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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

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Lun 15 Giu 2009 22:33:50 CEST


Dal Gazzettino. Consiglio anche di leggere l'articolo di Liviero già
postato da Angelo Volpe.
Ciao.
Franco (TV)

IL TOUR DEI LIONS ENTRA NEL VIVO

Non c'è due senza tre. Con questo detto popolare si sta svolgendo la
tournée sudafricana dei British & Irish Lions che dopo 12 anni sono
ritornati nella Republic in cui nel 1997 colsero la vittoria nella
serie per 2-1 contro un gruppo Springbok in guerra con sé stesso.
      Quel successo del 1997 portò la firma del coach scozzese Ian
McGeechan ed ancora negli occhi degli appassionati è stampato il drop
di Jeremy Guscott che nel secondo test di Durban diede il trionfo
nella serie ai suoi colori. E non è un caso che anche per questa
tredicesima escursione in Sud Africa il boss dei britannici sia lo
stesso McGeechan. L'episodio di 12 anni orsono rappresentò una delle
due epiche vittorie britanniche nella storia dei tour in Sud Africa e
si andò ad aggiungere a quella trionfante del 1974 costruita sull'asse
portante nordirlandese Syd Millar-Willie John McBride, con il primo
come coach ed il secondo quale capitano.
      Il giornalista gallese Bryn Thomas intitolò il libro di quel
tour "I Leoni più grandi" mentre il suo collega inglese John Reason
diede il titolo di "I Leoni imbattuti" alle proprie memorie divenute
un best-seller. Sì perché nel 1974 i britannici non persero alcuna
partita, vincendo 21 dei 22 match disputati e pareggiando solo
l'ultimo che coincise con il quarto test di Johannesburg. L'abbondanza
di classe di quella squadra è oramai leggenda, basti dire che nel
ruolo di estremo ci fu l'antagonismo tra Andy Irvine e Jpr Williams.
Non ci si può nemmeno dimenticare di John Williams, Roy Bergiers, Phil
Bennett e Gareth Edwards nella linea arretrata. E nemmeno, guardacaso,
di Ian McGeechan che giocò trequarti-centro in tutti e 4 i test.
      Quello degli avanti fu ovviamente il reparto che decise la serie
ed oltre a McBride spiccarono la qualità di assi indiscussi come Andy
Ripley, Fergus Slattery, Mervyn Davies, Roger Uttley, Gordon Brown,
Fran Cotton e Bobby Windsor. Quel trionfo vendicò quello sfumato nel
1955 che ebbe una risonanza enorme e di cui ancora oggi se ne parla
diffusamente. La serie venne pareggiata a sorpresa, 2-2, dai
britannici che partirono col piede giusto aggiudicandosi 23-22 il
primo test nel vecchio Ellis Park davanti ad oltre novantamila
spettatori. Il test venne deciso dal piazzato mancato dell'estremo
sudafricano Jack van der Schyff a tempo scaduto. Di quell'escursione
fecero parte campioni immortali come l'apertura Cliff Morgan, il
centro Jeff Butterfield, l'ala Tony O'Reilly e l'altro centro Phil
Davies (degli Harlequins) definito da Danie Craven "the terror" per l'
abilità nel rompere qualsiasi placcaggio. Prima del quarto e decisivo
test di Port Elizabeth, in cui i Boks salvarono la serie vincendo
22-8, la rabbia degli appassionati locali fu tale da inviare minacce
di morte per lettera al capitano dei verdeoro Stephen Fry, il famoso
flanker-gentiluomo di Western Province. Anche in quell'occasione la
spina dorsale del gruppo britannico fu costruito su due nordirlandesi:
il manager Jack Siggins e il capitano, e seconda linea, Robin Thompson
di soli 23 anni.
      Dopo l'epopea del 1955 e le vittorie del 1974 e del 1997
riusciranno quindi di nuovo i Leoni a catturare le Gazzelle? Per il
momento 5 vittorie in altrettante uscite, l’ultima sabato 26-23 con
Western Province, in questo 2009 promettono bene. Ecco il calendario
dei tre test con il Sudafrica: sabato giugno 20 a Durban, sabato 27 a
Pretoria e sabato 4 luglio a Johannesburg.
      Giampaolo Tassinari

      RIVINCITA PUMA - Immediata risposta dell'Argentina
all'Inghilterra dopo il Ko di sabato scorso a Manchester. A Salta i
Pumas superano 24-22 (pt 14-3) il XV di Johnson troppo falloso ed
impreciso che ha incassato le mete di Leguizamón e Camacho e 14 punti
del solito Hernández. La meta dell'emergente ala Matt Banahan e 5
piazzati tardivi di Andy Goode non sono bastati a capovolgere il
risultato.
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 Parla Giacomo Lorello, presidente del Petrarca Junior, uno dei vivai
di maggiore tradizione: bisogna far giocare tutti, non solo chi è
"consistente"
«Italia, finora il modello Accademia ha fallito»
Retrocessione nel Mondiale under 20, una vittoria stagionale fra tutte
le giovanili: dietro la nazionale maggiore il nulla

