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[RUGBYLIST] Porcherie autorizzate

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Dom 19 Lug 2009 15:05:28 CEST


Dal Gazzettino di oggi (IN PRIMA PAGINA).
Ciao.
Franco (TV)

IL CASO: confermate le anticipazioni della vigilia: per il torneo
d’oltremanica il Consiglio Federale ha scelto Pretoriani e Aironi

La Fir caccia il Veneto dall’elite del rugby

Bocciata la solida candidatura del Benetton alla Celtic League:
l’Italia rappresentata da Roma e Viadana

(segue dalla prima pagina)
      La candidatura del Benetton Treviso alla Celtic, che avrebbe
coinvolto tutta la regione, è stata bocciata dal consiglio della Fir.
Ieri l’attesa votazione, a scrutinio segreto (per proteggere pastette,
accordi e franchi tiratori) ha dato l’esito temuto per il Veneto.
Ognuno dei 19 consiglieri (assente solo il piemontese Cesare Maia) più
il presidente Giancarlo Dondi avevano due preferenze da assegnare. In
tutto 40 voti. Il risultato è stato 12 voti agli Aironi del Po di
Viadana, 10 ai Pretoriani di Roma, 9 a a Benetton Treviso e Duchi di
Parma-Calvisano. In Celtic andranno quindi Viadana e Roma, che sommate
fanno meno metà dei soli scudetti di Treviso e un settimo di quelli
conquistati dalle squadre del Veneto. Con benedizione degli stessi
consiglieri federali veneti Enore Bagatin, Carlo Checchinato,
Francesco Mazzariol, Andrea Rinaldo, Luigi Torretti, Moreno Trevisiol
e Zeno Zanandrea. Molti di loro non hanno optato per il Benetton. Non
hanno fatto lobby a favore di un territorio e della sua storia. Anzi
il contrario. L’ennesima dimostrazione di come nel rugby il Veneto è
il primo nemico di se stesso.
      Secondo una linea di pensiero anche la presentazione della
candidatura solitaria come Benetton e non come Dogi, cioè l’unione dei
club veneti, ha penalizzato la corsa. Dimostrando l’incapacità veneta
di fare sistema. Treviso l’ha giustificata con un motivo
finanziario-manageriale: gli 8,5 milioni di euro a stagione di
fidejussione richiesti li mette in prima persona Benetton, non gli
altri, quindi andiamo soli e poi allarghiamo il progetto a Padova,
Rovigo, Venezia. Una volta incassato l’ok. Ma proprio in questa
possibilità di fare rete, secondo un’altra linea di pensiero, sta il
motivo di fondo della bocciatura. In realtà era proprio l’idea di un
Veneto per la prima volta unito intorno a una franchigia d’èlite a
fare paura politicamente.
      Così la pensa Mara Bizzotto, europarlamentare leghista di
Bassano sostenitrice della prima ora di due squadre del nord in
Celtic, che va giù di brutto: «È uno scandalo in piena regola, la Fir
e Dondi si sono macchiati di una crimine sportivo. Si vergognino, in
primis Dondi, il vero regista dell’oscena operazione contro il Veneto.
Andrebbe mandato a casa a calci nel sedere. Lui ha sacrificato il
Veneto sull’altare dei personalismi e delle invidie personali,
umiliando la storia, la tradizione e i valori del rugby. Non pensino
che staremo con le mani in mano di fronte alla nefandezza che hanno
compiuto per favorire una squadra come Roma».
      Parole dure. Da leghista. Che dovrebbe però guardare prima in
casa propria. Alla parte lombarda della Lega Nord che avrebbe
sacrificato Treviso, quando ha visto che Roma non era battibile visti
gli appoggi nel Pdl, a favore di Viadana. Merce di scambio la
fidejussione milionaria alla Fir da parte del Governo per la
candidatura dell’Italia alla Coppa del Mondo. Illazioni? Chissà. Certo
che il rugby è ormai diventato un business: la Fir ha 28 milioni di
euro di bilancio, il Sei Nazioni e il Mondiale sono un affare
colossale, la Celtic si spera lo diventi. Dove c’è il business c’è il
potere, e la politica.
      Cosa dice il grande accusato di tutto ciò? All’uscita dal
consiglio federale Dondi è stato visto in compagnia di Checchinato
fortemente contrariato. Sembra che l’assemblea non sia andata come
sperava. Pare volesse il vostro palese, ma poi un consigliere ha
chiesto quello segreto. Lui ha addirittura affermato di aver votato
per Treviso. Le sue parole ufficiali, affidate a un comunicato,
dicono: «Sono molto dispiaciuto che il Benetton Treviso, che aveva
presentato un’ottima candidatura, rischi di rimanere esclusa alla
Celtic. Ad ogni modo, le due entità prescelte dovranno dimostrare
entro il 30 settembre di possedere le garanzie finanziarie richieste
per la partecipazione».
      Qui stanno le residue speranze del Benetton di rientrare in
gioco. Il consiglio dopo il voto ha istituito due commissioni ad hoc
che dovranno valutare requisiti tecnici e finanziari. Se Roma e
Viadana non sono a norma Treviso può subentrare. Pia illusione? Sì, ma
non resta altro a cui aggrapparsi perchè il Veneto non venga
cancellato dall’élite di uno dei suoi sport più amati. «Siamo l’unica
contea rugbistica in Italia, se il rugby va contro la propria storia e
le proprie radici non può che averne un danno» commenta il voto Fir
Marzio Innocenti, ex capitano azzurro e allenatore del Casinò di
Venezia. «È una pugnalata. Trovo che la Fir abbia avuto un gran
coraggio a cancellare 60 anni di storia» gli face eco Enrico Toffano,
presidente del Petrarca Padova. Vuoi vedere che dalla sconfitta più
atroce, forse, il Veneto può rinascere finalmente unito per la prima
volta?
      Ivan Malfatto
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     Gobbo furibondo: «Adesso facciamo la secessione»
Zatta deluso: «Ci spieghino in cosa siamo inferiori»

