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Re: [RUGBYLIST] Notizie (meste) del lunedì

Luigi Bocchino giggibocchino a yahoo.it
Lun 16 Feb 2009 10:09:42 CET


Castrogiovanni ha sofferto moltissimo in mischia.
E' andato meglio Nieto.

Il punto comunque è che con il pallone in mano non sappiamo proprio cosa fare. Il vantaggio non lo superiamo mai e non resta alternativa al calcio lungo o all'up&under.

Inizio ad essere un pò scoraggiato.




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Da: allrugby <allrugby a gmail.com>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Lunedì 16 febbraio 2009, 9:43:05
Oggetto: [RUGBYLIST] Notizie (meste) del lunedì

Notizie di rugby: http://www.rugbyrugby.it
Dalla "Tribuna di Treviso".
Ciao.
Franco

Umiliati al Sei Nazioni: esultano i verdi d'Irlanda.

ITALIA FISCHIATA L'Irlanda al Flaminio attacca e ci fa verdi

DALL'INVIATO FABRIZIO ZUPO

ROMA. È finita tra i fischi, i primi mai sentiti al Flaminio nei
confronti della Nazionale in dieci anni di Sei Nazioni, a dispetto di
qualsiasi sconfitta. Troppe le mete regalate, gli intercetti subiti,
le punizioni fischiate contro, dopo un primo tempo illusorio in cui
una squadra molto quadrata pareva aver ritrovato il filo del gioco.
Ventinove punti di scarto, rispetto ai 5 del Croke Park nel 2008: un
divario di altri tempi. Un cambio negativo in fotocopia come contro
l'Inghilterra (da -4 a -25). A poco vale ribadire che le nuove regole
hanno spuntato le migliori armi azzurre: ci sono pure per gli altri,
che più velocemente le adattano ai propri giocatori.
E, a scanso di equivoci, le maul esistono ancora: 5 vinte
dall'Irlanda, zero dagli azzurri. E per dirla tutta con le statistiche
ieri al Flaminio l'Italia non ha mai fatto un break sulla linea di
vantaggio (8 quelli irlandesi), ha subìto per 57 minuti su 80 la
presenza dei "verdi" nella propria meta campo. Gli azzurri hanno fatto
114 placcaggi (16 Mauro Bergamasco, 15 Zanni), l'Irlanda 50: la
differenza fra chi difende e chi attacca.
Altro che spot per la candidatura al Mondiale 2015 con lo slogan «La
prossima meta è l'Italia». Il tutto esaurito s'è trasformato in una
grande ola quando nella ripresa s'era capito che l'Italia non ne
veniva fuori. Cinque mete a 0 contro l'Irlanda che sommate alle 5
inglesi, fanno già quasi il bottino negativo del 2008 (12 in 5 match).
L'unico vero rammarico è non essere andati alla pausa in vantaggio.
Al 39' si era sul 9-7 con il cecchino 0'Gara buttato fuori col
"giallo" per un placcaggio su Canale senza palla e lanciato in meta.
Mclean non trasforma la punizione del 12-7, Perugini si fa espellere
per 10 minuti e, al 39' e 59" arriva la meta di Fitzgerald. Al fischio
azzurri sotto 9-14. Non una meta qualsiasi, ma una breccia trovata
dall'ala del Leinster, dopo dieci minuti di assalto a Fort Apache, con
gli azzurri a respingere metro su metro le ripartenze di Heaslip (il
numnero 8 ha giganteggiato) e soci. Subendo quattro penaltouche con
rimesse da un metro dalla linea di meta, portando il pack verde poco a
poco oltre l'area dei 22 prima di essere trafitti.
Nel momento migliore l'Italia affonda. Ma di regali ne aveva già
fatti troppi: al primo minuto Masi becca 10 minuti (ci stava anche il
rosso) per un placcaggio sul collo di Kearney, talmente plateale da
scatenare la prima rissa. Intanto la mediana di Calvisano,
Griffen-Mclean aveva trovato il suo assetto. Tutto bene anche in 14,
quando si arriva sul 6-0. Poi la follia. Touche azzurra agevolmente
vinta da Mauro Bergamasco in fondo al corridoio e schiaffetto aereo
per Griffen che, troppo vicino all'apertura, salta Mclean con un
passaggio troppo teso per Canale che si vede sgusciare l'ovale dalle
mani. Come un falco arriva l'ala Bowe per intercetto e sprint da 50
metri e, pur inseguito dai due Bergamasco, disturbato da Mauro,
placcato sulla linea da Robertson (che nell'occasione si stira la
coscia e fa debuttare il rodigino Bacchetti), tocca in mezzo ai pali.
La novità sta nella sofferenza della prima linea, di Castrogiovanni
ripreso anche da Parisse per i continui falli (entrate laterali e non
solo). La ripresa ci rivede subito in sofferenza con il flanker David
Wallace a risolvere l'ennesimo assedio, trovando il corridoio giusto
dopo aver eluso il placcaggio "congiunto" di Reato e Festuccia. Gli
schemi si sfarinano e per mezzora lo score rimane fermo, fino agli
ultimi 5 minuti. Due mete: un'ingenuità di Bacchetti che permette di
battere una touche veloce a Fitzgerald e a farlo scappare sulla fascia
e, infine, l'apoteosi di capitan O'Driscoll che intercetta su Masi
(schierato apertura) e sigla. Sei Nazioni in salita e Mallett in
bilico. Dondi a cena con John Husseyn, inviato dalla Celtic League,
tratta per cambiare il volto del rugby italiano.
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Dondi: «C'eravamo illusi»

