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[RUGBYLIST] Notizie della domenica

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Dom 7 Feb 2010 23:00:12 CET


Dal Gazzettino.
'Notte.
Franco

Ivan Malfatto

Italrugby con onore
Primo tempo da dimenticare. Nella ripresa il riscatto
POCO GIOCO. Due mete subite a causa di errori. Poi un muro eretto in difesa

DUBLINO - Dopo l’ultimo Sei Nazioni disastroso, l’Italia ritorna alle
onorevoli sconfitte. Al Croke Park teatro della "Bloody Sunday" del
1920 (massacro di 12 innocenti durante la Guerra d’indipendenza)
poteva essere un massacro sportivo, per come si erano messe le cose
nel primo tempo. Due mete subite per errori azzurri: un due contro
zero all’ala concluso da Haesplip al 14’ dopo un break di Trimble ben
sostenuto; un’assurda touche a due giocata in difesa, rubata da Cullen
e trasformata in meta da O’Leary al 34’. Quattro rimesse laterali
perse su proprio lancio, che alla fine saranno sette, più tutte le
altre tranne una sul proprio lancio sporcate e depotenziate. L’Irlanda
capace di capitalizzare le sole tre volte che è entrata nei 22 metri.
Problemi di disciplina che hanno portato a subire nove punti. Un
arbitro che non ha tutelato l’Italia (se era giallo il placcaggio di
Garcia su O’ Driscollal 34’ pt lo era di più quello di O’Leary su
McLean al 14’ st) Sembrava l’inizio di un tracollo.
      Invece nella ripresa la squadra di Mallett si è ricalibrata, e
ha fatto debuttare per 8’ il rossoblu Riccardo Bocchino (sangue di
Gower). Lo dice il parziale di 6-3 con cui si è concluso. Lo dice
soprattutto la difesa. Gli azzurri hanno eretto un muro su cui sono
andate a schiantarsi le azioni multifasi degli irlandesi,
intestarditisi a provare a passare così, rinunciando un paio di volte
a calci facili. Fosse venuta anche la seconda meta azzurra all’ultimo
minuto (la prima è stato un intercetto di Robertson su calcio di
liberazione di Kearney) la sconfitta sarebbe stata ancora più
onorevole.
      Non come quella di due anni fa qui al Croke Park (-3). Ma meglio
di quella dell’anno scorso al Flaminio (-29). Il che testimonia che
l’Italia è cresciuta rispetto al Sei Nazioni del cucchiaio di legno.
Però continua a non saper produrre gioco (e punti). Anche perchè
conquista poche palle e le utilizza in maniera troppo lenta.
      Per migliorare dovrebbe ripartire proprio dall’azione della
quasi meta dell’ultimo minuto. Touche a metà campo vinta bene e veloce
(l’unica) da Bortolami, tornato a chiamarle dopo l’uscita di Del Fava;
incrocio Gower-Mirco Begamasco e break di 40 metri; sostegno di Mauro,
fermato a un passo dalla meta; raccolta per la proposta della seconda
fase di Picone. Possibile che si riesca a produrre solo un’azione così
in tutta la partita?
      L’Irlanda, dal canto suo, non sembra quella del Grande Slam. Dal
Croke Park esce ridimensionata, con O’ Gara e O’ Connell acciaccati,
un successo definito da scum.com "confortevole, ma che non
impressiona", di cui deve più accontentarsi che gioire. Ma anche ieri
ha avuto un Brian O’Driscoll immenso (calcetti, sottomano, break,
addirittura uno stop a seguire di piede alla Totti...). Con un
giocatore così può permettersi tutto. Anche andare a vincere sabato a
Parigi dopo aver deluso con l’Italia.
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L’ASSENTE PARISSE NON TROPPO SODDISFATTO

«Ora con gli inglesi osare di più»

DUBLINO - (I.M.) "Con palloni così lenti contro il nostro attacco
possono difendere bene anche il Portogallo e la Romania, non solo
l’Irlanda". Il capitano non giocatore infortunato Sergio Parisse (era
accanto ai compagni in riserva) non fa sconti alla sua Italia.
      Si complimenta con Zanni per il modo in cui l’ha sostituito: "Ha
giocato bene numero 8. Sicuro nelle palle alte. Ha fatto uscire pulite
le palle dalla mischia. Ha risposto sempre presente". È severo con
l’arbitro Romain Poite: "Lo conosco bene giocando in Francia, non è
stata una delle sue migliori giornate. E’ difficile trovare chi
arbitra bene la mischia. E’ stato poco severo con l’Irlanda. Era più
pericoloso il placcaggio di O’Leary che quello di Garcia, ma ha dato
il giallo solo a lui".
      Però non le risparmia neanche agli azzurri: "Ci aspettavamo
tutti un inizio migliore. So che siamo capaci di giocare un rugby più
bello ed efficace. In touche la prestazione è stata negativa, con
tante palle perse e poche di qualità". Poi passa alle pecche in
attacco: "Ci sbarazzavamo troppo presto delle palle di recupero
restituendole a loro con i calci. Non abbiamo mai cercato l’uno contro
uno. Quando abbiamo giocato velocemente abbiamo fatto belle azioni,
come quella di Mirco e Mauro. Dobbiamo chiederci come essere più
pericolosi, meno conservativi, e trovare la soluzione. L’Inghilterra
non è la Nuova Zelanda, domenica possiamo osare di più".
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IL CITÌ

