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[RUGBYLIST] Articoli di stampa

Angelo Volpe a fast volpe_angelo a fastwebnet.it
Mar 11 Maggio 2010 18:42:14 CEST


Non so se Franco (TV) li ha già postati in list... Ce n'è per tutti i gusti. Buona lettura!

 

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GAZZETTINO (ed. di Treviso e Rovigo)

Petrarca punta
sui precedenti:
è la bestia nera
dì Franco Smith

(a.z.) Play off agguantati con i denti e solo grazie al successo del Rovigo a Prato.
Il Petrarca sorride e attende la semifinale col Benetton. «È la squadra più forte - dice il tecnico
Pasquale Presutti - e non abbiamo nulla da perdere. Con questo noi ci proveremo. Abbiamo una
settimana di tempo per recuperare le energie fisiche, perchè mentalmente ci siamo ritrovati: cercheremo
di fare del nostro meglio, ma è evidente a tutti che non siamo noi i favoriti». Ma che pensa che il Petrarca
sia appagato, sbaglia. I bianconeri padovani, pur consci della superiorità della Benetton, sono consapevoli
che al Plebiscito possono rendere la vita dura a tutti. Ne sa qualcosa Franco Smith, che da quando allena
Treviso, a Padova non ha mai vinto. Del resto la stessa finale di Coppa Italia, giocata sul neutro di
Rovigo, ha evidenziato che quando queste due squadre si affrontano non c'è mai nulla di assolutamente
scontato.
Il Petrarca sarà privo delle due ali titolari, Ricciardi e Faggiotto, ma ritroverà Acuna. E sarà senz'altro
uno stimolo supplementare per i bianconeri il fatto di sapere che la finale per lo scudetto si giocherà
proprio al Plebiscito.
 

CHE SPASSO
SALVARE
IL PETRARCA
di IVAN MALFATTO
 
Il romanzo popolare scritto nel rugby dalla storica rivalità fra Rovigo e Petrarca si è
arricchito di un'altra pagina memorabile. Della quale possiamo godere noi rodigini,
moltiplicando la gioia già immensa del secondo posto nella stagione regolare (non
accadeva dal 1992) e di una qualificazione da protagonisti ai play-off.
Se gli amati-odiati rivali del Petrarca sono nelle top 4 del campionato lo devono
infatti ai Bersaglieri. Alla loro vittoria contro il Prato, che ha permesso alla squadra
padovana di conservare il quarto posto nonostante la sconfitta con il Viadana.
Immagino i simpatici sfottò rimbalzati sabato al torneo degli old al Battaglini fra "veci"
rossoblu e bianconeri. O quelli viaggiati via telefono, mail, facebook o altro sulla linea
Rovigo-Padova. O quelli sfoggiati nei posti di lavoro, bar e luoghi di ritrovo. Per
quanto mi riguarda la prima telefonata è stata all'amico Piero Rinaldi, grande
fotografo petrarchino di rugby, che ha subdolamente fatto rispondere il figlio, ma
credo che ogni appassionato della "città in mischia" abbia il suo aneddoto da
raccontare. Quest'anno dopo due derby persi sul filo di lana, e uno vinto alla grande,
concedersi il lusso di fare un favore al Petrarca è davvero il massimo. Speranza che,
se le squadre si ritroveranno in finale, i cugini non vogliano vendicarsi... Comunque
vada a finire, è l'ennesima dimostrazione che il sale del nostro rugby sono i derby e
le rivalità storiche come queste. Che dall'anno prossimo, purtroppo, l'avvento della
Celtic e lo sviluppo voluto dalla Fir relegheranno in secondo piano.
 

