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[RUGBYLIST] Il giorno dopo, smaltita l'adrenalina...

Angelo Volpe a fast volpe_angelo a fastwebnet.it
Dom 18 Maggio 2008 15:05:51 CEST


Petrarca ai play off. Alcune riflessioni del giorno dopo, smaltita l'adrenalina accumulata al Plebiscito.

1- L'aritmetica non è un'opinione.
Se diamo un'occhiata nel dettaglio alla classifica  vedremo che l'equazione più vittorie = più punti non è verificata. Mi spiego: il Petrarca ha vinto 9 partite, pareggiate 2 e perse 7; il Rovigo ne ha vinte 10, pareggiate zero e perse 8. Insomma, quello che conta è capitalizzare tutti i punti disponibili senza disprezzarne nessuno, anche quando sembrano punti persi, e vincere al momento giusto.
Per il Petrarca 7 i punti raccolti con i vari bonus, per contro il Rovigo ne ha racimolati 5. Spero di non aver sbagliato i conti, ma alla fine l'aritmetica si conferma non essere un'opinione e la differenza in classifica tra le due squadre è proprio di 2 miseri ma preziosissimi punticini conquistati con le unghie e con i denti.

2- La Soyuz di Mercier.
Il francese è stato l'uomo del drop che ricorderemo per i prossimi anni a venire. Fortunato chi era al Plebiscito e l'ha visto con i propri occhi; un po' meno chi lo ha visto solo in tv; peggio per chi se l'è perso. Monumentale è l'aggettivo usato da Federico Fusetti sul Mattino di PD e, in effetti, mai definizione è sembrata più azzeccata. Noi che eravamo al Plebiscito lo abbiamo visto partire da quasi metà campo, spostato diagonalmente sulla sinistra. Direi che i 50 metri di gittata c'erano tutti. In quel momento in tribuna qualcuno si è lasciato sfuggire un urlo di disappunto, tanto sembrava impossibile l'impresa tentata da Ludovic e d'acchito si è pensato ad un pallone buttato via. Invece la Soyuz si è staccata dalla rampa di lancio, ha cominciato a fendere l'aria facendosi strada tra la pioggia battente. E' salita con potenza e prepotenza indirizzandosi proprio verso il centro dei pali. In quel momento l'arbitro De Santis è schizzato verso il centro del campo per mettersi in asse e valutare al meglio la realizzazione. In tribuna si è sentito solo un "oooooh" collettivo di sospensione che sembrava accompagnare l'orbita della Soyuz francese e la spingeva sempre più in alto e sempre più distante. In quel momento si è avuta la prova provata che la telecinesi non è una teoria strampalata, ma concreta realtà. E con un fenomeno di telecinesi collettiva i tremila del Plebiscito hanno spinto in orbita parabolica la Soyuz di Ludovic. Tanto in là e tanto distante che il pallone ha superato di molto i pali sia in altezza che in profondità ed è planato a ridosso della recinzione. Altro che 50 metri, saranno stati almeno 65-70 dal punto di decollo a quello di atterraggio. Fantastico, magico, eccezionale! Ludovic manda baci al cielo appena deflorato dalla sua Soyuz e il Plebiscito si libera in urla liberatorie, salti, applausi, abbracci e pacche sulle spalle. Delirio di gioia e felicità. N.B.: nessun gesto dell'ombrello verso i trevigiani... in questi momenti bisogna godere fino in fondo dell'impresa appena realizzata e non sfogarsi sugli avversari. Bravi tutti.

3- Il prosecco dello Sceriffo.
E' il 46mo minuto del secondo tempo. Mercier chiama il pallone dopo aver chiesto all'arbitro se il tempo fosse scaduto. Lo spedisce fuori e arriva il fischio finale. Il Petrarca batte il Treviso e va ai play off. Inutile la grande impresa dell'indomabile Rovigo che è andato a vincere a Calvisano. In tribuna si esulta con l'entusiasmo a mille. All'improvviso si materializzano una poi due bottiglie di prosecco doc dei colli trevigiani. E' Simone "Sceriffo" Brevigliero presidente dei Petrarchi a portarlo ed offrirlo ai presenti, nella sua lungimiranza e fiducia nelle possibilità del Petrarca. Sulle tribune del Plebiscito i Petrarchi stappano le bottiglie, saltano fuori i calici flute, si brinda al Petrarca, a Presutti, a Mercier, a tutti i ragazzi che hanno conquistato i play off... Viva Sceriffo!

4- Coronarie a rischio.
La tensione del match è stata grande. Batti e ribatti in stile ping pong noioso ma inevitabile, poi fiammate di gioco rabbioso. La flemma tattica del Treviso e la voglia rabbiosa di vincere del Petrarca. I trevigiani restano in dieci per cartellino giallo a cavallo della ripresa; il Petrarca potrebbe e dovrebbe approfittarne, invece durante l'intervallo arriva il solito letargo. Goosen e soci invece di subire il sottonumero riescono a recuperare dal 9-3 al 9-9. Pazzesco. Le cose si mettono male e il cinismo del Benetton emerge prepotente. Appena vede l'avversario ferito e in difficoltà tenta di mettere a segno la zampata finale, quella del ko. Infatti va in meta e poi segna anche un calcio di punizione. Break di 8 punti, non basta una meta trasformata per passare in vantaggio. Mi attacco al cellulare per avere il risultato del Rovigo:è in vantaggio a Calvisano. Incredibile.  In tribuna ci guardiamo negli occhi ammutoliti e si vedono solo facce pallide e dubbiose. Invece in campo riescono a mantenere la lucidità e il Petrarca riparte alla carica con determinazione rinnovata. Davis e Rizzo trascinano la mischia. Cinque minuti di grande pressione che stendono il Treviso e il Petrarca segna. L'azione parte da Davis che raccoglie il pallone nascosto dai trevigiani dopo un fallo fischiato da De Santis. Invece di darlo a chi era incaricato di andare in touche, parte da solo a testa bassa. Grandi urla dalla tribuna a sottolineare che la scelta sembrava sbagliata. Ma dove va Davis da solo? Ma è impazzito? Invece no. Imposta la ruck, viene immediatamente raggiunto dai compagni in sostegno e un gesto inspiegabile diventa la chiave della rimonta. Due o tre tentativi di sfondare in percussione e finalmente la segnatura sulla riga. Dalla tribuna si intuisce ma non si vede, Il braccio alzato di De Santis è una liberazione! La meta sembra di Rizzo, ma oggi sui giornali si legge che sarebbe di Giovanchelli. Bravi a tutti e due. Abbraccio Mino, il papà di Michele Rizzo, neanche fosse una bella donna.... Ancora qualche minuto e poi ecco il drop-soyuz di Mercier. Il resto è storia petrarchina. Mi viene in mente il grande poeta Giovanni Boccaccio: "Per ogni gaudenza ci vuole sofferenza". Le mie coronarie confermano...

angelo
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