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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì... in ritardo

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Mar 15 Set 2009 17:24:51 CEST


Trascrivo l'articolo di Antonio Liviero apparso nel Gazzettino del 14/09/09.
Ciao.
Franco (TV)

MISCHIA APERTA

Tolleranza zero in zona di placcaggio

Puntuali come ogni anno ecco le nuove regole. L'intento è sempre
lodevole. Si cerca di rendere il gioco più leggibile e attraente per
le grandi platee. Però bisognerebbe davvero mettersi nelle mani del
neofita. Più che deluso dalla qualità del gioco rischia di essere
infastidito dal fatto di non capire perchè un arbitro abbia fischiato
una punizione. Fra l'altro anche il compito del direttore di gara, che
ha cento cose di cui tener conto, si complica. Insomma, un mezzo
controsenso. Meglio semplificare le norme a costo di sacrificare un
pizzico di fluidità dell'azione e promuovere campagne d'informazione
sulle regole fondamentali.
La zona di placcaggio è, guarda caso, toccata anche dalle recenti
direttive dell'International Board. "L'arbitro - recita la regola -
deve garantire la possibilità di recupero del pallone con le mani, ai
giocatori in piedi che per primi arrivano sul placcaggio". Sul
placcaggio succedeva che il primo sostegno che sopraggiungeva riusciva
magari a mettere le mani sulla palla ma prima che potesse giocarla
veniva chiamata dall'arbitro la ruck e da quel momento l'uso delle
mani era vietato. Ora invece si consentirà a chi ha le mani sul
pallone, e solo a lui, di giocarlo. Stando alle fonti arbitrali, i
primi esiti dell'applicazione della direttiva a livello
internazionale, rivelerebbero in media 6-7 turnover in più a partita.
Accompagnati da un aumento di calci piazzati per tenuto e da una
diminuzione di punizioni per uso delle mani nella ruck.
In sostanza verrebbe favorito anche il recupero difensivo. E di
conseguenza (non sembri una contraddizione) l'attacco. Per due motivi:
dalla situazione di recupero si può passare immediatamente a quella
offensiva su spazi poco e male coperti dall'organizzazione avversaria.
E quindi in condizioni più propizie. Secondo: aumentando le
probabilità di recupero difensivo si spera (ma non è nulla più che un
auspicio) che i difensori destinino più giocatori sui punti
d'incontro, alleggerendo così la pressione sulla larghezza del terreno
e offrendo maggiori spazi di manovra alla mano.
Ma al primo posto delle direttive arbitrali ce n'è una tutta italiana:
"gli arbitri non dovranno avere alcuna tolleranza nei confronti del
placcatore che non libera immediatamente il placcato e non lasci
giocare". C'era anche lo scorso anno. E dunque il concetto viene
ribadito.  Però con una forza e un'enfasi che cancellano i dubbi.
Perchè nello scorso campionato troppi arbitri avevano utilizzato una
tolleranza eccessiva per chio sporcava il gioco a terra penalizzando
così la continuità dell'azione e in definitiva la qualità del gioco.
Questa direttiva, se associata all'invito di utilizzare rapidamente,
già nei primi 20', il cartellino giallo per i falli professionali o
ripetuti, potrebbe avere un effetto positivo sulla costruzione del
gioco e sulla rapidità di esecuzione. Vedremo.
C'è però una cattiva notizia. Alla riunione convocata il 7 settembre a
Bologna dal presidente della commissione tecnica federale Franco
Ascione, alla presenza dei vertici arbitrali e dello staff tecnico
della nazionale, per definire le direttive tecniche da mettere in atto
in campionato, si sono presentati solo 4 club su 10 (Treviso,
Petrarca, Parma e Roma). Disguidi? Indifferenza? Non è dato saperlo.
Ma comunque sia andata non è una bella cosa per un rugby che vuole
crescere e diventare competitivo. E poi ci si lamenta degli arbitri,
del basso livello del campionato e di certe figuracce nelle coppe.


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