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[RUGBYLIST] Notizie del mercoledì

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Gio 23 Lug 2009 00:00:13 CEST


Rugby. Il presidente federale: nulla di deciso, ho incaricato due
studi legali di valutare la regolarità dell’assegnazione a Viadana e
Roma

Dondi: «Se ci sono state violazioni, si torna al voto»

Caso Celtic, la Lega si spacca: Stiffoni contro Bizzotto. Lettere di
solidarietà dei club triveneti alla Benetton

La sensazione è quella di chi vuole chiudere la stalla dopo che sono
scappati i buoi. Con il timore che la porta, prima, abbia contribuito
lui stesso ad aprirla. Dopo l’annuncio del vice presidente della Fir
Zeno Zanandrea («La candidatura di Roma non sta in piedi, farò le
pulci in commissione finanziaria»), ora tocca al suo superiore
Giancarlo Dondi. «Sono venuto apposta a Roma - spiega il presidente
federale - per incaricare due studi legali esterni fine di verificare
la correttezza e la legittimità della procedura seguita nel processo
di valutazione delle candidature. Se troveranno errori sospenderò la
delibera sull’assegnazione delle franchigie di Celtic League e
riconvocherò il consiglio federale. E intanto mi attiverò con la
Celtic per un’eventuale terza candidatura italiana».
      Fumo negli occhi del Nordest, per far smaltire la rabbia e
placare le proteste? O reale pentimento, con il tentativo di rimediare
al misfatto di aver escluso il Veneto dal rugby che conta? Dondi giura
che è la seconda ipotesi. E che nel consiglio della vergogna, dove si
è decisa l’ammissione di Aironi Viadana e Pretoriani Roma lui si è
battuto per il Veneto. «Ho chiesto di non fare stupidaggini - svela -
Ho detto: dobbiamo scegliere le due candidate migliori. Non ho fatto
nomi. Ma tutti sapevano a chi mi riferivo. Invece è uscito quel
risultato (Aironi 12, Pretoriani 10, Benetton e Duchi 9). Un colpo di
mano. Ma io, Saccà, Barzoni e sei veneti abbiamo votato Treviso». Uno
dei sette consiglieri veneti avrebbe quindi "tradito". Una terza
ipotesi rispetto a quella di Zanandrea e Mazzariol («Abbiamo votato
tutti e 7 compatti») e alla prima ricostruzione del consiglio (2-3
veneti contrari). Qualunque sia la verità, è la conferma che il voto
segreto ha affidato la scelta a una giungla di interessi e e di
conflitti, difficile da decifrare e districare. L’altra considerazione
è sul colpo di mano. Possibile che un presidente capace di vincere da
13 anni in qua tutte le battaglie che contano in consiglio perda
proprio quella su una scelta così importante? Difficile dare una
risposta. Ma se è davvero così, Dondi ha il dovere di rimediare.
      «Per me una presidenza che prende una decisione del genere è
sfiduciata - dice Stefano Biondi del Lido di Venezia, la voce della
base - Il danno per il Veneto è incalcolabile. Per questo nel momento
più basso di sempre del nostro rugby ho chiesto al Civ di convocare
un’assemblea di tutte le società e i consiglieri federali». La lettera
è già partita. Chissà cosa deciderà il presidente del Civ Roberto
Bortolato. Non è un mistero che lui e il suo grande elettore Tullio
Rosolen siano da sempre politicamente rivali di Treviso. Intanto dopo
quelle di ieri si aggiungono altre lettere di solidarietà al Benetton
del presidente Amerino Zatta, da parte dei club triveneti: Oderzo,
Trento, Piave, Jesolo, Rubano, Valsugana, Conegliano, Casale,
Mogliano, Cus Padova, Montebelluna, Vicenza, Cus Verona, Bassano,
Paese, Riviera, Belluno. Una vera ondata di indignazione verso la
scelta della Fir.
      Non si placano nemmeno le polemiche politiche. Stavolta spaccano
la Lega Nord. E avrebbero fra i motivi non dichiarati il fastidio
verso la stessa famiglia Benetton. Il senatore trevigiano Piergiorgio
Stiffoni se la prende con la collega europarlamentare bassanese Mara
Bizzoto che chiede le dimissioni dei consiglieri Fir. «Il mondo del
rugby non ha bisogno di tricoteuse a caccia di teste da mozzare o di
chi non sa distinguere un’anguria da un melone. Le dichiarazioni non
devono mai sconfinare in esagerazioni». «La polemica di Stiffoni è
insensata - replica la Bizzotto - Sulla Celtic sono intervenuta solo
dopo il via libera del segretario Gian Paolo Gobbo. Continuerò a dire
ciò che pensano gli appassionati: Fir e Dondi hanno compiuto una
nefandezza, vanno mandati a casa».
      Ivan Malfatto
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«Non smobilitiamo
e ci faremo valere»

