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[RUGBYLIST] Meta, try, gol, campi militari, ricchi premi e cotillons

Luqa lvfi67 a tiscali.it
Lun 27 Ott 2008 16:33:04 CET


Stamane ho aperto e ho trovato 80 messaggi da leggere, non male per una 
lista moribonda.

A qualcuno faccio un commento, un po' a casaccio

Questione meta/try (Mangano 23.10)

Non so se al termine "meta" si dà in generale il significato di 
obiettivo , associandovi il concetto "da raggiungere con sacrificio" 
mutuandolo dal rugby.
Ma mi pare di ricordare che tempo fa ci fu un dibattito proprio sulle 
motivazioni che avevano  portato alla differente terminologia tra 
inglese e italiano.
La motivazione storica sta , penso, nel fatto che il termine "try" 
nacque quando la meta non dava punti ma la possibilità di cercare di 
segnarne con un calcio piazzato in alternativa al drop, mentre il rugby 
in Italia è arrivato quando il portare la palla oltre la linea era già 
il modo principe di fare punti.
Certo, il fatto che questa differenza sia rimasta ci potrebbe far 
domandare se lo spirito con cui si ricerca la meta/try o con cui si 
pensa al raggiungimento o meno di un risultato rifletta o meno una 
differenza di mentalità.

Osservo però che il termine obiettivo, traguardo è spesso in 
pubblicazioni anglo-sassoni espresso con il termine "goal", come per la 
segnatura calcistica.
Nel calcio vi è stato un lungo dibattito se usare "gol" 
italianizzazione del termine originale oppure l'italianissimo "rete", e 
molti hanno scritto che gol contiene una naturale espressione di gioia, 
mentre rete può contenere un tono più amaro (da cui gol-segnamo noi, 
rete -hanno segnato loro). 
Scritto questo, 
1. "meta!" E' naturalmente gioioso anche se segnano gli altri, o ha 
un carattere neutro?
2. Proporreste di usare il termine "meta" per la segnatura del 
calcio, o usereste quello "gol" per la meta, oppure proprio per 
influenza sportiva associereste "meta" ad un risultato frutto di un 
faticoso e costante impegno e "gol" ad un risultato magari frutto di 
una combinazione fortuita, la prima espressione dell'impegno collettivo 
e il secondo di un colpo di talento (o qulo) individuale?


Questione campi di lavoro militari

Non è una pratica storicamente diffusa, anzi per molti c'era l'idea 
che il miglior campus per fare corpo fosse giocare a rugby (come 
l'arpasto romano era addestrativo per i legionari).
Recentemente però, per una certa forma,  estremistica a mio vedere, 
di concepire ogni forma di competizione, professionale e sportiva, e 
vista l'individualizzazione di certe posizioni lavorative, si è 
diffusa, prima nei paesi anglosassoni, poi anche da noi, l'idea che 
certi "lavori di gruppo" in condizioni disagevoli fortifichino lo 
spirito e alimentino lo spirito di gruppo per "effetto branco nella 
giungla".
Da qui il fiorire di corsi di sopravvivenza, kayak estremo, canyoning 
ecc. per gruppi di dirgenti aziendali, pardon manager teams, e poi 
anche la scoperta dell'addestramento militare, specie se derivato dai 
corpi di elite come stimolo per la crescita caratteriale del gruppo e 
del singolo.
Personalmente sono un po' perplesso, più per l'idea che sta dietro 
l'approccio che per l'addestramente di per sé.

Una nota in aggiunta a quanto scritto da Cavallo Pazzo: per chi non 
lo sapesse, pare che i paracadutisti della Folgore, che sono 
tradizionalmente di stanza a Livorno ma anche Pisa, Siena, Pistoia e 
Lucca, indossino il basco amaranto , colore tradizionale labronico,  
per "affetto" per la città. Pare che tale "affetto" sia stato deciso di 
esprimere da parte degli ufficiali dopo che in una occasione 
paracadutisti e livornesi si erano conosciuti massicciamente 
nell'accezione indicata da Todd Blackadder a Genova nel novembre 2000.

