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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì - 2

allrugby allrugby a gmail.com
Lun 20 Lug 2009 15:11:31 CEST


Dal Gazzettino.
Ciao.
Franco (TV)

Rugby. Celtic League senza il Veneto,
è caccia ai consiglieri "traditori"

Qualcuno dei sette consiglieri veneti della Fir ci stava già pensando.
E farà circolare fra i colleghi la proposta del clamoroso gesto:
dimettiamoci per protesta. L’eurodeputato bassanese della Lega Nord
Mara Bizzotto li anticipa e chiede a nome degli appassionati del
Nordest: «I vertici federali vanno azzerati, va fatta pulizia di chi
ha scritto questa ignominia. Sarebbe doveroso che i consiglieri veneti
della Fir dessero per primi il buon esempio rassegnando le dimissioni.
In Italia non si è mai vista un’ingiustizia sportiva più
macroscopica».

Le reazioni continuano ad essere di fuoco il giorno dopo la storica
decisione del consiglio federale di cancellare l’area più importante
d’Italia dal rugby che conta, scegliendo le candidature di Aironi
Viadana-Parma (12 voti), Pretoriani Roma (10) e bocciando quella del
Benetton Treviso (9, come i Duchi di Calvisano). Scende in campo anche
il ministro dell’Agricoltura Luca Zaia: «Una scelta scellerata. Il
Veneto è regione leader e Benetton un modello di riferimento, una
squadra da anni ai massimi livelli. Questa scelta lascia fuori un
pezzo di patrimonio dello sport italiano. Vorrà dire che ancora una
volta faremo da soli: mi chiedo se il Veneto sarà capace di proporre
al mondo rugbistico internazionale un torneo degno della sua
tradizione». Il Partito Nasional Veneto chiede che «il Veneto si
stacchi dall’Italia almeno in senso rugbistico, per creare una propria
federazione». Su Facebook è nato il gruppo "Rugby, il Veneto reagisca
al sopruso italiano" (60 iscritti). Il presidente del Casinò di
Venezia Tommaso Pipitone afferma: «È una sconfitta di tutto il rugby,
non solo del Veneto. Presidente della Fir e consiglieri veneti
dovranno rendere conto del loro operato, ipotizzando anche
provvedimenti drastici, come le dimissioni».

I sette consiglieri veneti sono quindi nell’occhio del ciclone. Lascia
allibiti il loro comportamento. Nel corso del consiglio federale solo
Luigi Torretti (Venezia) e Andrea Rinaldo (Padova) hanno mostrato
pubblicamente un impegno verso la candidatura veneta. Torretti
chiedendo la votazione palese per giocare a carte scoperte. È stato
bloccato dal Alfredo Gavazzi che ha chiesto quella segreta (ma la
auspicavano anche altri). Così nel segreto dell’urna il secondo voto
dei Duchi è confluito su Roma. E Gavazzi in cambio avrebbe avuto
l’incarico nel comitato del Sei Nazioni, a riprova del complotto
federale anti-Veneto.

Rinaldo, invece, è stato l’unico a fare una dichiarazione di voto per
Treviso e Viadana (usciti insieme in sole 3 delle 20 accoppiate di
voti, prova che i sostenitori degli Aironi e la Lega Nord lombarda
hanno scaricato il Veneto). Ha chiesto inoltre che venga messa a
verbale un’affermazione in cui si dice, sostanzialmente, che è un
suicidio tecnico ed economico lasciare Benetton e il Veneto la sua
regione fuori dalla Celtic. Tutti gli altri non hanno aperto bocca.
«Ma sono sicuro che tutti e sette abbiamo votato per il Benetton -
dice Francesco Mazzariol - Sono stati gli altri ad affossare il
Veneto, perchè mettevano in dubbio il rapporto di collaborazione di
Treviso con la Fir. Una conseguenza della purtroppo della politica del
Benetton in questi ultimi anni. Nessun dirigente è mai venuto a
presentarci il progetto perchè facessimo lobby e coinvolgessimo altri
consiglieri. Hanno preferito fare tutto da soli e questo è il
risultato, di cui sono profondamente amareggiato».