Italia retrocessa nel gruppo B del Mondiale under 20. L’anno prossimo
giocherà il Junior world rugby trophy contro Kenia, Cile, Namibia e
altre nazionali minori, non l’edizione 2010 in Argentina con le big.
Succederà proprio un anno prima che la Coppa del Mondo si disputi in
Veneto, nel 2011. Per fortuna che il Paese ospitante è ammesso
comunque di diritto.
      È questa la notizia choc del week-end azzurro. Molto più del
31-8 con cui l’Italia di Nick Mallett ha perso contro l’Australia. Un
ko previsto. Figlio anche dei risultati disastrosi delle nostre
nazionali minori, incapaci di produrre un O’Connor (il 19enne autore
di una tripletta a Canberra). Ai Mondiali under 20 in corso in
Giappone l’Italia ha infatti perso 43-13 con la Francia, 65-3 con il
Sudafrica e 20-14 con le Figi la partita decisiva per non retrocedere
(il torneo nel 2010 passerà a 12 squadre, quindi le ultime dei 4
gironi scendono nel gruppo B). Contro le Figi nel XV c’erano 12
componenti dell’Accademia under 20 di Tirrenia. Il laboratorio che da
tre anni dovrebbe sfornare il meglio del rugby italiano. Sono questi i
suoi risultati?
      «Non solo, purtroppo - spiega allargando il tiro Giacomo
Lorello, presidente del Petrarca Padova Junior, uno dei migliori vivai
d’Italia - Nel 2009 con le nazionali minori abbiamo vinto solo una
partita, con l’Italia u17 contro l’Inghilterra u16. L’Italia u18 è
riuscita a perdere addirittura contro il Belgio, che non sapevo
nemmeno avesse una nazionale di rugby. E in un articolo il presidente
della Fir Giancarlo Dondi ha affermato che a quella squadra ci hanno
lavorato in tutti i suoi passaggi una cinquantina di tecnici. Non mi
pare che il lavoro abbia dato grandi frutti...».
      Nonostante questo il modello Accademia di Tirrenia dalla
prossima stagione sarà moltiplicato. A Mogliano, Parma e Roma
sorgeranno altre tre accademie simili per gli under 18. Togliendo i
migliori 60-70 giocatori di categoria ai vivai dei club e formandoli
all’alto livello nelle strutture federali. Ma visti i risultati
scandenti a fronte del forte investimento (1,6 milioni di euro a
stagione) Lorello non ha dubbi: «Il modello Accademie, almeno fino ad
adesso, è stato fallimentare. C’è troppa autoreferenzialità dei
tecnici. Selezionano i migliori secondo parametri fisici, di teorico
sviluppo del talento, e fanno giocare solo quelli in nazionale. Sempre
fra di loro. Senza verifiche, tranne quando vanno all’estero e le
prendono. Invece si dovrebbero coinvolgere più atleti possibili nelle
selezioni, farli giocare tutti e formarli attraverso il confronto.
Così non si perdono talenti. Neanche quelli che fisicamente non si
ritengo all’altezza. Noi non siamo mica la Nuova Zelanda in fatto di
reclutamento. E anche là comunque fanno giocare tutti per arrivare a
selezionare i migliori.
      Alla semifinale del campionato under 17 l’apertura del Noceto ha
fatto la differenza in campo, ma un tecnico azzurro mi ha detto che
non sarà convocato, perchè non è sufficientemente "consistente".
Immagino intendesse in senso fisico». Così un possibile mediano
d’apertura del futuro a 17 anni è già bocciato (Diego Dominguez a
quell’età era "consistente"?). E Mallett per occupare il suo ruolo
dovranno continuare a chiamare un Craig Gower di turno.
      Ivan Malfatto
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(im) Nelle finali disputate in campo neutro a Prato il Petrarca Junior
e il Valsugana si sono laureati rispettivamente campione d’Italia
under 17 e under 15. Il Petrarca ha sconfitto nettamente il Viadana
per 25-5, dominando la partita e bissando il titolo conquistato con
gli under 19. Quest’anno è il vivaio italiano ad aver ottenuto i
migliori risultati e fra i ragazzi campioni con l’under 17 ben 9 sono
stati richiesti dall’Accademia di Mogliano. Il Valsugana ha battuto
10-7 la Mantovani Lazio, centrando il suo primo storico titolo
tricolore e dimostrando la bonta del lavoro sui giovani.
      SERIE C - Nella finale d’andata per la promozione in B
Feltre-Avezzano 31-23 (punti 5-0), Pesaro-Belluno 25-19 (4-1)


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