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R: Re: [RUGBYLIST] amarezza...

antoniomangano1962 a libero.it antoniomangano1962 a libero.it
Mar 4 Ott 2011 11:55:31 CEST


Munari è il miglior competente italiano. A me sta simpatico ma eccede a 
dismisura in telecronaca, non nel colorito delle varie fasi, quanto nel 
trasbordare proprio la sua competenza con una retorica spesso fuori luogo. E' 
la mia opinione che vale ovviamente zero. 

>----Messaggio originale----
>Da: allrugby a gmail.com
>Data: 03/10/2011 23.31
>A: "Antonio Mangano"<antoniomangano1962 a libero.it>
>Ogg: Re: [RUGBYLIST] amarezza...
>
>Munari non fa "chic" in telecronaca: è il migliore esperto di rugby da
>anni esistente in Italia. Dato oggettivo confermato dai migliori
>esperti di rugby del pianeta, che considerano Munari l'unico, serio,
>referente italiano.
>Franco
>
>Il 03 ottobre 2011 18:21, Antonio Mangano
><antoniomangano1962 a libero.it> ha scritto:
>> Squadre e aziende di rugby in Italia - http://www.coobiz.
it/it/aziende/trova/1?q=rugby
>> __________________________________________
>>
>> Con tutto il rispetto per il nobile sentimento della delusione, (ma chi 
rimane deluso perdona?). Volevo guardare la questione degli ultimi 12 anni 
della ns nazionale da un altro punto di vista. Ogni volta che arriva il brusco 
ritorno alla realtà scattano le analisi, non della sconfitta, ma delle cause 
della presunta inferiorità del rugby italiano. E ogni volta con l'acqua sporca 
viene puntualmente buttato il bambino. Le analisi partono da considerazioni, 
che in questi tempi di crisi economica definirei macroeconomiche, ma si fermano 
lì. Come dire che la crisi della Grecia dipende dal fatto che non ha il PIL 
della Germania. Invece va analizzata anche la contingenza. Altrimenti si cerca 
sempre il taumaturgo che possa insegnarci qualcosa e magari imponendo le mani 
trasformi il bronzo in oro. Perché noi siamo dei paria. Non abbiamo campionati 
all'altezza, non abbiamo arbitri, non abbiamo allenatori, le ns accademie non 
servono un soldo etc. In fin dei conti non funzionano anche la scuola, gli 
ospedali e il mercato del lavoro. Insomma tutto fa schifo. Ma non è così. Come 
in Italia c'è gente che lavora così nel nostro orticello c'è chi coltiva 
rose. Si perde una partita non perché il movimento non riesce a partorire 
un'apertura degna di tal nome ma perché l'apertura buca 2 placcaggi 2 e non 
trova una touch neanche a 10 metri. Sembra lo stesso concetto ma non è così. Le 
partite si perdono perché l'avversario è più forte o perché io lo rendo più 
forte con i miei errori o la mia condotta. Le storie sulle competenze 
consolidate dell'Irlanda e delle Home Union lasciamole dire a Munari che fa 
tanto chic in telecronaca. Ma lasciamole lì. Perché se io ho in rosa un animale 
da catena come Cittadini non devo portare un in panchina un ex pilone che non 
ha fatto una ruck che Dio disse una, perché se io ho una terza come Derbyshire 
non devo schierare l'attuale Bergamauro ormai logoro e incapace come tutti gli 
"anziani" di gestire i colpi di testa, perché se io ho il problema all'apertura 
Gower l'incateno per tempo non lo lascio andare via, dopo averlo 
discutibilmente arruolato. Perchè se ho un'ira di Dio come Benvenuti lo schiero 
centro per rianimare con la sua verve i due San Giuseppe da presepe che 
attualmente ci giocano. E cosi via cantando. La partita è cambiata in quella 
rolling maul al 40' del primo tempo. L'irlanda ha capito che avrebbe rischiato 
grosso, guarda un po' contro questa Italia. Noi abbiamo pensato anche di farci 
girare la punizione. Tutto ciò non c'entra nulla con l'esperienza fallimentare 
delle accademie. Il rugby è cinico e scontato. Non si perde per caso di un 
punto con l'Irlanda e si si vince altrettanto con la Francia e 6 mesi dopo si 
diventa brocchi. Se si continua a guardare così la realtà fallirà anche Brunel. 
Se continueremo a sentirci inferiori come chissà quale gap da colmare allora 
faremo altri 12 anni di magre figure. Noi siamo questi. In casa ce la 
giochiamo, fuori casa ci manca la mamma, la sfogliatella e il mandolino. E lì 
che bisogna lavorare. Chiedendo al tecnico di schierare la gente in forma, 
motivata e nel ruolo, non chi ha ormai fatto il callo ai più improbalili 
proclami. E poi capire che il nostro target è il VI nazioni nessuno oggi fatte 
salve, NZ, Aussie, SA e inghilterra possono pianificare senza essere 
schiacciati il passaggio ai quarti mondiali. Basta con 'sta storia e un modo 
come un altro di non testare gli obiettivi
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