era
sviluppata con mini fasi costruite con un passaggio e un punto
d'incontro, in un monotono "andata e ritorno" verso la linea di touche
della parte opposta. Un "tergicristallo" che non aveva guadagnato un
metro.

Ma in sesta fase Shane si è materializzato a destra, all'interno di
Shanklin, determinando un improvviso soprannumero. Stephen Jones gli
ha dato urgentemente la palla. Lui l'ha stretta al petto, ha puntato
con lo sguardo la bandierina d'angolo e, caricata la caviglia destra,
ha esploso la sua rapidità. Con il primo side-step ha mandato a vuoto
Horgan infilando l'intervallo interno tra l'ala e Trimble che stava
chiudendo a tenaglia. Sul biondo centro del Trifoglio ha allora
stampato il più svelto dei frontini, sgusciando inafferrabile in
avanti, mentre i due trequarti irlandesi finivano uno contro l'altro
con lo sguardo sbalordito dei ragazzini al circo di fronte a un numero
di giocoleria inatteso. Mancavano ancora dieci metri alla meta. L'ala
gallese ha accelerato, piegando di nuovo verso la bandiera per
l'ultima sfida con Kearney che gli arrivava di lato come un missile.
L'estremo si è buttato alla disperata con il braccio sinistro proteso
a cercare la caviglia di Williams. Il gallese ha corretto appena
l'angolo di corsa torcendo bruscamente il piede d'appoggio per
tuffarsi all'interno. Il replay ha mostrato la sua caviglia come un
coniglio nella manona di Kearney. Come sia riuscito a sfilargliela
resta un mistero. Fatto sta che il gigantone irlandese è finito dritto
sulla bandierina mentre "Tip tap" concludeva con il tuffo in meta. Si
è trattato della sua quarantesima marcatura in 55 test. Solo Gareth
Thomas ha fatto altrettanto nella storia del Galles.«Un giocatore
speciale, uno dei più eccitanti che abbia mai visto» ha detto dopo la
partita, vinta dal Galles 16-12, Shaun Edwards, il tecnico dei Wasps
che Gatland ha voluto accanto a sé per allenare la difesa. Il bello è
che nei piani del nuovo staff dei Diavoli rossi, Williams, 31 anni da
poco compiuti, dovrebbe essere solo la famosa ciliegina della torta in
un sistema che esalta l'organizzazione, la forza e l'intensità fisica.
Invece con le sue corse effervescenti e imprevedibili, della torta
gallese è una fetta molto grossa. Che rischia di diventare persino
imbarazzante.
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Da sabato l'Europeo fra Treviso e Venezia

(e.g.) Scatta sabato l'Europeo Under 18 che si svolgerà tra le
province di Treviso e Venezia. Questo il calendario dei quarti del
Girone A, il più importante e dal quale uscirà la vincente: domenica
16 marzo, alle 16, Italia-Romania a San Donà, Francia-Spagna a
Villorba, Irlanda-Russia a Casale e alle 18.30, Inghilterra-Georgia a
Mogliano.
L'Italia, che si radunerà mercoledì a Paese, in caso di vittoria con
la Romania affronterà la Francia mercoledì 19 marzo a Casale alle 20,
in caso di sconfitta incontrerà la Spagna, sempre il 19 marzo alle 20,
ma a Mogliano.
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Il Cardo si gode il trionfo sull'Inghilterra. Hadden: «Grande merito
alla difesa»


Rinasce la Scozia dopo il successo nella Calcutta Cup. «Grande merito
va alla nostra difesa per lo sforzo con cui ha giocato - dice
raggiante il citì scozzese Hadden - Sapevamo che la battaglia sarebbe
stata in mischia chiusa e nelle ruck, abbiamo giocato bene commettendo
però ancora troppe ingenuità». Felicissimo anche capitan Blair:
«Vincere contro gli inglesi ci riempie di immensa gioia. E' uno dei
giorni più belli della mia vita».
Sulla storica rivalità commenta anche il primo ministro Alex Salmond
presente in tribuna: «Questa vittoria risveglia l' orgoglio in tutta
la Scozia». Molto deluso invece il citì inglese Ashton: «Non abbiamo
mantenuto la disciplina. Abbiamo concesso troppe punizioni
permettendogli di alzare la testa senza nemmeno farli faticare per
riuscirci. Pieno merito alla Scozia. Siamo stati giustamente puniti
per come ci siamo comportati». Monocorde il commento dei quotidiani
scozzesi. Scotsman: "Risurrezione scozzese, ci riprendiamo la Calcutta
Cup"; Sunday Herald: "Sconfitto il Vecchio Nemico, torna la coppa".
Impietosa la carta stampata inglese. Sunday Telegraph: "Un'Inghilterra
inetta viene umiliata dalla Scozia".

