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[RUGBYLIST] Re: Obbligatorietà e campionati"minori"

antonio cinotti antoncino a alice.it
Mar 1 Mar 2011 18:42:32 CET


Ciao a tutti,
non mi risulta che negli ultimi anni siano state troppo ascoltate le 
società in merito a tante scelte, ma magari mi sbaglio... E' ovvio che 
se si va avanti a fare d'imperio il contrario di quello che ci si 
aspetta dalla base ad ognuno è dato il libero arbitrio di partecipare o 
no a campionati che hanno costi troppo alti e utilità dubbie(esempio 
campionato di under 20 della passata stagione clamorosamente partito 
zoppo ed arrivato in fondo alla stagione "strisciando" con ritiri e 
abbandoni).

Per quanto riguarda il fatto che le giovanili non interessino perchè 
costano io mi sento di dire l'esatto opposto...
Il minirugby ha costi ridicoli perchè gli educatori farebbero anche 
tutto gratis (cosa che noi non permettiamo, diamo a tutti un rimborso 
SIMBOLICO), non ci sono costi di pulmini perchè tutti i genitori 
vogliono accompagnare i ragazzi, magari portando i nonni ecc ecc, 
qualsiasi iniziativa si proponga sono presenti bambini e genitori, 
comprano gadgets e tutto il materiale tecnico ecc ecc.
A noi dal minirugby avanzano risorse da dedicare al reclutamento, in più 
si guadagnano allenatori, dirigenti, appassionati, contatti con sponsor 
e chi più ne ha più ne metta. Se viene al campo un under 18 o un 
giocatore seniores abbiamo una persona, se viene un ragazzo dalla 16 in 
giù abbiamo un giocatore, spesso due genitori e a volte anche fino a 4 
nonni, zii ecc ecc.

Le nostre giovanili fanno pari tra quote di iscrizione, sponsorini di 
genitori ed amici, solo con i seniores "ci rimettiamo" 3-4mila euro da 
quest'anno per il pulman grande obbligatorio per le traferte lunghe (ma 
chiediamo un contributo ai ragazzi) sennò si faceva pari tra sponsor e 
quote da una parte, rimborsi ai tecnici e spese varie dall'altra.
Io credo che una squadra se vuole fare dei passi in avanti sia obbligata 
a partire con le giovanili, non c'è bisogno che sia la FIR ad imporle, 
se non ci sono giovanili il movimento si esaurisce in 10 anni e non ha 
nuova linfa.
Noi fino al 2004 abbiamo stentato con numeri e risultati seniores. Non è 
un caso che piano piano si sia iniziato, con il nostro vivaio, a 
cogliere risultati con i seniores.. che sono ragazzi che provengono 
dalle giovanili, lasciando in panchina o i tribuna i vecchietti miei 
coetanei!

Certo potrebbero essere maggiori i contributi federali per chi fa 
attività superore a quella obbligatoria, noi quest'anno miriamo ad 
obbligatorietà (u16 e 14), under 18 e minirugby.
Non è detto che ci si faccia ma se ci si fa si rifanno le mute nuove per 
la prossima stagione con il contributo rugby di base! Almeno per i primi 
anni che si centra l'obiettivo di una nuova categoria le risorse 
potrebbero essere maggiori visto che lavoriamo per allargare la base.. e 
da una base più larga ci scappa fuori, dal Sabbione di Siena, anche un 
ragazzo che è in Accademia a Parma e che due settimane fa ha giocato 
titolare nella under 17 che ha vinto in Francia.. alla faccia delle 
strutture fatiscenti che abbiamo! Il suddetto ragazzo è stato da noi 
ceduto in prestito gratuito al Rugby Parma Junior, alla faccia di queste 
società che non sono lungimiranti e guardano sempre alla loro "pancia"!

Adesso ne abbiamo un altro che è ai raduni di categoria Under 16 e 
speriamo che altri ne vengano fuori..

