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[RUGBYLIST] I: R: R: Malagò e la scuola

solorugby a libero.it solorugby a libero.it
Mer 6 Ago 2014 07:38:22 CEST


Penso che il rugby in età prescolare sia il più semplice degli sport da imparare  ed anche il più accattivante per i bimbi perché trasgressivo.  Col Rugbytots , unico progetto per i bimbi della prima infanzia, potremmo eliminare buona parte della concorrenza. Buone vacanze a tutti. GA


----Messaggio originale----

Da: jxcira a tin.it

Data: 02/08/2014 23.25

A: <rugbylist a rugbylist.it>

Ogg: [RUGBYLIST] R:  R:  Malagò e la scuola









 

 
  
 
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Si, ottima citazione, ma il problema non sta tanto a mio avviso
nel numero complessivo dei bambini “orientabili” al rugby, ma nella sua distribuzione
asimmetrica sul territorio. Le zone dove si gioca a rugby da molto tempo
avranno sempre dei bambini da educare. Le zone dove ancora non si gioca o si
stenta saranno sempre difficili da approcciare per gli educatori anche se (faccio
per dire) solo il 20 per cento (e non il 50 per cento) dei bambini andassero al
calcio. In list mi sembra si sopravvaluti molto il calcio che versa in Italia
in una crisi profondissima tra l’altro aggravata da una violenza folle e
anomica praticamente inesistente nel quadro ambientale del rugby.

Perché sottovalutate il “non ne posso più” di molte famiglie
italiane che non vogliono più andare in uno stadio di calcio pericoloso o
rischiare sporchi affari di denaro che coinvolgono i figli dietro il campo di
calcetto! 

Mi sembra di non poter trascurare oltre ai buoni educatori anche
la passione di un giovane (che va incanalata). Il badminton è uno sport che non
caratterizza certo l’Italia, ma pare sia giocato da oltre 100 mila persone.
Evidentemente c’è una passione (poco visibile) di non poche persone per questo
sport.

La scelta del rugby è difficile proprio perché si tratta di una vera
scelta. Il calcio no, non richiede una scelta perché si può praticare naturalmente
per strada e l’insegnamento di base è molto semplice. Molti campioni di calcio hanno
giocato per la strada. Per fare un altro esempio Il baseball a Cuba è giocato
sull’asfalto e sulla terra ovunque. Il rugby non si può giocare per strada, salvo
in alcuni spot pubblicitari che non approvo, e non è inizialmente uno sport naturale
ma lo diventa più degli altri se ci si appassiona al fare gruppo e al mettere
energie in comune (quando invece l’uomo naturale sceglierebbe di primeggiare
subito).  

Tuttavia i tesserati federugby al momento di entrare nel 6 Nazioni
erano circa un terzo di quelli attuali secondo le statistiche ufficiali. Suppongo
siano contestate, ma una base rugbistica tutto sommato evidentemente è
sviluppabile pur troppo squilibrata geograficamente e manca secondo me di un forte
centro tecnico nazionale che dia istruzioni più complete.     

 





Da:
rugbylist-bounces a rugbylist.it [mailto:rugbylist-bounces a rugbylist.it] Per
conto di ilfalco7

Inviato: sabato 2 agosto 2014 19.12

A: rugbylist a rugbylist.it

Oggetto: [RUGBYLIST] R: Malagò e la scuola





 



 





 





La citazione è maledettamente esatta. Mettici inoltre che
diminuisce a dismisura la forbice tra nati italuani o figli di stranieri.





Per questo se lo stato italiano non decide di fare una
riforma epocale per lo sport ma non solo il futuro sarà assai nero.







Inviato da
Samsung Mobile.





 



-------- Messaggio originale --------





Da: luciano37 a libero.it 





Data:02/08/2014 18:52 (GMT+01:00) 





A: rugbylist a rugbylist.it 





Oggetto: [RUGBYLIST] Malagò e la scuola 





 



Cari amici di rugbylist,

ho letto e continuo a leggere con grande interesse il dibattito in List sul 

rugby e la scuola, che va avanti da parecchi giorni e desideravo mettere nel 

discorso il problema demografico, che - se non mi sono perso qualcosa - non mi 

pare sia stato mai citato. 

Assodato che tutti gli sport puntano sulla scuola, non è importante - è una 

domanda, non una critica - nella scelta e/o nello sviluppo di un progetto, 

anche il numero a disposizione dei potenziali educatori dei futuri rugbisti?.

Cito a memoria ma mi pare che, dati Istat, i nati in Italia (Paese a crescita 

zero) nel 2013 siano stati poco più di 510 mila, grosso modo metà maschi e metà


femmine. 

Sempre nel dibattito scuola-sport (che non è, quindi, solo del rugby) ho 

letto poco tempo fa che il calcio, che ha 13 volte i tesserati del rugby, 

attirerebbe almeno il 50 per cento dei bambini orientati allo sport, seguito da


volley, basket e nuoto. Se la stima è concreta, fatti - anche all'ingrosso - i 

dovuti conti e senza trascurare tutti gli altri sport non citati (arti 

marziali, tennis, ciclismo ecc.) il rugby avrebbe a disposizione forse 10-15 

mila bambini  all'anno, femminucce comprese, sui quali "operare".
Ma proprio 

Malagò ha detto che in Italia circa il 40 per cento non fa nessuno sport. La 

cifra si riduce ulteriormente e il lavoro mi pare diventi veramente improbo per


l'organizzazione del nostro rugby. Un bambino al rugby può equivalere alla 

scoperta di un tesoro? . 

Se la mia osservazione è proprio fuori tema, scusate l'intrusione

Luciano Ravagnani



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