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R: [RUGBYLIST] vari rugby

Fiorenza Preda fionah a fastwebnet.it
Gio 15 Lug 2010 17:05:33 CEST


Dal mio punto di vista anche insegnare/apprendere la tecnica individuale deve essere un divertimento. Non vedo perchè non si possa insegnare ai bambini come passare la palla in modo corretto attraverso una serie di GIOCHI (non chiamiamoli "esercizi" altrimenti qualcuno potrebbe credere che stiamo parlando dei compiti di matematica) divertenti e che possano coinvolgere tutti/e. 
Il segreto sta nell'avere fantasia quando si prepara un allenamento e nella varietà delle cose proposte e a come vengono proposte. Tutto ciò fa in modo che il loro interesse rimanga alto. E ogni allenamento sarà per loro una nuova scoperta.
Insegnare la tecnica non vuol dire negare ai bambini il divertimento! 
Per carità, sfatiamo questo mito che imparare la tecnica sia una cosa noiosa!!


saluti,
Fiore


----Messaggio originale----

Da: giancarlotagini35 a tiscali.it

Data: 15/07/2010 15.58

A: "rugbylist a rugbylist.it"<rugbylist a rugbylist.it>

Ogg: [RUGBYLIST] vari rugby



C’è chi non è d’accordo  (Fiorenza Preda) con chi predica il divertimento prima della tecnica per i e le “mini”, sostenendo ( giustamente) che non si può parlare di “giocare a rugby” se non si sa tenere in mano un pallone. Personalmente, però, sono d’accordo con chi, attraverso il divertirsi si riesce ad attirare numeri interessanti di ragazzini e ragazzine che insieme,  per ora possano giocare e,  in un domani , chi rimane possa essere gradualmente avvicinato alle tecniche  partendo da quelle più “assimilabili”(passaggio: metodo per passare il pallone ad un compagno in modo che ne possa fare qualche cosa di positivo-  placcaggio: metodo per fermare l’avversario a seconda delle situazioni facendo in modo di ottenere lo scopo senza fare o farsi male-corsa  con la palla  tra due mani: che non è solamente il correre portando avanti il pallone tanto per farlo ma preparandosi a farne qualche cosa di positivo- sostegno ed essere pronto a posizionarsi:i in supporto al compagno per ricevere il pallone o togliergli di dosso l’avversario- avere una visione dell’insieme: dove sono schierati gli avversari per l’attacco e dove va a finire il pallone per reagire sul la diesa………ecc.ecc.)poi si passerà alla gestione delle fasi statiche (ingaggio della mischia, della touche e relativi collegamenti). Ma questi saranno i passaggi del “poi”.
C’è poi chi critica il 7 perché le “dimensioni” personali lo impediscono  (Piva)e le altre versioni della palla ovale perché non gli piacciono, pur chiarendo che il suo è un parere personale. Con lui convengo solo sulla considerazione dell’assunzione a sport Olimpico per il Seven , e sul fatto che il Rugby 7 NON può essere uno sport  per tutti come vorrebbe lo spirito del Rugby perché è quasi esclusivamente solo per velocisti (il lanciatore di peso, il giavellottista, il saltatore in alto, il discobolo,il maratoneta rietrano nell’atletica leggera ma non potranno mai correre i 100, 200 ed a malapena  i 400 metri e non potranno mai giocare a 7 mentre a XV si – Fiasconaro docet. Perchè allora mettere “solo” una delle specialità del Rugby?). 
Da chi prende i suggerimenti il CIO?
Giancarlo

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