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Re: [RUGBYLIST] Cannavò

lomu lomu a rb2.191.it
Mar 24 Feb 2009 07:58:13 CET


sono molto dispiaciuto per l'uomo ......ma ad onor del vero non ha mai avuto 
il coraggio da direttore di denunciare gli scandali del calcio e del 
ciclismo ....solo quando non era + direttore l'ha fatto ma era davanti 
all'evidenza dei fatti.............cmq lo leggevo cmq ........

roberto
----- Original Message ----- 
From: "Pastonesi Marco" <MPastonesi a rcs.it>
To: <rugbylist a rugbylist.it>
Sent: Monday, February 23, 2009 8:39 PM
Subject: [RUGBYLIST] Cannavò


Notizie di rugby: http://www.rugbyrugby.it
Al giornale, da direttore, arrivava alle dieci di mattina, fra i primi, e se 
ne andava a mezzanotte.
Al giornale, da direttore, veniva in giacca e cravatta, sempre, il sabato in 
maglione.
Al giornale è sempre stato il Direttore anche quando non lo era più.
Quasi tutti lo chiamavano Direttore, qualcuno lo chiamava Candido, Enrica 
Speroni lo chiamava Dire, quasi tutti gli davano del tu, qualcuno non ci 
riusciva e gli dava del lei, ma a lui dava fastidio.
Lo potevi abbracciare.
Gli potevi presentare moglie e figli, ci teneva.
Viola ha detto: "Non l'ho mai conosciuto, ma è come se l'avessi sempre 
conosciuto".
In macchina leggeva i giornali, poi si addormentava, anche solo cinque 
minuti, ma quei cinque minuti lo ricaricavano.
Ristorante, trattoria, osteria, pizzeria, bar: potendo, meglio la trattoria.
Appena seduto a tavola, faceva fuori i grissini.
Cominciava con l'acqua minerale, vino un bicchiere, non di più.
Un'arancia non la rifiutava mai. Mai. A qualsiasi ora. Gli ricordava la 
Sicilia.
Si sporcava facilmente camicia e anche cravatta.
Al Giro ci fermavamo a fare la pipì, insieme, contro un albero, o contro un 
muro, un po' come fanno i corridori quando non vanno di fretta.
Al Giro veniva nella redazione della Gazzetta, tirava fuori il computer, e 
scriveva.
Sentiva il bisogno di scrivere. Più che piacere, era urgenza. Roba che 
veniva da dentro.
Era un passaporto universale.
Preferiva una come Maurizia Cacciatori (la pallavolista) o una come 
Margherita Granbassi (la fiorettista), e ti credo, belle come il sole. Ma 
sapeva coltivare la passione anche per una come Giusy Malato (la 
pallanotista) o una come Chiara Rosa (la pesista), che sanno di 
Mediterraneo.
Un giorno è venuta in redazione Manuela Grillo, atletica, velocità, 100 e 
200: brillante, e bella, dentro, fuori, tutto, tutta. E voleva vedere 
Cannavò, diceva che Cannavò era speciale, era unico, era Cannavò. L'abbiamo 
guidata da lui, invidiosissimi.
Anche Diana Bianchedi, scherma, fioretto, olimpionica, diceva che Cannavò 
era speciale, era unico, era Cannavò. Non c'era bisogno di guidarla da 
Cannavò, ci andava da sola. Invidiosissimi.
Un giorno è venuta in redazione Marisa Muzio, azzurra e olimpica di nuoto, 
poi psicologa dello sport. Voleva parlare con Cannavò. E' entrata nella sua 
stanza, e la porta era sempre aperta. Emozionata. Tanto che con un gesto 
maldestro ha fatto cadere un portapenne pieno di penne e pennarelli e anche 
matite. Allora si è messa in ginocchio a raccogliere penne e pennarelli e 
anche matite, e Cannavò anche lui. E a quel punto è entrata una segretaria, 
e li ha trovati così. Perché la porta era sempre aperta.
Non sapevamo per quale squadra di calcio facesse il tifo.
Faceva il tifo per tutti, per tutte, soprattutto per gli italiani e le 
italiane.
Quando l'Italia del rugby perdeva, ci guardava e ci diceva: "Ma che 
minchia".
Amava lo sport._______________________________________________
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