Mallett: «Orgoglioso
della prova difensiva»

L’analisi: «Male il primo tempo, molto meglio dopo»
Zanni: «Touche perse la chiave della sconfitta»

DUBLINO - (I.M.) "Sono orgoglioso della prova difensiva. Finito il
primo tempo con 23 punti di passivo mi sentivo in pericolo. Ho chiesto
di contenerlo massimo a 30 e nel secondo tempo ci siamo riusciti".
      Nick Mallett difende la prestazione dei suoi. Confermando quanto
detto alla vigilia del torneo, ovvero l’obiettivo di contenere in
15-20 punti di scarto le sconfitte esterne. Missione ieri riuscita.
"Il primo tempo non è andato bene - continua il ct dell’Italia -
Soprattutto perchè abbiamo avuto poche palle, tutte lente, da gestire
in attacco. La touche non ne ha fornite. L’unica volta che ci è
riuscita in modo veloce, Mirco Bergamasco ha fatto un break di 40
metri. Non puoi attaccare senza palla. In questo senso i trequarti
hanno fatto una prestazione molto buona, sono stati gli avanti a non
fornire loro gli ovali di qualità".
      In particolare la touche ha deluso. Sette perse su proprio
lancio e quasi tutte le altre sporcate. Nonostante l’Italia vantasse
quattro opzione di salto su cui variare i lanci, chiamati da Carlo Del
Fava: le seconde linee, Sole e Alessandro Zanni. Proprio il terza
linea udinese del Benetton Treviso commenta la debacle: "Le touche
perse sono state la chiave della sconfitta, come spesso capita nel
rugby moderno. Loro hanno due saltatori molto bravi a leggere il
blocco avversario dove viene lanciata, in particolare Paul O’Connell.
Così hanno iniziato a rubarcene una, due e noi ci siamo un po’
demoralizzanti, continuando a perdere anche le altre".
      In particolare è parsa assurda, per non dire suicida, la scelta
di giocare la touche a due uomini sulla linea dei cinque metri, in
occasione della meta di O’Leary. "Non è stata un errore solo la
chiamata - continua Zanni - ma pure l’esecuzione. L’abbiamo lanciata
su Del Fava, che è stato trattenuto con malizia. La palla è andata
lunga, l’ha recuperata Leo Cullen e servita ai compagni per la meta".
      Sui complimenti di Parisse per la sua prestazione a numero 8
ringrazia, ma afferma: "E’ andata bene sulle palle alte, ma non sono
abituato a giocare in questo ruolo, faccio un po’ fatica e devo farmi
trovare più libero sulle palle in attacco. Cercherò di dare di più,
come tutti i compagni".
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L’ALTRA PARTITA

L’Inghilterra comincia bene
Oggi chiude Scozia-Francia

TWICKENHAM - Successo importante per l'Inghilterra del rugby, prossimo
avversario dell'Italia il 14 al Flaminio, che nella prima giornata dei
Sei Nazioni, proprio nel giorno dei festeggiamenti per i 100 anni del
loro stadio di Twickenham, centrano la loro prima vittoria degli
ultimi quattro anni sul Galles. Finisce 30-17 a favore dei bianchi che
per la circostanza hanno sfoggiato una maglietta bianca old style. Per
importasi sui forti gallesi la squadra inglese ha sfruttato alla
perfezione la superiorità numerica segnando 17 punti durante
l'espulsione temporanea della seconda linea Alun-Wyn Jones, autore di
uno sgambetto a Dylan Hartley. Oggi chiude Scozia-Francia.
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IL TIFO AZZURRO

Sugli spalti è sempre un successo
In 6.000 a Dublino in allegria

DUBLINO - (I.M.) L’Italia continua a perdere in campo (44. sconfitta
su 51 partite del torneo) ma a vincere sugli spalti. Anche a Dublino
erano seimila i tifosi italiani annunciati. Compreso il vice sindaco
di Rovigo Graziano Azzalin con famiglia. E con lui tanti altri veneti.
Hanno invaso con variopinti costumi (parrucche tricolori, tuniche
azzurre, maglie della nazionale) alberghi, pub e strade. Il turismo
nelle capitale da abbinare al rugby è di moda. Non importa se la
squadra perde. L’importante è esserci. E’ questo uno dei fenomeni
sociali più significativi legati all’ingresso nel torneo. Destinato a
durare. Il Sei Nazioni ha un fascino che va oltre le sconfitte
dell’Italia.


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