Un riordino dei campionati sicuramente gioverebbe ma se al solito chi è 
al timone non sente la base penso ci sia poco da fare, saranno sempre 
imposizioni mal tollerate e non decisioni condivise...
Buon rugby a tutti, io scappo al campo a correre!

Antonio

Il 01/03/11 13.06, Salvatore Messina ha scritto:
> Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> __________________________________________
>
>
> Analizzare una situazione serve per proporre delle soluzioni ad un 
> evidente problema: la competitività del nostro rugby nei confronti 
> delle altra nazioni, perché se rimaniamo in ambito nazionale non 
> esiste nessun problema.
>
> Per analizzare una situazione occorre però tener conto delle variabili 
> intervenute nel corso degli anni ed esaminare i dati oggettivi.
>
> L'Italia non è mai stata competitiva per molteplici fattori. Ad acuire 
> il problema è sopravvenuto il professionismo che ha determinato una 
> svolta epocale ed una accelerazione dei cambiamenti.
>
> Fondamentalmente nel 2011 stiamo ancora cercando di ridurre il gap 
> esistente da prima del professionismo, dato da:
>
>     * esiguo numero di praticanti;
>     * mancanza di basi tecniche e di una scuola di formazione;
>     * mancanza di impianti.
>
> Come si può ben vedere a tutt'oggi non siamo nemmeno sulla strada per 
> volgere la situazione in positivo.
>
> Con l'avvento del professionismo si sono aggiunti questi altri 
> impedimenti:
>
>     * limitati budgets per squadre e nazionali;
>     * mancanza di normativa contrattuale;
>     * offerta di un prodotto spettacolo meno che scadente (a parte la
>       nazionale) per interessare il pubblico;
>     * mancanza di una strategia di marketing;
>     * mancanza di operatori qualificati a livello dirigenziale.
>
> L'unica figura nel panorama rugbystico nazionale ad aver tentato una 
> soluzione a quanto sopra è stata la F.I.R.
> Per quanto riguarda i club (salvo Treviso per l'area 
> tecnico/manageriale sportiva e Viadana per quella di 
> marketing/immagine) si è solo vista una gravissima involuzione che ha 
> portato un abbassamento della qualità tecnica del nostro rugby 
> rispetto a 20 anni fa.
>
> La C1 è stata abolita per scelta delle società. Così come adesso sono 
> le società stesse a non volerla ripristinare. I motivi sono ben noti a 
> tutti gli operatori.
> Così come è stato abolito il "campionato riserve" poi "cadetto" per le 
> continue lamentele di chi non vinceva tale campionato perché la 
> domenica doveva giocare contro giocatori delle prima squadra in serie A.
>
> Le giovanili non interessano perché costano e costano perché viene 
> offerto ai ragazzini un prodotto di scarto che non possiamo far 
> pagare. Se così non fosse sarebbe il primo finanziamento dei clubs; 
> così come avviene nel volley, nel calcio, nel basket, nella ginnastica 
> artistica, nello sci, nel tennis ecc ecc
>
> In Italia siamo nella situazione di chi, per voler a tutti i costi 
> mangiarsi l'uovo, non riuscirà mai ad avere la gallina, almeno per 
> farci il brodo....
> PEACE & LOVE & PLAY RUGBY
>
> Salvatore Messina
>
>
> ----- Messaggio inoltrato -----
> *Da:* Giovanni Cardeti <gcardeti a yahoo.it>
> *A:* rugbylist a rugbylist.it
> *Inviato:* Mar 1 marzo 2011, 12:11:32
> *Oggetto:* Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: R: [RUGBYLIST] 
> Re: Obbligatorietà e campionati"minori"
>
> Squadre e aziende di rugby in Italia - 
> http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
> __________________________________________
> La tua proposta è la stessa organizzazione che 20 anni fa, prima 
> dell'arrivo degli scienziati atomici foraggiati con i soldi del 6 
