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Re: [RUGBYLIST] Notizie del lunedì - coda

allrugby allrugby a gmail.com
Mar 8 Set 2009 22:37:14 CEST


Togliamo pure il Veneto dall'Italia e dall'Europa. Vediamo tutto solo
come mera votazione di quattro "politici" arroganti ed ignoranti, che
del rugby non hanno cognizione e che sono stati, a loro volta,  votati
da una base che non ha merito: solo mero scambio di favori. Do ut des.
Non meritano e non devono essere a capo di decisioni di tale portata.
Lasciamo fuori Treviso, Padova, Rovigo, Venezia, Mogliano, Alpago,
Udine, Montebelluna, Mirano, Paese, Villorba, Selvazzano, Villadose e
quant'altro (e magari non in quest'ordine e non ci sono tutti), per
fare posto al (quasi) nulla in qualsiasi campo della memoria ovale
italiana. Che si sia trattato di un colossale errore l'hanno ammesso
anche gli addetti ai lavori più onesti: che si continui a fare
mercimonio di idee in tal senso è solo tempo perso o inconcludente
esercizio di mal tarata elucubrazione (tanto per dire), mentale.
Pretoriani? Qualcuno ci indichi le loro origini, i loro titoli, i loro
meriti in campo ovale, da cinquant'anni ad oggi.
Lo stesso dicasi per la selezione che fa capo a Viadana (Mantova?,
Colorno?). Carneade, chi era costui?
Non nascondiamoci dietro la solita unghia nera ed incarnata: ci stimo
facendo del male da soli e chi  potrebbe tace e/o si nasconde invece
di intervenire con risolutezza. Spazzatura!
Il Titanic è già affondato, e chi di dovere non se ne è ancora
accorto, dal momento in cui cerca di imbarcare nelle scialuppe gente
già affogata, lasciando morire quelli che a galla ancora respirano.
Che acque torbide!
Ciao.
Franco (TV)