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    NOSTRO SERVIZIO
      «Credo che i meriti sportivi poco abbiano influito nella
decisione, la Federazione dovrà rispondere delle sue scelte. Mi auguro
che ad influire non siano state questioni personali, altrimenti
l’aspetto sarebbe ancor più grave. A questo punto verrebbe da pensare
ad una secessione rugbistica». Il sindaco di Treviso, Gian Paolo
Gobbo, non usa mezze parole per esternare tutto il suo disappunto
nell’esclusione di Treviso e di conseguenza del Veneto, Patria del
rugby, dalla Celtic League. «Penso ci siano poche cose da dire. La
delusione e l’amarezza sono profonde».
      Amerino Zatta, presidente del Benetton, dal suo canto è ancor
più abbattuto. È vero che negli ultimi giorni aleggiavano delle voci
sempre più insistenti su una possibile bocciatura di Treviso, ma la
logica delle cose faceva anche pensare ad altro. Invece saranno gli
Aironi del Po, con Viadana capofila e i Pretoriani di Roma, squadra
formata da Futura Park, Capitolina e Lazio, a partecipare dalla
stagione 2010/2011 alla rassegna celtica che già annovera formazioni
gallesi, irlandesi e scozzesi, nonché alla Heineken Cup, la rassegna
europea più prestigiosa a livello di club. Ora l’ultima parola
spetterà al Board della Celtic League al quale verranno sottoposte le
due entità scelte. La decisione italiana è comunque stata presa.
      Treviso dunque estromesso, ma ad uscire sconfitto non è solo il
rugby trevigiano, ma anche il rugby veneto. «Sono deluso perché ho la
convinzione che il Benetton non è secondo ad alcuno - dice Zatta -
Amareggiato perché questa è l’ennesima conferma di una situazione
tutt’altro che serena. Ora dovremo cercare di capire il perché di
questa esclusione, vorremmo sapere le motivazioni che hanno favorito
le altre due entità. Chi viene estromesso da una corsa significa che è
meno capace degli altri, allora che ci spieghino in cosa saremmo meno
capaci. Queste due squadre che sono state scelte in cosa ci sono
superiori? Ritengo che a livello tecnico, logistico, organizzativo e
oltretutto economico, non siamo dietro ad altri. Ma allora perché?».
      - Presidente, in virtù di questa decisione cosa cambierà per il Benetton?
      «Certamente dovranno essere riviste le nostre strategie. È
naturale che tutti i nostri pensieri fossero rivolti verso una
possibile partecipazione ad una competizione europea come la Celtic
League. Bisognerà rivalutare alcuni aspetti, purtroppo l’esclusione ci
dovrà far ragionare in maniera differente».
      Lo considera un fulmine a cielo sereno?
      «Beh, diciamo che nutrivo fiducia, non posso nasconderlo: tutto
quello che ci è stato richiesto dalla Federazione lo abbiamo
presentato nei modi e nei termini opportuni; da parte nostra sono
state date delle garanzie ben precise e poi, come ho detto prima, non
ci sentivamo, come non ci sentiamo tuttora, secondi ad alcun’altra
entità. Con questi presupposti – conclude il presidente trevigiano –
era normale avere fiducia ed anche per questo la delusione per non
essere stati scelti cresce in maniera esponenziale».
      Ennio Grosso
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   Rugby bocciato:
«Una vergogna»
 Il Benetton Treviso, campione d’Italia in carica, è stato escluso
dalla Celtic League, la competizione internazionale alla quale sono
state ammesse due squadre italiane dalla stagione 2010-2011. La
Federazione ha deciso di ammettere i Praetorians di Roma e gli Aironi
del Po (selezione Viadana - Parma). Delusione e amarezza nel club
biancoverde: «Non siamo secondi a nessuno» ha detto il presidente
Amerino Zatta. Più pesanti i commenti dei tifosi, che prlano
apertamente di «vergogna per il rugby italiano» e di una «decisione
politica».
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Febbre suina, quattro casi sospetti. Ricoverati a Conegliano tre
ragazzi e un trentenne reduci da viaggi-studio in Inghilterra e Stati
Uniti: uno è Dondi (non si sa se il contagio sia autoprovocato)! Non
dal Gazzettino: la battuta è mia.
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Umiliato
lo sport veneto

