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R: [RUGBYLIST] Reply: Addio Celtic

Oliver63 luca.oliva a katamail.com
Ven 29 Gen 2010 21:18:17 CET


Fantastico veramente un commento illuminato …

Tu restringeresti la base, fantastico … Ma il rugby non è soprattutto
divertimento ?

E tu vuoi impedire a un po’ di ragazzotti di riunirsi, fare una squadra,
mettere su un po’ di giovanili dove il rugby non l’hanno mai sentito
nominare perché poi magari il 90% dei tesserati scolastici abbandonano …

Ma cosa c’entra scusa ? Gli enti scolastici li fanno proprio le società
grandi … sono loro che “drogano” il mercato …

Le altre società a stento riescono a fare qualche dimostrazione in una
scuola elementare …

Però però … il talento nasce dove capita ragazzi, non il buon giocatore
quello lo costruisci nelle Accademie …

 

Il “natural” come lo chiamano i saggi anglosassoni – e sottolineo saggi
perché non ho nessuno spirito di rivalsa anzi ho sempre nutrito grossa stima
verso la cultura britannica … – quello nasce in periferia, o dove cavolo gli
pare … 

 

Poi da lì si trasferisce e cresce … Allora ben vengano le piccole società
con 12 giocatori in Under 16 non è quello il problema, il problema è che i
ragazzi giochino e si divertano il più possibile …

 

Poi arrivano i meccanismi di selezione, e le rappresentative e le accademie
e i trasferimenti nelle grosse società e il professionismo …

 

Ma se non hai il talento, costruisci squadre di buoni giocatori da materiale
non eccezionale, per non dire scadente … e poi i risultati non ce li hai …
Questo deve essere chiaro …

 

E il talento – e qui chiudo il cerchio – lo trovi setacciando, setacciando,
setacciando, come le buone pepite i cercatori d’oro … Non ti va di spezzarti
la schiena ? Allora fai con quello che hai, ma poi non lamentarti dei
risultati …

 

  _____  

Da: rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it]
Per conto di Antonio Mangano
Inviato: venerdì 29 gennaio 2010 18.02
A: rugbylist a rugbylist.it
Oggetto: Re: [RUGBYLIST] Reply: Addio Celtic

 

...ignominia...Franco con tutto il rispetto per le tue spesso molto precise
opinioni mi sembra si sia passato il segno. Credo che il semplice fatto di
discutere di queste cose, nel bene e nel male, sia dovuto a Dondi. Dondi ha
portato il nostro rugby ai livelli attuali, che sono quelli di incazzarci se
non stiamo in Magners. Cosa impensabile in altri tempi. Diverso il problema
del rugby di base. Si parla tanto di allargare la base. Io personalmente la
restringerei. Mi spiego ci sono così tante società che si potrebbero fare
campionati provinciali in ogni provincia italiana. Ma non avviene. E per un
solo preciso motivo. Nonostante l'immensa mole di marketing federale,
nonostante i risultati talvolta deprecabili della nazionale, non si
ottengono risultati positivi in termini, non di tesseramenti, ma di
consolidamento di questi e di crescita dei ragazzi. Oggi si guarda ai
numeri: X tesserati, Y società, etc. Ma quando una società non ha campo e
strutture o allenatori cosa succede ai ragazzi. Quelli più volenterosi
continuano ma il 90% dei tesserati enti scolastici abbandonano. E così con
le società non strutturate, quelle che pur di fare attività mandano la 16 a
giocare in 12 per tutto il campionato.  Prima di affiliare una società
occorrebbe vedere il progetto di crescita, invece ne nascono come funghi,
tesserano giocatori e poi? Io credo che alcuni ambiti territoriali più di un
certo numero di società non posso assorbire. Per società intendo strutture
che possano offrire un prodotto completo, di passione, professionalità e
dignità. Dove ciò non è possibile bisogna spingere per consorziarsi intorno
a progetti credibili. Distribuire soldi alla base, perché la base è brava e
ci sa fare mentre a Roma non capiscono, mi sembra una stupidagine. Può
sembrarvi un po' dura e fuori luogo, ma sono abituato a scrivere di getto e
qualcosa dovrei approndirlo meglio. ma i fatti sono un po' questi 

----- Original Message ----- 

From: allrugby <mailto:allrugby a gmail.com>  

To: rugbylist a rugbylist.it 

Sent: Friday, January 29, 2010 12:44 PM

Subject: Re: [RUGBYLIST] Reply: Addio Celtic

 

Coobiz.it - Gestisci la tua azienda in rete - http://www.coobiz.it


  _____  


Sottoscrivo in pieno quanto detto da Angelo, soprattutto nel punto che io
avevo già indicato tempo fa: un qualsiasi dirigente, di qualsiasi azienda
italiana, che al suo superiore avesse portato i risultati di Dondi, sarebbe
stato cacciato fuori con ignominia solo dopo un anno.

