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[RUGBYLIST] Petrarca-Benetton sul Gazzettino

Angelo Volpe a fast volpe_angelo a fastwebnet.it
Dom 16 Maggio 2010 17:20:31 CEST


      RUGBY PLAY OFF Amaro sfogo a fine gara dopo il ko con la Benetton. Presutti non digerisce l'arbitraggio
     

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      «Il Petrarca "aiutato" a perdere»
     

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      Dal Gazzettino ed. di Padova 
      Il presidente Toffano: «Bravi fino a quando ci è stato concesso». Galatro: «Non è finita» 


Defraudati. Così si sentono i petrarchini a fine gara dopo il ko per 26-18 con Treviso. Non tanto dal risultato in sè ma per essere stati impossibilitati, grazie all'arbitro, a giocarsi fino in fondo le proprie carte. «Noi e la Benetton - spiega l'allenatore Pasquale Presutti - abbiamo avuto più o meno lo stesso numero di falli a favore. Mi chiedo però perchè solo ai miei giocatori l'arbitro ha mostrato il cartellino giallo, mentre continuava a richiamare quelli della Benetton. Le regole dovrebbero essere uguali per tutti. Ricordo che Gatto è uscito sul 13 pari e Galatro sul 23-26 per loro, con la mia squadra in attacco in zona pericolosa. La Benetton è forte, non ha bisogno di questi aiuti».
      Il presidente Enrico Toffano ha un diavolo per capello. «Abbiamo giocato bene. Alla pari con Treviso. Fino a quando ci è stato consentito. Di più non intendo dire». Ed ecco Nicolas Galatro, protagonista dell'episodio che ha fatto imbestialire il Petrarca. «Avevamo vinto una touche - racconta - e io avevo la palla. Volevo avanzare, ma Pavanello mi tratteneva per i calzoncini. L'arbitro doveva fischiare. Non lo ha fatto e ho cercato di liberarmi dando tre pugni sulla mano di Pavanello. A quel punto il guardalinee ha richiamato l'arbitro e ha detto che avevo dato un pugno in faccia al trevigiano. Peccato, perchè potevamo ancora dire la nostra. Se ci sentiamo già fuori dalla finale? No: se così fosse non avrebbe alcun senso allenarci per tutta la prossima settimana. Ci crediamo ancora».
      La partita è piaciuta al sindaco Flavio Zanonato. «Il rugby è sempre uno spettacolo divertente - dice - e il Petrarca si è difeso in modo molto onorevole. Mi hanno impressionato i tre cambi effettuati in un sol colpo (l'intera prima linea, il regolamento lo permette, ndr), non mi sembra una cosa sportiva».
      Elogi alla prestazione del Petrarca arrivano dal general manager della Benetton Vittorio Munari: «Le semifinali sono sempre difficili. In particolare quando si affronta una squadra di cuore e passione come il Petrarca. A conferma di quanto affermo, ricordo che da quando allena Smith, cioè da tre anni, questa è la prima volta che riusciamo a vincere al Plebiscito. Complimenti alla società per l'idea delle duemila magliette regalate ai tifosi. Che si sono fatti sentire, incitando fino all'ultimo la propria squadra. Padova è sempre una piazza fondamentale per il rugby italiano. Dell'arbitro cosa dico? Solo questo: non penso sia colpa dei club se il livello è così basso».
      Ma torniamo a Presutti. «Abbiamo sofferto molto la loro rolling maul ma nelle altre fasi di gioco ci siamo difesi bene e quando siamo riusciti ad attaccare qualcosa di buono lo abbiamo combinato. Sono soddisfatto di quanto hanno saputo fare i miei giocatori. Non so che succederà tra una settimana a Treviso: spero solo di avere un arbitraggio equilibrato». 

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      RUGBY Il Benetton vince l'andata a Padova. Oggi il Rovigo prova a fermare il Viadana
     

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      dal Gazzettino ed. nazionale 
      Treviso ha già un piede in finale
     


Con più fatica del previsto, ma con merito, la Benetton supera al Plebiscito il Petrarca nella semifinale di andata. Una partita tesa, come da logica, ma resa nervosa dall'arbitro Pennè (coadiuvato malissimo dai suoi assistenti), che ha scontentato tutti. In particolare - e siamo nella normalità - la squadra che ha perso.
      L'avvio è tattico, con Mercier e Goosen (di numero centro, di fatto apertura) che giocano al piede. Il francese del Petrarca, al 5', mette nell'acca i primi punti. Viene imitato dal sudafricano di Treviso poco dopo. La Benetton gioca in attacco: Williams, con le sue accelerazioni, crea problemi, ed è proprio da una sua iniziativa che al 19' Mulieri va in meta, Treviso continua ad attaccare, ha la supremazia nelle fasi statiche e fa valere l'organizzazione della rolling maul. 
      Fino al 35' in attacco non c'è traccia del Petrarca. Ma la prima volta che i bianconeri si insediano nell'area dei 22, puntuale arriva la meta di Costa Repetto. Mercier trasforma.
      Si va al riposo sul punteggio di 13-10 per la Benetton. Nei primi minuti del secondo tempo il Petrarca è più determinato. Pareggia al 6' con Mercier dalla piazzola. Due minuti dopo Pennè estrae il cartellino giallo per Gatto per fallo professionale. Con l'uomo in più la Benetton torna ad attaccare: prima sbaglia una meta già fatta (quattro contro uno), ma poi al 12' concretizza con Barbieri. Tuttavia il Petrarca regge, e quando ritrova la parità numerica si produce al 28' (il punteggio è di 23-16 per Treviso) in una lunghissima azione con il pacchetto all'interno dell'area trevigiana. Al 36' Mercier calcia in rimessa laterale.
      La palla viene conquistata da Fletcher. Si forma un raggruppamento. Pavanello trattiene vistosamente Galatro per i calzoncini; l'italo-argentino reagisce e si becca il cartellino giallo. Decisione contestatissima dai padovani. È la svolta. Nell'azione seguente Goosen sfrutta il lavoro degli avanti per tuffarsi in meta.
      Sul piano del gioco la Benetton è stata senza dubbio superiore, ma caratterialmente il Petrarca ha dimostrato di esserci. Sabato al Monigo il ritorno: risultato già scritto?