Sulle ali di questo successo la Scozia si presenterà tra cinque giorni
al Flaminio senza oramai nulla da perdere. La loro stagione infatti è
già salva. Hadden ha fino ad ora utilizzato 31 giocatori in 4 gare del
Torneo per trovare le giuste alchimie in una squadra che ha messo a
segno una sola meta e ne ha subite ben 11. In ogni incontro di questo
Sei Nazioni il XV del Cardo è riuscito comunque a migliorarsi: sabato
sono state evidenziate ottime qualità di conquista e conservazione
dell'ovale con una terza linea molto mobile (White, Strokosch e
Taylor), un timing eccellente nei punti di incontro e nei placcaggi e,
più in generale, si è assistito ad una ritrovata fiducia del
collettivo grazie anche nuovamente alla presenza di Paterson in cabina
di regia ed al propositivo Southwell, ultimo baluardo. Questo stile di
gioco basato sulla esasperata fisicità dei propri avanti, molto simile
quindi a quello dell'Italia, potrebbe essere di presagio ad una
partita giocata alla baionetta sabato prossimo a Roma dove gli Azzurri
cercheranno con tutti i mezzi leciti di evitare il Cucchiaio di Legno.

Giampaolo Tassinari
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Coppa Italia: Treviso fuori, Petrarca in finale


COPPA ITALIASarà Overmach-Carrera la finale di Coppa Italia domenica a
Parma. Eliminati in semifinale il Benetton dei giovani e il
Montepaschi Viadana. Il Carrera ha battuto il Montepaschi 12-8 con 4
piazzati di Mercier contro una meta di McGrath e un piazzato di
Howarth. Primo tempo sul 3-3, poi nella ripresa Carrera che fugge fino
al 12-3 e nel recupero meta mantovana del 12-8. L'Overmach a sua volta
ha sconfitto 14-10 un Benetton presentatosi anche in semifinale con la
seconda squadra. A lungo veneti in vantaggio: chiusi i primi 40' sul
10-5 per Treviso, meta di Malneek per l'Overmach, quindi drop di Duca
e meta di Ansell trasformata da Duca per i trevigiani, nella ripresa
Parma ha invertito la sorte grazie a 3 piazzati di Irving. In
prospettiva futura chi può dormire sonni più tranquilli sembra però
Smith, più che Cavinato, visto che Parma, pur affrontando un
Benetton2, ha rischiato di perdere mettendo in mostra un gioco
approssimativo.
ITALIA DONNEA Valance, Francia-Italia 35-6. Per le azzurre 2 piazzati
di Veronica Schiavon.

ITALIA UNDER 20 A Portovecchio Francia-Italia 26-14. Mete italiane del
rodigino Bacchetti e D'Apice. Trasformazioni di Bocchino.

SERIE CElite: Monselice-Casale 15-43, Belluno-Oderzo 12-0,
Alpago-Villadose 16-12, Montereale-Montebelluna 21-33,
Conegliano-Jesolo 17-12, Vicenza-Lemene 15-20. Casale 76, Belluno 63,
Monselice 62, Villadose 54, Montebelluna 47, Oderzo 43, Jesolo 42,
Lemene 34, Conegliano 31, Alpago 25, Vicenza 14, Montereale 7. Civ:
Valpolicella-Pordenone 5-33, Frassinelle-Ped. Livenza 8-22, Lido
Ve-The Monsters 38-0, Cus Vr-West Vr 27-5, Valeggio-Valdagno 10-27,
SudTirolo-Trento 20-13. Pordenone 77, Lido Ve 74, Ped. Livenza 69, The
Monsters 63, Valdagno 44.