Ciao.

Franco

Il giorno 29 gennaio 2010 11.09, volpe_angelo a fastwebnet.it
<volpe_angelo a fastwebnet.it> ha scritto:

Coobiz.it - Gestisci la tua azienda in rete - http://www.coobiz.it
<http://www.coobiz.it/> 



Che delusione. Per tanti motivi, tra cui:
- Come si fa a dire che solo all'ultimo momento sono venute fuori le
richieste economiche e sperare di essere credibili? Una trattativa di simile
livello che dura da mesi e mesi o anni in cui si tira fuori fuori la
richiesta di 3 o 5 mln di euro (ma quanti in realtà?) solo nei giorni
immediatamente precedenti alla decisione finale? Ma dai... ma siamo al luna
park?
- Il comunicato ufficiale parla di rinuncia anche perchè la distribuzione di
tale enorme cifra avrebbe gratificato solo le federazioni britanniche. E a
chi altri dovevano andare gli euri italiani? All'Italia stessa? Sul mio
conto corrente? Comunque per il board della Magners sarebbe stato facile
aggirare l'ostacolo posto in linea di principio: la cifra richiesta sale e
invece di 3-5 mln ne vengono chiesti 5-7 e una parte ritorna nelle casse
italiane. Perfetto, è la quadratura del cerchio. Contenti e soddisfatti
così? Dove sta la differenza? Ma in Fir ci vogliono prendere in giro?
- Roma, Calvisano che hanno dato forfait al Super 10...; Benetton che ha a
libro paga un'enormità di giocatori, gran parte dei quali disputeranno forse
solo la Coppa Italia per esuberanza di forze in rosa....; Viadana più o meno
lo stesso...; Pretoriani che hanno smosso mari e monti nei palazzi romani
fino all'inverosimile per avere sostegni politici ed economici...; quanto
ancora si deve allungare la lista dei danneggiati da questa avventura in
Celtic? E chi paga?
- Alla fine di tutto l'Italia resta fuori perchè loro sono brutti, cattivi e
ingordi? Non ci sarà qualche altra motivazione da ricercare nel modo in cui
sono state condotte le trattative o la (in)capacità di "leggere" fino in
fondo le richieste esplicite e implicite della controparte?

Domanda: in una qualsiasi azienda, di fronte ad una debacle di tal fatta,
quanto tempo ci metterebbe chi ha condotto le trattative ad essere sbattuto
fuori o, in un rigurgito di orgoglio, a dimettersi?

Angelo



---------- Messaggio inoltrato ----------
From: gianni zanasi <zgianni2001 a yahoo.it>
To: Rugbylist <rugbylist a rugbylist.it>
Date: Fri, 29 Jan 2010 09:13:54 +0000 (GMT)
Subject: [RUGBYLIST] Dondi e la Celtic
Coobiz.it - Gestisci la tua azienda in rete - http://www.coobiz.it
<http://www.coobiz.it/> 



 


 


L'insuccesso nell "affare Celtic", ha dato l'occasione a chi non ha fiducia
in Giancarlo Dondi, di sfogare tutto il loro livore.  Stanno mettendo sul
piatto negativo della bilancia gli errori, che non gli perdonano,
dimenticando anche gli errori perdonati ai predecessori e sopratutto non
vogliono rendersi conto cosa rappresentava il rugby 10 anni fa in Italia e
nel mondo e quello che rappresenta ora. Non sarebbe meglio elencare i meriti
assieme ai demeriti e poi farsi una onesta opinione?  Bene... gli scozzesi
hanno fatto la barricata all'ultimo momento, facendo fare una brutta figura
all'Italia del rugby e al suo presidente: l'unica risposta e attenderli al
Flaminio e mandarli a casa con una sonora batosta, come è già accaduto in
passato.  Scherzi a parte, leggere di Dondi, come se fosse un povero
demente, non lo accetto sia da uomo d'esperienza, sia da vecchio rugbyman.
Tutti possiamo sbagliare e Dondi che si avvicina ad una età pesante, sarà il
primo a togliere il disturbo, perchè sa che dopo averlo fatto, ci saranno
molti che lo rimpiangeranno, sopratutto per la prima parte dei suoi mandati.

Io la vedo così, a chi non è d'accordo, va il mio rispetto ugualmente. Vi
prego solamente di lasciar perdere gli insulti.

Gianni Zanasi


 

 

 


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