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I: [RUGBYLIST] Commenti degli allenatori sulla celtic

Salvatore Messina totorugby a yahoo.it
Mar 20 Gen 2009 15:33:06 CET


Certo che non è male! La FIR paga i cartellini dei nazionali (e nazionalizzabili) ai 2 club, questi fanno 6 partite vergognose in coppa ed il resto dell'anno giocano in S10 senza dare alcuna possibilità agli altri di vincere.
Bellissimo!!!! Tanto vale fare il S2 tra Calvisano e Treviso e gli altri in serie A....

Ai club non interessa la crescita del movimento ma solo vincere il campionato. Se fosse per i club Galles, Francia ed Inghilterra avrebbero in formazione solo giocatori di 2a divisione.
Ed è una cosa giusta e sacrosanta. Nessuno vuole rendersi le cose complicate giocando ad un livello più difficile. A meno di essere interessato ad un businness maggiore; cosa questa che non sembra minimamente interessare alla maggior parte dei club di S10 (a parte Viadana e Rovigo) vista l'attenzione che hanno nei confronti del proprio "pubblico".
E' dunque compito di una federazione far crescere il livello nell'interesse (economico e sociale) di tutti. E questo può essere fatto con 2 realtà (4 sarebbe meglio ma al momento pare impossibile) al di sopra dei club. In questo modo si salverebbe anche il S10.
Nel breve periodo sicuramente qualcuno ci rimetterà ma, se il passaggio viene gestito con una pianificazione corretta, nel lungo periodo tutto il movimento ne godrà i benefici.

Così come è successo per la nazionale dal suo ingresso nel 6N, anche allora osteggiato dai club e da molti tecnici. 
 PEACE & LOVE & PLAY RUGBY 


Salvatore Messina 



----- Messaggio inoltrato -----
Da: Maci <maci a maidiremeta.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Martedì 20 gennaio 2009, 9:13:46
Oggetto: [RUGBYLIST] Commenti degli allenatori sulla celtic

Notizie di rugby: http://www.rugbyrugby.it



-----Segue allegato-----

Mi sembrano tutti un po' perplessi e le obbiezioni che portano sono ragionate, non campate per aria.
Sembrano dire: che porti benefici sara' anche vero ma i dubbi sono tanti e non sara' facile farli sparire.

ps: L'idea di Brunello non mi sembra male...

Ciao a tutti,

Maci

Giudizi positivi, ma anche molto critici o perplessi, degli allenatori
del Super 10. Oggi i delegati Fir sono a Londra per definire
l'ingresso

Rivoluzione Celtic, i tecnici mettono in guardia

Brunello: «Meglio due squadre in Heineken». Gajan: «Può essere un
disastro». Smith: «No alle selezioni tagliando fuori i club»