Ricostruendo la geografia del voto, però, sembra che le 9 preferenze
al Benetton siano giunte da Rinaldo, Torretti, Mazzariol, Moreno
Trevisiol, Carlo Checchinato (veneti), Nino Saccà, Enzo Paolini e
Daniele Reverberi (non veneti). All’appello mancherebbero Zeno
Zanandrea (trevigiano, che ha messo in dubbio nell’assise addirittura
le garanzie economiche di Benetton) ed Enore Bagatin (Pordenone), i
due fidati del tessitore Tullio Rosolen, da sempre in guerra con il
Benetton e uomo del presidente Fir. Se poi è vero che lo stesso
Giancarlo Dondi ha votato per Treviso, come ha dichiarato, un altro
veneto non ha scelto Benetton (Checchinato, per gli stessi motivi?).
Davvero una brutta pagina per il rugby italiano e la sua regione
leader.
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   I retroscena: la caccia ai soldi dell'Erc
e le candidature da non ammettere

Il Benetton Treviso batterà tutte le strade legali per rivendicare il
diritto all’ammissione in Celtic League. Il club trevigiano non
intende mollare, nonostante la cocente bocciatura.

La contestazione dovrebbe basarsi sul principio che al voto del
consiglio federale di Bologna andavano escluse le candidature non in
ordine con i requisiti economici, secondo il capitolato d’ammissione
inviato alle franchigie dalla Fir. Pretoriani e Duchi sembra non lo
fossero. Quindi dovevano essere escluse. Non avevano il diritto di
partecipare alla votazione. Invece sono state ammesse, una di loro ha
vinto e sono create due commissioni ad hoc (tecnica e finanziaria) che
valuteranno entro il 30 settembre la congruità degli impegni
annunciati. Facile ora per le franchigie vincenti andare a battere
cassa dagli sponsor, istituzionali o economici, con l’ok alla Celtic
in tasca e arrivare alla data di scadenza con le coperture garantite.
Secondo le regole, dettate e poi non rispettate dalla Fir, quelle
coperture andavano garantite prima.

In pratica il consiglio federale ha trattato la candidatura del Veneto
come la società che gestisce la Rwc ha trattato quella della Fir a
ospitare Coppa del Mondo. Ha deciso di prendere per buone garanzie che
non ci sono ancora "consigliando" di assegnare l’organizzazione dei
Mondiali a Inghilterra (2015) e Giappone (2019) invece che all’Italia,
che quelle garanzie le aveva messe regolarmente sul piatto.

Sempre dal consiglio bollente di Bologna emergono altri due
retroscena. Una mozione d’ordine chiesta per revocare la delibera sul
voto della Celtic League, viste le lamentele espresse da molti
consiglieri nella pausa dei lavori per l’esclusione del Benetton, che
poi nessuno in realtà ha votato. Perchè sollecitarla allora?
L’intenzione del presidente federale Giancarlo Dondi di trattenere
come Fir i soldi dati all’Italia dall’Erc per la partecipazione alle
coppe europee (circa 4 milioni di euro, ora destinati ai club) e
finanziare direttamente le future franchigie di Celtic, facendole
diventare totalmente federali. Fantarugby? Dopo quel che si è visto
escludendo il Veneto dall’élite ormai tutto può succedere.

