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[RUGBYLIST] Un "10" forte non si fa a tavolino

VolpeFast volpe_angelo a fastwebnet.it
Gio 28 Lug 2011 09:01:41 CEST


Dal Resto del Carlino

 

Fa discutere la decisione federale che imporrà ai club di usare mediani
d'apertura Under 23 italiani o convocabili in Nazionale. Stefano Bettarello,

simbolo del ruolo, conferma il nostro scetticismo

«Un "10" forte non si fa a tavolino»

 

ENTRERÀ in vigore solo

dal 2012/13 la regola che limita

l'impiego all'apertura

di giocatori di formazione

o eleggibili per la Nazionale,

purché sotto i 23 anni.

Una decisione che fin dai

giorno della sua pubblicazione

solleva un'ampia discussione

con ben pochi

commenti positivi.

Stefano Bettarello è stato

per anni il simbolo dei numero

10 "made in Italy". E

fatto bene a giudicare dai

numeri. Esordio in A con

la maglia rossoblu nei

76/77, già al secondo anno

leader dei marcatori con

242 di quei 3206 punti che

per anni sono stati il record

assoluto per il campionato

italiano. L'anno successivo

è arrivato anche lo scudetto,

bissato nell'89, quando

giocava a Treviso. In azzurro

ha esordito nel '79 totalizzando

55 caps e firmando

483 punti, meritandosi,

primo italiano, la convocazione

con i Barbarians.

Cosa ne pensi della nuova

regola sui numeri 10?

«Capisco - risponde - che

l'iniziativa nasce da sani

principi ma ritengo sia difficile

costruire un giocatore

forte solo grazie ad un "decreto

legislativo", soprattutto

dopo che per anni non si

è mai lavorato in quella direzione

».

Se l'iniziativa andrà avanti,

cosa servirebbe per

renderla realizzabile?

«Il lavoro da fare sarebbe

tanto, a partire dall'inserimento

nei vari staff tecnici

di allenatore dei gioco ai

piede, come accade normalmente

in quelle Nazioni dove

il rugby è ad alto livello.

Sarebbe un primo passo di

un percorso molto a lungo

termine, ma non ho mai

sentito programmare un simile

lavoro. Basti pensare

che io, con la tanta esperienza

che ho nei ruolo, non sono

mai stato interpellato

per un simile lavoro. Se i vari

club non hanno dei numeri

10, non possono certo

inventarseli».

A cosa imputi questa cronica

difficoltà nel reperire

talenti per la maglia

dell'apertura?

«Quando siamo entrati a

far parte dei VI Nazioni è

stato ritenuto molto più facile

prendere la scorciatoia

dei giocatori oriundi o stranieri,

iniziando da Dominguez,

per finire agli attuali

Orquera o Gower, perdendo

di vista quindi l'obiettivo

primario, quello dei nostri

vivai».

Stefano va oltre.

«Il problema - aggiunge -

non si fermerà alla sola

apertura. Basti pensare al

numero 8; quale sarebbe

stata la situazione se negli

ultimi anni non ci fosse stato

Parisse? Purtroppo la Nazionale

Italiana può contare

solo su un numero ristretti

di giocatori di livello,

mentre glia altri ruotano attorno

ai migliori per completare

il collettivo. Tutto il

nostro movimento ruota attorno

a pochi talenti. C'è

una vera carenza nei ruoli

ed abbiamo una base numerica

fasulla».

Questa scelta produrrà

risultati?

«L'idea sarebbe buona ma

io resto dubbioso».

Bettarello la pensa proprio

come noi avevamo ipotizzato

ieri: «La norma è facilmente

aggirabile. Basterà

mandare in campo un 10

straniero con un altro numero

e poi spostarlo dopo

qualche minuto di gioco».

 

Umberto Nalio

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