Il giorno 08 settembre 2009 18.32, Angelo Volpe
@fast<volpe_angelo a fastwebnet.it> ha scritto:
> _______________________________________________
>
>
> Boh, non capisco. Chiunque si accosti all'argomento Treviso-Celtic esordisce assrendo che l'esclusione del Veneto è una grande ingiustizia e una scelta sbagliata. Immediatamente dopo invece incominciano una serie di distinguo, di precisazioni, si fa appello alla democrazia (?), alla politica, a tutto e di più per lasciare le cose come sono in nome di non si sa che cosa e no si sa di quali principi. Bisogna ad un certo punto decidersi: o la scelta di lasciar fuori Treviso e il Veneto è sbagliata o è giusta. Non si può affermare una cosa e difendere al tempo stesso lo statu quo deliberato dalla Federazione. E se è sbagliata la decisione deve essere rivista per sanare l'errore e porre rimedio alla palese ingiustizia. Altrimenti si dica chiaramente "mi sta bene così, il Veneto meritava di essere escluso" e finisce lì. Il piede in due staffe proprio non si può tenere.
>
> angelo
>
> ----- Original Message -----
> From: Salvatore Messina
> To: rugbylist a rugbylist.it
> Sent: Tuesday, September 08, 2009 10:47 AM
> Subject: I: [RUGBYLIST] Notizie del lunedì - coda
> _______________________________________________
>
> ________________________________
>
> Premesso che nessuna regione come il Veneto è in grado di rappresentare il rugby d'alto livello (e con questo intendo riassumere anche tutti gli altri numerosi meriti di questa regione), premesso che se le documentazioni presentate non fossero state corrette si dovrebbe rivedere il tutto, premesso che se la votazione stessa non fosse stata secondo il regolamento si dovrebbe rifare, non capisco come si possa dire che se io ho votato in base alle mie idee politiche, convinzioni personali, interessi od antipatie, non ho votato correttamente.
>
> Mi da estremamente fastidio che persone che si professano liberali e democratiche passino sopra i propri principi quando vengono prese decisioni che non rispettano le proprie ideee.
> La libertà di espressione e di voto deve essere sempre tutelata, anche quando appare evidentemente male espressa.
>
> Cosa avreste detto se fosse stata approvata la candidatura di Treviso e tutto il resto d'Italia fosse insorto per ricusare la votazione?
>
> Siamo tutti d'accordo che il Veneto è la massima espressione attuale del rugby italiano, facciamo tutti i doverosi controlli sullo svolgimento della votazione ma smettiamola di condannare i membri del consiglio federale che hanno votato diversamente.
>
> Sono stati regolarmente eletti e hanno le proprie idee. Se anche avessero voluto votare altri per antipatia cosa possiamo farci?
> Come avete detto l'incapacità (di valutazione politica in questo caso) è un grave difetto ma non un reato.
> Sarebbe ben più grave se una decisione politica regolare venisse stravolta sotto pressioni esterne, anche se popolari (ma lo sono poi o sono solo strumentalizzate?)
>
> PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
>
> Salvatore Messina
>
> ----- Messaggio inoltrato -----
> Da: allrugby <allrugby a gmail.com>
> A: rugbylist a rugbylist.it
> Inviato: Lunedì 7 settembre 2009, 22:38:32
> Oggetto: [RUGBYLIST] Notizie del lunedì - coda
>
> _______________________________________________
>
> Ecco l'articolo di Antonio Liviero, dal Gazzettino di oggi (trascritto).
> Non so... Altri articoli di discutibile interesse, sul rugby,  non si
> possono scaricare dal Gazzettino. Permalosi?
> Se qualcuno ci legge, al Gazzettino, ci (mi) risponda. Se qualsoca non
> quadra, siamo (sono) qui. Non lasciateci, anche voi, digiuni dal
> rugby.
> Grazie per una risposta.
>
> L'articolo di Antonio Liviero, sotto riportato, mi sembra sia una
> caustica, precisa ed evidente denuncia di un fatto gravissimo, che il
> rugby italiano non potrebbe sopportare se le cose continuassero ad
> andare nella direzione voluta da chi, a suo tempo, ha chiesto la
> votazione segreta nel consiglio FIR e di chi, a torto e forse con
> troppa sufficienza, ha aderito ad una prassi evidentemente scorretta
> (art. 18 del regolamento). Dobbiamo continuare a lasciare in mano il
> ns. rugby a gente disinformata, poco attenta al regolamento e succube
> dei propri risentimenti verso Tizio e/o Caio, atteggiamenti tali da
> menomare seriamente l'intero movimento?
> Ragazzi, il tempo delle birre del dopo partita è finito. Soprattutto
> per chi gestisce una federazione ambigua nelle decisioni e nelle
> scelte.
> Dondi & C. avete sbagliato. L'ho sempre detto e scritto. Andatevene,
> per grazia di Dio. Lasciateci almeno la speranza che con altri
> personaggi meno attenti alla "carega" e più sensibili alle
> problematiche del rugby nostrano, si possa auspicare in un futuro
> migliore.
> Ciao.
> Franco (TV)
>
> MISCHIA APERTA
> Perchè è il Veneto ad essere tagliato fuori (di Antonio Liviero - Dal
> Gazzettino)
>
> Si è detto che l'esclusione di Treviso e del Veneto dalla Celtic
> League è stata una scelta politica. Bisogna intendersi sul termine. Se
> la politica è considerata un mezzo di mera conquista e conservazione
> del potere, ma anche il luogo di patti segreti e inconfessabili, di
> logiche clientelari, allora se ne può comprendere l'uso da parte dei
> tifosi arrabbiati per il torto subito. Ma se la s'intende
> nell'accezione più nobile (sempre più in disuso, purtroppo) di scienza
> del buon governo, se misuriamo un uomo pubblico dalla capacità di
> mettersi al servizio del bene comune, allora quella della FIR non si
> può dire una scelta politica. O almeno di buona politica.
> Lasciamo stare per una volta la candidatura di Treviso, i suoi meriti
> sportivi (che mancano alle altre candidature) e le credenziali
> economiche del gruppo Benetton, un nome di cui nessuna federazione al
> mondo si priverebbe. Concentriamoci invece sul Veneto. Prima regione
> italiana per praticanti, per club nel massimo campionato (4 su 10) e
> naturalmente quella più scudettata: 28 titoli negli ultimi 40 anni,
> contro gli 8 della Lombardia, 3 dell'Abruzzo, uno del Lazio, zero
> dell'Emilia.
> Vogliamo prendere invece in considerazione i settori giovanili? O il
> pubblico? Oppure la tradizione? Da qualunque parte si esamini la
> questione non c'è alcun motivo ragionevole per tagliare le radici del
> rugby italiano, per escludere il Veneto dall'attività di vertice.
> Un tifoso di Rovigo o di Belluno dovrebbe andare a settimane alterne a
> Viadana o a Roma per poter assistere ad una partita di èlite? E perchè
> mai un settore giovanile veneto dovrebbe continuare a reclutare
> ragazzini con lo stesso impegno se poi non avrà la soddisfazione di
> veder giocare i più bravi nello stadio di casa o almeno della città
> vicina? E i giocatori stessi? Se sono i più forti e i più numerosi,
> perchè obbligarli un giorno ad andarsene?
> Dal prossimo anno, se non ci saranno ripensamenti da aprte
> anglosassone, l'Italia avrà tre sole squadre professionistiche
> (nazionale compresa) e due tornei d'alto livello: il VI Nazioni e la
> Celtic League. Disputandosi il VI Nazioni a Roma, sembrerebbe
> scontato, se non si vuol affondare il rugby italiano, disputare la
> Celtic al nord e in ogni caso stabilire la base di una delle due
> franchigie in Veneto. Una logica stringente che non sfugge al
> presidente federale Giancarlo Dondi, che ha avuto modo di esprimersi
> duramente e pubblicamente contro l'esito del consiglio FIR di luglio.
> Un consiglio in cui il presidente, per sua stessa ammissione, è finito
> clamorosamente in minoranza su una questione strategica per il rugby
> italiano. Una sorta di "sfiducia" a scrutinio segreto che pone
> preoccupanti problemi di governabilità oltre che di buon governo e
> potrebbe aprire prospettive di forti turbolenze dagli esiti
> imprevedibili all'interno del movimento.
> Spetta a Dondi ora una pubblica assunzione di responsabilità.
> Riprendere le fila, promuovere un chiarimento all'interno del
> consiglio federale attraverso un confronto aperto. E fare sintesi
> delle posizioni. Per mettere infine in votazione la proposta del
> presidente, alla luce del sole e non con voti segreti espressamente
> sclusi dall'articolo 18 del regolamento (altrimenti come farebbe, in
> caso di parità, ad essere decisivo il voto espresso dal presidente?).
> Ben conoscendo i rischi di una nuova sconfitta di Dondi: l'azzeramento
> del consiglio federale e la richiesta di nuove elezioni.
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