 La Federazione italiana ha cancellato il Veneto dal rugby che conta.
Sessant’anni di storia, scudetti, passioni dei tifosi, città in
mischia o in meta, giocatori dati alla nazionale non sono bastati per
ottenere una delle due franchigie di Celtic League. Le squadre che dal
2010-11 costituiranno le uniche realtà professionistiche d’élite del
movimento italiano.
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Gobbo furibondo: «Adesso facciamo la secessione»
Zatta deluso: «Ci spieghino in cosa siamo inferiori»

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  Credo che i meriti sportivi poco abbiano influito nella decisione,
la Federazione dovrà rispondere delle sue scelte. Mi auguro che ad
influire non siano state questioni personali, altrimenti l’aspetto
sarebbe ancor più grave. A questo punto verrebbe da pensare ad una
secessione rugbistica». Il sindaco di Treviso, Gian Paolo Gobbo, non
usa mezze parole per esternare tutto il suo disappunto nell’esclusione
di Treviso e di conseguenza del Veneto, Patria del rugby, dalla Celtic
League. «Penso ci siano poche cose da dire. La delusione e l’amarezza
sono profonde».
      Amerino Zatta, presidente del Benetton, dal suo canto è ancor
più abbattuto. È vero che negli ultimi giorni aleggiavano delle voci
sempre più insistenti su una possibile bocciatura di Treviso, ma la
logica delle cose faceva anche pensare ad altro. Invece saranno gli
Aironi del Po, con Viadana capofila e i Pretoriani di Roma, squadra
formata da Futura Park, Capitolina e Lazio, a partecipare dalla
stagione 2010/2011 alla rassegna celtica che già annovera formazioni
gallesi, irlandesi e scozzesi, nonché alla Heineken Cup, la rassegna
europea più prestigiosa a livello di club. Ora l’ultima parola
spetterà al Board della Celtic League al quale verranno sottoposte le
due entità scelte. La decisione italiana è comunque stata presa.
      Treviso dunque estromesso, ma ad uscire sconfitto non è solo il
rugby trevigiano, ma anche il rugby veneto. «Sono deluso perché ho la
convinzione che il Benetton non è secondo ad alcuno - dice Zatta -
Amareggiato perché questa è l’ennesima conferma di una situazione
tutt’altro che serena. Ora dovremo cercare di capire il perché di
questa esclusione, vorremmo sapere le motivazioni che hanno favorito
le altre due entità. Chi viene estromesso da una corsa significa che è
meno capace degli altri, allora che ci spieghino in cosa saremmo meno
capaci. Queste due squadre che sono state scelte in cosa ci sono
superiori? Ritengo che a livello tecnico, logistico, organizzativo e
oltretutto economico, non siamo dietro ad altri. Ma allora perché?».
      - Presidente, in virtù di questa decisione cosa cambierà per il Benetton?
      «Certamente dovranno essere riviste le nostre strategie. È
naturale che tutti i nostri pensieri fossero rivolti verso una
possibile partecipazione ad una competizione europea come la Celtic
League. Bisognerà rivalutare alcuni aspetti, purtroppo l’esclusione ci
dovrà far ragionare in maniera differente».
      Lo considera un fulmine a cielo sereno?
      «Beh, diciamo che nutrivo fiducia, non posso nasconderlo: tutto
quello che ci è stato richiesto dalla Federazione lo abbiamo
presentato nei modi e nei termini opportuni; da parte nostra sono
state date delle garanzie ben precise e poi, come ho detto prima, non
ci sentivamo, come non ci sentiamo tuttora, secondi ad alcun’altra
entità. Con questi presupposti – conclude il presidente trevigiano –
era normale avere fiducia ed anche per questo la delusione per non
essere stati scelti cresce in maniera esponenziale».
      Ennio Grosso
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