 
«Caro Ranieri,
lo sport vero
esiste ancora:
noi lo abbiamo
dimostrato»
«ROVIGO poteva andare a
Prato e fare un dispetto al Petrarca
Padova, i nostri rivali
storici, con i quali abbiamo
combattuto mille battaglie
sportive. Invece siamo andati
in campo per dimostrare che il
rugby è ancora uno sport con
dei valori, e abbiamo fatto ciò
che dovevamo: vincere'».
Andrea Scanavacca, ds del
Femi Cz Rovigo, ha sottolineato,
terminata la partita con-
tro il Prato, quanto ha fatto la
sua squadra: già certo di andare
aiplayoff, il Rovigo perdendo
con il Prato
avrebbe
dato la qualificazione
alla
squadra toscana
invece
che al Petrarca.
«Invece
abbiamo fatto
il nostro
dovere, in nome
dello
sport vero, e
adesso a Padova
ci rispetteranno
ancora di
più».
«Vorrei quindi far notare
all'allenatore della Roma calcio
Claudio Ranieri - dice
ancora Scanavacca -, persona
che stimo tantissimo, che lo
sport vero ancora esiste, e noi
oggi lo abbiamo dimostrato.
Oggi b sport ha vinto, noi siamo
diversi, e non come il calcio
di cui ha parlato Ranieri».
Che paragoni si possono fare
con il comportamento di Rovigo
e la partita di calcio Lazio-
Inter di domenica scorsa?
«L'ho vista anch'io, in televisione
- risponde il ds di Rovigo
- ma quello non era sport.
Chi lo pratica deve avere sempre
rispetto di chi va allo stadio,
dei dirigenti e di tutti gli
appassionati. I principi base
della vita non devono venire a
mancare sul campo». «Il vero
rispetto - dice ancora Scanavacca
- devi meritartelo, e
questo concetto implica il fatto
che se una squadra merita 30
punti di scarto tu devi darglieli,
altro che fermarsi. Per questo
non capirò mai la mentalità
del calcio, secondo cui il Catania
odia la Roma perchè
una volta gli ha fatto sette gol.
Noi abbiamo idee diverse, e in
campo cerchiamo sempre di fare
il massimo».
 

IL TIRRENO (Prato)
 
PRATO. "I Bersaglieri calpestano il Prato".
Così titolavano ieri sulla stampa rodigina,
come se i Cavalieri fossero stati dominati
dal primo all'ultimo minuto dal
Rovigo nell'ultima giornata del Super 10,
con il Prato sconfitto 32-42 al Chersoni di
Iolo. E invece non è andata così.
Perché fino al 20' del secondo
tempo i tuttineri erano addirittura
in vantaggio, dopo
una gara fino ad allora in parità,
nonostante fosse evidente
il calo psicofisico dei pratesi,
con una serie incredibile di
mancati placcaggi fin dall'inizio
di gara. Ma invece di mandare
in campo forze fresche,
si è atteso che i veneti andassero
in meta prima di effettuare
i dovuti cambi e per i Cavalieri
è stato l'addio ai prestigiosi
playoff. Insomma si è ripetuta
l'ennesima scena già vista altre
volte quest'anno, con i tuttineri
non in grado di gestire
l'ovale nei minuti finali.
Peccato perché come hanno
ribadito da Rai Sport Più durante
la telecronaca trasmessa
in differita sabato sera, i Cavalieri
hanno perso la grande
possibilità di accedere alla
pool scudetto, tra l'altro alla
loro portata, perché il piede di
Wakarua, capocannoniere del
Super 10, era in giornata buona
(19 punti all'attivo). Se "girano"
Wakarua e Burton il
Prato perde difficilmente, ma
nel secondo tempo la fatica si
è fatta sentire specie per l'apertura,
mentre non poteva
portare alcun beneficio il volenteroso
mediano di mischia
irlandese Kirkwood arrivato
appena il giorno prima. E bruciano
più che mai i 4 punti più
1 di penalizzazione, ricordati
anche in tv, subiti a inizio torneo
per un errore tecnico. Oggi
quei punti avrebbero portato
il Prato ai playoff.
Ma ora bisogna pensare al
futuro, alla Challenge Cup e a
sabato 11 settembre, inizio del
prossimo campionato di Super
10. Purtroppo non vestiranno
più la maglia dei Cavalieri,
Chris Burton, già passato
al Benetton, impegnato in
Celtic lega. Sul piede di partenza
anche Edoardo Gori verso
la Benetton. Non verranno
confermati Giacci e Narvaez,
mentre Lorenzo Giovanchelli
ha un altro anno sotto contratto
con il Padova. Insomma tutto
da rifare per la dirigenza
pratese, in pratica senza alcun
giocatore della rosa ancora
sotto contratto, come è per
la totalità delle altre società
del prossimo Super 10 o 12. Discorso
a parte gli Aironi e la
Benetton, impegnate in Celtic
ed Heineken, che hanno fatto
man bassa dei migliori talenti
del campionato, cosicché sarà
difficile che cresca il livello di
gioco del nostro massimo campionato
di rugby, come sembrava
volere la federazione.
(Riccardo Tempestini)
 
