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[RUGBYLIST] Notizie del lunedì

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Lun 3 Maggio 2010 15:06:04 CEST


Dal Gazzettino.
Ciao.
Franco

Finale scudetto, Celtic e oriundi, che pasticci!

I PARADOSSI: addio al Veneto unito in Magners
Padrò e Cavalieri verso gli Aironi.

Ivan MALFATTO

Il rugby italiano continua a vivere di paradossi. Come quello di una
nazionale perdente che attira folle allo stadio. Ma mentre lì il
paradosso si risolve in un effetto positivo, nei tre casi d’attualità
in questi giorni si risolve in un pasticcio, se non peggio.
      FINALE SCUDETTO - Si disputerà il 29 maggio, ma non si sa ancora
dove. Dopo la figuraccia dello scorso anno (il deserto del Flaminio)
la Fir avrebbe dovuto fare le cose per tempo e bene. Invece lo stadio
scelto, l’Arena di Milano, non ha il terreno a norma. Ci gioca
l’Amatori da inizio stagione in deroga, ma chi organizza l’ha scoperto
solo ora. Così si andrà altrove, dove? Fra le alternative si parla del
"Battaglini" di Rovigo e del "Plebiscito" di Padova, stadi di una
sicura e di una possibile semifinalista, quindi tutt’altro che campi
neutri. Qualunque sarà la soluzione, la conclusione è una sola: del
campionato non interessa alla Fir. Che rimpianto per i tempi della
Lire, quando la finale-scudetto era un evento.
      CELTIC LEAGUE - Il secondo paradosso riguarda la Celtic. Aironi
e Benetton dovevano godere di regole uguali alle squadre straniere. Le
franchigie dovevano servire per coagulare un territorio rugbistico e
farlo crescere. Invece con le regole date dalla Fir questo non sarà
possibile. Mentre gallesi, irlandesi e scozzesi possono prendere dai
club non di Celtic tutti i giocatori che vogliono (permit players)
nell’arco della stagione, le italiane potranno usarne solo 2 per club,
da una lista decisa dalla Fir e nei 6 match in concomitanza con la
nazionale. Risultato? In Veneto addio idea dei nuovi Dogi (o nazionale
veneta) e franchigia sentita propria da tutta la regione, non solo da
Treviso.
      CASO ORIUNDI - La norma transitoria per parificare gli oriundi
con più di 3 anni di militanza nel nostro Paese agli italiani di
formazione non è ancora passata, ma c’è chi si propone di usarla. I
petrarchini Gonzalo Padrò e Augustin Cavalieri starebbero per firmare
pre contratti con gli Aironi validi solo se passerà tale norma. Qui la
Fir dopo aver fatto una regola, se varerà la norma transitoria tornerà
clamorosamente sui propri passi.
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Il derby promuove Rovigo, il Petrarca resta nel dubbio

Il derby dei derby non tradisce: 4mila al "Battaglini" per la vittoria
del FemiCz Rovigo sul Petrarca (27-13). Sabato nell’ultima giornata i
padovani (quarti) si giocheranno in casa col Viadana l’accesso ai
play-off. Serve un successo per tenere a distanza il Prato che ospita
proprio il Rovigo. In coda sprint tra Casinò di Venezia e Plusvalore
Gran Parma.
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MISCHIA APERTA di Antonio LIVIERO