Capita anche infatti che Treviso ingaggi (prima del consiglio federale
che la boccia) i quattro big azzurri del Calvisano: Alessandro Zanni,
Leonardo Ghiraldini, Lorenzo Cittadini e Gonzalo Garcia. L’anno
prossimo giocheranno con la maglia del Benetton nel Super 10, per dare
la caccia all’ultimo scudetto degno di questo nome. Fra due anni dove
andranno, con il Veneto fuori dalla Celtic, a Roma o a Viadana?
I.M.
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Il vicesindaco deluso dall’esclusione del Benetton dalla Celtic
League: «Dopo il calcio ora ci hanno tolto anche la pallaovale»

Gentilini: «Con il rugby mi hanno dato un altro schiaffo»

Zaia: «Scelta scellerata, ora il Veneto deve essere capace di proporre
un torneo degno della sua tradizione»

«Ultimamente ho subito due schiaffi: uno con il calcio Treviso e ora
col rugby». Il vice sindaco Giancarlo Gentilini non è un grosso
cultore della palla ovale, ma a vedere bistrattato il nome di Treviso
non ci sta proprio. In nessun settore. E l’esclusione della Benetton -
oltre che di tutto il Veneto - dalla Celtic League, lo fa andare su
tutte le furie. Soprattutto se i prescelti sono una società romana e
una lombarda. «Alla base di questa scelta ci sono interessi economici
- continua lo Sceriffo - forse qualcuno è invidioso di Treviso e
ritiene Roma più importante. Evidentemente altre città hanno messo sul
piatto qualcosa di più. Provo una grande amarezza: eliminare il rugby
significa penalizzare la città anche dal punto di vista turistico
visto che molti stranieri non verranno più a visitarci».
      Insorge anche il ministro alle politiche agricole Luca Zaia, che
usa toni durissimi: «Una scelta scellerata quella di escludere il
rugby veneto dalla Celtic League. La nostra regione è leader a livello
nazionale in questo sport e la Benetton è un modello di riferimento,
una squadra che da anni si mantiene ai massimi livelli. L’esclusione è
una decisione di cui non si comprendono le ragioni - oppure se ne
ravvedono i significati fin troppo chiaramente - e chi ne è
responsabile dovrà renderne conto a tutto lo sport italiano».
      Poi l’affondo: «Se qualcuno pensa che si tratti della difesa
localistica di un particolare, senza paura di essere smentiti da oggi
possiamo dire che nel rugby il localismo romano prevale contro la
nazione e che, come sempre, la difesa corporativa del particolare
offende gli interessi nazionali. Vorrà dire che, ancora una volta,
faremo da soli: mi chiedo se il Veneto sarà capace di proporre al
mondo rugbistico internazionale un torneo degno della sua tradizione».
Il ministro, insomma, lancia il sasso. Vista l’onta subita, secondo
lui il rugby veneto potrebbe pensare a un torneo autonomo e di alto
livello. Idea che ricalca la «secessione rugbstica» proposta dal
sindaco di Treviso Gian Paolo Gobbo, in gioventù un tallonatore tenace
e da sempre grande appassionato di questo sport.
      Insomma è soprattutto la Lega a insorgere per la decisione presa
dalla Fir. L’esclusione di una selezione veneta dal campionato tra le
migliori squadre irlandesi, scozzesi e gallesi rappresenta una ferita
non facile da guarire. E c’è chi ironizza, come Nicola Atalmi dei
Comunisti Italiani che sottolinea come una rappresentanza trevigiana,
e quindi della provincia più leghista d’Italia, venga tenuta alla
larga proprio dall’unica manifestazione "celtica" riconosciuta.
      Ironia a parte, il Carroccio è proprio infuriato. E infatti Zaia
continua: «Una Celtic League senza il Veneto è come organizzare una
gara di canottaggio nel Sahara. I Leoni trevigiani della Benetton
hanno vinto cinque degli ultimi sette scudetti. Questa squadra è punto
di riferimento per risultati, gestione della società, attenzione al
vivaio e ha alle spalle una grande tradizione come quella del rugby.
Tutti aspetti che sembra non siano stati presi in considerazione. Il
rugby è uno sport fortemente radicato nel territorio, la nostra
regione avrebbe quindi offerto un palcoscenico esaltante a questa
manifestazione e una grande cornice di pubblico costituita dai tanti
appassionati che seguono questo sport in Veneto».
      Paolo Calia
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Trovati un 10 (Gower)
e forse un 9 (Tebaldi)
serve un piede sicuro:
Marcato batte Mc Lean
a suon di drop