Benetton, primo non distrarsi
Playoff scudetto, il dg Munari non snobba Padova: «Alla Celtic penseremo dopo»
La squadra che ha ripetutamente dimostrato
di essere la più forte entra nei
playoff dall'ingresso principale: giusto così,
anche a L'Aquila i campioni d'Italia
hanno dato una bella dimostrazione di potenza
e concentrazione in una gara che
poteva
nascondere insidie. Il primo posto
in regular season del Benetton non è certo
una sorpresa, forse fanno specie le cinque
sconfitte, senza precedenti, ma tra
impegni europei e giocatori in nazionale
qualche inciampo è comprensibile.
Ed ora da sabato Treviso
lotterà con il Petrarca per un
posto nella finale del Plebiscito.
«Abbiamo voluto onorare
il campionato come sempre
la squadra ha cercato di fare
- afferma il direttore generale
dei «leoni» Vittorio Munari
- il significato del nostro
primato è questo. Se fosse
restata la delibera federale
iniziale avrebbe potuto stimolarci
il fatto di avere l'eventuale
finale in casa nostra,
ma poi sono cambiate le
cose». Una semifinale contro
Padova: era già avvenuto nel
1997 e nel 2007. Nemmeno
questa se vogliamo è una sorpresa.
«Tre squadre su quattro
sono venete: mi sembra
chiaro, ancora una volta, in
quale zona sta pulsando il
cuore del rugby italiano. In
quanto al nostro accoppiamento
con il Petrarca, è evidente
che chi vuole vincere
qualcosa di importante deve
per forza fare i conti anche
con il Padova. La cosa più
semplice da pensare a questo
punto è che se uno ha qua 
lità e capacità deve per forza
cercare di superare ogni ostacolo
in qualsiasi situazione».
In sostanza, Munari, come
vi presentate a questa
doppia sfida con i «tuttineri»?
«Abbiamo perso una pedina
importante come Garcia, e
soprattutto ci arriviamo per
la prima volta con alcuni giocatori
ancora ignari del loro
futuro: questi adattamenti,
credo fisiologici, dovuti alla
Celtic League, comportano
dei ritardi nell'impostazione
e definizione delle regole. Il
problema è che c'è gente che
sta onorando al meglio questa
maglia ma che allo stesso
tempo non ha certezze sulla
sua carriera. Al di là di questo
mi sembra di vedere un
grande spessore comportamentale
da parte di tutti».
Per Treviso e Viadana allora
potranno essere
playoff condizionati dal
pensiero della imminente
Celtic?
«Se volete una risposta elegante
eccola: non me ne frega
nulla. Ma proprio nulla.
Questo è un campionato in
chiara sofferenza, meriterebbe
molta più attenzione. E
non penso che noi e Viadana
abbiamo il diritto di viverlo
in maniera diversa dalle altre,
anzi per certi aspetti potremmo
ritenerci solo più
fortunate. Ecco allora un validissimo
motivo in più per
onorarlo al meglio». 
Nell'ultimo precedente contro Padova, 
in finale di Coppa Italia, vinceste di un solo punto... 
«Loro contro di noi per tradizione
si impegnano sempre
alla morte, ma naturalmente
è giusto e sacrosanto così».
(Silvano Focarelli)