Oggi a Londra incontro decisivo di Fabrizio Gaetaniello e Alfredo
Gavazzi, delegati della Fir, con i dirigenti della Celtic League per
l'entrata delle squadre italiane al torneo con le selezioni di Galles,
Irlanda e Scozia. Nei giorni scorsi la federazione ha diramato la
serie di condizioni alle quali dovrà attenersi chi parteciperà alla
competizione. La rivoluzione del rugby di vertice italiano muove
dunque i primi passi. Ma cosa ne pensano gli allenatore dei club del
Groupama Super 10? Ecco le loro risposte, tutte interessanti e non
prive di sorprese.
     JIM LOVE (Mps Viadana): «Il progetto Celtic League è negativo
per il rugby italiano, se saranno solo due squadre a parteciparvi. I
giocatori migliori giocheranno solo nelle due formazioni e il
campionato si livellerà verso il basso. Un passo importante sarebbe
investire da parte della federazione sul miglioramento della classe
arbitrale, rendendola professionistica».
     FRANCO SMITH (Benetton Treviso): «Non sono d'accordo nel far
partecipare due selezioni, tagliando fuori i club. Sono due anni che a
Treviso lavoriamo per essere competitivi e quella delle selezioni non
è la soluzione giusta, anche perché non è solo la mancanza di
giocatori che non rende competitivi i club. Ci sono altri importanti
problemi da risolvere».
     MASSIMO BRUNELLO (FemiCz Rovigo): «In questo momento è una
novità troppo sconvolgente. C'è un'idea, ma non un progetto. Quando
uscirà questo progetto bisognerà valutarlo in tutti i suoi aspetti. La
Celtic non è un torneo ambito da tanti in Europa. Era più prestigioso
andare con due selezioni in Heineken Cup, lasciando ai club la
Challenge, e utilizzando in questa competizione e poi da marzo in
campionato i migliori giocatori italiani. Così oltre ad avere due
selezioni avremmo elevato il livello del Super 10».
     MARC DELPOUX (Cammi Calvisano): «Se il futuro del rugby italiano
si chiama Celtic League allora la competizione è da fare. Il Super 10
comunque deve cambiare struttura. Esiste una grande differenza
ovviamente tra Super 10 e Celtic League e il cambio verso la maggiore
qualità aiuterà il rugby italiano».
     ANDREA CAVINATO (Overmach Parma): «È prematuro capire cosa verrà
deciso dalla Fir visto che il cambiamento al momento è solo sulla
carta. Comunque una variazione sostanziale doveva essere apportata al
rugby italiano».
     GEORGE GRAHAM (Carrera Petrarca Padova): «Può essere questa la
strada giusta per crescere, ma bisogna avere un piano preciso e farlo
con i tempi dovuti, non così. Mi sembra tutto molto affrettato. Da noi
in Scozia abbiamo fatto lo stesso passaggio, ma al termine di un
processo lungo tre anni e solo adesso iniziano a vedersi i risultati.
Prima di entrare, inoltre, bisogna trovare un accorto preciso con le
società esistenti».
     STEFANO BORDON (Futura Park Roma, fino alla 9. giornata): «È una
svolta positiva. Spero ci sia un'ampia discussione fra tutti gli
interessati su come realizzare il progetto. Spero che per la prima
volta club e federazione lavorino insieme per il bene del rugby
italiano».
     CRISTIAN GAJAN (Casinò di Venezia): «Mi sembra un'idea strana e
difficile da perseguire. Se metto tutti i migliori italiani in due
squadre, più quelli che giocano già all'estero, il nostro movimento
alla fine non diventa niente. E se non diventa niente chi, come e dove
si farà la formazione per avere i rugbisti del futuro? Dove sarà il
movimento fra tre o quattro anni? Per me rischia di essere un
disastro. La strada giusta a mio avviso era quella di rafforzare il
Super 10 con più mezzi e creare un importante campionato a livello
under 23».
     RIAAN MAY (Plusvalore Gran Rugby): «Il livello qualitativo dei
giocatori italiani migliorerà giocando nella Magners. Ma i risultati
non arriveranno subito. Bisogna avere pazienza e soprattutto creare
una struttura dietro a queste due selezioni. Ovvero creare quella base
di qualità per alimentare e creare i cambi generazionali
indispensabili. Inizialmente il Super 10 soffrirà questa partenza di
molti giocatori per la Magners, ma deve servire quale principale fonte
per ricreare l'indispensabile serbatoio».
     FRANCESCO RUBIO (Almaviva Capitolina): «In questo momento è
l'unica soluzione per migliorare il livello qualitativo e competitivo
del rugby d'élite italiano. Ne risentirà tutto il movimento, perché
con una sessantina di giocatori che parteciperanno alla Magners
altrettanti dalla A1 dovranno giocare nel Super 10 e altri dalla A2
verranno "promossi" nelle squadre di A1. Naturalmente bisognerà
lavorare tanto per ricreare quel bacino generazionale qualitativo per
garantire i cambi ai massimi livelli».
     Ivan Malfatto


      
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