Heineken Cup: Il realismo francese spodesta l’Irlanda

È l’anno della Francia. Dopo il Sei Nazioni i transalpini conquistano
anche la Heineken Cup. Nella finale del 22 maggio allo Stade de France
saranno infatti lo Stade Toulousain e il Biarritz a contendersi il
titolo avendo spodestato le irlandesi in semifinale.
      La sfida di sabato ha offerto un test straordinario per la
comprensione del gioco attuale. Tolosa e Leinster (27-16) sono modelli
per le rispettive nazionali. Entrambe hanno il merito di conservare la
loro mission offensiva nel rugby professionistico che si regge su un
complicato equilibrio tra opposti: la necessità di risultati a ogni
costo e la ricerca dello spettacolo per sedurre il grande pubblico. In
particolare il primo tempo ha dato la lampante dimostrazione delle
difficoltà di conciliare questa bipolarità tattica e filosofica:
dominio delle difese, occupazione sistematica degli spazi, creatività
soffocata dalla pressione. Gli azzurri di Cheika, detentori del
titolo, hanno giocato di più al piede e goduto del doppio
dell’occupazione del campo. Hanno utilizzato le loro abilità in touche
per provare e lanciare il gioco ma sono stati annullati dalla difesa
perfetta dei tolosani. Che per contro hanno opposto un dominio
devastante nell’altro settore di conquista: la mischia ordinata. Una
fonte preziosa di avanzamenti, punizioni e possesso. Morale: grande
equilibrio, zero mete e zero emozioni come dimostra il 9-6 del primo
tempo.
      Nella ripresa come già accaduto nei quarti, Novès ha corretto la
situazione. I francesi hanno cominciato a muovere di più la palla e a
prendere il sopravvento. Ma perchè qualcosa era cambiato alla fonte
del gioco. Dove il Tolosa allo strapotere in mischia ha aggiunto una
migliore gestione della touche. Non a caso su due lanci d’attacco da
rimessa laterale sono giunte le mete della vittoria con Jauzion e
Skrela, a ridosso dell’ora di gioco. Cinque passaggi hanno squilibrato
la difesa in prima fase nella sequenza che ha portato alla marcatura
del trequarti centro, poi proseguita con tre ruck ravvicinate davanti
alla linea. In seconda fase la meta del 23-9 con un solo passaggio per
il break di Skrela. Il Leinster ha invece trovato la via della meta al
64’ su uno dei rari palloni di recupero regalati al piede dal Tolosa.
In sei hanno toccato il pallone (10 mani e un piede) in uno splendido
movimento esterno iniziale. I francesi sono stati costretti a
riorganizzarsi affannosamente per arginare quattro raggruppamenti a
raso sulla linea di meta lasciando Heaslip in soprannumero sulla
fascia. Tre mete in 8 minuti da capogiro. Su 80 di battaglia. Gli
esteti devono accontentarsi. In fondo è andata peggio nella semifinale
di ieri a San Sebastian. A ridosso della mezz’ora si era ancora sullo
zero a zero. Pressione, nervosismo ed errori di ogni tipo. I rari
lampi sono venuti dal Munster, come l’unica meta del match su palla di
recupero, sprint del seconda linea O’Callaghan e trasformazione
all’esterno per Earls. Poi la rimonta affidata ai piedi di Yachvili:
tutti suoi i punti del 18-7 conclusivo.
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GAZZETTINO DI VENEZIA

SUPER10 Ma i trevigiani hanno sofferto e il punteggio ha faticato a decollare

Ennio GROSSO

Il Benetton regola il Casinò di Venezia anche se deve soffrire più di
quanto possa far pensare il risultato finale. I biancoverdi mantengono
così il comando della graduatoria e ora il divario sul Viadana è di 5
lunghezze. A Treviso servirà ancora un punto per la certezza del primo
posto, un arrivo alla pari favorirebbe infatti i mantovani che hanno
il vantaggio negli scontri diretti.
      Un Benetton che si è complicato la vita da solo: anziché fare le
cose semplici, basilari, ha cercato le cose più ardue e il punteggio
ha fatto fatica a decollare: a metà ripresa il risultato era ancora in
equilibrio con i veneziani ad inseguire a 4 lunghezze.
      Treviso, comunque, non ha mai dato l’impressione di poter
lasciare l’intera posta, ma la sofferenza, per almeno un’ora di gioco,
c’è stata.
      È un Benetton che parte col piglio giusto ma fa fatica a
concretizzare e, paradossalmente, in inferiorità numerica i lagunari
sono i primi a segnare: incertezza difensiva dei biancoverdi,
intercetto e prima meta dell'incontro con Zorzi.
      I Campioni d'Italia accusano un po’ il colpo, il Casinò ha
l’occasione propizia per segnare ancora, ma Treviso fa buona guardia e
induce all’errore gli ospiti.
      Il Benetton ci mette un po’ per riassestarsi, ma in 6’ (tra il
23’ e il 29’) prima impatta e poi scappa.
      La prima meta del Benetton è una creazione di Bortolussi con
McLean che finalizza correndo e fintando il rientro per Sgarbi lungo
l’out.
      Poi, dopo un piazzato di Marcato (4 su 4) che dà il primo
vantaggio a Treviso (10-7), Bortolussi è protagonista con Williams di
un bel duetto per 60 metri prima di lanciare Sgarbi che va fino in
fondo.
      Il tempo si chiude praticamente qui, sul 17-7. Pilat avrebbe
l’opportunità di limare il divario dalla piazzola, ma fallisce il
tentativo.
      Nella ripresa Marcato porta subito punti e quando sembra che la
partita sia instradata verso un epilogo amaro per il Casinò, 3
piazzati di seguito di Duca riportano sotto il XV di Canale (16-20 al
23’).
      Treviso capisce che non è il momento di scherzare, usa di più il
pack, anche per sfiancare gli avversari e in 10’ mette a posto ogni
cosa.
      Ruba touche in attacco con Filippucci che lancia Barbieri per la
terza meta, poi con la mischia avanzante induce al fallo i veneziani
per la meta tecnica che dà il bonus.
      In campo c’è poca storia e Treviso dilaga con altre due mete di
De Jager e Bortolussi.
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GAZZETTINO DI PADOVA

SUPER 10 La squadra di Presutti battuta nel derby a Rovigo. Ko anche
il Prato, che guadagna un punto
e si porta a una sola lunghezza dai bianconeri. Diventa decisiva la
sfida di sabato in casa con Viadana