I propositi di Andrea Benetton

    “In campo le vittorie le otteniamo noi, fuori dal campo le ha
ottenute qualcun altro. Ne prendiamo atto. Ora prenderemo tempo per
meditare e valutare come muoverci”. Andrea Benetton, vicepresidente di
Verde sport, è amareggiato, ma non si arrende: la battaglia contro la
bocciatura dei Leoni biancoverdi in Celtic league non è ancora chiusa.
      Avete altre mosse in serbo?
      “Non è possibile ignorare l’unica realtà in Italia in grado di
offrire garanzie tecniche e organizzative di livello internazionale.
Siamo convinti della bontà della nostra offerta e stiamo cercando di
far valere le nostre ragioni. Certo, la decisione è stata presa.
Bisogna capire in che modi ci si può porre di fronte a scelte che a
mio avviso non hanno niente a che fare con lo sport”
      Nel caso l’esito non venga ribaltato, cosa farete?
      “Dobbiamo prendere atto della cosa e tarare la nostra visione a
breve e a lungo periodo. Però siamo qui, siamo presenti: non
smobiliteremo la Città dello sport, non smantelleremo il rugby, perché
siamo stati esclusi. Noi continuiamo il nostro progetto basato sui
giovani. Certo, prendiamo atto con grosso dispiacere e delusione di
una federazione che si è dimostrata più debole di quel che si pensava”
      Che ne sarà dei grossi investimenti previsti in prospettiva Celtic?
      “Il programma verrà seguito. Avremo il tempo di meditare su come
gestire la vicenda e su come reagire, non nascondo un po’ di
“fastidio” nel pensare che la candidatura di una società inesistente
(Roma, ndr) venga supportata da un ente pubblico (il Comune, ndr)”.
      Ora è stata fissata una scadenza al 30 settembre per valutare le
garanzie dei vincitori.
      “E’ il solito gioco all’italiana: se le prime due buste non
vanno bene, aspettiamo le seconde… E’ ridicolo, vogliamo che la
fotografia si faccia al giorno 18 luglio e si valuti quanto presentato
a quella data. Da qui al 30 settembre ognuno può muoversi, non è
serio”.
      Potreste presentare una candidatura indipendente dalla Federazione?
      “Tutto è nato da una richiesta della Federazione della Celtic
league alla Federazione italiana: noi siamo rispettosi delle regole,
non possiamo bypassare la Fir. Dobbiamo entrare in contrapposizione
con loro, però in maniera intelligente e proficua per il movimento
rugbistico. Bisogna far capire a queste persone che escludere l’80 per
cento del movimento, che è in Veneto, dall’unica fonte futura di
competizione è una forzatura un po’ troppo grossa”.
      Un campionato solo veneto?
      “Sarebbe umiliante”.
      Si dice che anche consiglieri veneti abbiano votato contro la Benetton.
      “Sicuramente ci sarà qualcuno all’interno del mondo veneto che
ha fatto il tiratore franco”.
      Qualcuno ha criticato: bisognava coinvolgere di più gli altri
club nostrani.
      “Non è così. Il nostro programma è ampio e coinvolge quasi tutta
la regione, in termini di cooperazione con le altre società e
soprattutto di posizione nel mercato. Nel senso di una Benetton
itinerante nel Veneto: Treviso era solo la sede della franchigia, ma
le partite si sarebbero svolte in tutto il Veneto”.
      mzan


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