Il tour più duro di sempre degli azzurri, in giugno contro Australia e
Nuova Zelanda in un momento difficile e col palpabile timore di
sconfitte pesanti, si è invece risolto in tre dignitose sconfitte
all’insegna del battuti ma non umiliati.
      I NUMERI - Questi i numeri: punti subiti 92, bene se pensiamo
che solo gli All Blacks ce ne avevano rifilati 74 nell’ultimo
mondiale, punti realizzati 26 (pochi in verità), solo una meta e 7
punizioni di McLean che nei 3 test ha un 7 su 12 cioè il 58% di
riuscita; lo scarto totale è 66. Mete al passivo 13 e una sola
all’attivo, questo è il dato più preoccupante. Giocatori utilizzati 30
di cui solo 3 sempre titolari: capitan Parisse, Gower e Mc Lean. I
meno utilizzati: Burton 12’, Toniolatti 26’ entrati due volte,
Derbyshire 14’ entrato una volta sola. Cinque i debuttanti, Gower,
Geldenhuys, Tebaldi, Favaro e Derbyshire (italiano di nascita e di
formazione, padre inglese e madre toscana) di cui 3 italiani e 2
stranieri.
      TUTTI NERI - Quando si parla di Italia-All Blacks due sono le
partite: Rovigo 1979 col Battaglini gremito di spettatori perfino sul
prato a bordo campo, terminò 12-18 che significa tre record assoluti
di tutta la serie di 11 test: miglior scarto (6), minor punteggio
incassato, minor numero di mete subite (2). Leicester mondiale 1991 –
con l’indimenticabile meta del bresciano Bonomi - finì 21-31 che è il
punteggio più alto mai segnato ai neri, il 2° miglior scarto (10), il
2° minor punteggio subito, il 2° minor numero di mete subite (4). I 27
punti presi a Christchurch sono il 2° minor punteggio subito, le 3
mete al passivo sono la 2° miglior performance entrambi migliori di
Leicester 1991, infine lo scarto (21) è il 3° di sempre. Comprensibili
e non fuori luogo gli abbracci tra Mallet e lo staff a fine gara.
      A CACCIA DI UN PIEDE - Trovato il regista: Gower. Trovato il
numero nove: Tebaldi. Ora Mallet, vista la difficoltà nel segnare
mete, cercherà di avere in campo almeno un “piede” che garantisca
punti, chi tra Mc Lean e Marcato? Un raffronto tra i due: Mc Lean 39
punti in 6 test (in realtà ne ha giocati 11 ma 5 volte non era il
calciatore designato) ha una media netta di 6,5 a partita; Marcato 75
punti in 11 gare ( 16 cap ma 5 volte non era il piazzatore ) ha una
media netta di 6,8 appena migliore, però il padovano ha dalla sua
anche 3 drop, di cui uno ha fatto vincere all’ultimo minuto l’unica
partita del SEI nazioni 2008; drop che al momento non appartiene al
repertorio tecnico di Mc Lean. Tra i due potrebbe spuntarla quello che
riuscirà ad aumentare l’efficacia nei piazzati.
      TORNATO IN META - Robertson , 11° nella classifica dei marcatori
di mete e 7° nel ranking delle ali con più presenze, ha segnato
l’unica meta del tour, la sua 13°, l’ultima l’aveva segnata il 18
agosto 2007 al Giappone a St. Vincent, era a secco da 15 partite, un
digiuno lungo 1 anno e 300 giorni, una eternità per lui che, nella sua
carriera di 39 cap, era rimasto all’asciutto mai per più di 3 partite
consecutive.
      I RE DEI CAPS - Bortolami, 77 cap, è il quarto azzurro per le
presenze, davanti ha Lo Cicero a 78, Checchinato a 83 e Troncon a 101.
BergaMauro è quinto a 76, Parisse è nono a 65. Perugini, 62 cap, è il
13° a superare la cifra mitica dei 60 cap record detenuto da Ghizzoni
per 11 anni e 184 giorni, il primo a batterlo fu Massimo Cuttitta.
Totò è al terzo posto dei piloni con più cap, davanti ha il citato
“mouse” Cuttitta a 69 e Lo Cicero a 78. Gonzalo Canale, 49 cap di cui
38 da centro, ha superato Rino Francescato nelle presenze come centro
ed è il 3° in questa classifica, davanti ha Nello Francescato a 39 e
Stoica a 53.
      TUTTE SCONFITTE - Cala il sipario sulla stagione sportiva
2008-09 con questo bilancio: 11 test disputati e tutti persi, 126
punti fatti e 339 subiti, 7 mete realizzate - la miseria di 0,63 a
partita – e 40 subite. Undici esordienti di cui sei italiani il tutto
colorato da 3 cartellini gialli. Avanti, domani è un altro giorno.
      Walter Pigatto
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Mogliano
Il collegio Astori
caccia l’Accademia