Petrarca nulla può, ma rimane quarto

Alberto ZUCCATO

Un derby senza storia. Rovigo, troppo in forma, mette a nudo tutti i
problemi dell'attuale Petrarca, realizza quattro mete, guadagnando
così anche il punto di bonus, e con una giornata di anticipo è
aritmeticamente ai play off. Il Petrarca però rimane in quarta
posizione, perchè il Prato ha perso a Parma per 26-20: ora il divario
tra le due formazioni è ridotto a un solo punto - 45 contro 44 - ma
nella sostanza delle cose questo non cambia nulla: per mantenere la
quarta posizione, i bianconeri devono battere sabato prossimo al
Plebiscito, il Viadana che è secondo a quota 57. Oppure, possono pur
sempre sperare che il Rovigo, terzo a quota 56, non si accontenti e
vada a vincere anche a Prato, per cercare di scavalcare il Viadana e
ottenere una posizione di privilegio nei play off. Ci attende insomma
un'ultima giornata all'insegna del thriller.
      La cronaca essenziale del derby vede il Rovigo già in meta
all'8’ con l'estremo Basson. Il quale replica al 26', sfruttando due
papere difensive del Petrarca. I bianconeri hanno il primo sussulto
alla mezz'ora: con una buona giocata al largo, Faggiotto va in meta.
Che viene annullata per passaggio in avanti. Il primo tempo termina
15-3 per i Bersaglieri.
      Nella ripresa il Petrarca si scuote. Trova la meta al 12' con
Costa Repetto in mischia. Mercier non trasforma. Punteggio di 15-8 e
partita apparentemente riaperta. Presutti procede a parecchi cambi per
cercare di immettere energia, ma al 31' la segnatura di Van der Merwe
pone fine alle residue speranze bianconere. Rovigo nuovamente in meta
(la quarta) al 34' con l'ex Pablo Calanchini. Resta il tempo per la
solita reazione d'orgoglio, che produce la meta di Galatro (tra i più
positivi con Chistolini e Costa Repetto) al 40'. Il finale è di 27-13.
      «Rovigo ha vinto con merito - dice il diesse petrarchino,
Corrado Covi - ma va detto che tre delle quattro mete sono frutto di
nostri errori difensivi. Il che è preoccupante. Dopo la finale di
Coppa Italia - prosegue Covi - non siamo più riusciti a esprimerci
come nella prima fase di campionato. In Coppa si era pensato di dare
spazio ad alcuni under 20, ma non è stato possibile per motivi di
concomitanza con il loro campionato. Ora la squadra è stanca. E si
vede. In condizioni normali, penso che avremmo vinto una delle tre
trasferte tra L'Aquila, Venezia e Prato. Fortuna che abbiamo almeno
fatto due punti di bonus. Che ci permettono di arrivare all'atto
conclusivo con un piccolo, ma importante, vantaggio sul Prato».
      La domanda è: come farà questo Petrarca a battere uno squadrone
come il Viadana? «Serviranno forza fisica e mentale - spiega Covi - e
soprattutto la voglia da parte dei giocatori, di farsi un bellissimo
regalo: i play off. Non vogliamo fare alcun conto sulle possibili
disgrazie altrui, ovvero del Prato. Vogliamo vincere e non dovere dire
grazie a nessuno. Contiamo di avere un grande sostegno da parte dei
nostri tifosi. Questo Petrarca, che ha sempre dato tutto, se lo merita
davvero».
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GAZZETTINO DI ROVIGO

I TIFOSI IMPAZZITI DI GIOIA

Vanno in 4.000 al Battaglini e invocano "Basson sindaco"

(A.S.) Oltre 4.000 tifosi hanno sostenuto la Femi Cz Rovigo nel derby
contro Petrarca Padova. Già venerdì a mezzogiorno erano stati venduti
già tremila biglietti. Per la tribuna ovest sono stati staccati 950
tickets, per la tribuna est 2.200. Ai biglietti venduti si sono
sommati 450 abbonamenti, 150 tra accrediti e omaggi e 250 ragazzi
under 16 che entrano gratuitamente. Più di 25mila euro l’incasso di
giornata.
      Per assistere al derby c’è chi ha abbassato le saracinesche del
negozio avvisando i clienti: “Sabato 1 maggio chiuso per partita tra
Femi Cz Rovigo-Petrarca Padova”.
      Nel dopo-gara sono volati sfottò e cartelli che hanno preso a
circolare sul web. Dall’epigrafe funeraria: “Dopo un’atroce agonia
sotto i colpi di Reato e compagni si è spento anche il Petrarca.
Annunciano la sua scomparsa Viadana e Benetton” a L’Urlo di Munch con
casacca tutta nera fino allo slogan “Stefan Basson sindaco” e la foto
del numero otto sudafricano sottotitolata Braam “Immensel-Man”.


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