> nazioni, era in vigore in Italia.
> Cambiava soltanto la serie A (divisa in due gironi A1 e A2 ciascuno di 
> 12 squadre) e la serie C (organizzata in 6 gironi da 10 squadre).
> E' da non so quanti anni che sostengo che l'abolizione della serie C/1 
> (campionato di basso livello ma che aveva una sua dignità, soprattutto 
> per i giovani usciti dalle under 19 del tempo che si trovavano ad 
> affrontare un campionato di livello discreto) è stato uno dei più 
> grossi scempi fatti da questi scienziati.
> Improvvisamente ha determinato una marmellata di campionati livellati 
> al basso se non al bassissimo in cui si scontravano squadre che 
> lottavano fino all'anno primo per la promozione in serie B e società 
> nate da un mese.
> Hanno letteralmente distrutto il livello della cosiddetta base (che 
> poi a lungo termine è quello che va ad incrementare l'alto livello) e 
> questo livellamento verso il basso ce lo siamo portati per circa una 
> decina di anni.
> Tutt'ora, nonostante qualche miglioramento determinato dalla creazione 
> dei campionati di elitè (ma se guardiamo i criteri di partecipazione 
> già ci mettiamo a ridere), non lo abbiamo superato.
> Giovanni
>
>
> --- *Mar 1/3/11, Oliver63 /<luca.oliva a katamail.com>/* ha scritto:
>
>
>     Da: Oliver63 <luca.oliva a katamail.com>
>     Oggetto: Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: Re: Reply: RI: R:
>     [RUGBYLIST] Re: Obbligatorietà e campionati"minori"
>     A: rugbylist a rugbylist.it
>     Data: Martedì 1 marzo 2011, 09:51
>
>     Squadre e aziende di rugby in Italia -
>     http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
>     __________________________________________
>     Comunque Gaetano la mia proposta di riforma è la seguente:
>
>     Serie A a 12 squadre con play-off, play-out e finale in campo neutro
>
>     Serie B su due gironi da 12 squadre (nord e centro-sud)
>
>     Serie C1 su quattro gironi da 12 squadre (nord-est, nord-ovest,
>     centro-sud e sud-isole)
>
>     Serie C2 - gironi regionali organizzati dai Comitati,
>     eventualmente suddivisa in più gironi o accorpata tra regioni
>     vicinanti a seconda del numero di squadre
>
>     Ciao.
>     Luca Oliva
>
>     Il 28/02/2011 17.26, Gaetano Palmiotto ha scritto:
>>     Squadre e aziende di rugby in Italia -http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
>>     __________________________________________
>>
>>
>>     Oggi abbiamo, di fatto, 8 livelli
>>
>>     MAGNERS pro
>>     SUPER10 pro/semi-pro
>>     A1 semi-pro
>>     A2 semi-pro/dilettantistico
>>     B dilettantistico
>>     C1 dilettantistico/amatoriale
>>     C2 INTERREGIONALI amatoriale
>>     C3 TERRITORIALI amatoriale
>>
>>     Stanti le attuali due squadre di alto livello, il resto lo organizzerei così:
>>
>>     Un unico Campionato professionistico S12/S14 con obbligo di U14, 16, 20.  Eventuale Campionato Seconde Squadre.
>>
>>     Un campionato Semi-professionistico (Serie A) organizzato in 3/4 gironi zonali con finali per accesso alla Serie superiore con obbligo di U14,16 e 20
>>
>>     Una Lega dilettanti (Serie B) organizzata in 4 gironi da 12 squadre con obbligo di U14 e U16
>>
>>     Gran parte delle ultime tre categorie (parte della C1+C2 e C3) si potrebbero accorpare in un'unica amatoriale, senza obbligatorietà di under.
>>
>>     Chi sale Lega dilettanti dalla Lega amatoriale ha tempo un anno per mettersi in regola con le Under, altrimenti penalizzazioni.
>>
>>     Il rugby pro e semi-pro (fino alla A) dovrebbe essere gestito da organi separati.
>>
>>     Saluti
>>
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