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R: Re: Reply: RI: [RUGBYLIST] rugby ed età

paolo.valbusa a libero.it paolo.valbusa a libero.it
Lun 23 Maggio 2011 17:35:43 CEST


Io non credo che controlli di questo tipo siano fatti con leggerezza: il medico che rilascia l'idoneità all'attività agonistica s'assume una responsabilità (soprattutto dal punto di vista penale) che non è cosa di poco conto. La mia esperienza (ASL n.8 di Montebelluna-TV) è ben diversa da quella di Bocchino: ho il ricordo di miei ex compagni di squadra fermati perché ipertesi o addirittura sovrappeso (vai a spiegarlo ad un medico che non conosce bene il rugby che è difficile trovare dei piloni magri); altri, invece, per patologie più gravi. Ma, in ogni caso, dopo esami seri ed approfonditi. Poi esiste sempre l'imponderabile. E casi di atleti apparentemente sani e deceduti durante la competizione ce ne sono stati, purtroppo. 

Non molti ma sempre troppi. 

Comunque la penso come Gaetano Palmiotto, in questo campo l'Italia può dare lezioni a tanti altri Paesi.

Ciao,

Paolo
----Messaggio originale----
Da: giggibocchino a yahoo.it
Data: 23/05/2011 17.06
A: <rugbylist a rugbylist.it>
Ogg: Re: Reply: RI: [RUGBYLIST] rugby ed età

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E' vero però che nella maggioranza dei casi le visite mediche sono ridicole ed assolutamente inutili.
Mi è capitato diverse volte di farle "in batteria" assieme a tanti altri compagni di squadra: si saliva sulla cyclette, si pedalava due minuti, nemmeno sudando, un elettrocardiogramma di un minuto e via, abile e arruolato, sotto un altro.
Da un paio d'anni infatti ho deciso di farle seriamente, per conto mio, senza affidarmi alle "scorciatoie" a cui spesso le società ricorrono in questi casi.
Come sempre, è una questione di serietà.
A mio avviso i controlli dovrebbero essere seri ed affidabili, a quel punto il limite di età non avrebbe più senso.

Qualcuno sul blog in questione sosteneva che le assicurazioni non coprirebbero gli infortuni se il giocatore avesse più di 42 anni, ma è una stupidaggine, è solo una questione di premio.




Da: Gaetano Palmiotto <gaetano.palmiotto a fastwebnet.it>
A: rugbylist a rugbylist.it
Inviato: Lun 23 maggio 2011, 11:14:45
Oggetto: Reply: RI: [RUGBYLIST] rugby ed età

Nota – Il messaggio inoltrato è stato allegato.

Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.it/it/aziende/trova/1?q=rugby
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Marco,
pur capendo le tue motivazioni, vorrei solo puntualizzare che all'estero i controlli medici sono praticamente inesistenti. Tre anni fa a Monza arrivò un giocatore scozzese (che all'epoca aveva 26 anni) che non aveva MAI fatto una visita medico-sportiva nonostante giocasse nella Serie B scozzese, tant'è che gli fu trovato un problemino al cuore (di quelli non gravi e gestibili). Nei paesi anglosassoni c'è - purtroppo - un numero molto più alto (in proporzione) di giocatori deceduti sui campi per problemi di salute non rilevati per mancanza di screening preventivi.
Se l'Italia è arretrata in moltissimi campi, nel settore sport, salute e prevenzione è invece all'avanguardia nel mondo e sono molti i paesi che si ispirano all'Italia come esempio.
Detto ciò, concordo che a fronte di un certificato medico sportivo, l'età si può innalzare; ma sul discorso controlli nei paesi stranieri, ti garantisco che non sono poi così bravi.





Ho trovato questo articolo sul Bloggatore : avete risposte in merito ?
In Italia un rugbista smette di essere tale a 42 anni. Già, a quell'età deve appendere gli scarpini al chiodo, che sia in ottima forma o meno. E' una regola decisa dalla Federazione Italiana Rugby. Ed è una regola assurda. Talmente assurda che nel resto dell'Europa ovale non esiste. E, infatti, in Inghilterra c'è un pilone di 70 anni! 

 Dalla Scozia all'Inghilterra, dalla Francia al Galles fino all'Irlanda. In tutto l'Europa ovale non vi sono limiti legali per smettere di giocare. Se c'è il certificato medico che attesta che il giocatore può giocare, allora può continuare. Senza problemi. Senza dover dire addio alla propria passione, potendo dare il suo contributo d'esperienza ai più giovani. E se chiedi a un dirigente scozzese se loro hanno un limite d'età, beh, la risposta sono due occhi sgranati e lo sguardo di chi si chiede se tu sia pazzo.
Da noi, invece, no. La Federazione italiana è l'unica che pone un limite d'età per chi vuole giocare a rugby. Perché? Non vi sono motivazioni mediche reali per questa scelta, visto che annualmente i rugbisti devono avere il nullaosta medico per scendere in campo e, quindi, se non sono idonei vengono fermati, a 20 anni come a 40. Non ci sono motivazioni di alcun genere, tranne la follia burocratica della nostra Federazione. La Fir, con la sua politica sulle categorie giovanili, già allontana tanti ragazzini dal rugby, quando si trovano a dover giocare in categorie con ragazzi troppo più grandi di loro. E allontana tanti rugbisti che a 42 anni devono smettere. E che, invece, potrebbero ancora dare tanto alla palla ovale.
Come dà John Goldman, arzillo settantenne che ancora oggi gioca a rugby. E non in una squadra old, ma in un campionato minore inglese. Gioca nel Mill Hill e la sua storia viene raccontata nel numero attualmente in edicola di World Rugby, il più importante mensile di rugby al mondo (grazie a Stefo per la segnalazione!). Non contento, nonno John non si limita a pascolare sul campo, magari come estremo o all'ala. No, lui fa il pilone e in campo si fa valere. Ma, vabbé, siamo in Inghilterra. Cosa volete che ne capiscano i british di rugby! Meglio da noi, dove a 42 anni si va in pensione! 

Link della notizia : http://rugby1823.blogosfere.it/2011/05/affari-italiani---giocare-a-rugby-a-70-anni.html-Marco Santucci




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