Ennio Grosso
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 NOSTRO INVIATO

(I.M.) Il più schietto a fine partita è Fabio Ongaro. Il tallonatore
si gode il ritorno in azzurro (fuori i primi 3 match) e afferma:
«Chissà quando potremo ancora giocare contro una Francia così. Ovvero
una squadra totalmente rivoluzionata e molto inesperta. Peccato,
poteva essere la volta buona. Non capitano tutti i giorni occasioni
del genere». Non pronuncia la parola "per vincere", ma si capisce che
quello intende.

Il più commosso è Marco Bortolami e non per i cinque punti di sutura
al sopracciglio destro. Anche lui ritrova l'azzurro (da titolare) e
ripensare al calvario di infortuni e gli fa scappare una lacrima:
«Sono contento di essere finalmente tornato e di aver giocato una
buona partita». Coronata dai dieci placcaggi che lo mettono in testa
alla classifica dei "Top tacklers" di giornata davanti a
Castrogiovanni, Sole e Ouedraogo (8).

Il più onesto con se stesso è Mirco Bergamasco, che confessa: «La
maggior parte di quanto è andato male in difesa è colpa mia, mi prendo
la responsabilità». Un discorso che gli fa onore. La ferita del buco
di Traille nella terza meta deve bruciargli non poco.

Il più scherzoso come sempre è Martin Castrogiovanni. Felice per la
meta segnata si schermisce: «Tutto merito del lancio di Ongaro».
Felice per essere il metaman azzurro del torneo a quota 3 si
sminuisce: «Non ho fatto poi queste grandi mete. Due sono nate grazie
al maul e ai compagni che mi hanno portato dentro. Nell'altra mi sono
trovato in mano la palla di un lancio balordo del tallonatore
gallese». Poi però torna più serio e ammette: «Evidentemente il maul e
il reparto di prima linea sono due delle cose che più funzionano di
questa nazionale». Come dargli torto, visto che l'unica meta azzurra
del Sei Nazioni non targata Castrogiovanni è venuta su intercetto
(Picone).

Il più generoso nei complimenti all'Italia è Marc Lièvremont, il citì
francese. Nessuno gliel'ha chiesto in conferenza stampa, ma lui ci ha
tenuto ad affermarlo: «Sono stato impressionato da questa squadra
azzurra molto giovane, che ha perso alcuni dei suoi migliori giocatori
over 30. Sono convinto che nel torneo del prossimo anno farà dei match
molto interessanti».

Il laboratorio Italia, insomma, come il laboratorio Francia guarda al
futuro. Ma per entrambe c'è pure l'impellente presente da soddisfare.
Per i francesi significa giocarsi la vittoria del torneo. Dopo il
risicato successo con gli azzurri (+12) rispetto a quello ottenuto dai
gallesi (+39), sabato nello scontro diretto di Cardiff i transalpini
dovranno battere il Galles di +20 per imporsi. Altrimenti dopo le
ultime due stagioni targate Francia il torneo cambierà padrone. «Non
lo sapevo» dice Lièvremont, dimostrando di tenere più al suo
laboratorio che alla vittoria.

Lo stesso discorso non possono farlo gli azzurri, per i quali evitare
il cucchiaio di legno è obiettivo prioritario da sempre. Ma con la
Scozia sabato a Roma non sarà facile. «È vero che loro nel Sei Nazioni
hanno segnato solo una meta e noi quattro - commenta Ongaro - È
altrettanto vero che hanno una vittoria contro l'Inghilterra e noi
nessuna. E per me conta molto di più quest'ultima statistica.
Purtroppo li affronteremo di nuovo da sfavoriti, con la pressione
addosso, come a St. Etienne. Speriamo che l'esito del match sia
diverso». Di tutt'altro avviso Bortolami: «Roma è un campo difficile
per tutti, l'ha provato sulla sua pelle anche l'Inghilterra. Questa
settimana gli scozzesi non dormiranno sonni tranquilli».

Più tranquilli dei nostri, però, non c'è dubbio che lo saranno...
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