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[RUGBYLIST] LA DIAGNOSI DI LIVIERO

Luca Oliva luca.oliva a katamail.com
Mar 18 Nov 2008 09:58:02 CET


Credo che la diagnosi sia piuttosto semplice: le nuove regole hanno 
depotenziato i nostri punti di forza, in particolare i drive penetranti.
La possibilità di fare crollare le maul - basta un uomo solo ... - hanno 
diminuito il numero di difensori sui raggruppamenti ed aumentato il 
numero di difensori nello spazio allargato.
Noi in questo modo ci troviamo male ...
Non abbiamo più basi per avanzare col pacchetto, non riusciamo più ad 
attirare difensori sui raggruppamenti per avere più spazio dove 
attaccare coi trequarti.
Sui punti d'incontro allargati gli avversari si trovano in sovrannumero 
ed hanno gioco facile nel recuperare il pallone o quantomeno impedirci 
una liberazione efficace ...
Mi sorge spontanea una domanda: ma queste nuove regole non dovevano 
favorire gli attacchi ? Al momento sembrano favorite le difese: il gioco 
è più statico, ci sono più calci e meno mete. Sarebbe interessante fare 
un raffronto con i test match dell'anno scorso, ma risultati così chiusi 
e score così bassi era da un pezzo che non si vedevano ...

Quello che mi sorprende è che Mallett questa analisi l'aveva 
perfettamente azzeccata prima dei test-match ... E le contromisure ?
Temo che il problema sia più ampio di quanto si pensi e che non dipenda 
dalle scelte dei singoli ...

Un'ultima cosa: ma Liviero non aveva fatto i Geometri ... ???

(naturalmente scherzo, si può discutere sul mio senso dell'umorismo, ma 
ho l'impressione che in list l'ironia non sia sempre ben accetta ...)

Angelo Volpe @fast ha scritto:
> Non c'è la firma, ma mi pare che l'articolo di Antonio Liviero del 
> Gazzettino lo abbia già riportato Franco nella sua mail odierna 
> "Notizie del lunedi".
> Comunque sia, eccolo di nuovo:
>  
> *Gioco dentro la difesa Il perchè di un limite*
>
> Forse sarà perchè all'Olimpico di Torino siamo abituati ad ammirare le 
> magie di Del Piero. O più realisticamente perchè l'*Argentina* ha dato 
> una spietata lezione di difesa e pressione. Fatto sta che il 
> palcoscenico di Pinturicchio ha messo a nudo la drammatica crisi 
> creativa dell'Italia del rugby. Il malanno è cronico. Le azioni dei 
> trequarti azzurri da tempo si svolgono con passaggi davanti alla 
> difesa. Purtroppo non basta più per arrivare in meta. È necessario 
> attaccare l'asse profondo. I tecnici lo chiamano gioco dentro la 
> difesa. L'Italia quasi mai arriva a farlo. È raro vedere un azzurro 
> rompere la linea di opposizione e sul placcaggio riuscire a liberare 
> braccia e palla rimanendo in piedi. Quanti break e off load si sono 
> contati contro l'*Argentina* e l'Australia? E nello scorso Sei 
> Nazioni? Pochissimi.
>
> La questione è complessa. E non dipende dalla vena dei singoli. Da 
> fase statica conta la manovra davanti alla difesa: la qualità del 
> possesso, la velocità, il ritmo e in eguale misura il piazzamento e il 
> movimento senza palla per disorganizzare i difensori, attirarli in una 
> zona e sguarnire quella in cui si è deciso di sferrare l'attacco. 
> Tutto questo l'Italia lo fa piuttosto male pur disponendo di una buona 
> conquista. Una volta dentro la difesa diventano decisivi il sostegno e 
> il lavoro di pulizia sui punti d'incontro. I sostegni dovrebbero 
> anticipare l'azione nella zona prestabilita e consentire una 
> liberazione della palla in un paio di secondi, prima cioè che la 
> difesa possa ripiazzarsi. La realtà è ben diversa: nel gioco dinamico 
> i palloni dell'Italia sono quasi tutti a liberazione ritardata. Non 
> sono estranee a queste difficoltà organizzative carenze di tecnica 
> individuale. Gli attacchi in seconda e terza fase, ad esempio, 
> richiedono che avanti e trequarti giochino mescolati tra loro in 
> maniera intercambiabile. I "gormiti" della mischia azzurra 
> appartengono al popolo del metallo, dispongono di una potenza e una 
> tecnica collettiva tra le più temibili al mondo. Ma certo molti di 
> loro hanno limiti nella gestualità e nella corsa.
>
> Per tutti questi motivi un salto di qualità nelle costruzioni 
> offensive sembra riguardare più il domani che l'oggi. A breve è più 
> saggio concentrarsi sulla "trilogia classica": conquista, difesa e 
> gioco al piede. E sulla gestione tattica. Contro i Pumas l'Italia 
> pensava, non senza fondamento, di muovere la palla per cercare di 
> evitare la sfida e l'usura fisica. Ma l'aggressività e 
> l'organizzazione difensiva degli argentini non ha fatto che trasferire 
> la pressione nella zona di placcaggio. Insistendo in simili condizioni 
> a muovere la palla sull'asse laterale l'Italia ha concesso fette di 
> campo importanti e calci di punizione. Occorreva uscire da questa 
> morsa invertendo la pressione. I manuali in casi del genere indicano 
> due soluzioni: gioco al piede e, se possibile, avanzamento del 
> pacchetto o ai suoi lati. Si sarebbero dovuti alternare di più e 
> meglio i calci tattici. Così come, visto l'esito del confronto tra gli 
> avanti, non sarebbe stata insensata la ricerca di soluzioni nel 
> piccolo perimetro.
>
> Di tutto questo poco o nulla si può addebitare a Marcato, in pratica 
> alla seconda partita in nazionale da apertura. Anche perchè molto 
> dipende dalle opzioni che un mediano si trova a disposizione per 
> attaccare. E l'Italia, tramontato il maul a causa delle nuove regole 
> che ne consentono il crollo, deve trovare nuovi mezzi per giungere 
> alla meta.
>
>     ----- Original Message -----
>     *From:* GIAN DOMENICO MAZZOCATO <mailto:giandoscriba a tin.it>
>     *To:* RUGBYLIST <mailto:rugbylist a rugbylist.it>
>     *Sent:* Monday, November 17, 2008 7:00 PM
>     *Subject:* [RUGBYLIST] LA DIAGNOSI DI LIVIERO
>
>     *Forse mi è sfuggito.*
>     *Stamattina il collega e amico Toni Liviero ha tracciato sul
>     Gazzettino una diagnosi magistrale della partita con l'Argentina.*
>     *Qualcuno l'ha riprodotta? Non mi pare. Chiedo scusa, io non ho
>     purtoppo il tempo di copiarla (come di questi giorni nemmeno ho
>     avuto il tempo di seguire tutte le diverse voci degli amici della
>     list, che mi accantono per leggerle nei prossimi giorni).
>     Lasciatemi anzi un secondo di dimensione personale: un bacio a mio
>     figlio che facendo le acrobazie con MiSky mi ha registrato tutti i
>     test match. Dico tutti. Che il buon dio benedica il mio Guido.*
>     *Ma ripeto: vale la pena di fermarsi un attimo sul pezzo di Liviero. *
>     *un abbraccio a tutti*
>     *gian domenico mazzocato*
>
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