Mallett: «Dopo 60 minuti in difesa i ragazzi sono crollati»

DALL'INVIATO

ROMA. Una conferenza fuori orario rispetto ai protocolli, quella post
sconfitta di Mallett e Parisse. Qualcosa deve decantare all'interno
dello spogliatoio: chiarimenti fra ct e la squadra per la poca
"disciplina" tenuta in campo dagli azzurri. «Così non si può giocare
neppure contro il Portogallo» sbotterà poi Mallett. Nel frattempo
scende il presidente Dondi e la sua faccia è tutto un programma. Nel
week end del lancio dell'Italia quale candidata ad ospitare il
Mondiale 2015 e del probabile ingresso delle selezioni nella Celtic
League, limita la delusione con un «c'eravamo illusi dopo un buon
primo tempo».
Dallo spot mondiale ai primi fischi del Flaminio agli azzurri,
qualcosa sta cambiando, la Celtic guarirà la Nazionale? «Mi dispiace
per i fischi - continua Dondi - quei due intercetti e il finale di
partita. Non credo che centri andare o non andare in quel torneo. La
differenza sta nell'avere o meno un altro ritmo di gara. È difficile
pensare che siamo così peggiorati dall'anno scorso. Sono gli altri ad
essere migliorati, probabilmente hanno assimilato meglio e prima le
nuove regole. E in touche quando noi la lanciamo sul quinto uomo la
perdiamo, loro la vincevano sempre».
Mallett rischia di non vedere rinnovato il contratto a fine anno, o
la Fir punta su lui sino al Mondiale 2011? «Io credo che gli attori
protagonisti siano i giocatori. L'allenatore fa la sua parte, ma se i
giocatori non eseguono quanto gli viene detto...».
Sulla poca disciplina (16 calci contro di cui 6 contro la mischia,
due cartellini gialli) torna Mallett per tentare di spiegare la
sconfitta di ieri. Mentre Parisse non ci sta a paragonare le sconfitte
di questi ultimi 8 giorni (- 25 punti a Londra, - 29 ieri) con quelle
del 2008 (-4 con l'Inghilterra -5 con l'Irlanda: i passivi più bassi
in dieci anni di 6 Nazioni): «Si gioca per vincere, perdere di uno o
di 100 è lo stesso. Io la penso così. È da mediocri pensare a
sconfitte migliori di altre». Per Mirco Bergamasco, tra i migliori
trequarti, che due anni fa festeggiò a Edimburgo il compleanno con una
storica vittoria, spera di ritrovare in Scozia fra due settimane un
po' di fortuna: «Non si fanno paragoni con il 2007 perché le regole
sono cambiate. Stiamo crescendo, molto rispetto al match di Londra, i
piani di gioco ci sono, la concentrazione anche. Ci manca fortuna,
quella che poteva cambiare il match nel primo tempo. Sulla rissa? Tre
italiani contro tre irlandesi: è normale».
Sulla difesa si sofferma Mallett: «I ragazzi hanno difeso per 60
minuti, alla fine erano stanchissimi. Non si può difendere tutta la
partita, non siamo capaci». (f.z.)
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