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Dal Gazzettino ed. Treviso
Benetton ipoteca
la finale scudetto

Per la prima volta nella sua carriera da allenatore Franco Smith può uscire dal Plebiscito di Padova da vincitore: «E' vero, sono molto contento anche per questo - racconta sorridendo a fine gara - Anche perchè si tratta di una partita particolarmente importante e che si è rivelata decisamente difficile».
      Una partita che la Benetton ha vinto in maniera anche più netta di quanto non dica il punteggio, rimasto sul filo della parità per gran parte del match, fino al termine che ha allargato il solco pro Treviso: «Noi abbiamo fatto un po' di errori - spiega Smith - Soprattutto abbiamo avuto venti minuti in cui siamo stati in attacco senza riuscire a segnare, poi loro la prima volta che sono arrivati nella nostra metà campo hanno fatto meta. Così hanno preso fiducia, noi invece ci siamo un po' persi. Può capitare, ma la nostra esecuzione in attacco deve essere migliore».
      Tatticamente l'arma che ha risolto la partita per la Benetton è stata la rolling maul: «Sono tre anni che stiamo lavorando su questo aspetto del gioco. Le regole l'anno scorso ci avevano impedito di proseguire su questo progetto, ma quest'anno abbiamo ripreso. Quando hai un pallone lo devi tenere, noi in certe occasioni siamo stati penalizzati quando siamo stati in attacco. L'uscita diventava lenta e questo non è certo un bene».
      Padova comunque ha fatto paura per molti minuti: «E' una squadra molto orgogliosa, che gioca con grande grinta in difesa. Poi può contare su un giocatore come Mercier che guida bene il gioco e che calcia con intelligenza, andando spesso ad occupare lo spazio dietro. Anche Galatro in mezzo è molto efficace».
      Ora Smith potrebbe tornare proprio al Plebiscito per la finale scudetto: «Non guardo più avanti della settimana prossima. Per noi non cambia nulla, sappiamo che dobbiamo vincere anche la seconda semifinale. Lunedì vedremo come stanno fisicamente i giocatori e cominceremo ad impostare la preparazione per la settimana. Il risultato della prossima partita e l'eventuale accesso in finale sarà il risultato del lavoro che ci aspetta nei prossimi giorni».

     Marius Goosen anche nella semifinale con il Petrarca ha guidato i compagni, in una sfida ad alto livello con Mercier in maglia nera. A festeggiare è il sudafricano, ma non troppo: «Non cambia nulla - osserva - Loro sono una squadra molto orgogliosa che verrà da noi con la voglia di vincere». Già in questa gara di andata non è stato semplice imporre la superiorità fatta vedere soprattutto nel primo tempo: «Giocare qui da loro è sempre difficile. E' stata una partita dura, contro una grande squadra. Noi abbiamo fatto bene tatticamente fino alla fine della partita, sfruttando soprattutto il gioco in rolling maul. Sappiamo che siamo forti in questo, ma l'efficacia di questo gioco dipende molto anche da come viene valutato dal direttore di gare. E questa volta l'arbitro l'ha interpretato bene. Alla fine siamo riusciti a fare due mete in questo modo».
      Anche Vittorio Munari è felice di questo successo, che sfata un po' un tabù soprattutto per coach Smith. Una partita che però ha stentato a prendere nel punteggio una piega decisamente pro Benetton: «Abbiamo cercato di lavorare ai fianchi il Petrarca - spiega Munari - Non è stato semplice, perchè le semifinali non sono mai facili, ma loro hanno pagato. Con una squadra così orgogliosa devi tagliare loro subito le ali, abbiamo cercato dall'inizio di metterli sotto. E' bello vedere una squadra che viene incitata nei momenti importanti, in un contesto così caldo. Se ci penso mi viene un dubbio su quello che potrà accadere l'anno prossimo».
      Negli spogliatoi si sprecano le lamentele padovane sull'arbitraggio: «Non voglio parlare degli arbitri - commenta Munari - Quello che posso dire è che se gli arbitri italiani devono crescere, almeno questo non dovrebbe essere un problema dei club».
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