 
 LA TRIBUNA DI TREVISO
 
Oltre 5.200 giovanissimi hanno animato la 32. edizione
il Nordest fa incetta di titoli: manca solo quello Under 6
Trofeo Topolino
al Lions Mogliano
Anche il sole ha voluto prendere parte alla festa. Solo pochissime gocce di pioggia hanno infatti bagnato
la giornata clou della 32sima edizione del Trofeo Topolino, il torneo nazionale dedicato a bambini e
ragazzi dai 5 ai 14 anni che ogni edizione aumenta sempre più la partecipazione il successo. Impossibile
non emozionarsi nella carovana festosa in Ghirada, con centinaia di piccoli atleti a sfidarsi in
contemporanea nei vari campi, oppure con la magnifica cornice colorata dello stadio di Monigo, teatro
delle finalissime, davvero strapieno in ogni ordine di posto. L'organizzazione è filata liscia come l'olio,
5.200 i partecipanti per un'edizione da record. "Sabato c'è stata la pioggia ma è andata bene lo stesso -
racconta Giovanni "Ciccio" Grespan, responsabile del torneo per la Benetton - Il numero dei partecipanti
è cresciuto, ma siamo riusciti a gestirli tutti benissimo, anche grazie al contributo dei tanti volontari che
stanno vicini a questo sport. I piccoli giocatori si sono tutti divertiti, l'importante è quello. Coi ragazzi non si
hanno mai problemi, al massimo sono gli adulti a farseli". Se la pioggia spaventava le centinaia di genitori
presenti infatti, diversamente la pensavano i piccoli partecipanti da tutta Italia, che non vedevano l'ora di
mettere in mostra le loro abilità di campioni nel fango. Quest'anno poi, c'erano squadre anche da Croazia,
Austria, Russia, Svizzera e pure Inghilterra, col Richmond dell'ex leone Michael Lynagh nel quale giocano
i figli. Tornando alle finali, è stato un trionfo dell'area veneto-friuliana. Fatta eccezione per i campioncini
Under 6 della Lazio, che hanno battuto 4-1 i pari età di Milano nel primo match-clou. Hanno tenuto invece
alto i colori della Marca Trevigiana i leoncini del Mogliano Under 8, capaci di battere per 7-0 il Parma.
Successo applaudito da tutto lo stadio con tanto di corsa liberatoria finale verso le tribune. Salendo di età,
cioè all'Under 10, è stata l'Amatori Vicenza ad aggiudicarsi il torneo, battendo in finale il Cus Verona.
Mentre la coppa per l'Under 12 è finita in Friuli, grazie al successo per 3-1sul Milano dell'Udine trascinato
da lannik Abanga, italo-francese 10 centimetri più alto dei coetanei, tutto possesso, mete e altruismo.
Doppietta vicentina infine nella finale più attesa, quella Under 14, dove una meta in volata di Francesco
Tarussio, capelli alla Valderrama, ha permesso ai "mici" di battere il Valsugana per 7-3. Dopo le
premiazioni il regalo più ambito: i campioni del Benetton hanno distribuito autografi.
Ai migliori giocatori del torneo è andata la "Targa Grillotalpa Sky". Sono: Lorenzo Bottaro (Lazio jr
under 6); Alessandro Garbisi (Scuola rugby Lions Mogliano under 8); Jacopo Trulla (Amatori rugby
Vicenza A under 10); Antonio Rizzi (Leonorso Udine under 12); Francesco Tarussio (Amatori Vicenza A
under 14). Il Vecio Rugby ha infine premiato i più giovani: Martina Tagliaferri e Giacomo Terenghini,
entrambi dell'Under 6 Milano.
 
 
 IL MATTINO DI PADOVA
 
Roccia Rubano in festa
Allo scadere agguanta i play off promozione
Il Cus Padova beffato dal Villadose
PADOVA. Sarà il Roccia a giocare i playoff promozione per
la serie A il 16 e il 23 maggio contro i laziali del Segni, vincitori
del girone 4 della B di rugby. Un finale di campionato deciso
all'ultimo minuto di recupero, quando il Villadose ha trovato
la meta della vittoria beffando il Cus Padova. Contemporaneamente
il Roccia segnava la quarta meta del bonus a Bassano
al termine di un incontro più duro del previsto. Il sorpasso
del Roccia ai danni dei cugini del Cus si è così completato
dopo una cavalcata di quindici vittorie consecutive per i
rossoverdi allenati da Giuseppe Artuso, Hector De Marco e
Federico Prosdocimi, che dalla sconfitta casalinga col Tarvisium
del 29 novembre non hanno più perso un colpo. Il Cus
invece chiude con l'amaro in bocca. Ieri a Villadose gli amaranto
oro hanno segnato tre mete nel primo tempo, grazie all'ottimo
meccanismo di rolling maul. Ad inizio ripresa però
Daniele Moro si fa espellere per un pugno e il Villadose si
rifa sotto. Difesa strenua ma all'ultima azione è Perazzo a
smarcare Albertin che segna il 26-22. A Bassano scoppia la festa
per lo storico traguardo raggiunto dal Rubano, mai così
in alto. Infine, il Valsugana ha salutato la serie B perdendo di
misura 10-13 contro il Tarvisium.
(Simone Varroto)
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