Questione selezioni e stimoli al rugby di base

Un commento alle proposte di Betteto

1. Girone nazionale per le giovanili.
E' una ipotesi da provare, ma lo farei per la sola 17 che ritengo più 
formante "professionalmente" mentre per la 15 e la 13 lascerei almeno 
per adesso la situazione attuale

2. Formazione italiana
Personalmente ritengo ancora meglio indicare la U17 invece che la 15: 
se sei stato tesserato per altre federazioni a livello giovanile, puoi 
comunque essere considerato di formazione italiana se hai fatto almeno 
un anno in U17 in Italia. E' una differenza sottile con quello che 
scrive Betteto ma secondo me ha un certo peso.
Però va tenuto presente che ci può essere il caso dell'italiano che è 
andato per studio in Inghilterra o Francia e lì, magari dopo i 18 anni, 
ha cominciato a praticare rugby. Probabilmente non sarà da nazionale, 
ma non me la sentirei di considerarlo "di formazione estera" anche se 
lo è nei fatti per quello che potrebbe conseguire qualora volese 
continuare a praticare rugby in serie B o C magari, quindi servirebbe 
una clausola che "protegga" gli "italiani" A/R .

3 Soldi, parametri e allenatori
Sono concorde nel credere opportuno far venire tecnici stranieri , 
anche con idee diverse.
Secondo me anche qualche team manager.
E sono concorde nella modifica del parametro e della compensazione
Però la coperta non è che sia tanto tanto lunga eh...

4. Selezioni
Io sono favorevole a provare, ma riconosco che la dimensione club è 
parte importante del rugby italiano. Per questo avevo scritto 
proponendo un torneo per selezioni da svolgersi nei periodi di sosta 
dei campionati per club (p.e. Novembre, Febbraio, Marzo) selezionando i 
giocatori dai vari club sia di Super10 che di A1 (almeno), per dare la 
possibilità di individuare almeno 4 gruppi di 30-40 giovatori su cui 
lavorare inmaniera più selettiva.
faccio presente che se ci limitassimo a 4 selezioni copiando la 
suddivisione dei gironi di B, le 22squadre di S10 e Serie A1 e 
sarebbero così divise:
Alpi - Calvisano, Viadana - Am. Milano (calvisano-viadana bis in A2)
Serenissima - Treviso, Padova, Rovigo, Venezia Mestre -  San Donà, 
San Marco, Udine (con TV bis in A2)
Appennini - Parma, GRAN, - Prato, Firenze, Livorno, Colorno, 
Piacenza
Tre Mari - Roma, Capitolina - L'Aquila, Alghero, Lazio

Che non mi sembrano malaccio come serbatoi.
Le selezioni potrebbero oltre che affrontarsi fra loro , anche 
confrontarsi con per esempio Bucarest , che se ben ricordo è una 
selezione, ma anche per esempio proporre invece di andare in ML, alle 
federazioni scozzese e gallese di venire a giocare da noi con selezioni 
di atleti non da ML ma buoni (per esempio ex Borders) sapendo di non 
avere i problemi che oppongono i club inglesi per i loro tesserati.
Se si volesse premiare la questione formativa, la eleggibilità per le 
selezioni potrebbe avvenire per afferenza dei club di formazione 
giovanile (ovvero dove si è giocato nelle U17-U19 o come I 
tesseramento).

Se si vedesse che il sistema funziona, si potrebbe poi pensare al 
passaggio delle selezioni nelle coppe (in affiancamento ai migliori 
club) e/o alla partecipazione alla Magners League.



Infine sulle proposte di modifche regolamentari.
A me vanno bene, sia il placcaggio sotto la cintura (o comunque non 
al petto) che le mani libere in ruck.
Per essere sincero non so nemmeno se non sia meglio togliere 
l'ascensore.
Però per essere chiaro, perché il deregolamentare i raggruppamenti mi 
ha lasciato perplesso, che manterrei l'obbligo di entrare nel 
raggruppamento dal canale.
Ma le nuove regole, eccezion fatta per il crollo della maul, non è 
che mi inorridiscono, in particolare quella sui calci dai 22 e quella 
sullo schieramento nelle mischie ordinate.

Saluti

Luqa


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