(im) L’Accademia federale under 18 di Mogliano perde i pezzi prima
ancora il partire (il 12-13 settembre con l’avvio dell’anno
scolastico). I 28 giocatori su 31 interpellati che hanno dato la loro
adesione dovevano essere ospitati al collegio salesiano Astori di via
Marconi 22, storica istituzione della cittadina trevigiana. Invece
andranno a dormire in albergo. Il collegio non li ospiterà,
ufficialmente perchè sono in corso lavori di ristruttrazione, in
realtà pare che anche una volta terminati l’Astori non sarà la sede
della vita comune dei ragazzi. Viene meno quindi uno degli strumenti
educativo-formativi che la Fir aveva assicurato alle famiglie. Le
altre due Accademie under 18 federali hanno sede a Parma e Roma.
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Graham Henry ed un passaggio in avanti non sanzionato dall’arbitro
Wayne Barnes contro la Francia al Mondiale del 2007. Graham Henry e le
lacrime di capitan Ritchie McCaw dopo il ko contro i transalpini a
Cardiff. Graham Henry ed il tormentone degli All Blacks che non
vincono la Webb Ellis Cup dal 1987. Graham Henry e lo spietato libro
scritto dal suo quarantennale amico Murray Deaker dopo la figuraccia
alla World Cup. Graham Henry e sua moglie Raewyn, che a detta di chi
la conosce bene è il personaggio che lo condiziona maggiormente non
solo nella vita bensì anche nelle scelte dei giocatori e nello stile
di gioco della nazionale neozelandese.
      Graham Henry e la sua rielezione a coach degli All Blacks
nonostante le critiche di tutta la stampa kiwi e le accuse a tutto
campo di Laurie Mains. Graham Henry e l’incondizionata fiducia riposta
in lui dalla Auckland Rfu per la sua rielezione a tecnico degli All
Blacks. Graham Henry e lo smacco a Robbie Deans, guru dei Crusaders,
che ha dovuto riparare sulla sponda Wallabies venendo bocciato dalla
Nzrfu.
      In tutto questo su e giù di avvenimenti il tecnico della
nazionale più famosa, e più vituperata, del nostro pianeta si è dovuto
muovere negli ultimi due anni vincendo a fatica il Tri-Nations nel
2008 ma riconquistando in pompa magna un Grande Slam europeo pochi
mesi dopo. E proprio in settimana la federazione neozelandese gli ha
rinnovato il contratto fino al Mondiale del 2011. Cosicché il nostro
uomo, assieme ai fidati Steve Hansen e Wayne Smith, potrà finalmente
sperare di riconquistare quell’alloro che troppe volte oramai ha eluso
gli sforzi e le pianificazioni degli All Blacks capaci di distruggere
qualsiasi avversario ma impotenti nell’aggiudicarsi il Mondiale da
ventidue anni a questa parte.
      Ottenuta la, ovvia, fiducia federale per il prossimo decisivo
biennio Henry ha subito confermato le sue sconfinate ambizioni con il
successo di sabato ad Auckland nell’esordio del Tri Nations 2009
contro i Wallabies per 22-16 (m. McCaw e 17 punti al piede di Donald
contro m. Barnes e 11 punti al piede di Giteau). Henry è conscio che
tra due anni il maggiore nemico della sua nazionale sarà proprio se
stessa e la sua innata e pericolosissima attitudine secolare al
compiacimento. Oggi come non mai questo ex-maestro elementare di
Auckland sta capendo che le ferite si stanno rimarginando ma che non
basterà esibire il record di coach più vincente di sempre della storia
della provincia di Auckland o quello di “Redeemer” della nazionale
gallese di dieci anni fa. Conterà solo vincere quel maledetto trofeo o
scomparire per sempre dal rugby neozelandese. Gli incubi per lui sono
già iniziati.
      Giampaolo Tassinari

      CALENDARIO TRI-NATIONS

      18.7 Nuova Zelanda-Australia 22-16 (Auckland)

      25.7 Sud Africa- Nuova Zelanda (Bloemfontein)

      1.8 Sud Africa-Nuova Zelanda (Durban)

      8.8 Sud Africa-Australia (Newlands)

      22.8 Australia-Nuova Zelanda (Sydney)

      29.8 Australia-Sud Africa (Perth)

      5.9 Australia-Sud Africa (Brisbane)

      12.9 Nuova Zelanda-Sud Africa (Hamilton)

      19.9 Nuova Zelanda-Australia (Wellington)
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Scozia: Cuttitta
tecnico degli avanti

(g.t.) Dopo Gregor Townsend, nominato recentemente responsabile
dell’attacco della nazionale scozzese, tocca ora a Massimo Cuttitta
entrare nello staff di Andy Robinson. Dopo tre stagioni trascorse come
coach degli avanti dell’Edinburgh Rugby nella Celtic League lo stimato
e popolarissimo “Mouse”, che ricordiamo vanta 69 caps in maglia
azzurra, è stato promosso con lo stesso ruolo nella nazionale scozzese
che guarda decisamente avanti nel dopo-Hadden.
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LE ALTRE DECISIONI DEL CONSIGLIO FEDERALE

Il consiglio federale a Bologna ha stabilito la lista dei 73 atleti di
interesse nazionale, suddivisi in tre fasce di merito, per i quali la
Fir corrisponderà un contributo economico ai club italianbi che li
metteranno a disposizione della nazionale e faranno loro disputare in
campionato e coppae europee un minutaggio minimo. Tredici hanno
frequentato l’Accademia federale di Tirrenia. Ecco i nomi.
      PRIMA FASCIA (20) - 50.000 euro a testa

      Matias Aguero (Saracens), Mauro e Mirco Bergamasco (Stade
Francais), Marco Bortolami (Gloucester), Gonzalo Canale (Clermont),
Martin Castrogiovanni (Leicester), Carlo Antonio Del Fava (Viadana),
Santiago Dellapè, Carlo Festuccia (Racing), Leonardo Ghiraldini
(Treviso), Craig GOWER (Bayonne) Andrea Lo Cicero(Racing), Andrea
Marcato (Treviso), Andrea Masi (Racing), Luke McLean (Treviso), Carlos
Nieto (Gloucester), Fabio Ongaro (Saracens), Sergio Parisse (Stade
Francais), Salvatore Perugini (Bayonne), Alessandro Zanni (Treviso)
      SECONDA FASCIA (36) - 30.000 euro a testa

      Robert Barbieri (Treviso), Valerio Bernabò (Calvisano),
Kristopher Burton (Prato), Pablo Canavosio (Viadana), Andrea Ceccato
(Treviso), Lorenzo Cittadini (Treviso), Alberto De Marchi (Parma),
Paul Derbyshire (Petrarca), Simone Favaro (Rovigo), Luigi Ferraro
(Viadana), Gonzalo Garcia (Treviso), Quintin Geldenhuys (Viadana),
Francesco Minto (Parma), Jean Francois Montauriol (Venezia), Luciano
Orquera (Brive), Enrico Patrizio (Petrarca), Gilberto e Riccardo Pavan
(Parma), Antonio Pavanello (Treviso), Simon Picone (Treviso), Matteo
Pratichetti (Roma), Roberto Quartaroli (Parma), Tommaso Reato
(Rovigo), Kaine Robertson (Viadana), Ignacio Rouyet (Viadana), Giulio
Rubini (Parma), Franco Sbaraglini (Treviso), Fabio Semenzato
(Treviso), Michele Sepe(Capitolina), Alberto Sgarbi (Treviso), Josh
Sole (Viadana), Fabio Staibano (Castres), Tito Tebaldi (Gran Parma),
Giulio Toniolatti (Capitolina), Pietro Travagli (Parma), Manoa Vosawai
(Parma).
      TERZA FASCIA (17) - 20.000 euro a testa

      Andrea Bacchetti (Rovigo), Tommaso Benvenuti (Treviso), Riccardo
Bocchino (Rovigo), Tommaso D'Apice (Calvisano), Andrea De Marchi
(Rovigo), Joshua Furno (Partenope), Edoardo Gori (Prato), Tommaso
Iannone (Tarvisium), Andrea Manici (Gran Parma), Denis Majstrovic
(Noceto), Luca Petillo (Lazio), Andrea Pratichetti (Rovigo),
Massimiliano Ravalle (Parma), Costantino Ricciardi (Petrarca),
Sebastian Rodwell (Firenze), Lorenzo Romano (Parma), Giovanbattista
Venditti (Capitolina).

  Ecco le altre importanti decisioni prese dal consiglio federale di Bologna.
      UDINE BOCCIATA - Niente test-match autunnali al Nordest dopo un
solo anno dal loro ritorno. La candidatura di Udine per
Italia-Sudafrica del 21 novembre è stata bocciata, la partita si
giocherà allo stadio Franchi di Firenze. Italia-Samoa del 28 novembre
al Del Duca di Ascoli. Per Italia-All Blacks a San Siro (14 noembre)
già venduti 45 mila biglietti.
      SEI NAZIONI & ERC - Alfredo Gavazzi affiancherà Nino Saccà come
rappresentante dell’Italia nel comitato del Sei Nazioni. Con 7 voti ha
battutto Andrea Rinaldo (6) e Roberto Besio (3). Due le schede
bianche. Fabrizio Gaetaniello affiancherà invece Orazio Arancio nel
consiglio Erc che gestisce le coppe europee. Sostituirà Sandro
Manzoni, rappresentante dei club per conto della Lire, che ora non
avranno più un loro esponente.
      SUPER 10 - Al posto di Capitolina (ripartirà dalla serie B) e
Calvisano (dalla A2) sono state ripescate dalla A1 L’Aquila e Gran
Parma. Il prossimo Super 10, l’ottantesimo e ultimo massimo campionato
della storia italiana, sarà così composto: Treviso, Viadana, Rovigo,
Parma, Petrarca, Venezia, Roma (giocherà la Challenge Cup al posto di
Calvisano), Ptrato, L’Aquila, Gran Parma.
      SERIE A - Per completare la serie A1 sono state ripescate Giunti
Firenze e Zermack Badia. L’Asti è stato ripescato dalla serie B alla
A2.
      ITALIA U 20 - Il trevigiano Andrea Cavinato è il nuovo
allenatore dell’Italia under 20.


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